[Comune di Firenze]Editti, proclami, Storie dei personaggi importanti del Comune

Giafo

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Broccardo Bonati, console del Comune di Firenze, si rassenerò quando vide che nessuno dei più valenti uomini del suo Comune ebbe niente in contrario nel momento in qui propose un editto sull'ordine pubblico. ( http://forum.sohead.org/http://sohead.org/phpBB3/viewtopic.php?t=8 )

"Che mi si chiami uno scriba!"

La voce del consoel era forte ma non aveva il torno di un ordine, era anzi rinvigorita dalla gioia e dalle mille idee che l'uomo aveva per la sua terra.

Un uomo anziano, vestito di tutto punto e dallo sguardo bonario si presentò davanti al console accennando un inchino.

"Buon uomo, oggi avremo molto da fare. Sto progettando una grande Firenze e ho bisogno della tua penna, questo editto deve arrivare ad ogni angolo della città e dev'essere comprensibile anche dal più umile dei fiorentini e sono sicuro che tu saprai aiutarmi in questo"


Lo scriba alzò lo sguardo verso il console e rispose

"Sarà un onore per me..."

Broccardo rimase in piedi per qualche ora mentre cercava la forma migliore coadiuvato dal vecchio scriba. Il giorno seguente nelle strade di Firenze rieccheggiavano le voci degli annunciatori e a molti angoli vi era affisso un foglio con lo stemma del comune di firenze che recitava quanto segue.

Io, Broccardo Bonati, Console eletto a tener alto il nome del nostro Comune in questi tempi difficili,proclamo,nell'anno di nostro signore 1145 e in accordo con tutte le famiglie importanti del nostro comune, andando incontro alle esigenze di ogni uomo libero che ha deciso di trascorrere la sua vita terrena nelle terre del Giglio.


La nostra terra deve essere simbolo di civiltà e di rispetto per la vita davanti a tutto il mondo conosciuto e non saranno più tollerati segni di squilibrio da parte di chi che sia. Ogni uomo di alto o basso rango sorpreso a infrangere le norme del vivere civile, a scatenare disordini, a ingaggiare duelli o battaglie nel territorio di Firenze verrà immediatamente incarcerato nelle carceri del nostro Comune.
In caso di ambigua situazione, in cui non è ben chiaro chi abbia provocato chi sarà mia personale premura ascoltare entrambe le parti in causa per definire da che parte sia la colpa.
L'editto ha effetto immediato.


In nome del Comune di Firenze
 

Giafo

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Fantacalciaro
Broccardo era come suo solito vestito dei migliori abiti che il suo Comune producesse. Firenze era infatti famosa in tutta la penisola italica per la sua produzione tessile in grado di incantare anche i più nobile dei Re delle terre di Nostro Signore.

Il console era in compagnia di un giovane, vestito se possibile meglio del Console stesso, il verde del suo abito ben si abbinava con il colore dei suoi occhi carichi di un verde quasi magico, occhi così profondi da poter spaventare come incantare chi gli si trovava di fronte.

"Pietro, amico mio, la tua famiglia, gli Adimari, è giovane e tu ne sei l'esponente di maggior prestigio. Hai davanti a te tantissimi inverni ancora e se nostro Signore lo vorrà potrai diventare un uomo importante all'interno di questo Comune"

Il giovane non smise per un attimo di incrociare il suo sguardo con quello del console, per nulla intimorito dalla stazza imponente di Broccardo Bonati.

"Mio Console, insieme a quella di nostro Signore spero di incontrare anche la vostra di volontà.."

L'espressione del Console mutò in un leggero sorriso

"E' questo che mi piace di te, riesci sempre a portare sul piano pratico quello che è immateriale e così lontano dalla nostra vita terrena. Ebbene tu hai ragione ed è mia volontà stringere il rapporto di amicizia che ci lega e darti incarichi che possano rendere grande il nostro Comune e, ovviamente, dare maggior prestigio alla tua famiglia"


Questa volta un sorriso era comparso sul viso di Pietro Adimari che con un leggero inchino ringraziò il Console delle parole appena pronunciate

"Cosa può fare questo umile amico di vossignoria per il bene del Comune di Firenze?"

"Questo è tempo in cui 2000 dei nostri uomini andranno a combattere in nome di Nostro Signore Cristo e il mio cuore, così come il tuo, sarà sicuramente con loro. Non possiamo però dimenticare che è nostro dovere amministrare un Comune e il motore di un Comune è..."

Il giovane interruppe il console terminando per lui la frase

"...il denaro"

Il console sorrise ancora, conscio di aver fatto la scelta giusta

"Veramente intendevo i rapporti con i regni e i comuni a noi vicini ma in questo caso direi che la mia e la tua risposta possano coincidere perfettamente. Pietro, amico fraterno, voglio che tu rappresenti Firenze in una trattativa commerciale, recati a Siena e proponi al Console Duccio Valli di commerciare il suo gustosissimo vino con i nostri pregiatissimi tessuti"

L'uomo di verde vestito si incupì, forse deluso dal compito che gli era stato affidato

"Ovviamente.." aggiunge poi il console "Un uomo dotato della tua scaltrezza aproffiterrà del viaggio per cose ben più importanti di un trattato commerciale. Tua sorella è in età da matrimonio e Siena potrebbe essere un buon posto dove trovare marito o forse potresti essere tu a trovare moglie. Le strade si nostro Signore sono infinite Pietro..."
 

Giafo

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Fantacalciaro
In una notte d'inverno del 1145, con il vento, fuori, emetteva lugubri ululati il Console di Firenze, Broccardo Bonati era all'interno delle sue sostanze in compagnia di sua moglie, Bella della famiglia degli Abati.

Il console era sempre stato un buon uomo, un buon marito e a volte quando bui pensieri gli occupavano la mente usava confidarsi con sua moglie come un fedele fa con un confessore. Broccardo sapeva che niente sarebbe mai uscito da quella stanza da letto, era come pensare ad alta voce ricevendo però il parere di una intelligentissima donna di buona famiglia.
E così, mentre era impegnato a leggere alcune documenti, con lo sguardo fisso su quei fogli il Console iniziò a parlare

"A volte ho la sensazione che io sia stato eletto perchè considerato da qualcuno troppo molle e quindi facilmente influenzabile. Spero che l'editto fermi le risse tra le famiglie, sarebbero il miglior modo per infangare definitivamente il mio nome e quello della mia famiglia."


Bella sapeva che anche se non c'erano domande in quella frasi avrebbe dovuto dare una risposta ai dubbi del suo Console

"Nessuno degli esponenti delle famiglie si è opposto all'editto, so che stai pensando che questo non è neccessariamente un buon segno ma di certo è il meglio che ti poteva capitare. Avresti forse preferito che una rissa fosse scoppiata in sede di consiglio? Ii silenzio è il milgior auspicio per il rispetto di una legge necessaria al nostro comune. Tu sei l'uomo adatto, l'unico adatto ad avere il nome di Console in questa terra e sono sicura che saprai legittimare questa carica, sai già come, non è vero?"

Broccardo si voltò guardando Bella, incantevole anche in tenuta notturna.

