Diplomazia [Confederazione Naga-Unione dell'Antico Fuoco] Discussione Teologica

Abyssius

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Passati alcuni giorni dalla stipulazione del Trattato tra Confederazione e Unione, alla Sacerdotessa Jati sembrò che fosse arrivato il momento giusto per discutere del motivo per cui si trovava a Texcoco. Per questo, chiese di poter essere ricevuta da qualcuno con cui parlare del Culto di Apsu. Jati, così come Ashil, sperò che una maggior comprensione di esso potesse permettere ai Naga di non vedere gli uomini lucertola soltanto come empi assassini che strappavano il cuore ad esseri ancora in vita in onore di un Dio che aveva distrutto l'armonia.
@Basileus
 

Basileus

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passarono alcuni giorni tra la firma del trattato e l'arrivo del sacerdote durante i quali alla sacerdotessa venne permesso di ambientarsi nella sua nuova casa e girare per la città il compagnia del Senatore Huanahuaktzin, il quale la introdusse a vari altri ardenti.
Fu durante una gita al mercato che Jati vide il sacerdote, Tepiltin.
la Naga, impegnata in una discussione con il senatore, espresse il proprio pensiero sul Culto della Fiamma e, prima che il senatore potesse rispondere, sentì una grassa risata "oh questa è bella!" disse un ardente dalle scaglie piuttosto pallide, lucide per l'età "oh Dei vi ringrazio, non avreste potuto trovare idea più buffa da sottopormi". Il vecchio, piccolo e magro, vestiva una tonaca rossa e cremisi con alla cintura un piccolo turibolo in ottone "Sia ben chiaro sacerdotessa non è mia intenzione offendervi ma quanto dite è, nel migliore dei casi, una grossa imprecisione o una cantonata".
Fatte le dovute presentazioni il terzetto si sedette in una panchina in un parco nelle vicinanze
"vedi bambina" iniziò il sacerdote "dire che il Primo Padre abbia turbato l'armonia è come dire che il ghiaccio riscaldi.
Conosci le Leggende? Di come Mork, geloso dei suoi fratelli, portò la guerra in Ea? immagino di si. Fu mork a distruggere l'armonia del Creato non certamente Apsu.
Come può l'Ordine distruggere se stesso?" chiese ridendo" no, per sua stessa natura di Puro Ordine Egli non può distruggere l'armonia delle cose. Egli è il Principio Ordinatore di tutto, colui il quale, portando il pari la bilancia cosmica, ha creato ogni cosa assieme alla Prima Madre ancor prima che i giovani dei fossero pensati"
(qui per la storia del mondo http://forum.sohead.org/index.php?threads/leggende-di-ea-il-mondo-che-e.31746/)
 

Abyssius

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-Mi perdoni per i miei errori, nobile Tepiltin. La conoscenza tra la mia gente è stata diffusa a lungo per via orale e non scritta, come sta accadendo in questo periodo, per cui lungi da me definirmi "portatrice di verità." . Tuttavia, questa è la visione più diffusa tra la mia gente: Mork ha sì disturbato l'armonia, ma questo non avrebbe portato alla distruzione del mondo, cosa che invece Apsu sembra aver tentato di fare come punizione nei confronti dei figli. La Madre stessa ha combattuto contro di lui per difendere noi Figli, ma ha provato orrore sia da quel conflitto che da quello contro Tiamat. Perché Apsu ha tentato di distruggere la creazione, invece di riportarla all'ordine? Non è forse compito di coloro che si professano portatori di giustizia correggere e non punire?- Jati era imbarazzata per questo errore, ma è anche vero che era una Sciamana di novella formazione, giovane e ,sebbene una fervente credente, non preparata quanto lo potesse essere un'anziana. Tuttavia, era proprio questo il motivo per cui Ashil l'aveva scelta per questa missione: poiché le nozioni dei Naga non erano così ancorate come per altri membri religiosi, aveva ancora quell'apertura mentale per poter comprendere un modo di fare a lei sconosciuto.
 

