Diploannessione Ordine della Rosa - Stygeria Sud

Last Century

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«Perché non venite con noi, Syatiribirzas?» chiese spontaneamente la drow. «Potrebbe anche essere un modo per aiutare Ashura e, allo stesso modo, permetterebbe a voi di vedere il nostro mondo. Non credo che la vostra assenza possa decretare chissà quale tragedia, anche solo per una stagione.» nel frattempo Miriam raccolse le piume dell'arpia, facendole sveltamente sparire nella propria bisaccia.
«Concordo con sorella Carnifinda, Syatibirzas. Sentitevi ufficialmente invitato a tornare indietro con noi. Se poi non vorrete restare la strada è grossomodo sicura e qualcuno potrà facilmente riportarvi a casa.» poi si rivolse all'arpia. «Grazie. Torneremo presto e con buone nuove, spero.»

Allora bella gatta da pelare.
A parte chiedere al sauriano se vuole tornare indietro con noi per vedere il mondo di fuori, immagino di dovermi mettere a ricercare un progetto speciale per vedere come risolvere il problema? Eventualmente lo metti tu in scheda?
 

Silen

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Il metasauriano sorrise a tutti denti "Quando è così accetto volentieri l'invito. Per motivi egoistici lo ammetto...i nostri orizzonti sono da tempo ristretti ai nostri piccoli villaggi e tutto quello che sappiamo del mondo esterno è quanto la Figlia del Cambiamento ha voluto raccontarci della storia passata"
"Syatibirzas è sempre stato troppo curioso, per il suo stesso bene" commentò acida Ashura "Su su andate, prima che comincino a spuntarvi le squame. O peggio."

Si, progetto sicuramente. Mettimi un promemoria in scheda nelle note magari per non dimenticarlo.
 

Last Century

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Nel suo percorso per continuare la serie di esplorazioni ordinate dalla Gran Maestra, alla povera Carnifinda fu affiato l'ingrato e tristo compito di informare Ashura di quanto scoperto analizzando la sua "condizione". Dopo essere entrata a Stygeria Sud e volendoci restare il meno possibile, tracciò una linea direttissima per il villaggio dei sopravvissuti dove avevano conosciuto Syatibirzas, che avevano lasciato a Galvorn ancora intento a godersi le meraviglie di un "mondo espanso". Arrivata in loco la drow, fattasi riconoscere, chiese udienza con l'arpia, lasciando immediatamente trapelare che la situazione fosse solo parzialmente risolta, senza lesinare o indulgere inutilmente con indoramenti che mal si sposavano col suo carattere. Non che avesse alcun godimento nell'essere foriera di pessime notizie, ma le era stato insegnato ad affrontare il peggio a testa alta e avrebbe riservato lo stesso anche alla povera Ashura. Dopotutto spettava a lei la decisione più difficile, non certo ad una semplice esploratrice.
 

Silen

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I metasauriani accolsero amichevolmente Carnifinda facendole anche parecchie domande sul mondo esterno e su Syatibirzas di cui i parenti aspettavano con una certa ansia il ritorno. Per quanto mutata fosse quella regione dopotutto essa era casa e terra consociuta per quella gente mentre il mondo esterno aveva i tratti incerti del mistero.
Mentre la drow sostava e raccontava alcuni metasauriani si recarono alla ricerca di Ashura ritornando con la notizia che la Figlia del Cambiamento sarebbe arrivata di lì a poco. Comegià nella precedente visita gli inviati dell'Ordine avevano notato i metasauriani sembravano nutrire una bizzarra deferenza per l'Alata forse eprchè vedevano in lei la fonte della esuberante, per quanto distorta, vita di quella regione più che la causa della loro condizione mutata. Ashura dal canto suo aveva una visione assai più prosaica della sua condizione. Quandoarrivò, il lato buono del suo volto aveva una espressione dura laddove il lato sinsitro mutato era contratto in una smorfia involontaria.
"I nostri comuni amici mi hanno riferito che, a quanto pare, le vostre ricerche non hanno avuto un esito soddisfacente. Tanto vale che tu mi dica immediatamente che cosa non va." disse senza preamboli nello stile diretto della sua razza.
 

