Diploannessione [Ordine della Rosa] - Amonkhosia

Last Century

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Oramai lo spazio vitale sicuro e limitrofo iniziava a scarseggiare e con il nord minacciato dalle distese di non morti e Trallesia ancora incistata nel cuore del regno, l'unica direttrice di espansione che potesse anche iniziare a proteggere l'Ordine era seguire le montagne verso nord, senza spingersi laddove i morti imperavano nelle terre maledette. L'ultima landa utile in tal senso, almeno secondo le antiche mappe, era l'estremo confine del fu Impero Rahonavide: Amonkhosia. Immersa nel profondo nord svettava sulla carta come l'ultima vetta prima che le terre sprofondassero tragicamente nelle vallate congelate che ospitavano null'altro che i decadenti corpi di infinite ere precedenti. E sul quel monte, aveva decretato Isilwen, avrebbero iniziato a creare la linea difensiva per tutto quello che stava al di sotto, per tutto quel che restava di Ea. Non sarebbe stato che l'inizio di un processo lungo, metodico e pericoloso, ma senza quel caposaldo tutto il resto delle difese e delle attività agricole e produttive del reame sarebbe stato perennemente minacciato, esposto. Così, dopo essersi ritrovata amica di un'arpia centenaria, amante di una efreeti e invischiata in un rapporto di dubbia origine con Agarwaen, l'ibrida, Carnifinda avrebbe dovuto affrontare la sua ennesima esplorazione verso nord. Oramai veterana decennale, i suoi movimenti erano misurati e precisi, tra l'altro aveva stabilito di partire direttamente da Din-Halek, così da impiegare pochissimi giorni per sconfinare e aver più tempo possibile, dell'estate, per esplorare la montagna. Evitando infatti di muoversi anche solo in primavera, conscia che il freddo e la nave avrebbero potuto renderle l'incedere lento e inutilmente difficile, aveva preferito aspettare i primi dell'estate e solo allora s'era mossa varcando il confine coi suoi sodali, anche loro rei di una certa incrollabile fiducia nell'esploratrice drow.

La montagna attendeva.

@Silen Esploriamo Amonkhosia, con Carnifinda la disgraziata.
 

Silen

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Al tempo dell'Ultima Guerra, Amonkhosia era stata una regione di frontiera, solo recentemente reclamata dalle wasteland nordiche e quindi priva di insediamenti di una certa importanza. Trecento anni dopo la regione appariva incontaminata, bella e selvaggia. Con ogni probabilità era passato molto tempo dall'ultima volta in cui degli esseri senzienti si erano avventurati fra le cime coperte di neve e i profondi crepacci della regione.
 

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A colpo d'occhio sembrava Amonkhosia dava l'idea di essere un luogo perfetto per una fortezza protetta da aspre montagne e gole scoscese. Un avamposto di frontiera com'era stato un tempo che avrebbe illuminato la via ai futuri esploratori e rimarcato il confine tra i vivi ed i morti. Carnifinda però voleva essere particolarmente cauta, quindi prima di prendere decisioni avventate decise di controllare un poco meglio la regione, in particolare le parti basse lontano dai picchi, sulle poche valli, così da capire se vi fossero o meno minacce di cui guardarsi e solo in un secondo momento sarebbe salita sulle cime - almeno fin dove voleva la ragionevolezza e permetteva l'equipaggiamento - per controllarle. Non che le dispiacesse l'idea di aver trovato, per una volta, una terra seppur brulla meno ostile alla vita mortale.
 

Silen

Get a life
Ironicamente, quella regione sembrava fatta apposta per ricordare alla drow alcune delle sue più recenti peripezie. Qualsiasi cosa si potesse pensare di Bilqis, ad esempio, il fuoco e ilc alore che la creatura dell'Altrove padroneggiava ed evocava a volontà sarebbero stati comodi sui picchi innevati. E il timore, sempre presente, di incontrare qualche mostruosità non morta sarebbe stato meno pressante se l'esploratrice avesse potuto portarsi dietro Agarwaen con il suo imponente arsenale di armi naturali.
Oppure semplicemente Carnifinda era una drow bislacca, anche questo in fondo era possibile!
Una volta tanto però la drow sembrava davvero che avesse trovato una regione relativamente tranquilla per quanto selaggia e disabitata; l'unica novità degna di rilievo fu l'avvistamento, dopo oltre una settimana di viaggio, di quello che all'apparenza sembrava essere un piccolo fuoco di bivacco. Questo almeno suggeriva il filo di fumo che si vedeva a breve distanza.
 

