[Comune di Firenze]Editti, proclami, Storie dei personaggi importanti del Comune

Giafo

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Regolamentazione e Formazioni delle "Arti"

In seguito all'Editto che sancisce la leggitimità di Corporazioni di cittadini fiorentini e per garantire un economia fortemente organizzata il Console, Broccardo Bonati, emana quanto segue.

Nell'anno 1154 nasceranno 7 corporazioni definite "Arti" e che si affiancheranno alla "Corporazione degli artisti" nel progetto di organizzare la vita economica e lavorativa del Comune.
Le 7 Arti saranno così definite

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Arte dei Giudici e Notai : Dedita alle operazioni notarili e di magistratura.

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Arte dei Mercatanti: Dedita all'acquisto di panni grezzi e alle successive operazione di rifinitura.

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Arte del Cambio: Dedita al prestito di denaro ricavandone interessi.

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Arte della Lana: Dedita alla lavorazione completa dei panni di lana, dalla raccolta della materia prima alla vendita del prodotto finito.

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Arte della Seta: Dedita al confenzionamento di prodotti in seta.

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Arte dei Medici e Speziali: Dedita all'arte medica e al commercio di erbe medicinali e spezie.

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Arte dei Vaiai e Pelliciai: Dedita alla lavorazione di pelli grezze e attraverso operazioni di conciatura alla creazione di raffinati capi di abbigliamento

Il comune lascia ad ogni "Arte" libertà di erigere Statuti propri e regi per quanto riguarda le questioni prettamente collegate al lavoro e le controversie tra membri interni alle "Arti" stesse.
Il Comune di Firenze si impegna a garantire esclusivamente ai membri delle "Arti" la facoltà di praticare l'arte ad essa associata.
Ognuna delle 8 Corporazioni (Le 7 Arti e la Corporazione degli artisti) potrà esprimere la propria preferenza durante le elezioni consolari.
In virtù di questo il Comune di Firenze richiede ad ogni arte il pagamento di una tassa annuale da quantificare in base alla quantità di iscritti.

Broccardo Bonati

Console di Firenze
Maestro Del Conio ad Interim

Ottone Alberighi

Gran Mercante
 

Giafo

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La notizia della malattia di Lapa Acciaiuoli si era ormai sparsa per le vie di Firenze e Broccardo non fu sorpreso nel vedere il padre della povera ragazza recarsi in visita nel palazzo Consolare.

"Giovanni, la mia famiglia è vicina alla tua in questa tragica ora."

"Broccardo, non ci siamo mai trovati particolarmente simpatici ma spero che questo non conti in una circostanza tanto delicata"

"Non devi nemmeno pensare una cosa del genere, avversari politici non vuol dire nemici. Tua figlia è stata colpito da una terribile malattia proprio come potrebbe capitare ad uno dei miei figli. L'appello che sei venuto a farmi sarà accolto, ho numerose idee per far guarire la tua povera Lapa."

"Cosa credi di fare....Mio Console?"


Broccardo pensò al fatto che Giovanni Acciaiuoli difficilmente usava chiamarlo con il suo titolo eppure la disperazione causata da un dolore così grande è in grado di cambiare qualsiasi uomo.

"Ho da poco dato il via libera alla fondazione di numerose Arti, tra queste l'Arte dei Medici e degli Speziali è già stata allertata. Si occuperanno di Lapa, aiuteranno un cittadino importante di Firenze, salveranno una vita umana e daranno lustro alla loro Corporazione iniziando ad assumere un peso maggiore rispetto alle altre"

"E...se...non dovessero esserne in grado?"

"Se i Medici fiorentini dovessero avere difficoltà manderò una richiesta di aiuto a Ruggero II, nel suo Regno vi sono i migliori medici che l'Europa possa conoscere. Salveremo tua figlia in ogni caso e poi troveremo il modo affinchè nessun figlio di Firenze subisca la stessa amara sorte"
 

Giafo

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Mentre le condizioni di Lapa erano stabili, ma gravi Broccardo Bonati decise che il problema andava risolto alla radice.

L'arno e la poca cura che gli era stata dedicata aveva provocato quell'infenzione, infezione che poteva espandersi fino a minare alle fondamenta la società fiorentina.

Il Console Bonati convocò Tecnici e medici

"Il nostro fiume ha perso la bellezza di un tempo e la sua mal'aria potrebbe causare numerosissimi problemi ai cittadini di Firenze senza far distinzione di ceto, il fiume non fa distinzione tra nobili e poveri e nessuna vita dev'essere sprecata per la mancanza di prontezza di questo console.
Metterò a vostra disposizione una somma di denari che spero sia sufficiente a bonificare il fiume, voglio che sia bonificato tutto il territorio possibile. Ovviamente la precedenza va data alla città e alle immediate vicinanze ma non voglio che ci siano infezioni nemmeno nelle campagne. Spero voi riusciate in questo intervento, il Comune di Firenze ed io non lo dimenticherò.
Vista la tragedia che ha colpito la sua famiglia farete riferimento direttamente a Giovanni Acciaiuoli, sono sicuro che un uomo tanto importante potrà spronarvi al meglio"
 

Giafo

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Fantacalciaro
Lucca era stata conquistata senza troppep erdite, l'esercito del Console Giunigi non aveva opposto particolare resistenza e non c'erano stati particolari problemi.

I problemi, però, arrivarono nella vita di Broccardo Bonati tutti insieme come un fiume in piena e questi i problemi erano fatti di malati, di un'epidemia che stava devastando i territori di Firenze e di Lucca e di ogni suo abitante, console compreso.

