Mikhail Mengsk
MSPAINT OVERTYRANT
IL MASSACRO DI LIMNOBIUM
Limnobium è un Sistema che sa di stare per essere attaccato.
I preparativi dei Dioneidi per approntarne la difesa erano massicci, e procedevano senza sosta. L'iniziale flotta di difesa è affiancata in breve tempo da un'altra flotta, raddoppiando la forza del dispositivo difensivo Dioneide e spiegando una considerevole presenza spaziale di fronte al wormhole dal quale sarebbe spuntato il nemico.
Gli Ammiragli Orchis e Dianto comunicavano regolarmente fra loro, discutendo delle tattiche da adottare nell'imminente battaglia.
I mesi però scorrono tranquilli, fino a quando le Fregate di pattuglia rilevano l'arrivo del nemico.
Una flotta Ussurash di dimensioni notevoli esce dal Wormhole che collega il Sistema a Makaan, dirigendosi lentamente verso le due flotte Dioneidi in attesa. Secondo i sensori, è composta da 5 Fregate, 8 Cacciatorpediniere, 2 Incrociatori, 2 Navi da Battaglia, e una possente Ammiraglia.
Subito 4 Fregate Dioneidi iniziano a muoversi verso la flotta nemica, mentre le Portacaccia rilasciano il loro carico mortale. Parte dell'altra flotta si dispone a cuneo, con una Nave da Battaglia in testa, Fregate sui lati e al centro e 3 Incrociatori al centro. L'Ammiraglia Dioneide si tiene a distanza.
La formazione Dioneide è più numerosa e conta più navi pesanti; l'evidente superiorità tecnologica degli Ussurash però compensa il divario, con parte degli attacchi Dioneidi neutralizzata dagli scudi dell navi a forma di rapace, le cui bordate al contrario infliggono seri danni alle controparti vegetali.
Lo scontro però sembra ancora equilibrato, quando succede il disastro.
Proprio mentre il cuneo dioneide si slancia in avanti per un attacco all'Ammiraglia Ussurash, sui ponti delle navi Dioneidi si scatena un putiferio di allarmi. I sensori individuano altre due formazioni nemiche a breve distanza, al di sotto della loro posizione e sul retro!
Ben dodici navi di varie classi divise in due squadroni si lanciano a tutta velocità contro le formazioni Dioneidi, lanciando quelli che sembrano siluri sovradimensionati da breve distanza. Troppo breve per consentirne l'intercettazione da parte dei sistemi antisiluro.
Quelle che saranno poi note (e famigerate) come Torpedini al Plasma si schiantano contro le navi Dioneidi. Le massicce testate sfondano la corazzatura metallico-vegetale, esplodendo all'interno degli scafi colpiti. Le esplosioni sono terrificanti: un vortice di gas e liquidi totalmente sconvolti e ionizzati si liberano nello spazio di una frazione di secondo, liquefacendo persino le parti di metallo corazzato e vaporizzando intere sezioni organiche. Non essendo un "incendio" vero e proprio, il rogo si propaga attraverso le navi e corre sullo scafo esterno, indebolendolo ulteriormente.
All'interno, regna il caos. La simbiosi tra scafo, sistemi ed equipaggio tipica delle navi Dioneidi rende l'agonia della nave un'esperienza terrificante anche per l'equipaggio. Il colpo è devastante e molte navi sono totalmente incapaci di reagire.
Gli Ussurash hanno colpito le navi maggiori, incapacitandole, e proseguono l'attacco contro le navi minori con i loro Disgregatori, incrociando con maestria tra la formazione dioneide a grande velocità. I Dioneidi rispondono con la caparbietà della belva ferita, ma non possono fare molto contro la flotta Ussurash, superiore per capacità di manovra, tecnologie e adesso anche forza numerica.
Velocemente, Orchis ordina la ritirata completa, sperando di salvare almeno parte delle sue forze. I suoi colleghi Dianto e Viburno sono morti nel rogo delle loro navi durante il primo assalto. La nave Ammiraglia di Orchis si fa scudo dei Cacciatorpediniere che ne coprono la fuga impedendo agli Incursori Ussurash di intercettarla. Nella mente di Orchis risuonano ancora le "urla" di agonia vomitate dai comunicatori durante la strage; pieno di furore, giura di vendicare i suoi amici uccisi in maniera così brutale.
Alla fine del rastrellamento, gli Ussurash sono padroni del campo.