"Non potranno delegittimarmi in alcun modo se renderò Firenze grande. Non correrò il rischio di potenziare un apparato militare che sarà, a causa delle dimensioni stesse del Comune, sempre inferiore rispetto ai nostri più grandi vicini. Saranno altri i campi dove miglioreremo"


"Sei un uomo saggio e saprai scegliere il settore che ci porterà maggior prestigio"

Broccardo si avvicinò a sua moglie, ormai a pochi passi dal suo letto

"Vorrei che il nome di Firenze venga associato a quello della Cultura, vorrei che uomini di ingegno e di scienza vengano in queste terre e trovino la possibilità di soddisfare la loro sete di creatività. Vorrei che essi riconoscano in me un uomo in grado di dare il giusto peso ad abilità fuori dal comune come Gaio Cilnio Mecenate fece secoli orsono. Stanzierò i fondi necessari affinchè tutto questo avvenga anche fuori dalla mia testa"


Bella sorrise mentre il suo Console aveva ormai raggiunto il letto

"E sia. Ti ho già detto che la tua saggezza è grande e porterà tanta gioia agli abitanti di Firenze. Ma c'è altro che ti turba, qualcosa di cui non vuoi confidarti con me, qualcosa che non riguarda Firenze tutta ma noi...Parla"

Broccardo si stupì di quanto la moglie ormai lo conoscesse bene

"Ebbene...E' arrivato il momento che Durante, nostro figlio, riceva un'educazione degna di un figlio di un Console. Ho parlato con Chiaro Da Casavecchia. Nostro figlio sarò ospite della sua famiglia per gli anni a venire e da quella famiglia riceverà degli insegnamenti degni che coprano tutti gli aspetti che meritano di essere coperti"


Il sorriso di Bella scomparve per un istante ma poi si fece forza e indossò una maschera, quella pronta a trovare in ogni scelta del marito la parte migliore

"Hai scelto bene, i Da Casavecchia sono un'ottima famiglia e Cecilia è sicuramente una delle persone più leali di tutto il comune. Non posso però sopportare l'idea di vedere questa casa vuota, senza la gioia che solo un infante può portare. Mio console, io sono pronta a darti un altro figlio..."

Dopo queste parole Broccardo spense la luce che illuminava l'ambiente e si avvicinò alla moglie mentre il vento continuava ad ululare...ma fuori...sempre più lontano
 

Giafo

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Fantacalciaro
Il tempo nel palzzo di Broccardo Bonati scorreva rapido e non erano tantissimi i momenti in cui il rapido scorrere delle ore sembrava rallentare il tuo corso.
Ma era proprio questo che stava capidando mentre il console di Firenze stava osservando suo figlio, Durante, intento ad una qualche lettura, distratto ogni tanto dal movimento che si poteva osservare fuori dalle grandi finestre.

Durante era un bambino bruno e vispo, nè magro da sembrar malato nè tantomeno grasso da far dubitare, chi lo guardasse, della sua capacità di corsa. Aveva sviluppato nella sua breve vita una interessante capacità nella scherma in cui era probabilmente superiore persino al padre.

Broccardo era in compagnia di un uomo di almeno 15 anni più anziano dall'aspetto nobile e particolarmente elegante.

"Vedi Chiaro, mio figlio non è un cattivo bambino. E' un pò irrequieto ma alla sua età e normale e le sua abilità nei giochi ginnici sono un ottimo sfogo. Vorrei però per lui un'educazione più globale che tocchi molti aspetti e la tua casata, quella dei Da Casavecchia è l'ambiente ideale dove apprendere"


L'uomo sorrise bonariamente e rispose al Console

"Sono passati 17 anni da quando il mio unico figlio, Goffredo, non ha più l'età di Durante e per quanto sia il più alto in grado e il più abile stratega tu non lo hai mandato a comandare il nostro esercito Crociato. Sappiamo entrambi che la tua scelta non è caduta sulla mia prole perchè troppo brava nell'ambito militare quanto scarsa nelle arti diplomatiche. Perchè allora credi che con tuo figlio sarà diverso?"

"Tu e la tua splendida moglie siete tra le migliori persone che vivono a Firenze. La tua capacità critica è così forte da comprendere ed approvare le mie scelte anche se vanno contro il tuo stesso nome, rappresenterai il nostro Comune al concilio degli Stati Italiani e Cecilia è una delle menti più brillanti tra tutte quelle che in vita mia ho conosciuto. Hai dato a Goffredo la possibilità di diventare perfetto nell'arte della guerra trascurando il resto e hai capito che questo è un errore. E' per non fare il tuo stesso errore che mando Durante da te"

Il piccolo figlio del Console venne chiamato dal padre che gli spiegò la situazione, il piccolo Durante mostrò tutto il suo carattere ribellandosi alla decisione del padre ma poi, una volta che la rabbia si fu spenta si rese conto di non poter far altro che seguire quell'uomo che sarebbe diventato il suo tutore almeno per i 6 anni a venire.

Chiaro Da Casavecchia affiancò li piccolo Durante mentre percorrevano le vie di Firenze in direzione della sua dimora ed iniziò con le sua lezioni.

"Vedi, tuo padre è un uomo molto saggio ed è consapevole della realtà delle cose. Firenze per ora non è che uno tra i tanti stati presenti nell'italica penisola. Uno dei meno importanti sotto tanti punti di vista eppure avremo, sotto la sua guida, la possibilità di emergere ed è chiara la strada che vuole percorrere. Sono a conoscenza della tua abilità ginnica e probabilmente ora credi che tutto possa risolversi con l'azione ma presto imparerai che anche l'attesa può rivestire un ruolo importante, l'attesa e l'ascolto insieme all'arte del parlare possono rovesciare Stati, cambiare la Storia più velocemente della spada."


Il ragazzino non sembrava per nulla d'accordo con quello che Chiaro gli aveva appena detto ma non potè rispondere perchè arrivarono alla casa dei Da Chiaravalle

"Presto conoscerai mia moglie, Cecilia e forse mio figlio Goffredo. Ora però non è il momento. Ora verrai con me nel mio studio, si sta organizzando un conciclio degli Stati Italiani e tu verrai con me. Come minimo dovrai studiare tutto il possibile sugli stati che vi parteciperanno e mi ascolterai mentre deciderò la nostra strategia in questo Concilio. Forse non da me, ma sicuramente dagli altri ambasciatori tanto grandi e nobili comprenderai l'importanza del Carisma, dell'arte di mostrarsi grandi dinanzi agli altri. Puoi avere nella tua mente la risoluzione alle battaglie più impossibili ma se i tuoi uomini non ti riconsocono come loro capo non avrai mai la possibilità di mettere in pratica le tue idee..Ricordatelo Durante..per sempre"

Mentre concludeva il suo discorso Chiaro passò al piccolo Durante un enorme faldone, erano lì segnati i rapporti e le storie di tutti gli Stati della penisola italiana. Per Durante l'infanzia era finita più in fretaa del previsto
 

Giafo

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Firenze salutò il 1145 in maniera abbastanza tranquilla, era stato un anno in ci molto si era seminato ma i frutti sarebbe stati colti più avanti.
Così come Firenze aspettava il momento del raccolto così Durante Bonati aspettava il momento in cui, alla sua giovane mente, sarebbe stato chiaro il perchè di tutto quello studio, il perchè di tutto quell'impegno.

"Piccolo mio, il fatto che il consiglio sia stato rimandato è per te sia una benedizione che un maleficio non è vero? Hai più tempo per farti trovare preparato a questo evento così importante ma hai più tempo da passare su quei libri prima dell'esame vero e proprio. Fino ad allora li perchè di tanto studio ti sarà oscuro ma sono sicura che presto capirai perchè Chiaro e così severo con te per certi aspetti"


A parlare era la regina di casa Da Casavecchia, Cecilia, moglie di Chiaro, donna alla quale il piccolo Durante si era legato in maniera quasi materna.

"Madonna Cecilia non riesco a imparare più di quel che ho già fatto. Conosco la storia dei Dogi di Venezia e dei Papi di Roma, conosco la potenza commerciale delle Repubbliche marinare e le casate nobili del Piemonte ma perchè dovrei imparare tutto questo?"


"Vedi Durante, il nostro Comune è formato da tante parti. Se smette di funzionare una si fermano tutte le altre, se un giorno tuo padre, il nostro Console, smettesse di ricevere in udienza chi gli chiede consiglio scoppierebbe l'anarchia e poco per volta tutto quello che vedi di civile intorno a te crollerebbe"


Il piccolo Bonati scosse la testa mostrando tutta l'ingenuità della sua tenerissima età
"Non capisco..."

