Dopo la vittoria contro il Verticale Lukàcsz ha optato per il silenzio stampo per non distrarre i giocatori da un filotto di partite ritenuto fondamentale dalla società per la conquista dello scudetto. Durante la settimana Lukàcsz invia comunque un sms di complimenti a Zamato, congratulandosi soprattutto per una rinnovata fase difensiva che per tutto un tempo aveva tenuto in scacco campioni del calibro di Zinedine Dessen. Dopo il riposo del lunedì, però, tutti già al lavoro per preparare una sfida delicatissima, la partita contro la Legio, ha reso da subito chiaro l'allenatore magiaro, non deve essere sottovalutata.
"Sono una squadra che in casa è molto temibile: il loro stadio è un vero e proprio colosseo dove gli ospiti fanno la parte dei cristiani e loro quella dei leoni, in più il loro pressing asfissiante rischia di rendere inutile il nostro giro palla costringendoci a perdere tempo e, nel lungo periodo, di aprire spiragli alle loro ripartenze o lanci lunghi quando la stanchezza comincierà a farsi sentire. Siete tutti ragazzi intelligenti e capite immediatamente come il nostro modo di giocare rischia di cadere nella loro trappola fin troppo facilmente, la soluzione più facile sarebbe quella di rinunciare al nostro gioco corale in favore di lanci lunghi e pedalare. Tuttavia noi non siamo quel tipo di squadra, non è un gioco su cui siamo allenati e sarebbe stupido prenderci un tale rischio. Quello che ho in mente è leggermente diverso. Due settimane fa abbiamo visto nel dettaglio il concetto di
gegenpressing, indicazioni che rimangono sempre valide nel momento in cui dobbiamo essere consapevoli che per fare il nostro gioco dobbiamo essere sempre molto alti, veloci e intelligenti nel capire le situazioni durante il nostro pressing iper-offensivo. Questa settimana, però, voglio concentrarmi su come eludere il pressing"
Lukàcsz fa un cenno al suo vice che tira fuori la lavagna digitale e comincia ad armeggiarci. Velocemente vengono mostrati alcuni esercizi prima di passare ad un video in pausa.
"Questi sono gli esercizi su cui ci concentreremo in allenamento per questa settimana, ci serviranno soprattutto per assimilare bene i pilastri di quello che io chiamo
contropressing. Cominciamo dalle basi: per riuscire a controbattere al pressing di una squadra bisogna prima di tutto capire che tipo di pressing tale squadra attua. Se un pressing più razionale, devoto non tanto all'attaccare l'uomo ma gli spazi per evitare le verticalizzazioni o di farsi saltare in dribbling, o un pressing più aggressivo deciso invece ad andare sempre sull'uomo con l'immediato obbiettivo di riconquistare il pallone. Il nostro
gegenpressing è certamente un pressing del secondo tipo, pur con alcune considerazioni molto particolari su cui vi ho già edotto due settimane fa, ed è molto simile al pressing di mister Castus. Un tipo di pressing distruttivo, a tutto campo dove non solo il portatore di palla è messo sotto pressione ma anche tutti i suoi immediati compagni"
Il vice-allenatore fa partire il video. La Legio è in maglia bianca, lo Sporting U.B.A. in maglia rossa.
View: https://www.youtube.com/watch?v=H3uGd0mEYhI&feature=youtu.be
"Come vedete da questo video di una recente partita della Legio, la loro zona pressing è davvero incredibile: velocissima per evitare di far riflettere l'avversario, crea una superiorità numerica a centrocampo, forza gli avversari a giocare lunghi perdendo eventuali vantaggi di chi li affronta nel giro palla, coperture preventive sempre in atto, ottimo uso della scalata nelle marcature e una vera e propria gabbia che divide il portatore di palla dai suoi possibili obbiettivi di un passaggio. Come possiamo fare noi per eliminare il problema, consapevoli che non vogliamo e non possiamo rifugiarci in soluzioni semplici come il ricorso al lancio llungo? Principalmente con quattro obbiettivi, quattro "consapevolezze tattiche", quattro pilastri della fede fondamentali che vanno a comporre il contropressing che dovremmo attuare."
