[Antico Fuoco] l'Esplorazione

Basileus

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Campo Aruk az Oni, giorno settimo
Sono passati sette giorni da quando abbiamo trovato la città. E' servito un po' ma, cercando tra le rocce affiorate e confrontando le antiche leggende siamo risaliti al nome della città: Aruk az Oni, la Città del Confine in Comune antico.
La città è stata abbandonata verso la metà dell'Apocalisse di Tiamat quando le orde non morte invasero l'umano Impero Al-Azir, il primo ad unificare le pianure che poi diventeranno il Mare di Sabbie.
Molti edifici sono sommersi dalle sabbie ma paiono promettenti, dovrò consigliare al Senato di inviare una spedizione per riportare alla luce l'intero sito.

Stando a quanto sappiamo Aruk era l'ultima frontiera dell'Impero prima del Malelande abitate da Pelleverde. Una grande città, ricca grazie ai commerci e alle fertili pianure. Tutto questo finì con l'arrivo dell'Apocalisse.

Nella piazza principale abbiamo rinvenuto un cippo con le indicazioni per trovare altre città ma molte si dirigono nel più profondo deserto.

Stavamo per abbandonare le speranze quando uno degli uomini ha individuato una piramide tronca. L'edificio, relativamente in buono stato, si è dimostrato un'antico Tempio alla Fiamma, stranamente non toccato dalle creature di Tiamat. I grossi bracieri bronzei erano ancora al loro posto, spenti. Allora, come comanda la Legge, li abbiamo accesi.

Ci siamo fermati lì per compiere i riti fino a quando abbiamo notato, in uno dei muri perimetrali, una lapide in antico Ardente. Una invocazione per proteggere le città dell'Unione e una serie di preghiere benaugurati. Un manufatto relativamente poco importante se non fosse che tutte le città che vengono citate sono anche segnate in una piccola mappa alla fine.

Finalmente sappiamo dove andare. Il più vicino dei centri si trova ad un paio di giorni da qui, in cima ad un picco tronco.
Domani alle prime luci dell'alba partiremo"
dal diario di Tlapanectzin
 

Silen

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"Sicuro di voler proseguire in questo tuo periplo del deserto?" chiese la guida umana quando la carovana si apprestò finalmente a ripartire dopo la lunga sosta durante la quale gli uomini lucertola avevano fatto il possibile per esplorare le rovine in gran parte coperte dalla sabbia "Comprendo che in sette giorni soltanto non sia possibile recuperare molto da queste rovine...ma sette giorni sono un tempo molto lungo per chi viaggia nel deserto. Difficilmente le scorte di acqua dureranno fino alla prossima oasi se faremo anche solo un altra sosta così lunga."
 

Basileus

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'Ho ricevuto un ordine e intendo portarlo a termine" disse L'Ardente "d'ora in poi però desidero tu dica la tua su quanto dobbiamo fermarci in un dato luogo'
 

Basileus

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campo di Aruk az Nek primo giorno
Come la mappa di Aruk az Oni segnava dopo un paio di giorni di peregrinazioni nel deserto siamo giunti in vista della prima città... e che vista!
Solitario, circondata da null'altro che sabbie, si erge il Picco di az Nek: una collina per altezza, circa trecento metri, dalle pareti scoscese simili a specchi, impossibili da scalare e dalla punta tronca, quasi un cerchio perfetto di un miglio di raggio modellato dai millenni da Apsu e da Wotan.

Appena giunti la meraviglia è stata molta: le antiche mura, costruite seguendo le poche asperità del terreno con mattoni gialli, sembravano non aver subito il passare degli anni. Da un'apertura in esse, calcolata con grande perizia, dalla forma di volto femminile, probabilmente la Prima Madre o Solonielle, una cascata si getta nel deserto sottostante formando una pozza circondata da una sottile striscia di verde.

Ho cavalcato il mio drago per avere una vista dall'alto del picco e ciò che ho visto rimarrà nella mia memoria per sempre: una città Ardente occupa la sommità di esso. Templi, vie lastricate, case a più piani per la mancanza di spazio, tutto armonicamente ornato da statue di antichi eroi e passati Nove.
Arrivato nella piazza principale ho visto la fonte del fiume, incastonata nel Tempio Principale, sgorgare fresca lungo il percorso ornato per tutta la città sino alla zona nord da cui siamo arrivati, ove antichi canali rendono e mantengono fertile qualche ettaro di terreno, per poi formare la cascata.

Tornato al campo abbiamo convenuto di dedicare qualche giorno all'esplorazione della città, considerata la presenza di acqua buona (abbiamo usato un cavallo come cavia).

Il primo problema è stato trovare l'accesso. Le "porte" se così si può chiamarle, costruite con la roccia del picco, mimetizzate in esso, ad est della piazza principale, hanno dimostrato la loro tenacia rifiutandosi di aprirsi.
Allora, sfruttando un'ampia area vuota sopra le porte, ove ancora i cadaveri di antichi argani permettevano il trasporto dentro e fuori dalla città, ho portato un gruppo di soldati in cima.