"Il nostro Console è un uomo grandissimo e saggissimo ed è consapevole di non essere in grado di gestire tutta la complessità del nostro Comune da solo. Questo è un bene perchè mettendo al potere un uomo completo costui non chiederebbe più consiglio a nessuno e non è così che deve funzionare un Comune ma a volte, per le decisioni più importanti una testa ragiona meglio di dieci e sopratutto lo fa più in fretta. Tuo padre sta muovendo dei passi importanti per iniziare a dar lustro a Firenze la bella e lo sta facendo con la consapevolezza che quando sarà finito il suo tempo egli non sarà che a metà della sua opera"


"Cosa centra tutto questo con me e con questi libri?"


"Durante, tuo padre sa che non c'è certezza nel fatto che il consolato passi a te un giorno ma è tanto saggio da comprendere che più completo tu crescerai tanti più voti riuscirai a raccogliere quando sarà arrivato il tuo momento. Se un giorno Firenze sarà grande in Italia dovrà avere un Console in grado di parlare in prima persona con gli altri capi di Stato facendosi rispettare o temere a seconda della situazione e tu devi conoscere quello che andrai ad affrontare"

Il silenzio del piccolo figlio del Console fu emblematico e così Cecilia affondò il colpo per sottolineare la lezione che aveva appena impartito a Durante

"Io vedo in te una intelligenza superiore alla normalità, devi imparare a coltivarla, imparare a capire quali sono le cose importanti per te ogni fase della tua vita così che un giorno tu possa capire quali sono le cose importanti per uno Stato. Devi aprire la tua mente alle novità e vedere ben oltre il tuo naso, essere acuto e attento ad ogni stimolo per il bene tuo oggi, e di Firenze domani. Fino a quando sarai qui sappi che parlerò con te ogni volta che lo vorrai e ogni volta che avrai delle idee e io farò lo stesso con te quando penserò a cosa c'è da fare per la nostra bella Firenze"


Cecilia iniziò a raccontare a Durante di una proposta che avrebbe fatto di lì poco al Console Bonante destando estrema curiosità nell'animo del fanciullo
 

Giafo

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Il console Bonati era irrequieto nel suo palazzo, gli era stato annunciato l'arrivo di Cecilia Da Casavecchia e Broccardo temeva per la salute del suo piccolo Durante.
La porta della sala si aprì e la donna entrò vestita in maniera elegantissima e con in viso un sorriso raggiante.

"Madonna Cecilia cosa vi porta qui? E' forse successo qualcosa al mio Durante? Il vostro viso sereno mi suggerisce che tutto va bene ma vi prego, parlate"


Cecilia portava i suoi anni meravigliosamente e un sorriso disegnato sul suo viso mostrò il suo compiacimento per l'attenzione che il console mostrava verso il suo unico figlio

"Mio Console, Durante sta bene e migliora ogni giorno di più. Mio marito è un pò severo con lui ma sono sicura che l'aria della mia casa gli gioverà e diventerà un uomo degno del suo nome. Il piccolo porge i suoi più cari saluti a vossignoria e alla vostra moglie, dice che gli mancate ma che è consapevole del fatto che questo periodo di separazione è necessario"

Il console era ora visibilmente più calmo

"Sono queste parole di mio figlio? L'aria che si respira a casa Da Casavecchia è miracolosa!"

Cecilia sorrise ancora cogliendo l'ironia delle parole di Broccardo

"Il senso è questo, mio Console, è mio dovere abbellire e migliorare quello che ha grande potenziale"

Una risata spezzo l'aria di formalismo che si era creata nella sala

"Madonna Cecilia, se non siete qui per Durante, per quale motivo ho l'onore di ricevervi?"

"Per abbellire e migliorare quello che ha grande potenziale, mio Console e amico. Mio marito è impegnato nei preparativi per il futuro Concilio degli Stati Italiani e Durante ha sempre il capo chino su libri che parlano di grandi Stati. So che quelle non sono letture adatte ad una donna ma il Signore Nostro benedica la mia curiosità."

Broccardo sembrava ora particolarmente interessato al discorso, l'intelligenza di Cecilia era rinomata per tutto il Comune.

"Cosa intendete?"

"Bè tutti noi ci auguriamo che Firenze un giorno diventi uno Stato importantissimo, uno Stato sulle cui glorie si scrivano tomi grandi e raffinati ma per ora manca al nostro Comune un requisito fondamentale per questo sogno di gloria. Gli Stati più potenti reggono la loro forza su una struttura interna ben consolidata e organizzata, la burocrazia; uomini che mettono le loro capacità al servizio del proprio Stato riuscendo a migliorarne l'efficacia. Sono qui per proporvi un modo per far grande il nostro Comune e se i miei calcoli sono esatti non sarà necessario un investimento eccessivo."

"Andate pure avanti Madonna Cecilia, il vostro discorso mi incuriosisce sempre di più"

"Firenze è in continua espansione e più abitanti risiedono nelle nostre terre più tasse entreranno nelle casse del Comune. Ma come fare ad aumentare il flusso di tasse se nessuno è in grado di dire con esatezza quanti uomini e quante donne hanno fatto di Firenze la loro casa? E come fare a contarci tutti se non esiste nessuno adibito a questo combito? Quello che vi propongo, mio Console, è l'istituzione di un uffizio che abbia il compito di far di conto su qualsiasi cosa. So che esiste già qualcuno, a vostro servizio, che si occupa delle casse del Comune ma io parlo di qualcosa di più..organizzato"

"...Organizzato?"

"Uomini alle dipendenze del Comune che impieghino le loro giornate ad assicurarsi che tutti rispettino i loro doveri pecuniari nei confronti di Firenze, uomini che gestiscano il nostro tesoro di danari come di uomini. Riguardo a questo, se questa umile donna può dar altro consiglio, proporrei che il primo compito di questo uffizio sia quello di censire il numero di abitanti di Firenze, questa operazione potrebbe da sola pareggiare l'investimento per la sua istituzione..."

"Madonna Cecilia...Chiaro è un uomo fortunato ad avervi come moglie e il Comune di Firenze tutto è fortunato ad avere una donna di sì fatta intelligenza nelle sue mura. Approvo le vostre parole e darò subito ordine affinchè questa burocrazia venga migliroata nei modi da voi suggeriti e una volta che questo sarà fatto darò ordine di un censimento che copra l'intero territorio che si rifà al mio Consolato come autorità massima"

"Il mio cuore è colmo di gioia Console, sapevo che un uomo come voi avrebbe capito quanto tutto questo è importante. Ora se non vi dispiace vi debbo salutare, devo portare i vostri saluti al piccolo Durante?"


"Certo Cecilia,e fate in modo che il mio amore nei suoi confronti venga abbellito dalla vostra intelligenza"


Cecilia sorrise ancora, congedandosi dal Console e incamminandosi verso la sua abitazione. Sapeva che mai nessuno avrebbe saputo che quell'idea era stata partorita dalla sua mente ma questo non le dispiaceva, il mondo non era pronto ad accettare che una donna potesse occuparsi di politica ma fortunatamente il Console Broccardo Bonati era un uomo che era in grado di andare più avanti di quanto non avesse fatto il mondo.
 

Giafo

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La presenza di Durante Bonati aveva ridato vita alla dimora dei Da Casavecchia; l'unico figlio di Chiaro e di Cecilia era il comandante dell'esercito del Comune e risiedeva nelle caserme.
Goffredo Da Casavecchia riuscì a fare carriera nell'esercito fiorentino in maniera abbastanza semplice grazie alle sue grandissime doti di spadaccino ma all'abilità con la spada non corrispose mai l'abilità diplomatica del padre nè tantomeno l'acuta intelligenza materna, un soldato insomma che non avrebbe potuto far altro che il soldato.

