Silen
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La Guerra dei Giganti
All'inizio di questo funesto anno 3934 l'esercito principale dell'Impero dell'Arpia, ignaro di quanto stà avvenendo a Kyrne Lamiya, varca il confine del territorio degli eldar in quella che appare fin da subito una campagna da lungo tempo progettata. Fila dopo fila le armate al comando dell generalessa Falka invadono e soggiogano con facilità la regione di Entar per poi puntare direttamente su Dor Lomin dove si trova di fronte l'esercito reale Eldar comandato dal generale Elendil e con alla sua testa il Celestiale Loras.
Mentre le due armate si fronteggiano, l'aria sfrigola letteralmente per la ptoenza degli incantesimi di battaglia: al comando del Celestiale, gli alberi si animanoe fromato un possente reggimento si scagliano contro le forze imperiali ma non possono niente contro il ciclopico Arconita: il colosso di ferro e acciaio si apre un varco fra le schiere deit reant e punta direttamente contro il Celestiale...solo per essere sorpreso da una esplosione di energia che los caraventa all'indietro apparentemente stordito mentre l'essere di energia sguaina la propria lama e si scaglia all'attacco.
Oltre 3500 arcieri elfici anneriscono il cielo di frecce mentre lanciano salva dopo salva contro le armate nemiche ma ben poche di queste frecce giungono a segno...i venti sembrano infatti combattere insieme alle arpie deviando o smorzando i micidiali dardi elfici ben pochi dei quali giugnono a segno mentre al contrario le frecce lanciate dalle arpie volano diritte verso il bersaglio colpendo bene e lontano. Un diverso dramma si stà svolgendo al centro dello schieramento dove il nucleo dell'esercito degli Eldar, i possenti Eletti, subisce la carica di oltre 5000 cavalieri corazzati, la crema dell'esercito di schiavarazza. Splendidi soldati, gli Eletti controbattono colpo su colpo mettendo seriamente in difficoltà la cavalleria nemica che esaurito l'impeto della prima carica si trova in condizioni di svantaggio...finchè il suono di un corno richiama i cavalleggeri verso il centro dello schieramento mentre gli Eletti si trovano a dover affrontare una nuova, terribile minaccia: tremila arpie armate dalla testa ai piedi di mithril, l'ennesima arma segreta sfoderata da Falka. Superbamente armate, abituate a combattere fin dall'infanzia le feroci combattenti impegnano a fondo gli Eletti per poi improvvisamente sganciarsi e ritirarsi in volo mentre la cavalleria parte in un'altra carica. Mentre le arpie tentano inutilmente di sfondare il centro delle forze degli Eldar e Celestiale ed Arconita infuriano l'uno contro l'altro, le forze elfiche tentano di sfondare sull'altro lato, la dove sono concentrati i valorosi mercenari della Tempesta Invernale. Veloci ed impavidi, i cavalieri elfici affrontano senza timore le frecce delle arpie costringendole a prendere il volo e ritirarsi e puntando direttamente contro i 1500 lancieri che stanno dietro di esse. Schiavarazza o no, gli umani affrontano valorosamente la carica riuscendo a bloccare le forze della compagnia mercenaria che non riesce a sfondare per quanto intensamente insista.
Lo scontro fra i due possenti eserciti è molto equilibrato e la carneficina è grande: da un lato le armate delle arpie sono più numerose e leggermente meglio armate e abilmente comandate, ma dall'altra parte le forze elfiche sono composte essenzialmente da truppe di elite che non vacillano e non si ritirano e la carneficina è grande da entrambe le parti.
Ora però è il turno degli eldar di mettere in campo la loro arma segreta: dietro invocazione della Regina Elenwen, i morti del mausoleo del Dor Lomin vengono risvegliati in forma di spettri e come un esercito orribile e compatto si scagliano in soccorso dei loro fratelli, con effetti devastanti.: ora è il centro delle arpie ad essere sulla difensiva mentre con grandi urla di gioia la Tempesta Invernale torna all'assalto vedendo l'ala dello scheiramento nemico ondeggiare pericolosamente sotto l'assalto degli Spettri; e le grida di battaglia degli eldar diventano un canto quando sul lato opposto un terribile colpo del Celestiale trafigge l'Arconita al petto in un grande fregore di esplosioni e di luci mentre i cristalli di mana che animano l'essere msotruoso esplodono l'uno contro l'altro e il ttiano d'acciaio crolla a terra, ridotto ad un inutile ammasso dif erro mentre il Celestiale leva la spada verso il cielo
Aiya Túrë!
