Una lettera viene inviata a Vienna recando il sigillo pontificio.
Summum Pontificem, sodales non movetur ab ipsa Rota Romana Urbs. Pontificios Legatos sunt iam praesens in Vienna et facile potest attendite et loqui circa facta Bohemiae et eius consequentia.
Sancta Romana ecclesia credit, supra quod valde inconveniens progredi pater ac totam legationem Cardinales ex Sacrae Rotae ad aures unum Episcopum proprium forum agitur theologicae cogitationes et traditiones religiosae urbs conferre possis ad sacrae urbis.
Sicut Sancta Sede fortiter damnat ignavi insultus in vita episcopi Mittlebach non nostram, iurisdictionem et non possumus facere plus quam nostram plenariam et absque omni condicione cooperationem, invenire reus istius invidiosi actu.
Tamen Ecclesiae Catholicae Romanae Episcopus Mittlebach Ad primum triplex majestatem Dei servus fortiter sustinerent ideo proprium eius est omnino necessaria Romae.
Principes constituti nolens episcoparum quaerunt, nos audiemus doctrina de forma in privato sacra Rota erudisca tanquam bonum conferre iudicet, cum verbis sacrae.
Si intra tres menses Episcopus in Urbe versantes, auditu erit Sacra Rota defectu.
Primus et ultimus servorum Dei
Sixtus VI
Il Sommo Pontefice e i componenti della Sacra Rota non si muoveranno dalla città eterna. Delegati pontifici sono già presenti a Vienna e possono tranquillamente assistere ed intervenire circa i fatti di Boemia e delle sue conseguenze.
Santa Romana Chiesa crede infatti che, oltre ad essere estremamente sconveniente far muovere il Santo Padre e tutta la delegazione cardinalizia che compone la Sacra Rota per l'udienza di un singolo vescovo, la sede appropriata per la discussione delle tesi teologiche e religiose sia la città di Roma dove sarà possibile confrontarle con i tutti i sacri testi.
Per quanto la Santa Sede condanni con forza i vili attentati alla vita del vescovo Mittlebach, non sono di nostra giurisdizione e non possiamo offrire nient'altro che la nostra piena e incondizionata collaborazione per trovare il colpevole di quell'odioso gesto.
Tuttavia il Mittlebach essendo vescovo di Santa Romana Chiesa è, prima di essere suddito di sua Triplice Maestà, servo di Dio. Pertanto sosteniamo con forza che la sua presenza a Roma sia assolutamente opportuna e doverosa.
Non volendo alzare questioni sulle nomine vescovali dei sovrani, intendiamo ascoltarlo in sede privata affinché ci erudisca riguardo alle sue dottrine e ne informi la Sacra Rota che vagliando le parole ne giudicherà la bontà confrontandole con i sacri testi.
Se entro tre mesi il vescovo non si presenterà a Roma, l'udienza della Sacra Rota avverrà in contumacia.
Primo e ultimo dei servi di Dio
Sisto VI