Last Century

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La drow, all'arrivo di Ashura, non si scompose ma prese immediatamente congedo dai sauriani a cui stava parlottando, sforzandosi di essere più gradevole e accomodante possibile, a dispetto del suo carattere. Rivolgendosi all'alata, e nel rispetto di quanto anch'ella aveva chiesto, fu diretta.
«Abbiamo trovato una cura, effettivamente. La distorsione...» fece come per ricordare una parola specifica, tecnica probabilmente, ma non ci riuscì. «La tua situazione, insomma, non è permanente. I nostri studiosi hanno trovato il modo di invertirne il processo; il problema è che la tua natura di arpia ha superato da secoli il naturale decadimento fisico. Sostanzialmente liberando te - e di conseguenza questa gente - dalla mutazione morirai di vecchiaia all'istante, come se tutto il tempo passato dall'ultima guerra ad ora venisse a riscuotere il suo debito tutto insieme.» serrò le labbra e poi le increspò in una smorfia scontenta. «Per quello che vale vorrei ci fosse una soluzione comoda per tutti, ma l'ultimo conflitto ha lasciato ferite che non possono essere sanate e richiede, a quanto pare, vite anche a centinaia di anni di distanza.» era forse un briciolo di compassione quella ch'era apparsa nella voce della fulva esploratrice? Alla fine anche un soldato, per quanto stoico, sapeva riconoscere un'ingiustizia cosmica quando ne vedeva una.

«Io, per quel poco che vale, sceglierei di tagliarmi la gola, ma io non sono te.» scosse la testa. «Mi dispiace di non portarti notizie migliori, abbiamo fatto il possibile.» continuò. «Ovviamente spetta a te scegliere, non a noi, in questa situazione sei solo l'ennesima vittima, un simbolo di qualcosa che stiamo cercando ardentemente di prevenire per il futuro... ma che non possiamo, a quanto pare, curare.» poggiò le mani sui fianchi, scuotendo il capo con la più evidente - sorprendentemente - delle frustrazioni disegnata sul volto.
«Possiamo comunque cercare di proteggervi da eventi esterni... ma ci sono creature, mostri senzienti che prendono il nome di Apoptosi, che cercano esseri come te, come loro...» indicò i metasauriani. «... per distruggervi. E non siamo in grado di fermarle, non ora. Forse mai. Anche restando così, quindi, le possibilità che qualcuno venga a nuocervi ci sono. La vita su Ea non è più quella che era.»
A quel punto si strinse nelle spalle. «Non è necessario tu decida adesso. Non sarò certo io ad impedirti di pensarci o di cambiare idea. Sono diretta a Stygeria Nord, al mio ritorno posso passare di nuovo qui, se vuoi.»
 
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"In fondo non mi stai dicendo nulla che io non sapessi già" disse Ashura a bassa voce dopo che un silenzio pesante si fu prolungato per parecchi momenti "quale che sia la magia impazzita che mi ha fatto questo, in cambio mi ha concesso una vita innaturalmente lunga facendomi al tempo stesso da scudo e da prigione. Avevo sperato di poter tornare a vivere in mezzo alle Sorelle per un pò di tempo, di potere vivere una vita normale...sarebbe stato bello...."
Il tono di voce di Ashura si fece più deciso e l'Alata raddrizzò le spalle "In passato ho riflettuto più volte sulla possibilità di porre fine alla mia vita ma non lo ho fatto allora e non lo farò oggi. Non so dirti, in tutta onestà, se il mio è coraggio o codardia. Tutte e due le cose, forse. Morire è semplice, vivere è difficile; e d'altro canto sarei una bugiarda se non ti dicessi che anche in queste condizioni, deforme e sfigurata come sono, ho trovato tanti piccoli momenti di gioia, tante piccole cose che mi hanno aiutata a tirare avanti fino ad oggi. La mia vita non è un inferno in terra, anche se a volte ci assomiglia. È davvero così brutto, così biasimevole, voler vivere ancora, a dispetto di tutto?" dal tono di Ashura era evidente che questa ultima domanda non era rivolta a Carnifinda nè a nessun altro.
"Quanto a queste Apoptosi di cui parli, lascia che vengano" disse ancora alzando fieramente la testa "se sono così forti allora combatterò e morirò e potrò almeno offrire alla dea la mia vita e la mia lotta e avere una fine onorevole."
Ashura tacque per un momento poi fissò una ultima volta Carnifinda "Il mio popolo crede che non vi è disonore nell'avere tentato e avere fallito; la vergogna è nel non avere mai tentato. Tu e la tua gente avrete sempre la mia gratitudine per avere cercato di aiutare una sconosciuta ad alleviare la sua pena...ma adesso vattene. Per favore. Va via."
Senza altre parole l'Alata si voltò e se ne andò, avvolta nella sua dignità come in un mantello.
 
