Mannfred si avvicinò a turno ad ognuna delle tre aperture e scrutò nell'oscurità.
Insoddisfatto, si prese qualche momento per accarezzarsi il pizzetto mefistofelico, espressione ingrugnita... da che parte?
Non amava ricorrere a tali soluzioni per via dell'aria da 'ciarlatano' che trasmetteva agli osservatori e per via del risultato sempre MOLTO interpretabile ed assolutamente incerto ma in mancanza di meglio...
Sospirò ed estrasse un pendolo di discrete dimensioni, in argento, dalla bisaccia quindi si incamminò da un lato all'altro della stanza facendolo oscillare, ripetendo l'operazione svariate volte.
Al decimo passaggio, apparentemente soddisfatto, si bloccò di scatto al centro della stanza e prese a tracciare dei simboli, con un gessetto, tutto intorno a sé, componendo un intricato intreccio di glifi arcani.
Continuando ad ignorare gli altri, il Visconte si inginocchiò, ripose nella bisaccia pendolo e gessetto ed estrasse delle rune d'osso, forse nocche.... umanoidi?
Se le passò da una mano all'altra, non in maniera dissimile da chi sta per lanciare dei dadi e cerca di richiamare a sé la fortuna, quindi si morse a fondo e con forza un polpastrello, impiastricciò del proprio sangue le rune, mormorò alcune parole sottovoce e lanciò le ossa alte in aria...
Sangue chiama sangue, pensò il mago... se la tomba dell'avo era qui, le rune gli avrebbero indicato la via migliore per raggiungerla... ammesso che il fato, notoriamente capriccioso, collaborasse...
@Silen