Pur limitando sensisbilmetne le proprio uscite in pubblico il Bonati non si fermò nemmeno un attimo, sacrificando il proprio corpo e la propria salute ma continuando in maniera continua all'opera di risanamento e di cura dalla mal'aria.

Accordi internazionali vennere stretti e ben presto in quei territori arrivarono Medici e uomini di scienza dai più disparati angoli del mondo, nuovi e vecchi amici si erano stretti intorno al dramma di Broccardo Bonati e dietro la loro guida Firenze vide le più grandi opere che la sua recente storia ricordi.

Le città furono poste in quarantena, i commerci vennero fermati del tutto per evitare che l'epidemia si diffondesse per tutto il territorio italico. Chi avesse assoluta necessità di abbandonare i territori toscani venne sottoposto a feree visite per accertarne lo stato di salute.
I terreni nelle provincie vennero Bonificati attentamente dai migliori tecnici dei Comuni.
Lazzaretti vennero costruiti fuori dalle mura cittadine, uno per Lucca e uno per Firenze.Ogni sospetto di contagio venne portato in questi luoghi ed analizzato dai Medici Salernitani e da tutti gli altri eminenti dottori stranieri.
Un grande ospedale vide la luce in poco tempo a Firenze, all'interno di quelle mura i membri dell'Arte dei Medici e degli Speziali cercarono una cura per la Malaria.

In questo biennio non vi fu alcun discorso pubblico da parte del console che non mancò di far sentire la propria voce attraverso una lettera a tutta la popolazione dei Comuni di Firenze e di Lucca.

"Popolo di Firenze, Popolo di Lucca,

Quello che stiamo vivendo è un periodo particolarmente delicato. La situazione è grave e non sarà il vostro Console a nasconderlo, abbiamo però un'unica speranza di riuscire a superare questa situazione e questa speranza si chiama coesione.
Tutti siamo toccati da questa tragica sorte, le mie carni sono malate e ma non è della mia vita che mi preoccupo quanto di quella di mio Figlio, del mio unico Figlio, mi preoccupo per la vita di Pietro Adimari e della sua dolce moglie che a Lucca tanto hanno sofferto insieme alla popolazione e sono preoccupato per ogni figlio che in questo momento sta soffrendo, per ogni madre che non può occuparsi dei suoi figli, per ogni marito che deve allontanarsi dalla propria moglie.
In questa tragedia, però, non siamo soli. Ho riscoperto il valore di vecchie amicizie e la gioia di nuove, grandi uomini di Stato ci hanno mandato i loro maggiori esperti affinchè questa malattia venga debellata dalle nostre terre, dalle nostre carni, dalle nostre anime. Noi, uomini di Toscana, dobbiamo rimanere uniti ed ascoltare le saggie parole di questi saggi uomini e attenerci alle loro indicazioni, non ve lo chiedo come Console, ve lo chiedo come Padre.
L'ospedale che sta sorgendo qui, a pochi passi dalla mia abitazione, vede impegnati i migliori uomini di Firenze alla ricerca di una cura e sono sicuro che presto qualcuno busserà alla mia porta con una lieta novella, una novella che sarà lieta per tutti quanti noi. Non ho intenzione di favorire me stesso quando questo momento sarà giunto ma ad ognuno di voi chiedo di far si che Durante, il mio unico figlio sia tra i primi a ricevere la cura; così come ogni vostro Figlio.
Ha un senso che i figli seppeliscano i padri ma è contro ogni volere Divino, contro ogni senso logico e contro natura che i Padri seppeliscano i figli e ancora una volta umilmente vi chiedo di accettare di buon grado, con coesione massima, questa mia decisione.
Per quanto mi riguarda, sarò l'ultimo a ricevere la cura, non accetterò di essere curato finchè ogni abitante di Lucca o di Firenze non sia considerato salvo e se il Buon Dio avrà considerato degne le mie opere in Terra mi permetterà di continuare e di veder nascere la Repubblica di Toscana insieme a voi, Fratelli Lucchesi e ai Fratelli Pisani altrimenti spero che chi mi succederà abbia a cuore la sorte della Toscana come l'ho avuta io.

Console di Firenze e Lucca, padre,marito,fratello,figlio di Dio.

Broccardo Bonati"
 

Giafo

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Fantacalciaro
I tentativi per risolevvare la salute di Firenze procedevano a grandi passi, altre illustrissime personalità mediche si erano interessate all'accaduto e questo avrebbe portato benefici non solo per la crisi attuale ma anche per l'interesse intorno alla medici che si sarebbe creato in quel di Firenze.

Mentre gli investimenti per contrastare la Malaria proseguivano e gli eserciti Spoletani di stanzia a Lucca ricevevano le cure mediche necessaria al ritorno in forze nelle loro rispettive patrie di origine Broccardo Bonati emise un nuovo Editto.

L'epidemia aveva sicuramente alterato il normale corso degli eventi a Firenze, la burocrazia era ovviamente più lenta e tutti gli sforzi erano concentrati sugli investimenti in campo Medico.
Il Console decise quindi, con il parere favorevole del suo Consiglio, di rimandare al successivo biennio le elezioni Consolari che avrebbero assunto tinte particolarmente importanti. Con l'annessione di Pisa,infatti, si sarebbe presto parlato di Repubblica Toscana e quindi quelle del biennio 1159-1160 sarebbe stata la prima elezione del Gran Console della Repubblica di Toscana.
 
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