Erano rare le visite di Goffredo alla sua casa paterna sopratutto da quando Chiaro aveva deciso di curare personalmente l'educazione del figlio del Console: Goffredo aveva mal digerito la scelta di Broccardo per il comando dell'esercito crociato, più giovane e più abile di Jacopo Cerratani ma non tanto buonvisto quanto l'uomo che era pronto a portare il nome di Firenze per la Terra Santa.
Quel giorno però, mentre il 1146 si avvicinava sempre di più, Goffredo fece andò a visitare i suoi genitori vestito, come suo solito, con la divisa dell'esercito e con la sua spada sempre a portata di mano.

Durante aveva capito che suo padre non era ben visto da quell'uomo ma non potè fare a meno di guardare l'elsa della spada di Goffredo: un giglio finemente decorato con una pietra preziosa rossa incastonata sulla punta superiore.

"Cosa guardi? Non è certo roba per te questa!"


La voce di Goffredo era rude e il suo tono era proprio quello che ci sarebbe aspettati da un uomo del suo aspetto

"Guardavo l'elsa, è molto...bella"

La curiosità di Durante prese il soppravento sul suo raziocinio e sperò con quella frase di poter vedere meglio quell'oggetto

"Non è l'elsa ad essere bella, ma questa"

Goffredo estrasse la spada scatenando una severa occhiata da parte del padre

"Goffredo, in casa mia non voglio armi sguainate! Lo hai sempre saputo"

"E' il ragazzo ad averlo chiesto, e il volere dei Bonati va rispettato, non è quello che mi hai sempre detto padre?? In quanto a te ragazzo, sono proprio curioso di sapere se sai maneggiare una spada o sei troppo impegnato su quei libri così inutili?"


Durante prese coraggio e volle sfruttare l'occasione, si era sempre divertito nel gioco della scherma e voleva provare dopo tanto tempo a rifarlo

"Ogni tanto tiro qualche colpo di scherma, così...per gioco"

Goffredo rise, in maniera un pò troppo sguaiata per essere il figlio di Chiaro e Cecilia e mentre rideva si diresse in quella che fu la sua stanza.
Torno poco dopo con due bastoni di legno dalla forma simile a delle spade sfidando il giovane Durante a duello.
Goffredo partì con calma ma non fece lo stesso il piccolo Bonati che con abilità straordinarie per la sua età portò due colpì a segno.

"Ti ho colpito! Due volte"


La rabbia montò in Goffredo che rivide in quel piccolo bambino il Console che gli aveva tolto onore e gloria e così affondo con quella mazza colpendo il bambino alla bocca dello stomaco.
Durante cadde a terra in lacrime e quel pianto fu un richiamo per Chiaro e Cecilia, l'uomo rosso dalla rabbia tuonò

"Fuori da casa mia Goffredo! Torna nelle tue lerce caserme! Non abbiamo bisogno di te qui dentro ora!"

"Ma padre ho solo dato al piccolo una lezione di guerra, ne avrà bisogno....prima o poi"


E ridendo abbandonò il cortile dove si era svolto il piccolo tenzone sparendo dalla vista dei suoi genitori e del dolorante Durante
 

Giafo

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Broccardo Bonati fu riconfermato come Console alla fine del 1146 e la sua riconferma era stata benedetta dalla nascista della sua prima figlia femmina, Pia.

Notizie cupe però arrivarono dalla Terra Santa, il contingenti di uomini d'arme di Firenze composto da 2000 anime del Signore venne decimato, e il nero del lutto copriva le strade della città del Giglio.

Bella, anch’essa di nero vestita, accudiva la piccola Pia mentre il Console era immerso nei suoi pensieri.

“Cos’è che ti turba mio Console?”
“Il comune piange i suoi morti, troppi padri seppelliranno i propri figli e non gli basterà sentirsi dire che sono morti in nome del nostro Signore.”
“Ma è la verità mio console, la popolazione forse si sentirà meno ferita se voi, nella vostra grandezza, vi avvicinerete al vostro dolore”
“Lo sai che non sono un uomo poi così grande Bella e spero che il mio popolo capisca che sono dilaniato dal dolore”

Il console si avvicino alla culla dove l’infante dormiva, lo sguardo perso verso quel piccolo corpicino tanto indifeso.

“Firenze piangerà i propri martiri rendo loro l’omaggio che meritano…”

Il giorno seguente fu convocato un consigli con i rappresentanti delle famiglie più influenti della città, famiglie che dopo l’editto di qualche anno prima erano in rapporti pacifici, almeno all’apparenza.

“Miei fidati amici, tutti conoscete le terribili notizie che il buon Jacopo Cerretani ha inviato dalla Terra Santa. E’ giunto il momento di piangere i nostri figli e i nostri fratelli e di rendere loro l’omaggio che meritano. Sono qui per chiedervi di appoggiare la mia idea; intendo proclamare una giornata di lutto cittadino in cui ogni attività sarà bloccata in onore di chi ha dato la vita in nome di nostro Signore. Sono sicuro che in quella data una messa solenne potrà raccogliere il dolore di tutta la popolazione di Firenze sotto un unico grande tetto.
Questo però, amici miei, non basta. E’ mia intenzione rendere immortale il ricordo di chi con tanta fede ha sfidato i mori donando la propria vita ad una causa tanto alta.
Chiedo quindi il vostro parere, quel che voglio fare è far arrivare. in ogni corte dei regni italici e non solo ,la volontà, da parte del Comune di Firenze, di innalzare una grande Chiesa in onore dei nostri caduti. Che il lavoro sia tenuto dai migliori artisti illuminati dalla luce del signore, siano essi dei nostri confini o stranieri.
Sarà un investimento non facile da sostenere fratelli miei ma grande sarà la gloria davanti al Signore e lo splendore di Firenze arriverà fino alle terre più lontane e inoltre il popolo mai dovrà dimenticare chi ha donato la propria vita per il bene della Cristianità tutta. Chi si oppone lo faccia ora!”

Broccardo mai era stato tanto risoluto durante una riunione con le altre famiglie e scrutava i suoi interlocutori uno per uno.
 

Rebaf

Get a life
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Dopo un primo momento di stupore, i membri del consiglio comunale si guardarono tra loro e diedero inizio alla votazione per la mozione. Essa passò a larga maggioranza permettendo al console Broccardo di poter investire in questa nuova grandiosa chiesa simbolo della Cristianità.

Certamente il Papa ne sarebbe stato più che compiaciuto.
 

Giafo

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Durante Bonati cresceva a vista d'occhio, era ormai un giovinotto che si allontanava a grandi falcate dall'infanzia e, fuori da ogni dubbio, il periodo che stava trascorrendo a casa Da Casavecchia lo stava facendo maturare sotto ogni aspetto.
Nei primi due anni in quelal casa il figlio del console aveva imparato molto, subendo anche lezioni non propriamente gradite come quelle ricevute durante gli incontri, o forse sarebbe più giusto dire scontri, con il più giovane della casata che lo ospitava; comandante delle truppe fiorentine, Goffredo Da Casavecchia.
Il giovane Bonati, invece, aveva stretto rapporti idilliaci con i veri padroni della casa che lo ospitava e non mancava occasione, per il più grande dei figli del console, di imparare da Chiaro Da Casavecchia e dai suoi discorsi sulle famiglie che avevano peso in Italia e sulle notizie che arrivavano a Firenze.

"Durante,gli echi della rivoluzione a Pisa riecheggiano fin nella nostra bella Firenze. Se davvero un giorno nostro Signore vorrà farti diventare Console per questa terra non devi mai dimenticare le lezioni che chi ha fallito ci consegna."

Il giovanissimo ragazzo era ormai sempre più interessato alle lezioni di Chiaro e ogni volta si perdeva in quelle che per altri bambini della sua età potevano sembrare vuote chiacchiere.