Aiya Túrë!
Aiya Túrë!
Ma, rapidamente come si è levato, il canto degli Eldar si trasforma in un gemito...un'ombra fa la sua comparsa sul campo di battaglia e le tenebre avvolgono gli eldar: Shooting Star, l'Antico Drago, si scaglia su Loras calando su di lui viogliaccamente alle spalle: Il Celestiale tenta di levare la spada ma viene investito da un getto di fiamma; resiste levando il brando per colpire, ma al secondo assalto crolla a terra investito in pieno dagli artigli del drago. Feroci e bramose le zanne della belva si chiudono sul collo del Celestiale frantumando colloe ossa...e Loras si accascia trasformandosi poco dopo in cenere, ucciso per la seconda volta.
Alle sue spalle un'armata dragonide forte di 15,000 guerrieri, per lo più lancieri e fanteria pesante si lanciano sugli eldar che già assaporavano la vittoria, ridando coraggio alle ormai esauste schiere al comando di Falka che pochi attimi prima erano sul punto di cedere: lo scontro si riaccende più feroce che mai ma sebbene gli Eletti facciano pagare il fio della loro impudenza a molti dragonidi, il danno ormai è fatto: Shooting Star imperversa incenerendo i treant superstiti col suo fiato infuocato e facendo strage di arcieri,cavalleria corazzata e arpie rivestite di mithril si gettano più che mai contro il centro degli Eldar e sul fianco la cavalleria della Tempesta Invernale viene quasi annientata dai lancieri dragonidi mentre persino gli Eletti cominciano a perdersi di animo; infine elendil ordina la ritirata per cercare di salvare il suoe sercito e riesce a disimpegnarsi con abilità, grazie soprattutto agli spettri che sis acrificano una seconda volta per i loro fratelli con la loro forza e òa determinazione che luccica nei loro occhi e che sembra intimorire persino il terribile drago rosso; alla fine della battaglia, avendo difeso un'ultima volta la loro patria gli spettri scompaiono dissolvendosi in una candida nebbia.
L'armata del sud ha ottenuto la vittoria, ma è una vittoria ben amara. dei 25,000 guerrieri iniziali, soltanto 16,000 sono sopravvissuti e il terreno è costellato dei cadaveri di arpie e schiavarazza, resi finalmente uguali di fronte alla morte indifferente; e l'Arconita è ridotto ad un rottame di ferro; si dice che persino la sanguinaria Falka rimanga disgustata di fronte ad un simile massacro.
Non stanno meglio gli Eldar...i valorosi guerrieri della Tempesta Invernale sono caduti fin quasi all'ultimo uomo ed il loro comandante Falastiel è stato fatto prigioniero dai dragonidi...a tutti gli effetti la Tempesta Invernale non esiste più. Insieme a loro giacciono oltre tremila eldar, umili arcieri come orgogliosi Eletti, e l'esercito efico è ridotto di quasi seimila effettivi: solamente i dragonidi hanno subito perdite limtiate e possono gioire di questa vittoria.
Una volta di più Dor Lomin è inondata di sangue e alcuni cominciano a bisbigliare che quella regione, così spessot eatro di cruenti massacri, deve essere maledetta, dannata agli occhi degli dei e degli uomini.
La Battaglia del Mare delle Tempeste
Mentre nel Dor Lomin infuria la guerra, una squadra navale eldar forte di 20 navi da guerra si unisce ad un distaccamento della grande flotta di Ishitara, comprendente a sua volta 20 navi da guerra e 10 galee, per poi recarsi nel Mare delle Tempeste con l'intento di indagare sugli attacchi ai emrcantili avvenuti lo scorso anno da una flotta misteriosa stranamente somigliante a quella del regno di Re Shiran.
Giunto nel Mare delle Tempeste la flotta alleata si imbatte però nel groosso della flotta dell'impero meridionale pari a 100 navi di cui 30 navi da guerra e 70 galee. Lo scontro inevitabile e il suo esito, vista la drammatica sproporzione delle forze in campo, segnato fin dall'inizio nonostante il valore dei marinai di Ishitara e l'accanita resitenza degli eldar. Quando la battaglia ha termine e finalmente le superstite navi alleate riescono a ritirarsi ben 18 navi da guerra eldar e 12 navi da guerra di Ishitara risultano affondate oltre a tutte le galee. L'ammiraglia del comandante Gawain Talarim è affondata dopo essere andata in fiamme a causa delle frecce infuocate del nemico e il comandante è affondato con essa, nella migliore tradizione marinaresca.
