I Britannici lasciarono fare i loro sottoposti, impegnati alcuni in quella che sembrava la riunione di una famigliola a lungo divisa.
Cristopher ringraziò Lady Diana per quanto da lei proposto, ma a riferimenti ad amati in patria non sussultò né si lasciò sfuggire altro suggerimento... D'altronde il Principe era celibe, si sapeva, anzi si sapeva estremamente essendo uno degli scapoli più succulenti di tutta Ea; e conoscendolo chiunque avrebbe potuto facilmente eliminare anche l'ipotesi di un amore passionale ma proibito vissuto con qualche nobildonna o contadinotta in gran segreto. Troppo ligio alle regole di corte -per quanto i bordelli di Cloveringe non li avessero impedito di conoscere il calore di una donna-.
Sia Principe che Principessa inorridirono al disvelamento del velo sulla tratta di schiavi, in particolare un brivido salì lungo le loro schiene al ricordare il triste destino capitato agli schiavi dei formian, faticosamente salvati dopo non pochi sacrifici. Britannia su quell'argomento aveva un'idea estremamente chiara: l'uomo era fatto per essere libero, mentre le altre razze godevano di equi diritti fintantoché non si fossero macchiate di crimini inscusabili o irrimediabili agli occhi di Dio e degli altri cittadini di Ea; come ciò si declinasse -schiavitù punitiva? Sterminio totale?- era mistero che solo la corte britannica e in particolare il suo supremo capo potevano sapere.
Marianne fece un cenno a Ser Alistair e lui, possente e magnifico, prese i vari inviati di Carandor per toglierli dallo spazio vitale degli elfi del Sud; ciò parve non avere ottimo effetto in particolare sull'inviato Ungar, che da quel momento parve avere un cambio d'atteggiamento durante la discussione, diventando più freddo e coinciso nella parlata.
Il Principe e la Principessa si guardarono, capendo cosa la loro ciurma -ma anche loro stessi- avessero deciso.
"Saremo lieti di ospitarvi a bordo ancora un po', Hallan Freth dei Regni Gemelli, voi e i vostri compagni... Per quanto riguarda voi, Capitano Scharr di Mharr'yann..."
"Temiamo che per vecchie amicizie dei nemici dell'Impero non vi sia molto spazio su questa nave, specie se costoro si occupano del commercio di vita umana. Auguriamo a voi e al vostro regno eterna prosperità e al vostro regnante salute per mille anni, e nel rispetto insegnato alla nostra corte vi permettiamo di tornare incolumi alla vostra nave e di allontanarvi."
"Promettiamo che l'Infaticabile non vi inseguirà in attacchi; d'altronde non avete fatto nulla che ci sia di tale insulto; speriamo che la nave dei Regni Gemelli faccia altrettanto. Ma attenzione..."
"... ciò che stiamo facendo è farvi andar via incolumi. Solo la brezza di un tentativo di affondare noi o la nave dei Regni Gemelli e non esiteremo a calare su di voi con tutta la Ira di Britannia e di Dio."
Dopo innumerevoli anni, Marianne e Cristopher erano tornati a parlarsi, a capirsi, in una maniera che era solo loro. Da bambini erano stati inseperabili: quante marachelle fatte assieme, quanti inganni mossi ai vari servi e nobilotti di corte. Lontani dal trono e non costretti dal dovere a cui era invece piegato il loro amato fratello maggiore, erano cresciuti con quel minimo di libertà in più, quel tanto che bastava per tessere un rapporto fatto di un completamento vicendevole, di un coprirsi le spalle a vicenda.
La politica li aveva allontanati; ma adesso, uomo e donna, era parso tornato quel loro intendersi a meraviglia. E da adulti quel livello di dialogo e complicità potevano diventare estremamente pericoloso per i nemici interni ed esterni dell'Impero.
I due si guardarono, sorridendosi, sentendo di nuovo quell'antico fuoco di complicità fraterna e ricordando quanto scaldasse il cuore. Un primo passo verso la ricongiunzione.
(caghiamo via gli amici dei formian e continuiamo con gli elfi)