Basileus

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"non sei un'Ardente, è normale per le altre razze considerare il Primo Padre il nemico" sorrise il sacerdote "Ciò che devi capire è la natura della Prima Coppia rispetto alle altre divinità. Tutti i Successori hanno in loro una bilancia che pende a volte verso l'ordine a volte verso il caos, secondo la loro natura. Apsu e Tiamat sono principi primi. In loro Ordine e Caos sono assoluti.
Questa è la loro forza e la loro debolezza: non comprendono completamente la mescolanza tra loro. i Successori hanno tradito la sua fiducia e non hanno rispettato un suo comandamento. Egli è un principio ordinatore, crea armonia dove vi è disordine. Il tradimento dei suoi figli era il massimo disordine possibile. Egli è tuttavia un dio giusto: ciò che le Razze non capiscono è che la punizione si sarebbe abbattuta sugli dei non sui viventi. Noi seguimmo le nostre divinità come era previsto che facessimo. Nelle cronache ardenti si parla di rinnovamento più che distruzione. Un grande fuoco purificatore che avrebbe mondato il mondo dal disordine.
Apsu pone il dovere prima dei sentimenti. Tiamat, creatura caotica, pone i sentimenti prima del dovere. Ella fu sopraffatta da essi e, per amore dei suoi figli, incurante dell'errore da loro commesso, si schierò con loro contro il proprio sposo.
Permettimi di semplificarti tutto con una storia:
Un tempo un padre severo, proprietario di molte terre e molti animali, tornato a casa dopo un lungo viaggio, trovò i suoi figli, ai quali aveva dato in mano la gestione della terra, intenti a rissare tra loro. Presi dall'odio costoro non si erano curati delle proprietà ed ora la casa giaceva in rovina e gli animali morti o dispersi. Grande fu la furia del Padre quando vide tutto questo e decide di punire i figli. La Madre, vedendo lo sposo dirigersi verso i figli, li avvisò del pericolo che correvano. Questi, impauriti dalla furia del padre, presi gli strumenti affidatigli dal padre per prendersi cura delle proprietà, minacciarono l'uomo e lo costrinsero ad andarsene"
il sacerdote tacque per qualche istante per permettere alla giovane di comprendere il discorso quindi riprese
"Il padre era forse un cattivo padre per voler punire i figli? i figli erano forse cattivi figli per avere paura? la madre era forse una cattiva madre per aver avvisato i figli?"
 

Abyssius

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La sacerdotessa ascoltò con attenzione il punto di vista del sacerdote, sorridendo alla storia di Tepiltin: -Il problema di questa storia è che semplifica fin troppo la faccenda: nessuno dei figli era innocente, chiaramente, ma per essere fedeli con la leggenda che viene narrata il Padre avrebbe dovuto distruggere la fattoria al fine di punire i figli, cosa in sè un po' strana. Capisco il punto di vista di voi ardenti, ma se Apsu avesse "purificato" questo mondo, probabilmente noi due non saremmo qui a fare questa conversazione, in quanto non vi sarebbe nè il luogo nè le persone. Per semplificare la questione con una metafora, Apsu si comporta come un padre che prende il giocattolo per cui i figli discutono e lo getta nel falò, distruggendolo. Sceglie la soluzione drastica, imponendo ai figli una scelta altrettanto drastica: salvare il mondo o accettare la scelta del loro Padre?- Scosse la testa: -Ma se anche si fosse scelta la seconda, e Apsu avesse creato un'altro mondo, la storia si sarebbe ripetuta quasi allo stesso modo: finché c'è il giocattolo, i bambini litigano per esso. Magari alcuni dei avrebbero cambiato modo di pensare, ma i conflitti ci sarebbero stati lo stesso, poiché negli dei è presente i loro la parte caotica, una parte che Apsu non avrebbe mai potuto comprendere e che avrebbe combattuto nell'unico modo che conosceva.-
 