"...Un governante non deve mai dimenticare di pensare a quelle che sono le faccende interne alle proprie mura. Trascurare quel che accade nella propria casa vuol dire farle vivere giorni di assoluto caos e cos'è uno Stato se non una grande casa? Chi governava Pisa ha dimenticato questa lezione basilare trascurando completamente quelli che sono i doveri di un governante. E non sto parlando,piccolo mio, di incarichi gravosi e complicati; un governante deve prima di tutto e con molta semplicità governare e per farlo deve dare ascolto alle voci provenienti da qualsiasi classe della sua città. Dimenticare i nobili può voler dire eliminare una fonte di sostentamento incredibile per il prestigio del proprio Stato, dimenticare il popolo può voler dire, nel peggiore dei casi, finire alla forca. Ricorda Durante come cadde Pisa e fai in modo che quello che è accaduto in terre così vicine a noi segni per sempre la tua crescita come console del domani"

Il giovane Bonati era visibilmente segnato dalle parole pronunciate dal suo mentore, quella sarebbe stata una lezione che difficilmente avrebbe dimenticato.
 

Giafo

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Fantacalciaro
I lavori per la costruzione della grande Chiesa erano partiti già da qualche mese, in città non si parlava di altro e alcune voci parlavano dell'imminente arrivo di un artista direttamente sotto consiglio del Santo Padre.

Il Console Bonati era stato per tutto il 1147 impegnato in numerose faccende sia riguardanti i confini fiorentini sia affari relativamente lontani dal suo Comune.

"....Ora va Pietro, sai quello che devi fare e non preoccuparti; un Console di Firenze non dimentica le proprie promesse: tua sorella presto avrà marito"


Così si era concluso l'ultimo incontro con Pietro Adimari, promettente rampollo della corte fiorentina e queste parole rimbombavano nella mente del console mentre si accingeva ad accogliere Chiaro Da Casavecchia.

L'uomo arrivò nella sala dedite alle udienze con passo svelto e sicuro di se

"Mi avete chiamato, mio Console? In cosa posso servirvi?"

"Tu mi servi fin troppo bene amico mio, Durante sta diventando un uomo che un giorno sarà in grado di render grande Firenze e questo lo devo a te e alla tua famiglia"

"Siete fin troppo buono ma allora perchè mi avete chiamato?"

"Devi rappresentare Firenze ed in questo so che non c'è persona più adatta di te. La giovane Beatrice Adimari sposerà il cugino del Console di Siena e voglio che tu l'accompagni in questo viaggio. Sarà una splendida occasione per far viaggiare Durante e per rinnovare il rapporto con Siena che va via via migliorando"

"Bene, per vostro figlio sarà un occasione unica. Se non avete altro da dirmi andrei a prepararmi per il viaggio"

"Nient'altro tranne questo..."


Il console porse a Chiaro una lettera chiusa da un sigillo in ceralacca recante l'emblema di Firenze

"Consegnalo alla sposa, deve aprirlo dopo le nozze. E' un messaggio di auguri da parte del fratello Pietro"

"Non presenzierà alla cerimonia?"

"Purtroppo no, ma sarà sicuramente vicino alla sorella con il cuore"

"Bene, visto che è tutto ora vado mio Console, porterò i vostri saluti a Durante"


Chiaro da Casavecchia si congedò dal console e si mosse subito in direzione della sua abitazione.
Il giovane Durante fu entusiasta dell'idea di visitare Siena ed ascoltò con incredibile attenzione tutti i racconti del suo tutore circa le leggi e le tradizioni Senesi.

Il giorno della partenza arrivò presto e Beatrice Adimari era bella come sempre, aveva gli occhi dello stesso verde del fratello, tanto penetranti e ammalianti da attirare l'attenzione di ogni uomo incrociasse il suo sguardo; perfino del giovane Durante.
Durante il viaggio per Siena la sposa non parlò molto, forse per l'emozione o forse per la tristezza dell'abbandono della sua terra natia e del suo unico fratello.
Arrivati nella città governata dal Console Valli vennero accolti nella maniera che spettava loro, i giorni che precedettero il lieto evento furono organizzate visite per la città e per i palazzi consolari.
E quando la giovane Beatrice incontrò il suo futuro sposo, Eugenio Valli, non tradì nemmeno per un istante il sentimento di vuoto che sentì quando apprese che suo fratello non avrebbe presenziato alle nozze.

E così quando il 1147 stava ormai per terminare Firenze e Siena si legarono a doppio filo grazie alle nozze tra Beatrice Adimari e Eugenio Valli
 

Giafo

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Fantacalciaro
I festeggiamenti di Siena lasciarono un vivo ricordo nella mente di Durante Bonati e durante il viaggio di ritorno , il giovane figlio del Console, era pieno di voglia di raccontare tutto alle sue persone più care.

"Una volta tornati a Firenze dopo un bagno ristoratore andremo a far visitia a tuo padre, devo fargli rapporto su alcune cose e sono sicurissimo che avrà molta voglia di rivederti"

A parlare era stato Chiaro da Casavecchia, il più fidato tra i collaboratori del console Bonati.

Una volta che i due ebbero finito di ristorarsi e rendersi presentabili raggiunsero il palazzo consolare dove ad attenderli c'era, oltre che a Broccardo Bonati, anche un giovane uomo sconosciuto sia a Chiaro che al giovane Durante.

"Mai mattinata fu più bella di questa! Il mio amico fraterno e la mia gioia più grande, mio figlio, sono di ritorno da Siena. Le nozze sono andate bene?"

"Benissimo mio Console, è stata una cerimonia meravigliosa e il console Valli ricambia i vostri saluti."

"Me ne compiaccio, e tu Durante stai bene?"

"Certo Padre. E' stato un viaggio interessantissimo, ho imparato tante cose e Siena è molto bella, non quanto Firenze è ovvio.."


Durante scoppio in una risata che tradiva la sua giovane età ma che rese felice il Console

"Sono molto felice che entrambi abbiate tratto giovamento da questo viaggio, ora però vorrei presentarvi un ospite che ci farà compagnia per tanto tempo. Il Santo Padre ha risposto alle mie richieste e ci ha inviato un' artista che renderà onore al grande progetto della Chiesa in onore dei martiri della crociata, il suo nome è Basiletto Vassaletto"

"E' un onore conoscervi, il console mi ha parlato molto del suo figlio maggiore e del suo miglior diplomatico"


A parlare era stato un giovanissimo uomo, molto più giovane di Chiaro e non troppo più vecchio di Durante.

"...Mi auguro che le mie capacità con il marmo possano migliorare il grandissimo progetto di un grande uomo come il Console Broccardo"

"Siete un mastro marmista dunque? Mi piacerebbe imparare qualcosa della vostra arte"

"Ad un ragazzo come voi, Durante, sono conservati sentieri ben più luminosi che quelli percorsi da un umile artista del marmo ma se vorrete, e se i vostri impegni lo permetteranno, sarei onorato da avervi con me mentre mi esercito sul marmo. Sono sicuro che un giovane uomo tanto promettente come voi sappia trarre giovamento anche da una esperienza come questa"


In cuo suo Chiaro avrebbe voluto tenere Durante ancora più legato allo studio ma sapeva che il ragazzo avrebbe avuto bisogno di distrazioni e la conoscenza di un'arte aveva sempre i suoi vantaggi.

"Se il nostro Console non ha nulla in contrario io sono dell'idea che Durante debba imparare anche da un uomo come il Vassaletto, tanto giovane eppure tanto esperto in una pratica complessa come la decorazione del marmo"

"A guardare il sorriso sul viso di Durante sarei un folle ad impedirgli una cosa del genere, prenditi pure un pò di riposo dagli studi figlio mio ma cerca di imparare il più possibile da questa, ennesima, esperienza"
 

Giafo

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Fantacalciaro
L'aria di prosperità e di progresso che si respirava nel Comune di Firenze venne improvvisamente stravolta;le notizie dalla Terra Santa non erano confortevoli, altri figli di Firenze hanno donato la loro vita in nome di Cristo ma le imprese dei sopravvisuti, guidati dal Cerretani rieccheggiano per tutta Europa non erano lutti distanti migliaia di chilometri a disturbare gli animi dei potenti di Firenze ma la morte improvvisa, distruttiva di Chiaro Da Casavecchia.

