Opere HOT ZONE - LA ZONA ROSSA

Mersault l'Apostata

Chosen one
Fantacalciaro
HOT ZONE - LA ZONA ROSSA


Raccoglieremo qui, sperabilmente, racconti e altri componimenti di carattere erotico/pornografico, senza alcuna limitazione né di gusto né di stile, affinché il/la cittadino/a soheaddiano/a possa, qualora lo voglia, dilettarsi nella lettura e, possibilmente, nella scrittura.
Qualunque lavoro, ripetiamo, in qualunque forma e secondo qualsiasi pulsione, sarà, ne siamo convinti, apprezzato e potrebbe creare una piccola oasi di libidine letteraria, nella quale il cives soheadianensis possa momentaneamente trovare riposo e stimolo.
Queste sono infatti le terme letterarie di Sohead, di quelle in cui la cortigiana di turno, dopo averti insaponato nella vasca, massaggiato ed oliato con cura, finisce per masturbarti prima di lasciarti rivestire e tornare alle tue occupazioni.
Buona seduta.


1a stanza:


*****************


LE PIACEVA SPECIALMENTE IL CAZZO

Tutti abbiamo un passato.
I vivi e i morti. Le specie, i fiumi e le montagne.
I pianeti e l'universo. A volte, per noi, dal passato emergono cose senza che lo volessimo, a volte ci sfiora l'idea che ci fu un momento in cui la nostra vita esplose e poi si solidifico' (come un vulcano milioni di secoli fa emise la calda lava dal centro della Terra e da questa siamo sicuri del terreno su cui camminiamo) e tutto il resto non ne è che un riflesso, un ricordo.
Una reminiscenza.
Ogni tanto, adesso che ho un vero passato e dei veri ricordi da rivivere e da rimpiangere, mi succede di vedere qualcuno, per strada o in qualche luogo chiuso, che mi rimembra qualcun altro della mia vita addietro. Adesso che vivo in una città che non è più quella della mia prima giovinezza, mi succede ancora più spesso. Non so cosa sia né perché accada. Pero' quando ciò avviene, insieme al viso ingannatore rinasce anche il ricordo, la sensazione di un evento lontano connesso a quella fisionomia, e per qualche minuto rido o mi vergogno, mi commuovo o mi infurio. Per un istante, è oggi come allora. Oggi, allora, a questo proposito, ho visto una ragazza, nella biblioteca comunale in cui solgo affittare libri per il mio studio e film per il mio svago, che mi ha prepotentemente ricordato una compagna liceale, quando eravamo ancora tutti minorenni. Non una compagna di classe, ma una della sezione accanto. Io, come tutta la vita, ero nella B, lei nella C. Una classe piena di figa, me lo ricordo bene.
Lei era una di quelle considerate da tutti "più che scopabile". Come la giovane che oggi mi precedeva nella fila, soleva portare i capelli (castano-bruni) lunghi fino a sotto le orecchie, a lasciare libero il collo affusolato e chiaro, recintato da soventi maglioncini abbastanza larghi da non oltraggiare l'immaginazione altrui con evidenze inutili. Tuttavia, le cose rimanevano chiare. Nonostante il poco pressing del tessuto, la grandezza dei suoi seni risultava comunque evidente. Come la studentessa di oggi, amava portare i libri sottobraccio come in un film anni '60.
Allora mi sono appartato con la mente un momento, mentre aspettavo il mio turno, per rivivere quella serata di inizio ottobre in cui ci possedemmo e ci demmo piacere l'un l'altra. Stavolta, ammetto, mi era andata bene: un ricordo erotico senza conseguenze sentimentali è la cosa migliore per passare cinque minuti del presente inutile e penoso.