Basileus

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"Tu prima hai parlato di verità ma gli Ardenti non possiedono la verità, Apsu è giustizia. La verità è un qualcosa che è negato persino agli dei sebbene alcuni popoli come gli Tzitzimime ritengano di possederla. Un tradimento va punito e, se per punire tale tradimento, tanto per utilizzare la tua metafora, il giocattolo di tanta discordia va distrutto, spetta al suo creatore distruggerlo. La grande differenza tra un giocattolo ed Ea è che la seconda è piena di esseri viventi, innocenti secondo le leggi di Apsu. E un dio di ordine e giustizia non uccide gli innocenti. Gli dei, veri colpevoli, si sarebbero sicuramente visti togliere il giocattolo dalle mani, inadatti ad utilizzarlo. Ma distruggerlo? no, certamente no. Apsu avrebbe nuovamente preso possesso del gioco riportandolo alla pace" fece una pausa "dimmi giovane sacerdotessa: voi naga ritenere gli dei infallibili e immutabili? molti a nord lo fanno, sbagliando. Una divinità muta a seconda delle esperienze, Tiamat ne è la prova. Apsu avrebbe dato una lezione ai suoi figli ma questi avrebbero capito l'errore e, sotto la direzione della Prima Coppia, avrebbero nuovamente riottenuto Ea nel momento in cui sarebbero stati pronti. Apsu non può comprendere il caos ma può fare in modo che la parte ordinata nella bilancia degli dei prevalga, facendo prevalere giustizia e pace".
 

Abyssius

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-Ritenere gli dei Infallibili è folle e paradossale: se tutti gli dei fossero infallibili, allora Apsu non avrebbe fallito nella punizione e Tiamat non avrebbe fallito nella sua guerra; di conseguenza, gli dei possono fallire, se per "fallire" si intende non riuscire nel loro intento. Se si intende il semplice sbagliare,allora la nostra Madre ne è un chiaro esempio: ha provato rimorso per aver combattuto contro i suoi genitori, comprendendo il suo sbaglio. Questo dovrebbe far comprendere come gli dei non sia liberi dagli errori e dal mutare. - C'era qualcosa che la sacerdotessa non aveva ben compreso:- Cosa intendente con "purificazione"? Come avrebbe fatto Apsu a purificarlo senza uccidere tutte le creature che popolavano questo mondo?-
 

Basileus

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"temo di non poter essere più specifico. E' proibito discutere dei Misteri con i non iniziati e quello della purificazione è uno dei più alti" ci pensò qualche secondo "tuttavia credo di poter fare degli esempi: un uomo sporco per eliminare il sudiciume deve lavarsi giusto? Egli allora andrà in un fiume e userà l'acqua per tornare pulito. Egli forse muore? no, eppure viene purificato.
Oppure, una ferita purulenta per essere purificata ha bisogno di essere prima pulita e poi cicatrizzata con il fuoco. L'uomo con la ferita soffrirà certamente in tutta l'operazione ma terminata starà assai meglio di quanto non sarebbe stato se non si fosse fatto operare.
Qualcuno sarebbe dovuto morire ovviamente per purificare il mondo ma sarebbero stati gli empi ed i malvagi; i puri di cuore sarebbero stati salvati e mondati, pronti a cominciare una nuova vita di pace"
 

Abyssius

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-Mi chiedo chi si sarebbe potuto salvare, se nemmeno gli dei erano puri di cuore: essendo noi esseri inferiori, come possiamo sperare di essere migliori degli Dei?-
Jati rimase leggermente perplessa dai "misteri": -Come mai limitate la conoscenza? Da noi non esiste niente del genere perché il nostro culto è semplice: bisogna rispettare i valori della nostra Madre, quando è possibile.-
 

Basileus

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Il sacerdote ascoltò senza capire le domande della naga " Così come non tutti gli dei si ribellarono al Primo Padre allo stesso modo non tutti i viventi si macchiarono di empietà. Inoltre un dio di Giustizia utilizza un metro diverso per ogni razza. Noi creati siamo stati creati da forze che già non erano né caotiche né ordinatrici, peggiorando la situazione originaria. Pertanto usare il metro degli dei sui mortali mi pare una sciocchezza. Abbiamo scopi e modi di servire la Giustizia diversi.
I Misteri permettono agli Ardenti di avanzare nella ricerca di giustizia. Se rivelassimo certi misteri ad un neofita questi non li comprenderebbe e, bassndosi su una loro interpretazione errata, generare pericolose eresie nella migliore delle ipotesi. Nel peggiore... dannare l'anima e consegnarla a Tiamat"
 