Trovati gli accessi interni, la bocca di una grande galleria piena di bassorilievi e statue, ci siamo addentrati lungo le caverne che percorrono il picco, seguendo la strada principale, la quale ci ha portato in un primo posto di blocco, ove abbiamo trovato i meccanismi per aprire le porte. Grazie ad Apsu hanno funzionato.

Abbiamo preparato il campo nell'oasi, in attesa di esplorare la città"
dal diario di Tlapanectzin
@Silen
 

Silen

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"Davvero impressionante, vero? Ma la pozza d'acqua che ci permette di sostare qualche giorno non è certo sufficiente per sostentare una intera città. Probabilmente fu per questo che venne abbandonata"
 

Basileus

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"non credo" dissentì l'ardente "ad una prima visione i bassorilievi lungo le caverne ripercorrono la storia della città. Parecchi secoli, se non qualche millennio"

"sicuramente ne sapremo di più controllando gli archivi del Tempio Maggiore. Grazie ad Apsu la struttura dei templi cambia poco nel corso dei millenni"

il gruppo si avventurò lungo la città e, dopo una breve ricerca nel tempio, trovarono la porta degli archivi e la aprirono...
@Silen
 

Silen

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Dopo tanti anni, non era rimasto molto che valesse la pena consultare. Tutti i documenti di carta o pergamena erano da tempo rovinati, alcuni talmente fragili che bastava toccarli perchè si disintegrassero. Erano rpesenti però diversi affreschi ancora molto ben conservati, rappresentanti per lo più scene della mitologia come era vista dagli Ardenti: la creazione del mondo, i litigi fra gli dei, l'Apocalisse. Anche alcune tavolette di pietra erano sopravvissute, in una scrittura talmente arcaica da essere quasi incomprensibile.
 

Basileus

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Gli ardenti cercarono le tavolette più integre cercando di interpretarle. Un secondo gruppo venne inviato ad esplorare il resto della città
 

Silen

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Dopo un lavoro certosino di interpretazione e ricostruzione, gli Ardenti riuscirono a ricostruire il senso generale delle tavolette. Si trattava in massima parte di descrizioni frammentarie della religione dell'Antico Fuoco come veniva praticata prima dell'Apocalisse, insieme ad alcuni accenni, in verità piuttosto vaghi, ad un qualcosa di non bene definito che si dovrebbe trovare nel profondo del deserto, all'estremo limite orientale della mappa delle terre conosciute.

Gli altri gruppi di esploratori ritrovarono ben poco, alcune iscrizioni consunte su alcuni documenti, alcune suppellettili in pietra e metallo, oltre a quelle che sembravano essere le tombe dei notabili della città dimenticata.
 

Basileus

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Tlapanectzin si avvicinò ad Hassan, la guida, il privato "cosa sai dirmi di questa parte di deserto?" chiese indicando sulla mappa le nuove terre
 

Silen

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"Non c'è molto da dire" disse l'uomo scrollando le spalle "è il centro del deserto, una zona non battuta dalle carovane. Niente acqua, niente che valga la pena di cercare che io sappia.
L'umano fece una pausa grattandosi il mento e aggiunse come per un ripensamento "Ci sono alcune leggende che dicono che al centro del deserto è possibile trovare il guardiano delle sabbie. Ma sono leggende per bambini."
 

Basileus

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L'Ardente tornò a fissare il tempio, illuminato dalle Fiamme Sacre perdendosi nel loro guizzare per qualche minuto. All'improvviso tornò a rivolgersi all'umano "anche senza acqua i nomadi sanno come attraversarlo. Loro o le arpie. Conosci qualche insediamento verso quella direzione?"
 

Silen

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La guida scosse la testa "Così in profondità nel mare di dune? No, nessun insediamento. Più a nord è possibile trovare qualche piccolo villaggio costruito nei pressi di un oasi, nella zona battuta dalle carovane. A sud invece le terre adiacenti al Picco Rosso sono infestate da nidi di arpie, ma il deserto centrale...no, nessuno sano di mente si stabilirebbe lì. Non c'è acqua e le temperature raggiungono picchi insopportabili."
 

Basileus

Ninja Skilled!
"Le temperature non saranno un problema" disse passando senza pensarci una mano sul piccolo turibolo in cintura "riguardo l'acqua... dove possiamo trovarne abbastanza per il viaggio? Qui abbiamo una fonte, direi di usarla"
 

Silen

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L'umano guardò l'uomo-lucertola come se non fosse del tutto sano di mente poi sospirò "Se proprio sei deciso ad andare in cerca di fantasmi, almeno cerchiamo di farlo nel modo giusto. Non è solo una questione di acqua...si tratta di un viaggio che durerà per mesi, in una regione dove non sarà facile nemmeno trovare cibo." fece una smorfia "Anzi, quelle poche creature che ci vivono considereranno *noi* dei perfetti candidati a fare la parte della portata principale. Tu e i tuoi come siete messi ad armi ed abilità ad usarle?"
 

Basileus

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"come ci hai visti: settanta soldati, abili nell'uso della lancia, della spada e dell'arco. Abbiamo cavalli, cammelli ed un drago".
 
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