Le variabili per la riuscita di un piatto come nel luogo del culto sono tantissime.
Hai detto bene Decius, qualsiasi stronzata ti varia completamente l'universo, anche l'acqua che non si è cagato nessuno.
La temperatura del forno, i milligrammi di olio, la quantità di farina, la quantità e la qualità del condimento.
A Napoli ci sarò stato un 3 - 4 volte, la mia insegnante di Inglese era napoletana (ed una gran sorcona) e ci portava in modo totalmente randomico e gratis a spacca napoli.
Tipo organizzava le macchinate, niente menate con la scuola e gitarelle varie.
La pizza napoletana più buona la mangiai in una pizzaria dove il pizzaiolo era negro ed assomigliava a Thuram.
Senza esagerare, andai tipo in doppia cifra, una cosa abominevole.
Infatti, resto un attimo interdetto quando si parla di pesantezza, forse Tartina l'ha mangiata piena d'olio e bella carica a bufala, stucchevole (forse, quando è carico è pure meglio).