Inoltre cito da I Templari, Bernard Marillier, Edizioni L'Età dell'Acquario, 2004, Torino.
"Fin dalla sua nascita, l'Ordine fu colmato di doni di denaro, fattorie, castelli e soprattutto terre. Dieci anni dopo, all'epoca del concilio di troyes, ha possedimenti non solo in Terrasanta, ma anche in molti stati cristiani d'europa dove detiene beni di ogni sorta. La base principale della sua potenza è la terra, cosa che non stupisce affatto in un'epoca in cui ogni ricchezza è legata alla proprietà terriera che la produce, frutto di eredità, ma anche di acquisti o scambi. [...] Un gigantesco allodio esente da tutti i diritti (imposte etc) ma, di contro, facendosi pagare pesanti benefici feudali per la pesca, la caccia, i tagli di legna, i mercati, gli affitti di fondi rustici etc.
Seppe diversificare le proprie attività, moltiplicando così le proprie entrate, aggiungendovi lo sfruttamento di commerci, di miniere, fabbricando e vendendo armi, vestiti, mobili, commerciando anche il lana, carne e cuoio di cui ricomprava il teloneo.
A questa frenesia plurieconomica, si aggiunse l'attività bancaria e finanziaria nata dai pellegrinaggi e sviluppatasi in seguito. La sua probità, la sua rete di "case" e di flotte, in grado di conservare e trasportare in tutta sicurezza somme importanti, spinsero sovrani, signori, mercanti e pellegrini ad affidare le loro riserve all'Ordine, che divenne spesso depositario di tesori reali, come quelli del re d'Inghilterra Enrico II, dei principali italiani e spagnoli e dei re di Francia, in particolar modo sotto Filippo Augusto.
Questo sistema conobbe il primo apogeo in occasione dei numerosi pellegrinaggi che portarono il Tempio a detenere grandi fortune appartenenti ai pellegrini che, al momento della partenza, per evitare di venire depredati su strade poco sicure, affidavano all'Ordine le somme di cui desideravano disporre, ricevendo in cambio una lettera d credito o di cambio da presentare in una delle case del Tempio. L'Ordine pratica anche il prestito, ma non l'usura, e richiede commissioni, mediazioni e ipoteche - il pegno morto - che consiste nel far pagare a chi presta una rendita nominale destinata ad ammortizzare il debito; la differenza tra questa e la rendita reale costituisce il beneficio.
Il primo esempio conosciuto risale al 1135."
Può bastare?