Lukàcsz fa un cenno al suo vice e sulla lavagna digitale tornano ad apparire gli esercizi mostrati all'inizio.
"Questo primo esercizio ci servirà come banco di prova del primo pilastro: quando giocheremo contro la Legio voglio vedere una serie di cose che riguardano soprattutto il numero di tocchi con cui giocheremo la palla e alcune direttive sulla linea del passaggio. E' chiaro che dobbiamo evitare di allargarci troppo sulle fasce, in questo caso faremo il loro gioco che con il loro pressing asfissiante tentano di costringerci ad andare sulle fasce, in modo molto simile a come facciamo noi quando vi continuo a ripetere di usare la linea laterale come fosse un dodicesimo compagno in copertura. I passaggi quindi saranno in avanti o indietro, diagonali o verticali,
mai laterali. Massimo due tocchi, la rapidità è fondamentale, e obbligo di passaggio al terzo uomo: mai e poi mai ripassare la palla a chi ce l'ha appena consegnata. In questo esercizio ci divideremo in una squadra da 5, che chiameremo difensori, e una squadra da 6, che chiameremo attaccanti. L'azione partirà con la squadra attaccante che dovrà mantenere la palla per arrivare fino in porta e tentare la conclusione nel minor tempo possibile. La palla dovrà essere sempre a terra, seguire i dettami sui tocchi e sui passaggi di cui vi ho appena parlato (due tocchi, mai passaggio laterale e obbligo del passaggio al terzo uomo). Scopo della squadra che difende, invece, è di rubare palla e portarla nella cosiddetta zona franca. Per chi attacca è indispensabile una buona comunicazione, parlate tra di voi: la superiorità numerica vi consentirà di avere sempre un uomo libero, chiamatelo e dirigete i passaggi in modo da allievare il pressing asfissiante che faranno i difensori."
Lukàcsz beve un goccio d'acqua mentre il suo assistente prepare le successive diapositive.
"Secondariamente voglio inserimenti decisi e a tempo negli spazi lasciati tra il centrocampo avversario e la difesa avversaria: questo movimento può essere utile sia per ricevere palla che per andare a sostegno al movimento degli attaccanti. Fate moltissima attenzione alla posizione di partenza degli attaccanti: contro difese che salgono spesso e velocemente deve essere sfalsata così da propiziare con dei contromovimenti gli inserimenti."
Intanto l'assistente ha trovato la successiva diapositiva e un altro esercizio appare sulla lavagna.
"Il giro palla deve essere rapido, so che questo non è un problema dato che da sempre ci siamo allenati su questo ma contro la Legio voglio che facciate particolare attenzione sulla rapidità dei nostri passaggi. Voglio che non appena ricevete palla, subito sappiate già cosa fare. Per rendere il nostro giro palla più veloce e imprevedibile, però, sarà necessario attuare anche repentini cambi di gioco che riescano a mettere in difficoltà la copertura serrata dei nostri avversari. Per farlo ci alleneremo con questo esercizio che vedete sulla lavagna. Situazione simile a quella precedente ma qui è un 8vs8, i difensori attueranno un pressing ferocissimo per portare la palla oltre la la linea dietro gli attaccanti. Questi ultimi, invece, dovranno arrivare alla conclusione. Valgono le regole precedenti, gli stessi cambi di gioco non voglio che siano tanto laterali e sviluppati per una partenza sulla fascia, ma quanto con lanci diagonali per imbeccare gli inserimenti di cui parlavo prima. Questi lanci devono essere fatti con intelligenza ma in modo molto rapido: l'esercizio vi dovrà abituare a sapere già dove mandare la palla imparando a riconoscere immediatamente le zone più "deboli" degli avversari. Li dovranno essere direzionati i nostri passaggi diagonali, lì i nostri attaccanti dovranno attaccare lo spazio con particolare veemenza."