All'inizio di questo funesto anno 3934 l'esercito principale dell'Impero dell'Arpia, ignaro di quanto stà avvenendo a Kyrne Lamiya, varca il confine del territorio degli eldar in quella che appare fin da subito una campagna da lungo tempo progettata. Fila dopo fila le armate al comando dell generalessa Falka invadono e soggiogano con facilità la regione di Entar per poi puntare direttamente su Dor Lomin dove si trova di fronte l'esercito reale Eldar comandato dal generale Elendil e con alla sua testa il Celestiale Loras.
Mentre le due armate si fronteggiano, l'aria sfrigola letteralmente per la ptoenza degli incantesimi di battaglia: al comando del Celestiale, gli alberi si animanoe fromato un possente reggimento si scagliano contro le forze imperiali ma non possono niente contro il ciclopico Arconita: il colosso di ferro e acciaio si apre un varco fra le schiere deit reant e punta direttamente contro il Celestiale...solo per essere sorpreso da una esplosione di energia che los caraventa all'indietro apparentemente stordito mentre l'essere di energia sguaina la propria lama e si scaglia all'attacco.
Oltre 3500 arcieri elfici anneriscono il cielo di frecce mentre lanciano salva dopo salva contro le armate nemiche ma ben poche di queste frecce giungono a segno...i venti sembrano infatti combattere insieme alle arpie deviando o smorzando i micidiali dardi elfici ben pochi dei quali giugnono a segno mentre al contrario le frecce lanciate dalle arpie volano diritte verso il bersaglio colpendo bene e lontano. Un diverso dramma si stà svolgendo al centro dello schieramento dove il nucleo dell'esercito degli Eldar, i possenti Eletti, subisce la carica di oltre 5000 cavalieri corazzati, la crema dell'esercito di schiavarazza. Splendidi soldati, gli Eletti controbattono colpo su colpo mettendo seriamente in difficoltà la cavalleria nemica che esaurito l'impeto della prima carica si trova in condizioni di svantaggio...finchè il suono di un corno richiama i cavalleggeri verso il centro dello schieramento mentre gli Eletti si trovano a dover affrontare una nuova, terribile minaccia: tremila arpie armate dalla testa ai piedi di mithril, l'ennesima arma segreta sfoderata da Falka. Superbamente armate, abituate a combattere fin dall'infanzia le feroci combattenti impegnano a fondo gli Eletti per poi improvvisamente sganciarsi e ritirarsi in volo mentre la cavalleria parte in un'altra carica. Mentre le arpie tentano inutilmente di sfondare il centro delle forze degli Eldar e Celestiale ed Arconita infuriano l'uno contro l'altro, le forze elfiche tentano di sfondare sull'altro lato, la dove sono concentrati i valorosi mercenari della Tempesta Invernale. Veloci ed impavidi, i cavalieri elfici affrontano senza timore le frecce delle arpie costringendole a prendere il volo e ritirarsi e puntando direttamente contro i 1500 lancieri che stanno dietro di esse. Schiavarazza o no, gli umani affrontano valorosamente la carica riuscendo a bloccare le forze della compagnia mercenaria che non riesce a sfondare per quanto intensamente insista.
Lo scontro fra i due possenti eserciti è molto equilibrato e la carneficina è grande: da un lato le armate delle arpie sono più numerose e leggermente meglio armate e abilmente comandate, ma dall'altra parte le forze elfiche sono composte essenzialmente da truppe di elite che non vacillano e non si ritirano e la carneficina è grande da entrambe le parti.
Ora però è il turno degli eldar di mettere in campo la loro arma segreta: dietro invocazione della Regina Elenwen, i morti del mausoleo del Dor Lomin vengono risvegliati in forma di spettri e come un esercito orribile e compatto si scagliano in soccorso dei loro fratelli, con effetti devastanti.: ora è il centro delle arpie ad essere sulla difensiva mentre con grandi urla di gioia la Tempesta Invernale torna all'assalto vedendo l'ala dello scheiramento nemico ondeggiare pericolosamente sotto l'assalto degli Spettri; e le grida di battaglia degli eldar diventano un canto quando sul lato opposto un terribile colpo del Celestiale trafigge l'Arconita al petto in un grande fregore di esplosioni e di luci mentre i cristalli di mana che animano l'essere msotruoso esplodono l'uno contro l'altro e il ttiano d'acciaio crolla a terra, ridotto ad un inutile ammasso dif erro mentre il Celestiale leva la spada verso il cielo
Aiya Túrë!
