ma te lo sai che in grecia si va in pensione a 50 anni con una pensione come quella tedesca ma con un pil pro capite che è la metà?
lo sai che il 40% del pil è formato dagli stipendi pubblici? in italia per dare un'idea è l'11%
lo sai che un barbiere in grecia va in pensione a 50 anni perchè maneggia sostanze pericolose?
che se una figlia di un dipendente pubblico a 40 anni è zitella o divorziata si becca una pensione di 1000 euro al mese a vita?
che l'evasione fiscale è stimata tra il 50 e l'80% dell'imponibile?
in grecia fino a ieri c'erano 60000 morti che percepivano ancora regolare pensione
quasi un greco su due percepisce la pensione e lavora in nero, uno su due.
I dipendenti pubblici hanno un bonus in busta paga se arrivano in orario, i forestali hanno un bonus per le ore lavorate all'aperto, il governo non ha idea di quante siano le commissioni statali, pare 10000, ce n'è una per la gestione delle acque di un lago prosciugato negli anni trenta.
Il tutto è stato interamente finanziato a debito, il debito è stato comprato in gran parte dal fondo salva stati UE finanziato direttamente con le entrate degli stati membri, quindi con le tasse.
Il referendum con cui Tsipras sceglie di non scegliere scegliendo di fare un'altra campagna elettorale ma scaricando la responsabilità per cui era stato eletto, ha un ruolo marginale nel futuro dei greci. La grecia è una caricatura di stato che non sta in piedi con nessuna moneta e nessun conosciuto sistema economico. Se la grecia non cambia sè stessa euro o dracma è fottuta.
che la grecia sia un paese fottuto purtroppo è evidente, ma la soluzione più che muscolare imposta dai creditori all'attuale governo eletto dal popolo è semplicemente inaccettabile, e fa parte di una logica altrettanto evidente, che consiste nel castigare e umiliare il debitore in difficoltà invece di aiutarlo ulteriormente, pazientemente e bonariamente, data l'evidente situazione di fatto*.
piuttosto, si vuole
spezzare le reni alla Grecia per "educarla" e fare di essa un esempio "virtuoso" dal punto di vista del creditore. questa politica ormai la conosciamo da anni, è l'austerità (austerity), ma sembra che si sia dimenticato che non è un fatto naturale come la pioggia o la morte: è una decisione che risponde a una logica precisa, arbitraria e odiosa**, che è semplicemente la logica del più forte, che ignora le ragioni del più debole. le ignora proprio, e pensa e agisce solo pensando alla casa a Creta, ai "nostri soldi delle tasse" (e i loro?) e agli umori degli "antieuropeisti" dal Manzanarre al Reno. ma i greci, la gente comune che esiste e non è un'astrazione del pensiero europeo, prima di avere queste preoccupazioni ne ha naturalmente altre, e io mi sento semplicemente di stare dalla parte di chi non è mai stato al governo ma possiede una vita e un passaporto dell'Unione suo malgrado (come me), di chi esiste insomma, e non merita di stare ancora peggio per una questione di
moralità dalla dubbia matrice capitalistico-protestante. si tratta di numeri, numeri manipolabili a piacimento. basterebbe fare uno sforzo comune. l'attuale governo greco chiede infatti migliori condizioni e un'ulteriore diluizione del debito perché non è necessariamente d'accordo con i tempi e i metodi imposti dai creditori, perché si rende conto che tali condizioni sono esageratamente dure, palesemente inadatte alla situazione interna.
negare però l'evidenza dell'estrema difficoltà greca, e continuare quest'assurdo "braccio di ferro", serve solo ai governi e alle banche che li sostengono per portare avanti la politica dell'austerità, che altrimenti sarebbe palesemente sconfessata e necessiterebbe di essere rivista. serve solo all'europa, ma non serve affatto alla grecia. la grecia chiede solo più tempo e migliori condizioni. tutto qui. mi sembra assurdo negargliele. la logica dell'esclusione nasce dall'atteggiamento europeo, non da quello greco. questo a me sembra evidente.
c'è infine una grande, basilare e insopprimibile differenza, che vale sempre la pena ricordare, tra un governo e un popolo: i governi greci degli ultimi decenni hanno tirato su il sistema di corruzione e clientelismo che, impiantatosi nel terreno scivoloso delle interdipendenze finanziarie europee, ha portato a questa mostruosa crisi economica. questa è la situazione di fatto in cui si ritrova il popolo. ordinare ad esso ora di rientrare nei parametri significa addossargli le colpe della classe dirigente, che tuttavia è una minoranza assolutamente insignificante rispetto alla massa che deve sopravvivere alla crisi.
Tsipras chiede semplicemente di adattare le pretese dei creditori alla realtà di fatto di un popolo in ginocchio. e voi pensate alla casa a Creta? o che è una questione di principio? dal mio cantuccio non sono d'accordo, e solidarizzo con un popolo in balia degli eventi. un popolo di europei, come me.
* perché no? è come con un eroinomane: da parte di chi
sta bene, non ha senso imporre una disintossicazione rapida e violenta, perché questa non aiuta il tossico, ma lo consegna a sofferenze enormi e fondamentalmente inutili, che servono solo a chi
sta bene per fare più veloce e togliersi il problema di torno. il tossico invece, per non stare malissimo durante il calo ha bisogno di tempo, di una disintossicazione graduale. è questo che chiede Tsipras: non "concedere" questo alla Grecia è come negarle il metadone e spingerla a usare la "forza di volontà" per disintossicarsi, facendo finta di non sapere che la volontà non c'entra nulla, c'entra solo la realtà di fatto della dipendenza e della sofferenza, che cannibalizzano tutto il resto e rendono quella vita una non-vita, sospesa sopra l'abisso mortale. questa è l'attuale situazione dei greci.
**uso il termine "odioso" il cui senso sentimentale è evidente: si può non essere d'accordo, si può trovare questa politica dell'austerità un'odiosa invenzione del sistema politico-economico al potere? si, lo si può, lo si fa e
siamo in tanti.