"L'ultimo pilastro del contropressing è il possesso palla. Potrà sembrare paradossale, dato che obbiettivo del pressing è proprio quello di rendere sterile il possesso palla, ma in taluni frangenti della partita sarà necessario capire come tenere la palla in un modo a noi proficuo. Sarà inevitabile che contro la Legio gli spazi saranno più rari della neve nel deserto, la situazione sarà molto chiusa e per noi è fondamentale capire come tenere la palla. I due tocchi massimi, prima di tutto, per mantere la velocità che consenta ai nostri avversari di fare più fatica nell'organizzare le tempistiche dell'aggressione. Sarà essenziale smarcarsi bene sin dalla zona difensiva, allungando la squadra all'indietro e ruotando a copertura del portatore di palla. Con il nostro possesso dobbiamo trasformare quello che loro credono un gioco arido, in un tentativo di stanarli, costringerli ad andare fuori tempo. Bisogna farli allungare il più possibile, in questo modo perderanno compattezza e ci saranno spazi per le nostre giocate offensive. Questo esercizio vuole quindi essere una summa di tutto questo: massimo due tocchi i difensori dovranno tenere palla per il maggior numero di minuti possibile. Gli attaccanti presseranno sin da subito dopo il passaggio del portiere al terzino. Obbiettivo degli attaccanti è togliere la palla. I difensori dovranno tenere palla per almeno 5 minuti prima di poter provare a portarsi oltre la linea di meta. Non mi interessa che arriviate alla conclusione velocemente, ma piuttosto che vi abituiate al possesso palla mentre sollecitati ad una grande pressione. Mi raccomando di ricordarvi bene tutto quello che vi ho detto a riguarda: rapidità, visione di gioco e pazienza nel portare gli attaccanti a commettere un errore e perdere la loro compattezza."
"Siamo arrivati all'ultimo esercizio. I pilastri del contropressing dovrebbero esservi ormai chiari e questo esercizio vuole essere la degna conclusione del nostro percorso settimanale di preparazione alla partita contro la Legio. Sarete divisi in tre squadre da quattro più due portieri. Questo esercizio vuole mettere insieme i concetti del
gegenpressing e del contropressing nel tentativo di farvi abituare ad entrambe le fasi. L'esercizio parte con la palla alla squadra che idealmente sta "difendendo", questa ha appena recuperato palla e sarà già immediatamente pressata dalla squadra che sta "attaccando". Obbiettivo degli attaccanti è non far arrivare i difensori in zona neutra. Se riescono ad arrivarci potranno superare indisturbati la zona neutra e arrivare nella terza zona in cui abbiamo diviso il campo. Qui chi attacca è atteso dalla terza squadra che difenderà. Se riuscirà a togliere palla all'avversario potrà tentare di raggiungere la zona neutra per attaccare. Chi però ha appena perso palla dovrà immediatamente fare un pressing ferocissimo sempre nel tentativo di non far arrivare nella zona neutra gli avversari. La divisione in tre squadre ci permetterà di avere sempre a rotazione qualcuno che pressa alto, qualcuno che difende in maniera più canonica, qualcuno che prova il possesso palla sotto un pressing altissimo e qualcuno che prova ad attaccare contro una difesa schierata. Questo è un esercizio molto completo, stancante ma che ci permetterà di acquisire tutte le competenze necessarie a mettere in pratica quello di cui vi ho parlato fino ad ora."
Al termine della lezione tattica Lukàcsz congeda i giocatori, gli da un paio di ore libere nella tarda mattinata e fissa l'inizio degli allenamenti al primo pomeriggio. Per tutta la settimana i giocatori si sono allenati duramente seguendo questi esercizi, mentre Lukàcsz ha provato varie formazioni: 4-2-3-1 con Bombarda, 4-3-3 con il tridente, mediano e il trequartista, 4-3-3- con il tridente, mediano e due centrocampisti, 3-5-2 classico con doppio mediano e via dicendo. Pare che l'allenatore ungherese non abbia ancora le idee chiarissime e stia cercando risposte dalle prestazioni in allenamento.