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Carnifinda scosse la testa e si strinse nelle spalle. «Perché mai dovrebbe essere brutto non voler morire, Ashura? Tutti noi tendiamo a voler sopravvivere, in un modo o nell'altro, e se siamo chiamati a fare una scelta... sta sempre a noi scegliere quando e come farlo. Per questo ti ho detto che io non vorrei vivere come te. Ma io sono solo una straniera di passaggio e la mia volontà conta come un grumo di polvere.» rispose, molto onestamente e comprensiva. «L'Ordine non avrà tutte le risposte né farà sempre la cosa giusta, ma sa rispettare le scelte che non portano alcun male. Quando tornerò a casa dirò al vostro congiunto di tornare, e gli riferirò personalmente la questione dell'incantesimo e dei suoi effetti. Ci saranno meno cose brutte di cui parlare, così.»
Dopodiché, rispettando il volere dell'alata, nonché il momento di cordoglio per la speranza spezzata così bruscamente dopo essere stata trovata, lasciò l'insediamento in fretta, senza turbare ulteriormente i suoi abitanti.
 

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Dopo quasi tre anni dalla scoperta della povera Ashura e del suo avverso fato, il lavoro dei sapienti dell'Ordine aveva infine trovato quella che doveva essere, almeno per il tempo a venire seppur non risolutiva, una soluzione all'annoso problema della Figlia del Cambiamento. A parlamentare era stata inviata sempre Carnifinda, poiché diretta ancora una volta nel lontano ovest, ma stavolta non si era presentata a mani vuote. Portava con sé un piccolo cofanetto, un forziere minuto che stava appena nel palmo di una mano, e quando arrivò nei pressi del villaggio dei sauriani, fece chiamare a gran voce la vecchia Ashura. Erano buone notizie quelle che portava, soluzioni e... speranze.
 

Silen

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Come sempre l'elfa scura venne accolta amichevolmente dai metasauriani. Dopo tre anni dal primo incontro in realtà i sauroidi apparivano leggermente diversi. I denti erano forse leggermente più acuminati? La corazza recav aculei che prima non c'erano? I cambiamenti erano piccoli e sottili ma c'erano; d'altro canto la loro indole gentile pareva immutata.
Di lì a qualche ora anche l'Alata si fece vedere, prendendo terra pesantemente al centro del villaggio. Come lei stessa aveva rimarcato, fare qualunque cosa le risultava complicato per via della sua duplice essenza e volare con due ali così diverse presentava evidentemente qualche difficoltà.
"Ecco qualcuno che non mi sarei aspettata di rivedere" commentò "pensavo non fosse rimasto niente altro da dire. O forse non è così?"
 

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Carnifinda, al vedere Ashura, sorrise a trentadue denti e quella grande allegria non era dovuta solo alla sua nuova... fiamma ma anche all'oggettino che recava in dono. Prima ancora di spiccicare parola allungò il forzierino all'alata e lo aprì con una destrezza invidiabile, rivelandogliene il contenuto: era una collana finemente lavorata da uno dei pochissimi artigiani rimasti in vita da prima della fine dei tempi, nera come la notte e allo stesso tempo brillante come una notte stellata. Era stata realizzata, seppur con libertà artistiche, a raffigurare una Lacrima di Solonielle, mentre la catenella che la sorreggeva era stata creata interamente in argento. «Ho portato la tua storia all'orecchio di chi di dovere.» esordì. «Questa è una collana di oricalco, un materiale estremamente raro con proprietà arcane che ancora stentiamo a capire, capace tuttavia di amplificare le proprietà magiche, tra le molteplici funzioni che può avere.» spiegò. «I nostri migliori studiosi hanno così pensato di usarlo per agire al contrario sul tuo problema: se non era possibile tirartelo fuori, allora forse sarebbe stato possibile sigillartelo dentro. Se tutto va come deve andare ciò che ti affligge verrà soppresso, seppur solo finché terrai la collana, ma modo tuo sarai libera.» la allungò ancora di più all'arpia, perché la prendesse.
«La forma rappresenta una Lacrima di Solonielle. Per alcuni di noi ha una valenza simbolica molto importante, essendo uno degli aspetti della nostra dea, Arilma. Un simbolo di rinascita, di immortalità, di vita e di speranza.» fece un piccolo sospiro. «Non sono brava con queste cose. Oramai lo sai... Provala.»
 

