Ottenere una piccola comodità.
Ottenere una grande scomodità, fatta dalle briciole di merda che si infilano in ogni tuo fottuto spazio.
E qui varrebbe la poena di parlare di due favole.
Una è indiana, e spiega perché il rinoceronte ha la pelle così rugosa ed è sempre incazzato.
Perché un figlio di puttana gli mise delle briciole sotto la corazza, che tanto tempo fa era come un'armatura rimovibile.
E l'altra è una favola che parla di una persona pigra che va da un maestro dei pigri per diventare ancora più pigro.
Il maestro porta il ragazzo sotto un albero di fichi, aspetta che i fichi cadano per raccoglierli, disteso, con le mani, e portarseli alla bocca.
Il ragazzo invece resta sotto la pianta con la bocca aperta, aspettando i fichi che cadano nel suo buco dentato.
Il maestro gli dice "non ho più nulla da insegnarti, anzi, sei tu il nuovo MASTRO PIGRO".
A me è sempre sembrata una stronzata.
Quanti fichi puoi mangiare così in mezza giornata? Uno?
Ecco. Ridurre di poco uno sforzo, come quello di allungare le mani, per ottenere un beneficio fittizio e molto temporaneo, che alla fine porta più danni che felicità.
Per il resto, ho deciso che mi berrò da solo una Chimay di 9° da 0,75 l nel buco in cui vivo e credo che sarà uno dei meglio supersabati della mia vita.
Saggio, però di potrebbe perfezionare o, semplicemente, cambiarne indirizzo.
Magari creare una guaina di stagnola prima di versarceli dentro, o magari poggiargi un mega bicchierone di cola e metterci la cannuccia...
Ci si può lavorare, può essere utile quando si sta in bici o quando si sta montando una skinny.
Immagina la scena:
C'è la skinny a semi pecora, di tette contro il muro, e ci sei tu nudo vestito solo di calze bianche in spugna ed una felpa girata al contrario con dentro una Birra Orso.
Ad un certo ritmo, se ti capita di asfaltare, sblordi dentro il cappuccio e ciaone.