***

Io facevo l'occupazione, lei no (famiglia di destra che le impediva di manifestare) ma ciononostante usciva, la sera, poiché per tutti era comunque vacanza (grazie a chi, come me, si faceva denunciare per denunciare la riforma di Luigi Berlinguer, ma questa è un'altra storia). Come a tutte le occupazioni, la gente si sentiva onnipotente e piena di vita, ed evidentemente anche lei voleva partecipare di quell'ebbrezza. Una sua amica che era in classe mia e che mi era compagna nella militanza, una sera mi si avvicino' e mi recapito' il messaggio: lei era fuori, nella piazza, mezza ubriaca domandando di me. Ci eravamo infatti puntati un paio di volte, ma non era mai successo ancora niente. Io mi guardai intorno, e vidi un paio di amici che si occupavano di una canna appena accesa, sentii il disco dei 99Posse che girava nel mangianastri mentre qualcuno, in una classe poco lontana, si stava divertendo a tirare sedie sui banchi e sulla cattedra, o dalla finestra nel cortile.
Capii che quella sera non avremmo cambiato il mondo, ed uscii.
Lei era effettivamente nella piazza, a salire e scendere dallo scivolo per bambini con una bottiglia di vino in mano, insieme ad un'amica. Mi vide, ed urlo' il mio nome crollando il capo da una parte, accentuando la sbornia come fanno solo gli adolescenti. Io mi sentii sicuro di essere desiderato, e vedendola piuttosto andata non mi feci ansie da prestazione. «Sarà una cosa sporca» pensai.
Avvicinatomi, non ricordo come mi introdussi, ma dopo ben poco eravamo già soli. La aiutai a terminare la bottiglia di fragolino e ci attaccammo subito.
Nella sua bocca, la mia lingua cercava di essere discreta e sfuggente, insinuante e mai invadente. Lei, ricordo, baciava bene, e sembrava avere una predilezione per gli angoli delle labbra (o, forse, si era fatta esperienza in quell'arte e la applicava -pure troppo-).
Ben presto, mi misi a lavorare i suoi seni introducendo la mano sotto il maglione, prima senza superare il reggiseno con profonde palpate complessive, poi, con un colpo che avevo sviluppato già da tempo e che mi sembrava sempre utile, passando il palmo, con forza misurata, in un unico gesto dal collo al seno, per finire in extremis, di passaggio, a titillarle il capezzolo con il pollice, quando ormai la mammella era fuoriuscita completamente dal suo recinto di pizzo.
Sembrava esserle piaciuto, e allora lo feci un altro paio di volte, mentre con l'altra mano le slacciavo definitivamente la biancheria. Di conseguenza, si senti' per un momento davvero più libera e mi ringrazio' toccandomi il petto con forza sotto la maglietta, tanto che pensai qualcosa tipo «Dai, adesso vedi che va diretta al pacco». Tuttavia non lo fece, e allora io, in risposta, le afferrai con decisone il pube, premendo le dita tra l'ano e la vagina e, alternativamente, il palmo sul suo monte di Venere, nella speranza di arrivare a stimolarle di rinterzo anche il clitoride. Lei ebbe un sussulto e mosse i fianchi per aiutarmi nella dinamica. Le nostre lingue continuavano a giocare, e per un po' proseguimmo così. Io, per non essere monotono, a volte tornavo ai seni per prendere con indice e pollice i capezzoli, roteando le dita per mantenerli turgidi. A volte, passavo a baciarle e leccarle il collo e i lobi delle orecchie, mentre con la mano tornavo al pube. Andavamo bene, ma non benissimo, in quanto da quella situazione non potevamo ottenere più di ciò che stavamo già ottenendo. Io, soprattutto, mi accorsi che non aveva molta intenzione di conoscere il mio pene, forse per pudore, giacché solo per brevi istanti osava avvicinarvisi per poi allontanarsi senza vero contatto, un po' come si fa, con la mano, quando si passa sopra la fiamma di una candela o d'un accendino.