Il consigliere del console Bonati, tutore del giovane Durante si era spento durante il viaggio di ritorno da Siena dove aveva rappresentato Firenze alle nozze tra Beatrice Adimari ed Eugenio Valli.
E così ina una fredda mattinata una grande folla era radunata fuori e dentro la vecchia Chiesa di Firenze, all'ombra dei lavori per la costruzione della nuova e maestosa opera architettonica.

Importanti mercanti, ufficiali dell'esercito, uomini di potere ma anche semplice popolino piangevano la morte di uno tra i più giusti uomini di Firenze. Il console in persona stringeva a se la moglie di Chiaro che in quell'occasione perse la sua naturale compostezza, dilaniata da un dolore forte quanto forte era l'animo del defunto Chiaro.
La cerimonia andò avanti fino al momento in cui il Console avrebbe dovuto tenere un discorso in memoria del suo più fidato amico, in quell'istante però il giovane Durante gli si avvicinò:

"Padre mio, concedetemi l'onore di ricordare l'uomo che mi ha fatto abbandonare l'infanzia, l'uomo a cui mi avete affidato"
Il console guardò Durante, ormai vicino ad essere considerato un uomo
"Vai Durante, rendi onore a Chiaro"

Tra un mormorio poco nascosto Durante Bonati si mise nella posizione allestita per il padre, più alto dei ragazzi della sua età riusciva a non sfigurare davanti a quella folla e con voce sicura iniziò un discorso che sarà ricordato a Firenze per molto tempo

"Venni affidato a Chiaro Da Casavecchia quando mio padre era stato eletto da poco, alcuni potrebbero considerare barbaro strappare un figlio dalle braccia di una madre e dalle cure di un padre ma questo pensiero scomparirebbe nelle teste di costoro se solo avessero avuto l'onore di conoscere Chiaro Da Casavecchia.
Se un giorno potrò considerarmi Uomo, se un giorno potrò servire nostro Signore e il Comune, se un giorno riuscirò a portare in alto il nome di Firenze lo dovrò in gran parte agli insegnamenti dell'uomo che tutti noi qui stiamo piangendo.
Accogliere in casa propria il figlio di un Console, trattarlo in ogni istante come meglio considerava senza mai soffermarsi troppo sui natali di questo figlio adattivo sono imprese degne di un uomo che mai dimenticheremo. Probabilmente Chiaro Da Casavecchia non sarebbe contento di questo mio intervento, probabilmente avrebbe detto "Durante, non sei pronto, devi migliorare ancora, devi studiare" ma per una volta ho deciso di andar contro i suoi insegnamenti. Chiaro Da Casavecchia mi ha insegnato quanto una buona cultura e un buon uso della diplomazia possano rendere grande il più umile tra gli uomini e questo insegnamento vorrei donare a voi tutti e al mio Comune. Non dobbiamo mai dimenticare quello che Chiaro ci ha donato perchè in questa maniera egli vivrà per sempre affianco a chi crederà in una Firenze grande, culla dell'arte e della cultura, culla di una diversità che possa farci grandi"


Con gli occhi colmi di lacrime ma senza che nemmeno una lacrima fosse scesa sul suo viso Durante Bonati tornò al suo posto mentre un applauso si levò da ogni dove
 

Giafo

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Fantacalciaro
La morte di Chiaro Da Casavecchia aveva scosso gli animi di tutti i noti di Firenze ma la vita all'interno del Comune doveva continuare ad avanzare e nuovi equilibrio si dovevano creare dopo la scomparsa di un tassello tanto importante del mosaico Fiorentino.
Non fu definito subito un nuovo diplomatico del Comune, era il console in persona ad occuparsi di tutte le questioni estere.
Durante Bonati tornò nella sua casa natale e affianco il padre durante la progettazione delle future strategie diplomatiche, il periodo a casa Da Casavecchia aveva deicsamente migliorato le capacità attentive di Durante che seguiva il padre ascoltavo e prestando attenzione ad ogni riunione che aveva portato alla firme del trattato di Spoleto.
Durante queste riunioni il giovane figlio del Console apprese numerose pratiche a lui ancora sconosciute, si sentiva sempre più adulto ed era sempre più vicino il suo ingresso effettivo nelle dinamiche del Comune.
In una di queste riunioni il giovane Bonati connobbe Aldobrando Tebaldi, mercante di tessuti dal pregiatissimo portamento e dalla sopraffina arte dialettica.
Fu il Tebaldi ad avvicinarsi al giovane figlio del console
"Le capacità di una persona così giovane non possono rimanere nascoste a lungo, siete il vanto di vosto padre e probabilmente un giorno, non troppo lontano lo sarete anche per Firenze tutta. Il vostro Discorso a memoria del buon Chiaro ha animato i Fiorentini di un fervore nuovo e profondamente positivo, voi siete il futuro che avanza, e sono sicuro che con i giusti insegnamenti avanzerete molto in fretta e sarete un futuro profondamente splendente...per noi tutti ovviamente"

Quella fu la prima di una serie di lunghe chiacchierate insieme, chiacchierate in cui il buon Tebaldi parlava più di tessuti e di mercato che di altro ma da questi discorsi il giovane Durante comprese bene da dove veniva la fortuna economica di Aldobrando, attraverso la dialettica e l'influenza riusciva a piegare quasi chiunque a suo favore. Durante aveva trovato un nuovo insegnante
 

Giafo

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I lavori per la nuova Chiesa catalizzavano le energie di moltissimi Fiorentini,la struttura era molto vicina ad essere ultimata e tutti i cittadini del comune erano in attesa dei privilegi che avrebbe portato la realizzazione di quell'opera. Benefici per l'anima senz'ombra di dubbio ma in molti erano consapevoli che, ben presto, la Chiesa eretta in nome dei martiti della crociata avrebbe attirato pellegrini e quest'ultimi avrebbero, senz'ombra di dubbio, portato monete per i commercianti e per il Comune stesso.

Durante una delle tante visite che il console Broccardo Bonati faceva al cantiere una lieta notizia lo richiamò al palazzo Consolare: una lettera era arrivata da Pietro Adimari che ormai da qualche tempo era ospite del Console Castruccio Guinigi a Lucca.

"Mio Console,
In questi mesi lontani dalla nostra Firenze ho potuto ammirare le bellezze di Lucca e la cordialità del Console Giunigi.Ricordo le vostre parole il giorno della mia partenza, ricordo la felicità che ha riempito il mio cuore quando ho appreso che mia sorella ha trovato marito a Siena e spero che con questa lettera io possa riempire il vostro cuore di orgoglio: in questi mesi ho conosciuto una giovanissima donna appartenente ad una delle migliori famiglie Lucchesi.
Sarebbe un'onore per me e per la mia futura sposa avere la vostra benedizione a queste nozze e una gioia ben più grande sarebbe avermi come mio ospite qui a Lucca dove saranno celebrate le nozze.
Voi siete una delle persone che meglio mi conoscono e probabilmente gia immaginerete che ho esteso l'invito anche a mia sorella e al suo sposo, ho anche chiesto al Console di Siena di farmi l'onore di esser presente ma non ho ancora ricevuto risposta.
Con la speranza di vedermi presto vi invio i miei più sentitissimi saluti.

