Per Folco la situazione aveva preso una brutta piega. Egli era rimasto alquanto confuso dalle ultime mosse di Druk e quando venne interpellato dal goblin rimase qualche secondo in silenzio, cercando di far ordine nella sua testa.
"Nobile Khan, voglio parlarvi con franchezza, la stessa con la quale ho proferito col signor Meknor, come potrà testimoniare" fece una piccola pausa e poi riprese "mi voglio presentare come è giusto che sia di fronte ad un'autorità come la vostra: il mio nome è Folco Lingualunga e vengo dalla Contea, una pacifica terra a molte leghe a sud-ovest di qui" e chinò il capo in segno di rispetto verso Rangor.
"Da varie lune, la mia terra e quella del mio compare - ma non solo - sono vittime di un oscuro quanto terribile male: le acque del fiume sono avvelenate; ciò ha avuto effetti sia su quelli che hanno incautamente bevuto quell'acqua, sia sulle messi a cui ci affidavamo per il nostro sostentamento. Siccome tale situazione è intollerabile, in quanto i nostri popoli non possono andare avanti in questo modo, come capite anche voi, i nostri capi ci hanno mandato a indagare su che cosa stia succedendo alla sorgente e su chi ci sia dietro questi atti nefandi" e fece un'ulteriore pausa.
"Ovviamente il fiume a cui mi sto riferendo è il Grande Fiume, quello che scorre anche per le vostre nuove terre. Per questo, io e il mio compare ci siamo mostrati alla vostra gente per una questione di rispetto e di solidarietà: rispetto perché, non avendo saputo prima che questi territori appartenessero a voi, volevamo chiedere il permesso di transitare liberamente e in pace a chi ora le governa; solidarietà perché non desideriamo che altri cadano nel male oscuro del fiume, finendo avvelenati nel bere quest'acqua corrotta, e dunque volevamo avvertirvi personalmente" e si ferma qualche altro momento, richinando il capo lievemente.
"So bene che il signor Meknor ci ha avvertiti che ad oriente troveremo solo guai e pericoli ma, come ho detto a lui, che fareste voi, nobile Khan, se il vostro popolo fosse in estremo pericolo? Non vi impegnereste con tutte le forze per far cessare il male che lo affligge? Vi chiedo allora di comprendere le ragioni di questa nostra missione, ma allo stesso tempo vi sottopongo una interessante proposta.
Come detto poc'anzi, il problema delle acque riguarda ora anche voi e le vostre genti, che vi siete stanziati da poco in queste lande. Non v'è dubbio lo avete fatto in cerca di prosperità e di una nuova vita; perché rovinare quest'opportunità sin da principio per colpa di genti malvage?" e strinse i pugni rabbiosamente "Io e il mio compare siamo consci dei pericoli che ci attendono. Noi abbiamo le nostre carte da giocare dal mazzo, ma fra esse non vi è la forza, il coraggio e lo spirito guerriero che ho notato fra le vostre genti, in questo nostro breve incontro. Vi domando allora se, dall'alto della vostra generosità, potete affidarci il vostro miglior guerriero - uno come il signor Meknor per intenderci - per accompagnarci nel nostro percorso: dalle vostre terre qui a quelle oltre, fino alla sorgente, e in caso fin qui al ritorno; sebbene quest'azione possa risultare utile anche per voi, siamo disposti, in caso, a dare qualche moneta al vostro guerriero come pagamento per i suoi servigi.
Questa è la nostra umile proposta, nobile Khan. A voi il giudizio".