Diploannessione Isocrazia di Giafta-Volantis

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Fortunatamente Amhar era stata previdente e aveva contattato in anticipo la sorella Marvash che, già in viaggio, raggiunse Volantis il giorno dopo.
Dopo le presentazioni e le spiegazioni, l'incantatrice si prodigò nell'analizzare le driadi e la foresta per comprendere quale distorsione magica le stesse affliggendo.
 

Silen

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L'esame msotrò chiaramente che esisteva un collegamento fra l'anomalia che affliggeva la regione e lo stato delle driadi che la abitavano. In effetti era come la foresta e le driadi rispondessero a una medesima pulsazione, una pulsazione che Marvash identificò al concetto di Luce. Era tuttavia troppo poco per trarre una conclusione definitiva e sia pure con riluttanza la maga suggerì che si sarebbe potuto avere un risultato migliore parlando e analizzando anche le driadi nello stato intermedio, quello che loro stesse definivano "crepuscolare".
 

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Marvash espose immediatamente tutto quello che aveva appreso al resto della spedizione e alle locali.
Al suo suggerimento Amhar fu positiva: tanto valeva tentare, avrebbe dunque atteso il parere delle driadi, e a esito positivo avrebbero proceduto al passo successivo.
 

Silen

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Qualche giorno dopo la foresta subì una profonda trasformazione: la fosforescenza che in precedenza era stata vivida, luminosa e multicolore degradò in una tonalità cupa e smorta. La vegetazione sembrò cambiare a sua volta, spine crebbero la dove prima vi erano fiori e foglie, i rami si fecero conrorti e la atmosfera divenne sinistra.
Quando Amhar e i suoi incontrarono di nuovo le driadi queste apparivano completamente diverse dai giorni precedenti, quasi un'altra razza. I loro abiti erano irti di rovi e spine, la tonalità di pelle grigia, i lineamenti duri. Protuberanze cornee fuoriuscivano da gomiti e spalle e le mani aevano l'aspetto di artigli.
Una delle driadi del crepuscolo, impossibile capire se fosse la medesima che aveva fatto da portavoce le volte precedenti, squadrò gli esploratori e disse in tono piatto "Se una non sapesse che non esistono altri popoli, una potrebbe pensare di avere visto degli stranieri entrare nella sua casa. Una potrebbe domandarsi con quale diritto questi esseri irrompono nella sua dimora senza annunciarsi nè chiedere permesso. Ma del resto una potrebbe concludere che essendo in ogni caso gli stranieri del tutto illusori, una potrebbe tranquillamente tirargli una freccia."
 

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Chiediamo scusa se abbiamo mancato di rispetto, mia signora. Mi presento, io sono Amhar, io e le mie sorelle siamo esploratrici provenienti dall'isocrazia di Giafta, siamo state distratte dalla magia infusa in queste foreste che sembra assai peculiare onestamente...
Vorrei rettificare il nostro precedente sgarbo e chiedervi gentilmente se possiamo transitare per questi boschi, sperando di non recare troppo disturbo.
 

Silen

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"Se una non sapesse di essere sola, potrebbe pensare di stare parlando con qualcuno mentre non stà facendo altro che parlare a sè stessa. Una potrebbe trovare irritante udire una illusoria intrusa parlare di nazioni inesistenti e pretendere di avere un nome. Una penserebbe che una propria allucinazione avesse almeno il buon gusto di adeguarsi alle sue preferenze. Una potrebbe non capire come mai continuano ad apparire di fronte ai suoi occhi persone inesistenti che continuano a parlare di oggetti illusori e nazioni evanescenti. Una potrebbe credere che la propria mente abbia la tendenza a vagare per strade che la sua mente conscia non riesce a percepire. Una potrebbe rimanere perplessa e cercare di capire il significato nascosto di tante illusioni, ma una potrebbe anche finire col perdere la pazienza."
La driade del crepuscolo contrasse le mani artigliate in maniera piuttosto minacciosa. Decisamente la creatura sembrava avere una visione piuttosto particolare di quell'incontro: era come se pensasse che Amhar e le sue compagne non fossero altro che una specie di allucinazione, il che complicava decisamente le cose.
 

leafshield

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Amhar rimase interdetta alla reazione della driade, tentennò per un momento e poi fece un cenno a tutte perché si allontanassero dalla driade. Era chiaro che la creatura non avesse intenzione di collaborare, o che semplicemente non comprendesse che erano reali.
Marvash, quanto ti serve per capire ciò che ti serve dalle driadi? Mi sa che ci conviene capire quanto serve e andarcene.
 