Sul ponte della Sha'yrr, l'Ammiraglio Karan Dostun esprime il suo compiacimento ai comandanti degli squadroni secondari Ata'Man Dostun (suo parente) e Chagatai Akhbanyevic, e a tutti i Comandanti in Seconda delle flotte. Il piano aveva funzionato; anche se era suo parere che non ci fosse bisogno di una tattica complicata per avere ragione dell'arretrato nemico, Karan riconosceva che minimizzare le perdite fosse sempre un'ottima idea.
I Dioneidi subiscono una disfatta: riescono a ritirarsi a Gastromyzon solo 2 Fregate, 2 Cacciatorpediniere, 2 Portacaccia e l'Ammiraglia di Orchis. Le Fregate, le Cacciatorpediniere e una Portacaccia sono seriamente danneggiate. Ben 14 navi sono completamente perdute.
Gli Ussurash da parte loro perdono solo 2 Fregate, 3 Cacciatorpediniere e un Incursore, ma diverse navi della flotta principale di Karan Dostun sono danneggiate.
TRAPPOLA AD ARAMYYA
Kuvander Ish era l'Ammiraglio della flotta Egemone ad Aramyya. L'anno prima aveva distrutto la debole marina Aramyyana e coperto lo sbarco dell'esercito sui pianeti ribelli; il divario di forze aveva consentito alla sua flotta di cavarsela con danni minori, già riparati.
La notizia della dichiarazione di guerra Asari e Udunàic, però, aveva complicato le cose.
Sfidando l'alto comando, che gli "consigliava" di mantenere la posizione, Kuvander aveva deciso di ritirarsi verso i territori interni dell'Egemonia per unirsi alle navi in costruzione, temendo un attacco a tenaglia. L'idea era buona, ma la riparazione delle navi e l'opposizione del Comando Centrale gli avevano fatto perdere tempo.
Quando finalmente la sua flotta si mosse verso il wormhole, i sensori e le navi di pattuglia rilevarono l'arrivo di una flotta Asari. La composizone della flotta nemica era tutto sommato contenuta: 5 FR, 4 CT, 2 IN, 1 BB, 3 CV e due strane navi di grandezza equiparabile a quella di un Incrociatore, che se ne stavano al riparo dietro le prime linee.
Forte delle sue 4 FR, 3 CT, 1 CV ma soprattutto ben 4 Incrociatori e 5 potenti Navi da Battaglia, Kuvander decise di rischiare, dirigendo la sua Ammiraglia contro la flotta Asari.
Lo scontro è violento, ma Kuvander nota subito che le navi Asari giocano sulla difensiva mantenendosi entro un perimetro ristretto ben difendibile, e apparentemente nei pressi delle due navi di classe sconosciuta. Gradualmente le navi pesanti Egemoni riescono ad aprire una breccia nello schermo di navi Asari e penetrare nella formazione Asari usando le Navi da Battaglia come un ariete. La battaglia sembra decidersi in favore dell'Egemonia, quando arrivano gli Udunàic.
Usciti ad una certa distanza a causa della veloce avanzata Egemone verso le Asari, gli Udunàic sono costretti a forzare i motori. La flotta di Udùn è piuttosto forte: 3 FR, 5 CT, 2 CV e ben 6 Incrociatori e 3 Navi da Battaglia. L'Ammiraglia Angainor guida la carica con una formazione a punta di freccia.
Kuvander reagisce fulmineo, tentando il disimpegno dalla flotta Asari con una rischiosa manovra di sfondamento. Lancia le Navi da Battaglia contro le retrovie Asari, concentrando il fuoco sulle Portacaccia e sperando di passarne da parte a parte le linee. Contemporaneamente, attiva il dispositivo Distorsione dello Sciame, che sfruttando la particolare struttura delle navi Egemoni rilascia un disturbo delle comunicazioni che investe le flotte nemiche in un momento cruciale.
E' una manovra da manuale, degna del miglior Ammiraglio dell'Egemonia, che coglie le relativamente inesperte Asari di sorpresa. Proprio mentre l'ultima Portacaccia Asari viene sventrata dalle scariche di phaser, arrivano però altre 4 Fregate, 2 Cacciatorpediniere e 2 Incrociatori Asari a bloccare lo sfondamento.
Vistosi perduto, Kuvander si trasferisce a bordo di un Cacciatorpediniere e ordina di coprire la ritirata alle unità danneggiate. La flotta Udunàic si avventa su quella Egemone, facendone scempio. L'Ammiraglia Egemone, per quanto ancora combattiva, non può nulla contro il fuoco incrociato, e soccombe.