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Quando la drow vide il fumo, giustappunto mentre pensava alla sua focosa compagna di letto dell'Altrove per scaldarsi dalle fredde cime, per poco non le parve di aver le traveggole. In un luogo così ostile e remoto qualcuno aveva acceso un fuoco per scaldarsi? Immediatamente, ma con una discreta circospezione, onde evitare di scoprirsi, avanzò verso la fonte del fumo, cercando di vedere chi mai avesse avuto l'ardire di stabilirsi in quel luogo remoto.
 

Silen

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Quello che trovò Carnifinda fu un piccolo accampamento dove tre figure umanidi avvolte in ampi mantelli e cappucci per ripararsi dal freddo si stavano riscaldando attorno a un vivace focherello. Una delle tre impugnava un piccolo strumento a corda (gdr off, perdonatemi l'imprecisione, non sono un gran che come melomane e non ricordo come si chiama lo strumento in oggetto. Non la chitarra ma quello più piccolo...) e strimpellava un motivo che la drow non riconobbe, cantando con voce chiara e cristallina.

One for the Empress, the First of us all;
One for her sisters, who answered the call;
One for her ein'kethi, who were chosen of old;
One for her warriors, and the swords that they hold

Two is for discipline, heedless of trial
Three for the gleam, of a jewel or a smile
Four for fidelity, facing ahead
Five for tradition, and debts to the dead
Six for the truth, over solace in lies
Seven for beauty, that blossoms and dies
Eight for salvation, no matter the cost
Nine for the tomb, and for all that was lost


Semicit. con un piccolo adattamento ^__^
 

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Di tutto quel piacevole cantare la drow capì una singola parola che aveva già sentito un paio di volte. "ein'kethi". Non essendo una studiosa non ne conosceva il significato profondo, invero era già tanto che l'avesse sentita per interposta persona, ma quando posò gli occhi sulle tre figure si fermò un istante, non volevo piombare su di loro all'improvviso. «Salve.» esordì, alzando una mano in segno di saluto. «Non credevo di trovare qualcuno in cima alle montagne... Carnifinda, esploratrice dell'Ordine della Rosa.» si presentò sbrigativamente, per non far sorgere nel trio strane paure o sospetti. Solo a quel punto, con un minimo di attenzione, fece un paio di passi in avanti restando comunque a debita distanza. Era meglio essere prudenti che piangere un errore.
 

Silen

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"Fatevi pure avanti, Carnifinda dell'Ordine della Rosa" disse una delle tre figure incappucciate accennando al fuoco "sedetevi accanto a noi e riposate. Spero che amiate la musica...noi la troviamo rinfrescante dopo un lungo viaggio e amiamo indulgere nel canto in queste lunghe soste."
La seconda viandante intanto, vedendo che Carnifinda e i suoi sembravano farsi avanti in maniera pacifica, aveva ripreso a cantare, questa volta un motivo in lingua comune.

Io cammino nell'oscurita; sono libera.
Io non abito nessun mondo; sono libera.
Io non amo e non temo niente...
Sono libera.
Accogli con gioia la mia venuta
Abbraccia in me la tua fine
Questa è la fine di tutto
Io sono la fine di tutto.
 

Last Century

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L'inquietudine di trovare tre persone ammantate in mezzo al nulla più assoluto non faceva stare per niente tranquilla la drow. Ammesso e non concesso che fossero comunque persone "normali" c'era qualcosa che aveva dello strano, a dir poco. Carnifinda fece cenno agli uomini di rimanere indietro e non arrischiarsi, mentre lei s'avvicinava lentamente alle figure incappucciate, cercando nemmeno troppo di nascosto d'osservar sotto i cappucci. «Non siete vampiri vero? O morti...» domandò, con la stessa naturalezza con cui avrebbe chiesto a qualcuno il colore dei capelli. Oramai dopo Kairos non si sarebbe più stupita di nulla. «Chiedo per... scrupolo.» lentamente, e con circospezione tale da far sembrare che si trovasse in una forra di leoni famelici, Cernifinda prese posto.
«La canzone è molto bella.» commentò, quando le strofe furono finite. «Ma che ci fate spersi quassù? Chi siete?»
 

Silen

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"Vampiri? No, affatto. Siamo vive come voi. Niente di meno e niente di più." disse la prima figura ridacchiando. La seconda figura accennò col capo in direzione di Carnifinda, accettando il complimento e riprese nuovamente a cantare, sempre in lingua comune visto che la drow non sembrava essere poliglotta.