Iniziai a pensare che forse avrei finito con l'annoiarmi e con lo spegnere pure la sua passione, e allora pensai che dovevamo cambiare posto, dal momento che, sulla panchina di una piazza, non avrebbe accettato di essere spogliata. Le proposi di seguirmi dentro scuola, e lei accetto', pur titubante. Raccolse il reggiseno e non se lo rimise, e ciò mi dette la sicurezza che, almeno, voleva proseguire quelle effusioni. Ma io volevo altro, e avevo la presunzione che, in fondo, lo volesse anche lei.
Entrammo nel liceo di soppiatto e ci nascondemmo in un'aula poco frequentata, dove pero' sapevo che qualcuno aveva lasciato un sacco a pelo.
Ci sedemmo, e io per prima cosa le tolsi il maglione. Lei, per non essere da meno né la sola a denudarsi, mi sfilo' la maglietta. Così, prememmo subito i nostri corpi l'uno contro l'altro, e sentii con piacere i suoi seni caldi sul mio petto. Le succhiai e mordicchiai i capezzoli, e contestualmente le aprii i pantaloni. Mi diressi con dolcezza al clitoride, e iniziai a sfregarlo con le dita e con il palmo, sicuro che si sarebbe bagnata lubrificando il mio movimento. Tuttavia, con mia sorpresa, nonostante mi adoperassi senza violenza e con rapidi gesti che volevo accattivanti, la sua vagina restava piuttosto secca, come muta, provocandomi una certa frustrazione. «Inutile pensare di scopare, se questa non mi si bagna neppure durante i preliminari» -pensai.
Come si può immaginare, cominciai a preoccuparmi, sia di non essere di suo gusto sia di non avere il giusto tocco, quando d'improvviso, mentre io seguitavo, alla cieca, a muovere tra le dita il suo clitoride, lei fece la mossa decisiva: finalmente, mi sbottono' i jeans. Io aprii un po' le gambe per aiutarla a trovare il mio pene, e quando vi arrivo', lo prese in mano con decisione, scoprendone le dimensioni e riempiendosi il palmo di esso. Come d'incanto, la sua vagina si bagno' abbondantemente e la sua passione si fece incalzante, e fu allora che capii: le piaceva proprio il cazzo, aveva bisogno di esso per umettarsi. I nostri movimenti, allora, divennero sempre meno discreti, sempre più profondi, e le mie dita scoprirono con facilità l'interno della sua vagina, che lei muoveva con sapienza istintiva affinché, in un sol colpo, provasse piacere nella fica e sul clitoride. Non osava neppure, con mio godimento, staccare la mano dal mio cazzo, e lo masturbava in profondità passando, anche, le dita sul glande, bagnandosele di saliva per scivolare meglio. Ne sapeva, mi resi conto. Mi piaceva tutto ciò, e per renderle ringraziamento decisi di leccargliela: d'altra parte, il sesso orale era già una mia passione da qualche tempo, ed era una mia fantasia assaporare la sua fessa. Scesi, dunque, e lei fu costretta a lasciar andare il mio pene. Quando mi trovai al cospetto della sua passera, fu un momento entusiasmante: pulsante, nervosa, bagnata da cima a fondo. Mi attaccai al suo clitoride, serrandolo tra le le labbra e muovendo la lingua