Silen

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L'Alata esitò prima di allungare la mano destra, quella sana, a prendere il monile che l'inviata le progeva.
"Ricordo che la Prima indossava un gioiello del genere. Ricordo di avere visto la gemma brillare al sole, così rossa, così bella, mentre lei ci parlava dall'alto della sua torre e noi inneggiavamo al suo nome..." Ashura sospirò, lo sguardo perso nel ricordo. Per qualche istante rigirò la collana fra le mani, quella sana e quella trasformata, e non disse nulla.
"Sigillare il potere dentro di me...si, capisco la logica dei vostri incantatori. Anche se non mi guarirà questa collana potrebbe permettermi di vivere nuovamente in mezzo alla mia gente...ammesso che non siano troppo spaventate dal mio aspetto." alzò gli occhi su Carnifinda "Il potere che cambia le cose attorno a me è lento, insidioso...come facciamo ad essere certi che il tuo gingillo stia funzionando?"
 

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La drow si strinse nelle spalle. «Se funziona immagino che lentamente ciò che è stato mutato tornerà alla normalità e ciò che è normale non muterà più.» le nozioni di magia di Carnifinda erano assai minimali. «Io sto andando ad ovest: se tutto va bene tra qualche luna passerò di nuovo da qui e mi saprei dire se sta funzionando o meno, immagino. Fino ad allora temo ci sia poco da fare se non quello che hai sempre fatto, ecco.» disse, molto onestamente. Dopotutto aveva aspettato tre secoli, qualche altro giorno per guadagnare la libertà non era un così brutto affare.
 

Silen

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Le parole oneste e quasi noncuranti di Carnifinda strapparono un sogghigno ad Ashura, un sorriso asimmetrico composto da due diverse dentature.
"Nessun significato nell'essere impaziente, vero? Eppure trecento anni non hanno cambiato il mio carattere, forse lo hanno persino peggiorato." l'Alata indossò la collana senza altro indugio "prima che tu te ne vada...tu e la tua gente avete fatto molto per me. Se questo ciondolo dovesse liberarmi dal mio esilio mi avrete reso un servizio inestimabile. Vorrei poter fare qualcosa per ricambiare....ma temo che il mio unico potere sia quello di farti crescere un arto in più o una pelle corazzata o qualche altro tratto ugualmente sgradevole. In ogni caso ho contratto un debito nei tuoi confronti e intendo onorarlo anche se ancora non so come."
 

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L'esploratrice si strinse nelle spalle. «Puoi restare con noi e aiutarci ad aiutare altri come abbiamo fatto con te. Oramai l'Ordine si è ampliato e di minacce ne abbiamo a dozzine alle porte.» ammise. «Ma se vorrai sarai libera di andare a sud. Sappiamo da alcuni amici che c'è un residuo di quello che era il grande impero delle alate, vicino al deserto. Se i decenni qui al nord ti hanno annoiata potresti tentare la fortuna a sud.» Carnifinda si era ammansita nel corso degli anni, e anche se le risultava discretamente difficile esternare empatia - perché ne aveva assai poco ancora - la situazione di Ashura non l'aveva lasciata indifferente. «Il nostro popolo, i drow intendo, ha schiavizzato per millenni le altre razze. Un debito si può ripagare in molti modi, ma nulla che valga davvero la pena di riscuotere va fatto contro la volontà di una vittima. Di una persona innocente.» incrociò le braccia sotto al seno e, anche se stava chiaramente recitando qualcosa sentito da altri, ci credeva davvero a quelle parole. «Quindi se funzionerà... sarai libera, e scegliendo ciò che fare salderai il tuo debito in ogni caso. Se i sauriani locali vorranno li porteremo all'interno del nostro reame, fortificheremo e proseguiremo verso ovest nella speranza di trovare altri sopravvissuti.» scrollò la testa, debolmente, facendo un sorriso che stonava assai con l'espressione atona che aveva sovente.

«Mi sto rammollendo. Mi servono più cani infernali che mi danno la caccia...» bofonchiò, ironica e divertita. «Stammi bene Ashura, e augurami buona fortuna. Ea è diventata un posto ostile anche per una vecchia stronza come me.»
 