Aiya Túrë!
Aiya Túrë!
Ma, rapidamente come si è levato, il canto degli Eldar si trasforma in un gemito...un'ombra fa la sua comparsa sul campo di battaglia e le tenebre avvolgono gli eldar: Shooting Star, l'Antico Drago, si scaglia su Loras calando su di lui viogliaccamente alle spalle: Il Celestiale tenta di levare la spada ma viene investito da un getto di fiamma; resiste levando il brando per colpire, ma al secondo assalto crolla a terra investito in pieno dagli artigli del drago. Feroci e bramose le zanne della belva si chiudono sul collo del Celestiale frantumando colloe ossa...e Loras si accascia trasformandosi poco dopo in cenere, ucciso per la seconda volta.
Alle sue spalle un'armata dragonide forte di 15,000 guerrieri, per lo più lancieri e fanteria pesante si lanciano sugli eldar che già assaporavano la vittoria, ridando coraggio alle ormai esauste schiere al comando di Falka che pochi attimi prima erano sul punto di cedere: lo scontro si riaccende più feroce che mai ma sebbene gli Eletti facciano pagare il fio della loro impudenza a molti dragonidi, il danno ormai è fatto: Shooting Star imperversa incenerendo i treant superstiti col suo fiato infuocato e facendo strage di arcieri,cavalleria corazzata e arpie rivestite di mithril si gettano più che mai contro il centro degli Eldar e sul fianco la cavalleria della Tempesta Invernale viene quasi annientata dai lancieri dragonidi mentre persino gli Eletti cominciano a perdersi di animo; infine elendil ordina la ritirata per cercare di salvare il suoe sercito e riesce a disimpegnarsi con abilità, grazie soprattutto agli spettri che sis acrificano una seconda volta per i loro fratelli con la loro forza e òa determinazione che luccica nei loro occhi e che sembra intimorire persino il terribile drago rosso; alla fine della battaglia, avendo difeso un'ultima volta la loro patria gli spettri scompaiono dissolvendosi in una candida nebbia.
L'armata del sud ha ottenuto la vittoria, ma è una vittoria ben amara. dei 25,000 guerrieri iniziali, soltanto 16,000 sono sopravvissuti e il terreno è costellato dei cadaveri di arpie e schiavarazza, resi finalmente uguali di fronte alla morte indifferente; e l'Arconita è ridotto ad un rottame di ferro; si dice che persino la sanguinaria Falka rimanga disgustata di fronte ad un simile massacro.
Non stanno meglio gli Eldar...i valorosi guerrieri della Tempesta Invernale sono caduti fin quasi all'ultimo uomo ed il loro comandante Falastiel è stato fatto prigioniero dai dragonidi...a tutti gli effetti la Tempesta Invernale non esiste più. Insieme a loro giacciono oltre tremila eldar, umili arcieri come orgogliosi Eletti, e l'esercito efico è ridotto di quasi seimila effettivi: solamente i dragonidi hanno subito perdite limtiate e possono gioire di questa vittoria.
Una volta di più Dor Lomin è inondata di sangue e alcuni cominciano a bisbigliare che quella regione, così spessot eatro di cruenti massacri, deve essere maledetta, dannata agli occhi degli dei e degli uomini.
La Battaglia del Mare delle Tempeste
Mentre nel Dor Lomin infuria la guerra, una squadra navale eldar forte di 20 navi da guerra si unisce ad un distaccamento della grande flotta di Ishitara, comprendente a sua volta 20 navi da guerra e 10 galee, per poi recarsi nel Mare delle Tempeste con l'intento di indagare sugli attacchi ai emrcantili avvenuti lo scorso anno da una flotta misteriosa stranamente somigliante a quella del regno di Re Shiran.
Giunto nel Mare delle Tempeste la flotta alleata si imbatte però nel groosso della flotta dell'impero meridionale pari a 100 navi di cui 30 navi da guerra e 70 galee. Lo scontro inevitabile e il suo esito, vista la drammatica sproporzione delle forze in campo, segnato fin dall'inizio nonostante il valore dei marinai di Ishitara e l'accanita resitenza degli eldar. Quando la battaglia ha termine e finalmente le superstite navi alleate riescono a ritirarsi ben 18 navi da guerra eldar e 12 navi da guerra di Ishitara risultano affondate oltre a tutte le galee. L'ammiraglia del comandante Gawain Talarim è affondata dopo essere andata in fiamme a causa delle frecce infuocate del nemico e il comandante è affondato con essa, nella migliore tradizione marinaresca.
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