Il problema della scuola italiana è la diversità di qualità in base al corpo docenti. Partendo da una base buona ma vecchia e stantia, vedi ad esempio il poco pazio al '900 letterario o filosofico nei programmi dei licei, purtroppo se si hanno cattivi professori non si va da nessuna parte. La maggior parte di questi è gente che non ha passione ed è finita lì grazie ad un concorso negli anni '70-'80, probabilmente come ultima spiaggia dopo aver fallito la carriera accademica o perchè alla fine in quegli anni avere il posto da statale era quasi una sorta di "status", la piccola borghesia.
Di contro, pero', esistono migliaia di professori appassionati, ho avuto la fortuna di averne molti e, per me, la scuola ha rappresentato davvero tanto a livello di formazione. Ma, ovviamente, lì sono fortune. Ci vorrebbe un ricambio generazionale di professori ma purtroppo è impossibile se fai un concorso statale ogni 15 anni e non ci stanno i soldi per mandare in pensione un po' di vecchie cariatidi.
Nonostante questo ci stiamo profondamente dimenticato il ruolo della famiglia, è ovvio che non tutti nascono in famiglie che "pompano" la cultura ma, e questa cosa l'ho notata nella diversità di educazione tra me e mia sorella, secondo me anche nell'istituto familiare c'è un momento di stanca. I genitori hanno perso la loro funzione anche culturale e non solo pedagogica.
In tutto questo, infine, per quanto riguarda la querelle Nohant, non mi interessa sinceramente il discorso generazionale, è sempre difficile per due generazione vicine confrontarsi e questo sarà un discorso che si potrà fare efficacemente solo tra decenni se non di più, ma il fatto del: "Oh a 15 anni cazzo vuoi leggere e stripparti per la cultura" mi sembra un po' aberrante.
Ora, lo so, mi accuserete di snobismo, di essere il classico intellettualoide di sinistra che se la tira, ma io personalmente a 16 anni riuscivo a fare tutto. Mi divertivo, giocavo ai videogiochi, fumavo canne e mi sbronzavo il sabato sera, ma nel frattempo leggevo Il Giovane Holden, leggevo già Internazionale grazie a mio zio che era abbonato, i giornali, i tg, insomma mi tenevo vivo culturalmente a tutti i livelli. E io non sono mica un genio nè un privilegiato, è una cosa che può fare chiunque e allora, sì, che qui è la colpa del singolo. Perchè se è vero che magari io sono stato facilitato da ambienti fertili (famiglia e buoni professori che dicevo prima), posso fare decine di esempi di gente che conosco e che è riuscita a tirarsi fuori grazie alla sua volontà. Anche a 16 anni. Magari è più difficile ma basta la curiosità e l'interesse verso quello che si ha intorno.
La colpa non può essere solo della società che, per quanto canaglia, rimane comunque un elemento di influenza più passivo che attivo.