Dyolance
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Il desiderio e il duro lavoro di per sé non bastano per realizzare un obiettivo: si può tranquillamente dire che spesso serva una buona dose di fortuna, dea ovviamente avversa a un popolo che rifiuta qualsiasi tipo di dio. Gli Astrali entravano su queste ali nel 4318, per l'ennesima volta con molto entusiasmo, elevata concentrazione e la paura dell'ignoto in avanti. Passi in avanti ce n'erano stati rispetto agli anni precedenti: l'epurazione di Elennen e il riottenimento dei prigionieri in Duran rappresentavano l'una un nuovo fronte d'espansione, l'altra una nuova occasione da cogliere nell'anno corrente. Non si poteva far altro, in tutto questo, che incamminarsi per l'ennesimo anno ed essere pronti al peggio.
Incamminarsi però non è la frase più corretta: mentre le sorelle Klasserene e Grigorija s'occupavano delle arpie in Korinthos, nel porto di Volskygge s'animava ben altro tipo di spedizione: marina, con legno e vele, la prima che il Coro compiva per fini non strettamente commerciali. Lo scambio con il Dovjunaar era vivace e da quella vivacità gli astrali avevano ottenuto conoscenza di altre nazioni a Sud e in quello stesso mare di Lannach dove loro si affacciavano. Era il momento di scoprire nuove realtà oltre ai dragonidi e perciò l'Uno radunò nella regione costiera una variopinta ciurma di uomini e donna di sanissima costituzione, pescando un po' ovunque dalle razze che componevano la propria moltitudine. Tutte le razze erano effettivamente rappresentate tra i membri della spedizione che sarebbero partiti su di una rudimentale nave verso coste -si sperava- amiche.
Il "vascello" era stato battezzato Stella Polare, nave senza capitano poiché era l'Uno a comandarla e coordinare i movimenti dei suoi membri; persino l'assenza di Klasserene, unica capitana navale nel Coro, non causava preoccupazione, in quanto gestire i marinai era solo una questione di comprendere il momento e dare gli ordini; e d'altrone Klasserene si poteva comunque dire fosse presente anche in quel momento e anche a chilometri di distanza.
In ogni caso, la Stella Polare partì con i primi disgeli verso Sud-Est, la generale direzione descritta dai dragonidi loro amici e vicini. A comandare virtualmente la missione in qualità di rappresentanti erano state scelte Thala Latis, la dragonide dalle molte teste, e il chiacchierone Bomberil Oropipa.
Incamminarsi però non è la frase più corretta: mentre le sorelle Klasserene e Grigorija s'occupavano delle arpie in Korinthos, nel porto di Volskygge s'animava ben altro tipo di spedizione: marina, con legno e vele, la prima che il Coro compiva per fini non strettamente commerciali. Lo scambio con il Dovjunaar era vivace e da quella vivacità gli astrali avevano ottenuto conoscenza di altre nazioni a Sud e in quello stesso mare di Lannach dove loro si affacciavano. Era il momento di scoprire nuove realtà oltre ai dragonidi e perciò l'Uno radunò nella regione costiera una variopinta ciurma di uomini e donna di sanissima costituzione, pescando un po' ovunque dalle razze che componevano la propria moltitudine. Tutte le razze erano effettivamente rappresentate tra i membri della spedizione che sarebbero partiti su di una rudimentale nave verso coste -si sperava- amiche.
Il "vascello" era stato battezzato Stella Polare, nave senza capitano poiché era l'Uno a comandarla e coordinare i movimenti dei suoi membri; persino l'assenza di Klasserene, unica capitana navale nel Coro, non causava preoccupazione, in quanto gestire i marinai era solo una questione di comprendere il momento e dare gli ordini; e d'altrone Klasserene si poteva comunque dire fosse presente anche in quel momento e anche a chilometri di distanza.
In ogni caso, la Stella Polare partì con i primi disgeli verso Sud-Est, la generale direzione descritta dai dragonidi loro amici e vicini. A comandare virtualmente la missione in qualità di rappresentanti erano state scelte Thala Latis, la dragonide dalle molte teste, e il chiacchierone Bomberil Oropipa.