Uno per l'Imperatrice, la Prima di noi tutte
Uno per le sue Sorelle alla chiamata accorse
Uno per le sue ein'kethi nel tempo antico scelte
Uno per le sue guerriere e la loro spada splendente

Due per la disciplina, del giudizio incurante;
Tre per una gemma o un sorriso smagliante;
Quattro per la lealtà, che guarda avanti;
Cinque per la tradizione e il dovuto ai defunti;
Sei per il vero, che la menzogna scalfisce;
Sette per la bellezza che sboccia e perisce;
Otto per la salvezza, che nessun prezzo rifiuta;
Nove per il sepolcro e per ogni cosa perduta.


"Beh, probabilmente la stessa cosa che state facendo voi" stava intanto rispondendo la prima figura incappucciata "siamo viaggiatrici, esploratrici in un certo senso." le tre figure non avevano cambiato posizione ma nemmeno avevano discosto i cappucci; una era in piedi a una certa distanza da Carnifinda, la seconda e la terza accanto al fuoco. La terza non aveva ancora parlato.
 

Last Century

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Quell'atmosfera, seppur in apparenza gioviale, faceva provare un brivido d'inquietudine lungo la schiena alla drow. C'era qualcosa di strano nel comportamento di quelle tre figure, erano troppo immobili, troppo... rilassate per trovarsi dove si trovavano. E poi quelle canzoni, quei rimandi, persino ad una che sui libri c'era stata il giusto per apprendere l'arte della lettura non potevano sfuggire. Le storie, per distorte, erano arrivate lontano e da lontano. «Aspetta... quella canzone.» cercò di attirare l'attenzione della musicante. «Parla di Silene?» chiese. «Nelle nostre biblioteche abbiamo dei volumi scritti da... ahn non mi ricordo il nome, ma l'opera è "La storia magna di Ea". Come fate a conoscere queste strofe?» la curiosità era tanta, pareggiata solo dal timore di trovarsi dinnanzi a qualcosa di strano e alieno. E in quel momento sì che sentì la mancanza della sua efreeti e del nuovo cucciolo furibondo trovato tra le montagne.

«State mettendo inquietudine persino ad una drow, ve lo dico....»
 

Silen

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"Mahiri ricorda molte delle canzoni del tempo che fu e anche qualcuna che venne composta dopo. Possiede quello che potresti chiamare un bernoccolo per la musica. Il mio nome è Arada e la nostra amica silenziosa è Thorn. Non sono certa in realtà che sia il suo vero nome ma è così che la chiamo e a lei non sembra dispiacere" Arada si strinse nelle spalle "Abbiamo girato molto, noi tre. "
La successiva affermazione provocò una risata "Davvero? Non avrei maic reduto che tre povere viandanti potessero intimidire un elfo scuro. Non ci sono più i drow di una volta..."

La figura designata come Mahiri inclinò il capo e strimpellò ancora un paio di versi

Elfo od umano
Tu che ruoti il timone e volgi lo sguardo al vento
Pensa a Fleba
Che un tempo era alto e bello, proprio come te.
 

Last Century

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«Dopo quello che ho trovato esplorando la nuova Ea credetemi, nessuno sano di mente ignorerebbe i brividi lungo la schiena. Né drow, né nano, né uomo.» rispose, assai seria. E ne aveva tutto il diritto visto quel che aveva passato sino a quel momento. «Però non riesco a capire, siete esploratrici... girovaghe? Cantate di tempi lontani e persone che non mi sovvengono alla memoria, non avete un insediamento, una terra a cui appartenete?» chiese, sempre più curiosa. «Siamo venuti qui per vedere se la montagna era abbastanza sicura per costruire una fortezza da cui tenere a bada i passi montani. Al nord i non morti si annidano ancora in quantità smodate, ma credo lo sappiate.» disse.
«Se vi serve un posto dove stare le nostre porte sono aperte a tutti i sopravvissuti, chiaramente.» s'affrettò ad aggiungere. «Ma ammetterete che è strano trovare tre persone in cima ad un monte nel cuore di terre ostili! La mia curiosità è almeno giustificata.»
 

Silen

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"Beh è insito nell'essere girovaghe il non avere una patria, non vi pare?" osservò Arada "vi possiamo confermare che a nord di questa regione non c'è molto da vedere, ma questa terra è relativamente sicura. Per lo meno, noi non siamo state disturbate, non è vero?" concluse rivolgendosi alle altre

Nata dalla morte, la morte io non temo cantò Mahiri.
Thorn rimase in silenzio.

"In fondo però non posso biasimare la vostra curiosità" proseguì Arada "ed è pur vero che siamo viaggiatrici piuttosto...desuete diciamo. Se proprio lo desiderate potremmo scoprirci il capo ma vi avverto che potrebbe non piacervi quello che vedrete."
 