Silen

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"Forse dovremmo formulare le nostre domande in maniera differente" disse l'altra "sembra che queste driadi mutate considerino ogni cosa al di fuori di loro stesse come illusoria e anche quando parlano lo fanno in una generica forma astratta. Credo che dovresti provare a parlare nello stesso modo, senza rivolgerti direttamente alla driade ma parlando genericamente come fa lei, come se stessi conversando con te stesso."
 

leafshield

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Uhm, potrebbe valer la pena di provare... Tenterò di approcciarmi da sola, Marvash tu e le altre rimanete qui nei paraggi.
L'arpia tornò in direzione della driade, avendo cura di rimanere in aria
Le creature reali vagano per questo luogo bizzarro, chissà com'è potuto succedere...
 

Silen

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La driade mutata rimase in silenzio per un poco prima di rispondere.
"Una potrebbe credere che una cosa esiste solamente perchè la vede. Una potrebbe ingannarsi e vedere solamente delle ombre. Una potrebbe vedere chiaramente ciò che è illuminato dalla luce e pensare che la luce sia una legge universale delle cose. Una che vive nel mondo creato dalla dissolvenza della luce nel tramonto sa che non è così. Una sa che dopo che il sole è tramontato le cose non sono più le stesse."
 

leafshield

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L'arpia attese anch'essa un momento prima di rispondere
Può una creatura inesistente distinguere le ombre dalle forme che le generano? Potrebbe essere che l'ombra per una sia la luce dell'altra. Dopotutto non è che una speculare prospettiva tutto ciò?
 

Silen

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La driade del crepuscolo inclinò il capo; la tattica suggerita da Marvash sembrava funzionare dato che ella non mostrava più atteggiamenti aggressivi pur rimanendo di per sè piuttosto inquietante.
"Una potrebbe affermare che le ombre esistono a causa della luce che le proietta. Una potrebbe dedurre che le ombre non esisterebbero se non esistesse la luce. Una ritiene che l'ombra non può esistere se non esiste la luce e la luce non sarebbe luce se non proiettasse un'ombra. Coloro che vivono nella luce non potrebbero vivere senza coloro che vivono nell'ombra e viceversa. In questa situazione una apprezza maggiormente il fatto di trovarsi a metà strada fra le due cose. Se luce ed ombra sono entrambe illusioni, almeno una può contemplarle entrambe per quello che sono."
 

leafshield

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Sembra che questo luogo sia solo di passaggio, ma questo non proverebbe che luce e ombra coesistano? O è solo un momento in cui il pendolo della realtà passa attraverso due estremi: uno di pura luce e uno di completa oscurità?
 

Silen

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"Una potrebbe pensare che tutto sia ciclico e immutabile. Una stagione segue l'altra, la luce segue il buio e così via. Tutto finisce eppure niente finisce mai davvero. Una è soddisfatta di ciò che è."
 

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Pare un ciclo interessante, chissà se fosse un problema se lo osservassimo più in dettaglio per vedere ciò che solo lo sguardo non può cogliere...
 

Silen

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"Una potrebbe pensare che ci siano molte cose da osservare se solo una si guarda intorno; poi però Una potrebbe ricordare che niente di ciò che Una vede intorno a sè è reale per cui perchè perdere tempo ad osservare oggetti illusori in un mondo non-esistente? Ma se proprio Una è decisa a perdere il proprio tempo, Una può anche farlo."
 

leafshield

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Le creature reali non sono affatto male dopotutto.
Amhar fece cenno a Marvash di avvicinarsi e lasciò che la maga facesse il suo dovere ora che la driade pareva più collaborativa
 

Silen

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Marvash confermò l'esistenza di una pulsazione; la situazione di crepuscolo sembrava essere una sorta di via di mezzo fra la fase di Luce, nel quale le driadi erano in tutto e per tutto normali, e quella di Buio, nella quale divenivano, per loro stessa ammissione, completamente e irrazionalmente ostili. La conseguenza più notabile era certamente la alterazione psicologica per cui le driadic repuscolari sembravano considerare tutto attorno a sè come una sorta di illusione e detestavano, per qualche motivo difficile da spiegare, essere interpellate in prima persona.
Ce ne era abbastanza per cercare di stabilire un progetto di ricerca.
 
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