Pietro Adimari"


Il Console Bonati annuì durante la lettura della lettera e decise di rispondere all'Adimari di proprio pugno

"Pietro,
Come ben sai considero tu e la tua sorella come appartenenti alla mia stessa famiglia, quando sono riuscito a trovare un marito tanto degno per Beatrice sono stato orgoglioso di me stesso e i miei pensieri erano da tempo ormai rivolti a te e al tuo soggiorno a Lucca.
In cuor mio sapevo che presto sarebbe arrivata una lettera di questo tipo e accetto il tuo invito senza attendere oltre.
Sarà occasione perfetta per reincontrare voi fratelli Adimari e per incontrare di persona uomini tanto importanti come i consoli dei Comuni a me vicini.
Mi farò accompagnare in questo viaggio da mio figlio Durante, ti stupirà vederlo trasformato ormai in un uomo.
A presto
Broccardo Bonati, Console del comune di Firenze"
 

Toga!

Chosen one
*Goffredo Valli, con una lunga lettera di congratulazioni, chiede di partecipare al matrimonio in vece delle delegazioni Pisane e Senesi.*
 

Giafo

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Fantacalciaro
Quando l'ultima opera del Basiletto fu completata, terminando di fatto la costruzione della Basilica di San Giorgio un clamore sempre più forte coinvolse in maniera crescente tutti gli abitanti di Firenze.
Per il giorno dell'inaugurazione di questa grandiosa opera della Cristianità Firenze era a festa e il fato volle che proprio in quei giorni, dopo un lungo ed estenuante viaggio, quel che rimaneva dell'esercito Crociato Fiorentino ritornasse in patria.

Jacopo Cerretani tornava a Firenze da Eroe, le cronache delle sue gesta lo avevano anticipato e fu accolto dai suoi compatrioti con gli onori che gli spettavano.

"Evviva il Grande Cerretani!!"..... "Onore a lui e ai suoi 400!"..."Cerretani eroe in nome di Cristo"

L'uomo, stanco per il viaggio e per una guerra di fatto persa, non si scompose più di tanto rigraziando però i Fiorentini che lo acclamavano.

"Fratelli miei, Figli di Firenze io vi ringrazio ma non sono il solo che va acclamato in questo giorno per me tanto festoso. Eroi sono i 200 uomini che con me sono ritornati oggi alle loro madri e alle loro mogli e ancor di più lo sono tutti quei vostri fratelli, figli,padri o mariti che hanno donato la loro vita in nome di nostro Signore Gesù Cristo. A loro vanno innalzati i notri canti, tutti loro hanno combattuto fino all'ultimo respiro dando speranza a tutti gli uomini che erano intorno a loro. La Crociata non è stata vinta, i mori avanzano sempre maggiori pretese ma i miei uomini, gli uomini di Firenze hanno resistito fin quando l'ultimo respiro era presente nei loro corpi"

Un discorso semplice ma che riuscì a infiammare la folla e i primi pellegrini in visita alla nuova Basilica.
Non ci volle molto affinchè il popolino chiamasse quel nuovo edificio Chiesa dei 400 e tutto venne alimentato dalla scelta, del Console Bonati, di tumulare le spoglie dei soldati caduti nella nuova Basilica.
 

Giafo

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Fantacalciaro
In seguito alla richiesta del padre Durante iniziò a incamminarsi verso la dimora dei Da Casavecchia.

In quell'abitazione il giovane figlio del Console aveva vissuto qualche anno, abitazione che abbandonò a causa della morte prematura del vecchio patriarca Chiaro, abitazione che era riamsta praticamente identica a come Durante l'aveva lasciata.

Una volta arrivato fu Cecilia ad andargli incontro, la donna ormai in là con gli anni, aveva sempre avuto un affetto particolare nei confronti di Durante e fu davvero felice di vederlo sulla soglia della sua porta.

"So che non è stato cortese da parte mia ridurre così tanto il numero di visite in questa bella casa ma purtroppo mio padre mi tiene sempre più spesso con se durante le sue riunioni, il mio pensiero è sempre a voi che siete per me come una seconda madre"

Bastò poco per far commuovere Cecilia con gli occhi lucidi per l'emozione sembrò perdonare quella lunga assenza

"Figliolo mio, so quali sono i ritmi della tua vita ormai e posso capire che tu non abbia più tempo per una vecchia donna come me. La tua visista qui oggi mi riempie il cuore di gioia, dopo la morte di Chiaro le nostre famiglie purtroppo si sono allontanate. Speravo che tuo padre potesse avere più considerazione di noi ma dovevo capire che la politica corre più veloce di noi. Le tue parole, però, sono ancora scolpite dentro di me, il coraggio con il quale hai parlato durante il funerale del mio defunto sposo mi danno la forza, ogni giorno di proseguire. Ma dimmi, a cosa devo la tua visita?"

"Madonna Chiara mio padre vorrebbe vedervi, presto si terranno le elezioni per il Console e siamo tutti convinti che una famiglia importante come la vostra, una donna saggia come voi potrebbe davvero dare una grande mano a mio Padre."

Durante mentì, o per meglio dire sottolineò aspetti che il padre non gli aveva esplicitamente detto. Il giovane fiorentino stava iniziando a capire come funzioni in realtà la politica

"Voi mi lusingate...Credo voi sappiate però che la mia famiglia è legata ai Cerretani, il mio Goffredo ha sposato la sorella dell'eroe della Crociata"


"Certo ch lo so ma questo, ovviamente, non cambia la stima che mio padre ha per voi e per Goffredo, capo della guardia cittadina di Firenze, nomina che gli è stata data proprio da mio padre."

"E ne sono felice, mi risulta però assai difficile recarmi nel palazzo di vostro padre..."


Durante capì la piega che stava prendendo il discorso e con una malizia un pò inusuale riprese a parlare

"Ovviamente, Madonna Cecilia, sono venuto qui non per costringervi a venire da mio padre ma per chiedervi se sarà vostro piacere ospitarlo qui per qualche ora, quando ne avrete la possibilità"


"Questa casa è sempre aperta per vostro padre, quando vorrà venire sarà il benvenuto"

Mentre i due continuavano a chiacchierare si iniziarono a sentire rumori particolarmente forti.
"Non ti preoccupare Durante. Goffredo non vive più qui ma qui ha la sua sala di allenamento e ora è lì ad allenarsi con la spada come spesso faceva quando tu vivevi qui"

"Ricordo...E Ricordo che, quando non era nervoso, mi diceva che una volta cresciuto lo avrei accompagnato negli allenamenti...Voglio vedere se è disposto a farlo ora"

Cecilia non era molto convinta di questa proposta ma lasciò andare Durante che una volta raggiunta la sala trovò Goffredo intento ad allenarsi volteggiando la spada e colpendo alcuni manichini d'allenamento

"Non sarò tanto meglio di quel manichino ma credo sia più esaltante per te allenarti con qualcuno che ascolta le tue offese..."

Goffredo non aveva mai visto così di buon occhio Durante e suo padre e non mancò di farlo notare anche in quell'occasione

"Un Bonati in casa mia...Era tanto che non ne vedevo uno, sarà l'odore delle elezioni consolari a portarti qui?"

Durante raccolse una spada per l'allenamento e fece qualche passo in avanti

"Probabilmente è così, o probabilmente sono venuto a salutare la casa che ha fatto di me un uomo"

Goffredo sorrise e si mise in posizione di difesa

"Un uomo? Hai letto libri per tutto il tempo mentre eri qui, è questo che fa di te un uomo? Firenze è proprio in declino"

Durante iniziò ad assestare qualche colpo, il suo stile non era pulitissimo ma il ragazzo si stava impegnando

"Uomo degno di tale nome era il tuo defunto padre, con una spada puoi ucciderne uno...Con la parola puoi convincerne cento a seguirti. Credi davvero che la soluzione a tutto sia la forza?"

Goffredo rispose ai fendenti del ragazzo e iniziò a contrattaccare

"A cosa sono servite le parole di tuo padre? In questi anni altre nazioni hanno espanso i loro territori grazie ad un esercito competente, noi siamo un granello di sabbia che ospita pellegrini. Quanto ci vorrà affinche i nostri vicini non dedicano che siamo più comodi come una costola del loro regno piuttosto che come alleato?"


