"Apprezziamo profondamente la proposta Giapponese, che per quanto abbia punti che non condividiamo o da valutare e migliorare, è la prima vera, e al momento unica, riforma organica e credibile.
Tuttavia rileviamo varie criticità, innanzi tutto aprire le porte ad entità politiche richiede una profonda riflessione, in quanto, com'è noto, le unioni politiche sono soggette a continui mutamenti in tempi relativamente brevi, non vorremo trovarci ogni 15 anni a dover riformare l'intero consiglio di sicurezza, per questo è necessario specificare e capire se le rappresentanze dei gruppi politici siano da attribuirsi come seggi stabili del gruppo politico dato in gestione stabile a nazioni rappresentanti, o siano di diritto delle nazioni.
Per fare un esempio in questo senso possiamo ipotizzare l'eventualità di una fuori uscita degli Stati Uniti del Mediterraneo dall'Unione Europea, cosa accadrebbe in questo caso? L'Unione Europea perderebbe permanentemente un seggio o gli Stati Uniti del Mediterraneo perderebbero il loro posto nel Consiglio di Sicurezza?
Il secondo problema, che nasce dalle parole del delegato balcanico è quello della rappresentatività. Escludendo i seggi non permanenti alle nazioni facente parti a gruppi politici già presenti al CdS al fine di mantenere la massima pluralità, si pone il problema della rappresentatività all'interno di questi gruppi, che si ritroveranno con rappresentanti obbligati "dall'alto" e non frutto di un mandato, andando quindi ad incorrere nella fattispecie del problema balcanico, ove sembra chiaro che, benchè la FRB sia membro dell'UE, non si senta, o non ritenga l'europa orientale, adeguatamente rappresentata dagli attuali candidati presentati.
Vista inoltre l'attuale estensione dell'Unione Europea il seggio non permanente occidentale e orientale rimarrebbe in palio tra una piccolissima parte di nazioni, ma è chiaro come concedere ulteriore peso all'Unione Europea inficerebbe il fragile equilibrio presentato dal delegato nipponico.
Infine sottolineamo la nostra totale contrarietà nel concedere un seggio alla SEATO, organizzazione prettamente militare che non troverebbe un sensato posto nelle aule diplomatiche delle Nazioni Unite, senza considerare che gran parte delle nazioni aderenti fanno a loro volta parte di ulteriori alleanza militari, direttamente o indirettamente rappresentate.
Sproniamo il collega balcanico a presentare una propria proposta, o una correzione di quella nipponica, visto le importanti criticità sostenute.