Alla fine della battaglia, solo 1 FR, 1 CT, 1 Incrociatore, 1 Portacaccia e 1 Nave da Battaglia della possente flotta Egemone si salvano, pur se seriamente danneggiate. La flotta Asari perde le sue Portacaccia, 1 Incrociatore, 1 Cacciatorpediniere e 2 Fregate. Più fortunata, per forza di cose, la flotta Udunàic, che perde soltanto 1 Fregata, 1 Cacciatorpediniere, 2 Incrociatori e 1 Nave da Battaglia.
La flotta Udunàic si scatena nel Sistema di Aramyya a caccia delle navi Egemoni ancora presenti: una flottiglia da invasione riesce a scappare nel wormhole che porta a Brathes, seguendo Kuvander, ma una seconda flottiglia viene intercettata dagli Udunàic e disintegrata senza nemmeno chiedere la resa.
SCACCO A LAVI'R
L'idea era buona: attirare l'attenzione della flotta Egemone che controllava Lavi'r con un'esca appetitosa: una flotta abbastanza numerosa da essere un buon bocconcino, composta in parte da navi civili requisite e camuffate per sembrare navi da guerra.
Mentre la flotta principale Egemone inseguiva l'esca, una seconda flotta dell'Alleanza puntava la flotta da invasione che cercava di sbarcare sui pianeti di Lavi'r. L'Ammiraglio Alex Bartolus però si trova di fronte una resistenza inaspettata: la forza da invasione è scortata da 4 Fregate, 1 Portacaccia, 1 Cacciatorpediniere e 1 Incrociatore! Per la sua flotta da 4 Fregate, 5 Cacciatorpediniere e 2 Crotali è troppo!
La forza combinata delle due flotte unite potrebbe sconfiggere la principale flotta Egemone, sperando che la scorta degli invasori non intervenga, ma la situazione non è delle migliori. Di comune accordo, Bartolus contatta Willian Altmann, Ammiraglio della flotta-esca, e insieme decidono per l'abbandono della missione.
Lavi'r rimane sotto il controllo dell'Egemonia.
IL RAID DI MIRANDA
La flotta della Confederazione delle Accompagnatrici su Miranda era ridotta all'osso. Anni e anni di sicurezza, e soprattutto il preoccupante attacco nella Nebulosa di Tchera avevano portato la parte principale delle forze navali confederate altrove, lasciando a Miranda solo 3 navi confederate e una piccola flotta alleata.
Il clima era quindi rilassato a bordo della Sher'un, ammiraglia Confederata, quando una massiccia flotta dalla fattura apparentemente umana, e dalle insegne dell'Egemonia, attacca Miranda! Proveniente dallo spazio profondo, la flotta nemica si muove decisa contro l'Arsenale Navale del Sistema.
Confidando nel fatto che gli assalitori sembrano schierare perlopiù navi leggere (4 Fregate e 2 CT), l'Ammiraglio Finis Valorum contatta la flottiglia alleata al comando di Regis Thana, e si dispone a parare l'attacco. Il nemico sembra montare armamenti potenti, ma la tecnologia delle Accompagnatrici fa degli scudi il suo punto di forza, e il nemico non riesce a sfondare e sembra ripiegare dopo aver perso 2 Fregate e un Cacciatorpediniere. Regis Thana, a questo punto, lancia la flottiglia alleata all'inseguimento. Finis, preoccupato, gli intima di tornare indietro ma viene ignorato.
Ed ecco che la flotta nemica porta avanti le navi pesanti! Un Incrociatore, una Nave da Battaglia e una Portacaccia si lanciano verso la Sher'un. Consapevole dell'incertezza dell'esito di uno scontro frontale, Finis Valorum non ha altra scelta se non quella di emettere una potentissima scarica ionica che circonda la sua nave, e puntare verso il Wormhole che porta ad Istar.
I sistemi di puntamento avversari vengono resi inefficaci dalla nube ionizzata, e solo pochi colpi raggiungono la Sher'un. Comunque, adesso indisturbata, la flotta sconosciuta attacca l'Arsenale, danneggiandolo pesantemente. Regis Thana si accorge troppo tardi della trappola, ed è preso tra due fuochi: il ritorno della squadriglia nemica che inseguiva e l'Incrociatore nemico che si volta a fronteggiarlo.
Senza speranza, Regis si trasferisce su una Fregata e cerca di fuggire. La sua flottiglia si sbanda, e viene completamente distrutta. L'incompetente comandante trova quindi una giusta morte per la sua superficialità.
A bordo della Sher'un in fuga verso Istar, Finis Valorum fa comunque in tempo a vedere il grandioso Arsenale di Miranda venire fatto velocemente a pezzi dal nemico. Stringendo i pugni con la forza della frustrazione, lascia che i ponti superiori della sua Ammiraglia risuonino delle sue imprecazioni.