in differenti maniere, con l'intento di suonare a diversi ritmi e con assoli più possibile variati. Nel frattempo, con le mani andavo saltuariamente a riempirmi dei suoi seni e a tirarle e premerle i capezzoli, causandole gridolini di piacere. Mi occupavo di farla venire, naturalmente, per renderle ai miei occhi indimenticabile quel momento. Tuttavia, restai in apnea sulla sua vagina diversi minuti, ma quando sembrava vicina all'orgasmo, finiva sempre per sospirare, come di stanchezza e di nervosismo. Mi accorsi che, forse, non ce l'avremmo fatta, ma allora ebbi un'intuizione, che ci avrebbe salvati entrambi: mi spostai, senza lasciare la presa come un molosso, sdraiandomi su un fianco a testa in giù. Lei capi subito, e forse non vedeva l'ora, chissà perché intimamente dispiaciuta della mia generosità e tenacia infruttuose. Mi prese il cazzo e comincio' a sbocchinarlo, e mi accorsi che era uno scrigno caldo di piacere: la sua bocca pareva la fica di una vergine, stretta e sensibile, fradicia, vibrante dell'eccitazione di una scoperta e della volontà di una redenzione.
Così, sdraiati sui fianchi, procedemmo più sicuri, coscienti di aver trovato la formula per finire il nostro lavoro. Lei aveva indubbiamente apprezzato l'innesto del mio uccello nella sua bocca, giacché il suo clitoride era sempre più turgido e ben individuabile dalla mia lingua sempre più rapida, e mentre mi riempivo il viso dei suoi umori mi convinsi che, se lei lo avesse voluto, avrei ben preferito venirle in bocca che scopando. Mentre decidevo le mie ultime volontà, lei si stacco' d'improvviso, per meglio arrivare al suo orgasmo cantandolo al mio cazzo come se fosse il suo microfono. Io lo capii, e rallentai leggermente per prolungarglielo e farglielo più forte, tanto che lei mi premette la testa con la mano mentre emetteva un certo qual "hhhhhhhaaahhhhhh" e il suo clitoride e le sue labbra iniziarono a pulsare a intermittenza sulla mia bocca, durante alcuni, intensi, secondi che assaporai felice. Saperla soddisfatta a quel modo mi riempi' d'orgoglio, ma per un istante temetti che, stanca e contenta, non avrebbe avuto la generosità di rendermi il piacere. Ma non fu così: come leggendo i miei pensieri, mi fece subito sdraiare e si mise con la testa sul mio pube, pompandomi l'uccello voracemente e masturbandomi, con un movimento di rara precisione sincronica. Fu davvero come se stessi scopando la fica di una vergine, solo che era la sua bocca ad offrirmi quel giovanile, impetuoso diletto. Ad occhi chiusi, godevo sapendo che ben presto sarei venuto, e allorché lei prese ad accarezzarmi pure i coglioni, con l'altra mano, come un trio jazz di virtuosi, arrivai all'orgasmo come aprendo di forza un cancello di ferro. La prima sborrata la colse vagamente di sorpresa, tanto che ebbe un sussulto; ma non oso' staccarsi, continuando a lasciarmi emettere tutto il mio seme nella sua cavità orale, rallentando fino a restare immobile, per bere tutto e lasciarmi immacolato al momento di andarsene. Mi accorsi che il cazzo era per lei un oggetto venerabile, quasi sacro, nel momento in cui, tremolante, la vedevo ripulire la base della cappella in cerca delle ultime tracce di sperma. Poi mi sorrise, e si adagiò con la testa sulla mia coscia, solo per qualche secondo, mentre io le accarezzavo i capelli, come se fossimo due innamorati.

