Dyolance
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Nell'anno immediatamente successivo alla sua ascesa al trono e all'inizio di una Creta finalmente unificata sotto un'unica egida, per quanto impegnato in ulteriori riforme infrastrutturali che avrebbero per sempre cambiato il volto e l'identità dell'isola regina dell'Egeo, Minosse trovò comunque il tempo di guardare altrove.
La fortuna aiuta gli audaci ma è anche vero che chi si muove senza un reale obiettivo non è padrone del proprio destino, o quanto meno dimostra quanto la Moira sia per lui crudele.
Difatti, era chiaro come Minosse fosse in cerca di qualcosa. Innumerevoli agenti ed inviati cretesi avevano calcato le corti, le città, le vie ed in generale le terre di molte delle isole o città-stato della Grecia, in una chiara ricerca di un determinato oggetto che per il Re Giusto rappresentava il primo passo verso l'Età dell'Oro che già sognava per la propria gente.
Sguinzagliati quindi i suoi vari aiutanti, Iperione aveva promesso al proprio sire di terminare il suo primo incarico in nemmeno un anno... E quando finalmente da uno dei suoi uccelletti giunse voce che l'oggetto del desiderio di Minosse fosse stato trovato si mise lui stesso in viaggio immediatamente, raggiungendo il suo sottoposto su di una piccola isola a Nord e non lontano da Creta.
Giunto sul posto non poté che accertarsi della verità contenuta nel rapporto del suo inviato ed in fretta e furia tornò alla corte di Knossos, ai piedi del trono di Minosse, per riportare umilmente la buona riuscita della sua missione.
Così si spiega il cavalcare delle onde del Re Giusto, che alla guida di tre suoi vascelli si mise immediatamente in viaggio verso il luogo descritto. Accompagnato dai suoi più fedeli servitori (il cuore vero della corte cretese al completo) e qualche guardia per questioni di sicurezza verso Nord, verso una delle isole che ancora desideravano essere battezzate con nome.
Misterioso ed illeggibile come sempre, non v'era felicità sul suo volto, neanche umanità, ma solo uno sguardo truce di intensa concentrazione, come se fosse occupato ad attendere un compito istituzionale che una visita di piacere.
Fu un viaggio placido, aiutato da un mare calmo e quasi definibile di bonaccia.
Molti, al vedere il Re Giusto improvvisamente così all'interno di quella nuova materia, chiesero a Iperione quale fosse stata la missione affidatagli. Egli rimase sul vago, dicendo che avrebbero attraccato su di un'isola solitaria abitata da una popolazione indipendente e non affiliata a nessuna potenza, probabibilmente pacifica ma sconosciuta anche a chi era stato inviato da quelle parti (proprio perché aveva limitato quanto più possibile il suo contatto con gli autoctoni). Tuttavia, per quanto fossero fumose e vaghe le sue confessioni, l'incalzare delle domande lo tradì sempre di più, costringendolo alla rivelazione finale su cosa fosse l'oggetto della ricerca, del desiderio e la chiave del prossimo futuro di Creta.
Quando fu sul punto di aprire bocca fu lo stesso Re a precederlo, soddisfando la curiosità dei cortigiani impiccioni.
"La mia sposa." - rivelò con un ghigno beffardo e serpentino.
Iperione aggiunse poi ai vari interessati quanto la richiedesse la più bella donna a cui la Grecia avesse mai dato i natali. "Afrodite incarnata" erano state le testuali parole del Re Giusto.
Attracarono pochi minuti dopo, in attesa di essere accolti da una sorta di delegazione.
La fortuna aiuta gli audaci ma è anche vero che chi si muove senza un reale obiettivo non è padrone del proprio destino, o quanto meno dimostra quanto la Moira sia per lui crudele.
Difatti, era chiaro come Minosse fosse in cerca di qualcosa. Innumerevoli agenti ed inviati cretesi avevano calcato le corti, le città, le vie ed in generale le terre di molte delle isole o città-stato della Grecia, in una chiara ricerca di un determinato oggetto che per il Re Giusto rappresentava il primo passo verso l'Età dell'Oro che già sognava per la propria gente.
Sguinzagliati quindi i suoi vari aiutanti, Iperione aveva promesso al proprio sire di terminare il suo primo incarico in nemmeno un anno... E quando finalmente da uno dei suoi uccelletti giunse voce che l'oggetto del desiderio di Minosse fosse stato trovato si mise lui stesso in viaggio immediatamente, raggiungendo il suo sottoposto su di una piccola isola a Nord e non lontano da Creta.
Giunto sul posto non poté che accertarsi della verità contenuta nel rapporto del suo inviato ed in fretta e furia tornò alla corte di Knossos, ai piedi del trono di Minosse, per riportare umilmente la buona riuscita della sua missione.
Così si spiega il cavalcare delle onde del Re Giusto, che alla guida di tre suoi vascelli si mise immediatamente in viaggio verso il luogo descritto. Accompagnato dai suoi più fedeli servitori (il cuore vero della corte cretese al completo) e qualche guardia per questioni di sicurezza verso Nord, verso una delle isole che ancora desideravano essere battezzate con nome.
Misterioso ed illeggibile come sempre, non v'era felicità sul suo volto, neanche umanità, ma solo uno sguardo truce di intensa concentrazione, come se fosse occupato ad attendere un compito istituzionale che una visita di piacere.
Fu un viaggio placido, aiutato da un mare calmo e quasi definibile di bonaccia.
Molti, al vedere il Re Giusto improvvisamente così all'interno di quella nuova materia, chiesero a Iperione quale fosse stata la missione affidatagli. Egli rimase sul vago, dicendo che avrebbero attraccato su di un'isola solitaria abitata da una popolazione indipendente e non affiliata a nessuna potenza, probabibilmente pacifica ma sconosciuta anche a chi era stato inviato da quelle parti (proprio perché aveva limitato quanto più possibile il suo contatto con gli autoctoni). Tuttavia, per quanto fossero fumose e vaghe le sue confessioni, l'incalzare delle domande lo tradì sempre di più, costringendolo alla rivelazione finale su cosa fosse l'oggetto della ricerca, del desiderio e la chiave del prossimo futuro di Creta.
Quando fu sul punto di aprire bocca fu lo stesso Re a precederlo, soddisfando la curiosità dei cortigiani impiccioni.
"La mia sposa." - rivelò con un ghigno beffardo e serpentino.
Iperione aggiunse poi ai vari interessati quanto la richiedesse la più bella donna a cui la Grecia avesse mai dato i natali. "Afrodite incarnata" erano state le testuali parole del Re Giusto.
Attracarono pochi minuti dopo, in attesa di essere accolti da una sorta di delegazione.
@giobia86 ruolata per l'annessione della provincia bianca 33. Personaggio utilizzato: Minosse
di base la ruolata è appunto incentrata sulla ricerca di una moglie per minosse. Si sa che i matrimoni sono un buon modo per guadagnare territori/stabilire rapporti di amicizia. Storicamente la moglie di minosse si chiamava Pasifae, vedi tu se vuoi essere fedele alla mitologia o distanziarti, per me è indifferente!
di base la ruolata è appunto incentrata sulla ricerca di una moglie per minosse. Si sa che i matrimoni sono un buon modo per guadagnare territori/stabilire rapporti di amicizia. Storicamente la moglie di minosse si chiamava Pasifae, vedi tu se vuoi essere fedele alla mitologia o distanziarti, per me è indifferente!