Last Century

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«Non vorrei forzarvi a farlo, ma se l'unico problema sono io... dopo quello che ho visto dubito che qualsiasi cosa abbiate mi possa far del male. Tra incubi, demoni e mostri, fin'ora ho veduto di tutto.» ammise Carnifinda, oramai troppo curiosa. «Ho persino incontrato persone afflitte da mutazioni tremende, al limite della razionale comprensione.» affermò. «Però davvero, se non vi sentite non sarò io a costringervi. Se la terra non è la vostra e non avete problemi con il nostro insediarci a queste latitudini, la vostra presenza sarà sempre ben accolta.»
 

Silen

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"Molto bene allora che sia." Arada sollevò il cappuccio e mostrò il suo volto: si trattava di una elfa, dall'aspetto volendo anche abbastanza ordinario se non fosse per gli occhi: le palpebre serrate erano coperte da una serie di cuciture di spesso filo nero.
Mahiri sollevò a sua volta il cappuccio; si trattava di una alata ma ciò che spiccava maggiormente erano le due tremende cicatrici che portava ai lati del capo, là dove un tempo dovevano esserci state le sue orecchie.
L'ultima a levarsi il cappuccio fu la silenziosa Thorn che si rivelò essere una driade; esteriormente non sembrava avere alcuna menomazione ma la creatura dei boschi, in maniera piuttosto ostentata, spalancò la bocca per mostrare come il suo silenzio dipendesse dal fatto che era priva della lingua, dopodichè gratificò la drow di un asciutto sorriso.

Nell'attimo di silenzio che seguì la rivelazione delle tre viandanti, Mahiri strimpellò nuovamente il suo strumento
Se questo è tutto ciò che vedi di me, allora non mi stai vedendo affatto cantò traendo l'ennesima citazione musicale.
 

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Quando Carnifinda vide le condizioni delle tre donne non ne rimase che sorpresa. Non spaventata o altro, ma decisamente sorpresa, e glielo si poteva leggere in faccia come su un libro aperto. Un momento e la sua testa si riempì delle più disparate domande sui motivi per cui recavano simili mutilazioni sul corpo, ma non riuscì a che ad esternarne solo poche. «Questo è... spiacevole.» commentò. «Dovete essere persone straordinarie per sopravvivere in un mondo così ostile nelle vostre condizioni. Ma se posso azzardare, non credo che simili ferite siano frutto di casualità, nevvero? Ricordate molto vecchie leggende per bambini.» le squadrò per un lungo istante.
«Conoscete la leggenda delle tre scimmiette? Non vedere male, non parlare male, non udire male.» disse. «Normalmente non ci baderei molto, lo ammetto, ma dopo quello che ho visto non posso ignorare il fatto che siate assai più particolari di quello che mi aspettavo di trovare. Avete forse visto, sentito e parlato di qualcosa che non v'era concesso?»
 

Silen

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Arada si limitò a sorridere.
Chi sa non parla cantò Mahiri chi parla, non sa.
Thorn accennò col capo qualcosa che poteva essere un assenso, ma anche no.
 

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Carnifinda si fermò un attimo, ponderando. Le piaceva quel piccolo indovinello, quella sfida, e visto che le tre erano così gentile e bendisposte, così come la regione pacifica, perdere qualche ora del suo tempo non le dispiaceva affatto. C'era molto da sapere, e pochi a cui chiedere, occasioni come quella andavano sfruttate appieno.
«Quindi... Arada e Mahiri non sanno del tutto cosa è successo.» guardò la driade. «Ma Thorn sì. Però lei è muta e non può dircelo nemmeno volendo. Io penso che, e correggetemi se sbagliato, forse Arada e Mahiri sanno qualcosa di cui non hanno certezza, una l'ha solo veduto e l'altra solo sentito, ma Thorn è l'unica ad averlo davvero visto.» si portò un dito alle labbra, pensosa. «Potreste dirmi quel poco che ricordate su cosa vi è successo, e Thorn potrebbe annuire e scrollare la testa a seconda se quello che dite è la verità o una distorsione della stessa.» a quel punto si fermò sull'arpia, indicandosi le labbra. «Riesci a leggere le mie labbra? Hai capito quello che vorrei provare?» domandò, parlando piano e scandendo attentamente le parole.
 

Silen

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Mahiri indirizzò una occhiata ironica alla drow e pizzicò nuovamente il suo strumento.

Le parole come la violenza rompono il silenzio,
fanno irruzione nel mio piccolo mondo
dolorose per me, penetrano attraverso me
non riesci a comprendere oh mia piccola ragazzina?
tutto quello che ho sempre desiderato,
tutto quello di cui ho mai avuto bisogno,
è proprio qui, nelle mie mani
le parole sono davvero superflue
possono solo recare danno.
 
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