***

Ho ricordato tutto questo, stamattina, durante pochi minuti, prima che arrivasse il mio turno al bancone della biblioteca. Di fretta, allora, con l'erezione che non osava diminuire, sono tornato a casa e mi sono messo a scrivere questo racconto.
L'erezione, adesso che la narrazione è finita, seguita imperiosa, tanto che ho voglia, si, di chiudere qui la faccenda e di mettermi comodo sul divano, per farmi una gran bella sega ricordando, ancora una volta, la sua bocca stretta e morbida e la sua generosa passione per il cazzo, e il momento in cui, afferratolo e scopertolo con la mano, la sua giovane vagina si bagnò finalmente.
 

mapa

scaccolatrice
me lo lascio per stasera.


comunque dovutissimi i complimenti, grandissimo mersault, back in action sempre in grande stile :awesome: :awesome:
 

Mersault l'Apostata

Chosen one
Fantacalciaro
asd grazzie amisci, pero' spero soprattutto che anche altri vogliano dilettarsi nello scrivere cose oscene e pregne di letteratura e liquidi seminali ;P
 

artista.

Uomo del Popolo
artista. ha scritto:
tutto questo è successo al raduno di capodanno e con vergogna lo ammetto, ho mancato di rispetto sia a dds che ad artemisia. ma fu l'esperienza più appagante della mia vita. che donna ragazzi. succhiava il PENE da dio.
insomma, era la notte di capodanno. durante la sera è stato tutto un fiorire di battute e doppi sensi fra noi riguardo i suoi SENI, il mio PENE e la sua VAGINA. la tensione erotica si tagliava a fette con un coltello, ma c'era sempre troppa gente intorno. si va a dormire con un niente di fatto.
durante la notte mi sveglio con il PENE duro e decido che devo andare in bagno a fare l'URINA. apro la porta del bagno e lei è lì, di una bellezza statuaria, con indosso solo un perizoma ed i SENI nudi. "entra" mi dice. "mah guarda io veramente dovrei fare l'URINA." allora lei chiude la porta e io mi metto a fare l'URINA ma è un disastro perchè vedere lei mi ha fatto diventare il PENE superduro, allora lei me lo prende in mano e lo dirige in basso delicatamente ed io penso a quante seghe potrebbe fare con quelle sue mani delicate. dopo che ho fatto l'URINA lei si leva il perizoma e si siede sulla tazza e incomincia a fare l'URINA guardandomi in modo sbarazzino. non riesco a staccarle gli occhi di dosso, allora allugo la mano verso la sua VAGINA e la tocco e le entro dentro con le dita, è calda ed ancora bagnata di URINA, lei non riesce a trattenere un lieve gemito, "ancora" mi dice, "stimolami il CLITORIDE". io ho continuato e sono andato di lungo fino ad avere le grinze sulle dita e lei era tutta un fremito, poi l'ho presa e l'ho messa a pecora e ho incominciato a PENETRARLA col mio PENE che era ormai duro come il cemento, "ti piace eh, maiala" le ho detto, e ho continuato a PENETRARLA fino a che non è venuta con un fremito prolungato, eiaculandomi addosso dolci umori femminili, allora a quel punto sono venuto anche io con la forza di qualche milione di soli. poi ci siamo lavati sotto la doccia, e lei asciugandosi ha detto "tu si che scopi bene, mica come marco che ha il PENE piccolo e gioca coi videogames e ascolta quella musica di merda tutto il tempo" e io le ho tirato un ceffone fortissimo, e le ho detto "bada a come parli di marco!" a quel punto lei ha preso ed è tornata a dormire. ho aspettato un po' in bagno, poi sono uscito, ho rubato dell'ERBA a rebbo e me la sono fumata tutta in personal prima di andare a dormire. fuori era già mattina da un pezzo.

scusate, autocelebrazione.
 

Werner Herzog

Typing Monkey
[size=small]Ci eravamo infatti puntati un paio di volte, ma non era mai successo ancora niente.[/size][size=small]Io mi guardai intorno, e vidi un paio di amici che si occupavano di una canna appena accesa, sentii il disco dei 99Posse che girava nel mangianastri mentre qualcuno, in una classe poco lontana, si stava divertendo a tirare sedie sui banchi e sulla cattedra, o dalla finestra nel cortile. [/size]


Grazie. Uno dei migliori.
 

Mersault l'Apostata

Chosen one
Fantacalciaro
Rebaf ha scritto:
Mersòl, il racconto dell'autogrill, come cazzo era? :ghgh:


:asd: quello sarà il prossimo




artista hai fatto bene a quotarlo, quello è un super spaccato di vita soheaddiana, una punta di feticismo letterario la cui fine, canna rubata mattutina, vale moltissimo :tru:
 

Mersault l'Apostata

Chosen one
Fantacalciaro
2a stanza, sonetto elegiaco-prostituzionale



TROIA BALCANICA, GRAZIA DIVINA


Troia balcanica, grazia divina
scesa sul suolo del mio risveglio
calpesti l'erba bagnata di brina
sfiorandomi'l glande mi fai stare meglio.


Occhi azzurri e capelli neri
cerbiatta slava di candida pelle
ghiacciaio bollente nei miei pensieri
adriatico buio pieno di stelle.


Pericolosa et nuda bellezza
fiume ribelle, dolce amarezza
che sgorga sul viso tra le tue cosce


ov'io m'addormo, ché l'anima pasce
lungo le sponde del bel Danubio blu
al fine m'immergo, non usciro' piu'.
 

Solctis

Chosen one
Penso che ne farò testo stampato e lo renderò l'inno nazionale di qualche repubblica tipo la FYROM.

:surprise:
 

Mersault l'Apostata

Chosen one
Fantacalciaro
3a stanza, sonetto goliardico-pederastico




LA GIOVINCELLA SI FA TOCCHICCIARE


La giovincella si fa tocchicciare
da due ragazzotti fuori la scuola
e sembra già allor che nella sua gola
sia tanto sperma venut'ad entrare.


Eppure ci dicon ch'ancora sia vergine
quell'amichette che le son fedeli
che maliziosette e prive di veli
denuncian l'Imene mostruoso suo argine.


Si' lei volteggia tra ormoni maschili
si veste da grande, prova piu' stili
sperimentandosi sotto la doccia


sotto'l piumone co'libri di Moccia
quando di notte l'acerbe tettine
sognan con speme d'Infanzia la fine.
 
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