"Zothar qui non farebbe male ad una mosca! Non è sveglio abbastanza per avere cattivi propositi, ve l'assicuro! Non sanno nemmeno metter tre parole in fila, i Troll. E sono obbedienti. E soprattutto, i Troll su al nord non prendono ordini dagli orchi, ma da noi. Li abbiamo vinti in guerra, e fatti vassalli, e hanno lottato al nostro fianco contro i nostri nemici, caduti compresi. Sappiamo dell'odio millenario tra la vostra gente e gli Orchi, ma vi assicuro che Zothar, qua, non ha mai menato un nano. Ho diviso con dei Nani il mio rancio e la mia acquavite, sempre con Zothar al mio fianco. Vi assicuro, mastro Nano, che da noi non avete nulla da temere"
Agli ordini muti di Rakharro, gesti impercettibili inframmezzati al suo discorso, Zothar si era accucciato a terra, le mani ancora alzate, le gambe incrociate,
in una innocua posizione di riposo.
Sapeva che quando al vecchio Sauriano era permesso di parlare i problemi si sarebbero risolti.
Il vecchio arciere, invece, era teso come una corda di violino. Ricordava tutte le volte che, a Ishitara come a Justa, lo avevano squadrato come una curiosità esotica.
"So che le mie storie sono assurde alle vostre orecchie, ma veniamo realmente dall'altro capo del mondo. Se mi avessero detto, prima di partire, che che vi erano montagne più alte, pianure più verdi, estati più calde di quelle di casa nostra, non gli avrei creduto, come ora voi non credete a me.
Vi racconterò, se volete, delle steppe battute dal vento, dove bestie grandi come cattedrali brucano in mandrie sterminate. Delle superbe città sul fiume, con i canali al posto delle strade ed i palazzi di stoffa, di carta e di legno laccato. Della landa desolata al confine coi Caduti, dove tanti dei miei compatrioti hanno versato il sangue.
Ma di raccontare, mi direte, sono buoni tutti. Una lingua sconosciuta potrebbe essere un codice di spie, potreste dire. Ho sorvegliato anch'io il confine, quando ancora ero ragazzo, e condivido la giustezza del sospetto e la paura dell'ingannno.
Osservate allora la mia apparenza, la mia razza, la pelle tirata su queste vecchie ossa. L'avete vista mai una creatura come il sottoscritto? O credete che anch'io sia un Orco con le penne, un Goblin con la coda?"