I due continuarono così per più di un'ora quando esausti si strinsero la mano e si salutarono. Il Giovane Durante, seppure non avezzo all'arte della guerra aveva la mente sveglia e durante quel susseguirsi di fendenti e di offese mal celate aveva imparato qualcosa di nuovo
 

Giafo

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Fantacalciaro
Le elezioni per la carica di Console erano sempre più vicine, Broccardo aveva passato le ultime settimane in lunghi colloqui con i più importanti personaggi della sua città tralasciando, sotto alcuni punti di vista, la volontà di innovazione sempre presente nelle sue politiche interne e non.
Anche per questa ragione Broccardo Bonati convocò nella grande sala della sua abitazione tutti i più importanti uomini fiorentini, compresi gli altri candidati alla carica di Console.

"Firenze deve andare avanti, chiunque sia il Console nei prossimi anni. Nessuno di noi può permettersi di lasciare indietro il nostro Comune rispetto ai nostri vicini. Se vogliamo vedere i nostri sforzi crescere dobbiamo continuare a migliorarci ed è per questo che sto per emanare alcune nuove leggi che possano migliorare Firenze tutta. So che questo non è il momento migliore per grandi cambiamenti nella politica di un Comune dalla guida incerta, ma sono sicuro che chiunque mi succederà capirà quanto utili questi proveddimenti possano essere, e se così non fosse potrà in ogni caso Annullare questi Editti"

Il silenzio e l'attesa per queste nuove leggi avvolgeva l'aria e gli animi di tutti i presenti, fu il Console stesso a rompere gli indugi leggendo in prima persona gli editti che era pronto ad emanare.

"Nell'anno di Nostro Signore 1151, Io Broccardo Bonati, Console di Firenze emano quanto segue:

Fondazione del Consiglio Ristretto

Da ora in avanti, fino ad un contrario ordine dell'autorità Consolare Fiorentina, il Console del comune di Firenze verrà assistito dalle sue decisioni da un gruppo di 4 personaggi illustri, fiorentini e non. Questo gruppo, qui definito "Consiglio Ristretto", avrà il dovere di consigliare il Console e ogni membro del Consiglio Ristretto avrò il compito di occuparsi delle faccende meno importanti nell'ambito del settore di sua competenza.
Il consiglio sarà così composto:
-Il Maestro del Conio, si occuperà di tasse e di riscossione delle stesse. Sarà suo compito gestire il bilancio cittadino e da lui saranno approvati tutti i finanziamenti cittadini.
-Il Primo Ufficiale, a capo dell'esercito cittadino. Sarà sua responsabilità l'addestramento e l'approvvigionamento delle Truppe dentro e fuori le mura cittadine.
-Il Gran Mercante, la voce tra l'anima mercante di Firenze e il Console. Sotto la sua giurisdizione vi sono le politiche commerciali e tutte le richieste e i suggerimenti dei commercianti residenti a Firenze.
-L'ambiasciatore, carica massima tra i diplomatici Fiorentini. Si occupa dei rapporti con gli Stati Esteri

I 4 membri del Consiglio Ristretto sono nominati in prima persona dal Console. La carica ha la stessa durata del mandato Consolare salvo eccezionali avvenimenti: Un membro del Consiglio Ristretto può uscirne per:
-Sua spontanea volontà
-Decisione unanime del Console e dei 3 membri rimanenti"


Finito di leggere Broccardo alzò gli occhi verso i suoi ospiti e prima che qualche commento irrompesse in quella sara incalzò

"Spero che tutto questo non sia troppo rivoluzionare nè considerato avventato da parte mia. Credo però sia giusto comunicare a voi tutti i 4 nomi che ho scelto per il Consiglio Ristretto nel caso in cui dovessi essere rieletto come Console:
-La Carica di Maestro del Conio andrebbe a Aldobrando Tebaldi.
-Quella di Primo Ufficiale a Goffredo Da Casavecchia.
-Il Gran Mercante sarà Ottone Alberighi.
-E infine l'onore di essere Ambasciatore di Firenze sarà ricoperto da Jacopo Cerratani"


Il rumorio che andrò crescendo dimostrò a Broccardo che aveva colto nel segno ma ancora una volta prese la parola in quello che era ormai diventato un piccolo monologo

"Ovviamente questo consiglio ristretto potrebbe non esiste neppure nel caso in cui io non venissi rieletto, i 4 che ho citato quindi non devono darmi oggi risposta ma sarei lieto di ascoltare il loro pensiero una volta terminate le elezioni consolari ma ora andiamo avanti, sono molti i progetti che voglio presentavi..."

"Nell'anno di Nostro Signore 1151, Io Broccardo Bonati, Console di Firenze emano quanto segue:

Coorporazioni di Arti e Mestieri

Il comune di Firenze incoraggia la formazioni di Coorporazioni di Arti e Mestieri.
Che i migliori in ogni ambito, tra la nobiltà come tra la borghesia e il popolino si uniscano in coorporazioni.
Queste nuove entità del Comune saranno i centri della cultura e della costante evoluzione tecnica.
Le coorporazioni saranno indipendenti dal potere politico consolare ma quelle che si dimostranno meglio organizzate e più utili al progresso e al prestigio di Firenze potranno, in seguito a investimenti , divenire accademie e scuole di specializzazione.
Ogni membro delle Corporazioni sarà considerato Cittadino Libero del Comune di Firenze, con la speranza che le menti più brillanti o le braccia più volenterose del circondario possano comprendere quali vantaggi possano ottenere diventando membri attivi della comunità Fiorentina e di una di queste coorporazioni."

"Ospiti cari, spero che questo editto possa dare l'ennesima spinta all'economia e alla grandezza Fiorentina e spero che presto inizino ad arrivare richieste di fondazioni di numerose Coorporazioni, abbiamo grandi tradizioni che vanno rispettate e coltivate. Se posso però, vorrei l'onore di promuovere l'apertura della prima delle Coorporazioni. Sarei onorato nel vedere nascere nella nostra Firenze una Coorporazione di Artisti capeggiata da colui che ha reso tanto grande il nome e la bellezza di Firenze in tutte le terre di nostri signore. Io, Broccardo Bonati, propongo Basiletto Vassalletto a capo della nascente Coorporazione degli Artisti di Firenze"
 

Giafo

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Fantacalciaro
Mentre nella sua abitazione Il console aveva riunito tutti i potenti di Firenze sua moglie, Bella, aveva deciso di uscire di casa in compagnia della loro piccola figlia.

La moglie di Console con la piccola Pia erano diretti verso casa di Cecilia Da Casavecchia, la vedova di Chiaro e grande amica del Console aveva confidato a Broccardo la sua nostalgia ad una vita più attiva;relegata com'era al ruolo di vedova non aveva possibilità di far niente che onorasse la sua grande intelligenza.

Grande fu la gioia di Cecilia nel vedere chi volesse farle visita

"Cecilia, amica mia è un piacere vederti."

"E' un piacere anche per me Bella, il tuo nome ti fa onore e il nostro Console non poteva avere sposa migliore"

"Tu mi lusinghi, ho saputo dei tuoi problemi e insieme a Broccardo abbiamo pensato ad un modo per dimostrarti quanto per noi sei importante"

"Cosa posso fare per la famiglia dei Bonati?"

"Saremmo onorati se tu diventassi l'insegnante di Pia, è una bambina intelligente e con te come guida non potrà che migliorare, proprio come Chiaro ha reso uomo il mio Durante. Siamo sicuri che far visita alla nostra abitazione non possa che giovare a te e farti uscire da uno stato che non meriti"


In quel momento da dietro la grande gonna della madre spuntò la piccola Pia, con un sorriso che solo a quell'età si può avere, copia esatta della madre con i suoi grandi occhi neri.

"Siete una famiglia tanto importante per me, forse ben più della mia stessa famiglia, accetto e spero che i miei insegnamenti possano ripagarvi della fiducia che mi date"
 
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