Silen

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"Molto bene, che sia così" disse Ashura annuendo "utilizzerò questo tempo per riflettere su cosa fare del mio futuro. Sarà un piacevole cambiamento, io credo. Vola alto e lontano e non temere i pericoli di questo mondo. Offri la tua lotta alla dea e anche se dovessi perire, Sheika dall'Artiglio di Argento ti concederà di rinascere come una di noi. " potevano sembrare parole bizzarre quelle di Ashura ma si trattava di un ben noto articolo di fede delle Alate il fatto che i Senzali meritevoli sarebbero un giorno rinati come Arpie.
 

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Di ritorno dal suo piccolo pellegrinaggio ad Halektrosia, fortunatamente ancora in vita e senza l'intervento salvifico di Sheika, Carnifinda si trovò di nuovo a passare dal villaggio di sauri mutanti e della Figlia del Cambiamento. Questa volta non si fece annunciare, oramai quella era una terra di passaggio serena e tranquilla - nonostante la sua mutevole inquilina - ma come promesso la drow si era ripresentata per controllare la situazione di Ashura. Tanto era comunque di strada per tornarsene a casa dalla sua nuova amante.
 

Silen

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L'Alata si trovava al villaggio di Syatibirzas, impegnata in una conversazione coi meta-sauriani ma all'arrivo di Carnifinda si volse immediatamente verso l'elfa scura; il gioiello di oricalco appeso al collo.
"Ti saluto, elfa scura, beata chi ti vede" salutò con quella che sembrava essere una sua formula abituale rivolgendole un cenno noncurante del capo.
 

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La drow ricambiò il saluto con un gesto della mano. «Sono ancora viva. Nelle colline a ovest c'è una di quelle Apoptosi di cui ti avevo parlato, non sembra cattiva, manderemo qualcuno ad aiutarla per pulire la regione.» spiegò sbrigativamente, anche per suggerire velatamente ai sauriani e ad Ashura di non scavallare il confino verso quella direzione. Non aveva idea di come Volorn avrebbe reagito alla situazione.
«Buone nuove? Qualche cambiamento significativo da riportare in patria?» chiese, molto onestamente.
 

Silen

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"Nessun cambiamento" disse l'Alata con quella sua voce duplice "il che, visti i precedenti, potrebbe essere una buona notizia. Ne stavo giusto parlando con Syatibirzas, qui" Ashura fece una pausa "Se le cose andranno per il verso giusto, questa primavera andrò a sud. Voglio vedere cosa resta della mia gente, dopo tanti anni. Forse persino dimorare fra loro, almeno per un poco." accennò col capo al meta-sauriano che rimaneva in disparte, mite e taciturno come sempre "Come ho promesso al nostro comune amico, intendo ritornare non appena avrò compiuto questo mio personale pellegrinaggio. Intendo ripagare ilmio debito, elfa scura: temo di non essere una grande maga o guerriera come le Prime delle leggende del mio popolo ma immagino che ci sia qualcosa che posso fare per voialtri senzali. "
 

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Il viso della drow s'illuminò per mezzo secondo, prima di tornare taciturno e apatico. «Nessun cambiamento per la figlia del cambiamento... mi sembra effettivamente un grosso cambiamento.» non era chiaro se volesse fare o meno una battuta, ma qualcuno nella sua scorta ridacchiò sottovoce. «Se e quando vorrai tornare, saprai dove trovarci. Goditi un poco di libertà in questo nuovo mondo, Ea è cambiata molto e vederla dall'alto sarà una novità di cui avrò piacere d'ascoltare i racconti.» annuì. «Non preoccuparti dei debiti, per adesso, vivi la tua vita.» sorrise, sempre con quella bizzarra apatia che la contraddistingueva. «Syatibirzas, al contrario, a voi interessa unirvi alla nostra gente? Anche se la situazione ora come ora è in fase di assestamento le vostre terre sono un ponte di collegamento vitale per lo spostamento di uomini e mezzi. Se c'è qualcosa che possiamo fare per agevolare una simile opportunità non avete che da chiedere.» indicò l'est con un cenno del capo. «Sto tornando a casa, potrò dire tutto alla mia Gran Mestra e organizzare quanto dovuto.» poi, dopo un breve istante, aggiunse.
«Ashura, quando andrai a sud non passare sopra Calas. La vedrai perché Galvorn con la sua torre sono inconfondibili: attualmente stiamo aspettando la visita di un Apoptosi e non ho idea se sia già arrivata o meno. Nel dubbio è meglio se non la incroci. Sanno essere molto caparbie.»
 
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