Di ritorno dal ristorante Goethe evita accuratamente Comodino e si dirige immediatamente nella sua stanza accompagnato da Eva: la sua biondissima segretaria, vociferata amante. Mentre si fa fare un massaggio ai piedi, si accende un paio di sigarette, sorseggia un bicchiere di vino rosso e accende la tv sul suo telefilm preferito: Squadra Speciale Weimar. Poprio quando il massaggio pareva aver raggiunto il tanto agognato happy ending e la coppia di poliziotti tedeschi, di cui uno ovviamente di origine turche, sta per terminare il rocambolesco inseguimento sull'ennesima autobahn, squilla il telefono.
"Pronto?"
"Sono io. Che hai?"
"Nulla Johann, figurati. Stavo solo per farmi fare una sega dalla mia segretaria, prima di calarmi quelle pilloline che mi ha recuperato il principe e, forse, dormire beato per una sera. Che da qua a fine mese dubito avremo modo di rilassarci."
"Apprezzo la tua onestà, ma la tua immagine disteso su un letto con Eva che ti smanetta è orribile ai miei occhi."
"Cosa vuoi?"
"Ti è arrivato il mio prospetto con i giocatori che ci interessano e quelli sacrificabile?"
"Stai tranquillo, è il mio lavoro, mi pare di averti sempre dato tutto quello che vuoi."
"Basta che a 'sto giro non ci ritroviamo con un altro caso Yamamoto o chè, segui le mie indicazioni e per qualsiasi cosa chiamami a qualsiasi ora. Prima di tutto sistema Madero, quello è solo un povero coglione che si crede chissà chi. Quelle cazzo di stelline tatuate, poi, mi danno il voltastomaco ogni volta che nello spogliatoio si cambia. Dubito qualcuno lo vorrà, quindi svincolalo. Per Pog, invece, aspetta. Forse ho un'idea."
"Ok, ok. Dai, ci sentiamo domani."
"Va bene, gute nacht."
"Che due coglioni, tanto genio quanto scassa minchia," esclama Goethe mentre invita Eva a riprendere lì proprio dove si era interrotta. Nel frattempo l'inseguimento sulla tv si è trasformato in un maxi incidente a catena, sulla tv campeggia il primo piano dell'attore tedesco che interpreta il poliziotto di origini turche, l'agente Calhanoglu. "Non ti pare che l'agente Calhanoglu assomigli un po' ad Ylmaz?" chiede quindi ad Eva che, avendo deciso di passare dalla semplice manualità a quell'oralità che mai aveva smesso di esprimere sin dalla tenera infanzia, può rispondere solo con il tipico muguno di chi ha la bocca piena.
Devo chiedere un aumento di stipendio: c'è quell'appartamentino in centro che mi fa davvero gola, è però l'unico pensiero di Eva che di somiglianze tra attori e calciatori e mezze impotenze di potenti direttori sportivi, in realtà, non gli frega davvero niente.