Abyssius

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-Quali furono questi Dei che non si ribellarono? Le nostre cronache, come già detto, sono molto lacunose e ci piacerebbe conoscere più dettagli delle origini.- Si grattò le scaglie sotto al collo, ponderando le prossime domande e risposte: -Capisco il motivo per cui avete i vostri "misteri", ma immagino che abbiate pensato che in questo modo, agli altri popoli, i vostri costumi possono sembrare barbari? Alcuni dei vostri riti possono risultare incomprensibili, ed è dalla comprensione errata che nascono i conflitti.-
 

Basileus

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"Ahime i nomi sono andati perduti nel corso dei millenni ma dai frammenti rimasti sappiamo esserci state divinità che non si ribellarono"
Al sentire menzionare gli altri popoli il sacerdote scattò "barbari a noi?" Chiese sibilando "se noi siamo barbari cosa sono gli tzitzimime che nel nome dell'odio hanno massacrato migliaia dei miei fratelli? Cosa sono i nani che uccidono i pelleverde in nome dell'odio? Ogni morte dell'Antico Fuoco è dettata dalla necessità!" quindi, prima di aggiungere altro, il sacerdote tacque per qualche istante per poi riprendere con il solito tono gioviale "perdona il mio scatto. Prima che tu chieda quale necessità aspetta questa notte quando osserverai uno dei rituali in onore del Primo Padre"
[il rituale lo scrivo stasera]
 

Abyssius

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-Mi dispiace aver provocato questo scatto d'ira, nobile Tepiltin, ma è esattamente il termine che ho sentito dire dalle altre Sciamane: soltanto dei Barbari possono sacrificare esseri viventi in nome di un Dio. Ma è per questo che sono qui a mediare tra i nostri due popoli, affinché possano essere chiariti simili equivoci. Quanto agli tzitzimime e ai nani, i primi non ho idea di chi possano essere, sebbene li abbiate nominati spesso (Effettivamente, io lo so ma lei no), mentre dei secondi ci ha fornito notizia soltanto ora. Per le altre sacerdotesse, ogni morte dettata dalla religione è abominevole, sia se dettata dall'odio, sia se per qualsiasi altro motivo.- Il discorso stava adesso toccando una nota dolente.
-Ma poiché è mio compito vedere la vostra religione sotto ogni vostro aspetto, sarò onorata di assistere al vostro rituale.-
[I Naga sono dall'altra parte del mondo rispetto agli altri popoli, praticamente non sanno un cazzo di quello che c'è oltre le Arpie, i Goblin e Justa.]
 

Basileus

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"Gli tzitzimime" disse l'ardente storcendo il muso "gli Elfi di Minnonaur. I maledetti assassini che in nome della pulizia etinica hanno massacrato migliaia dei miei Fratelli della Fiamma"
la giornata passò tranquillamente, tra giri di giardini e avventure alla scoperta di antichi rotoli nelle nuove biblioteche della città.
Finalmente il sole iniziò a calare lasciando spazio al buio della notte.
Ovunque i falò, sempre accesi, si moltiplicarono sino ad occupare ogni tetto della città.
Gli ardenti si ammassarono nella piazza principale e nei tetti vicini, in modo da avere buona vista della sommità della piramide del tempio.
I Senatori ed i loro occuparono le scalinate del Senato, una massa compatta di tuniche bianche e turiboli in oro.

Dal tempio i sacerdoti si disposero lungo la scalinata e attorno all'altare esterno, aprendo le pesanti porte in bronzo e oro del tempio rivelando le Fiamme all'interno.
Dal tempio, vestiti delle tuniche cerimoniali, uscirono i Nove, il volto coperto da pesanti maschere in oro rosso.

I sacerdoti, appena i capi supremi dell'Unione si furono posizionati vicino all'altare esterno, iniziarono a salmodiare una preghiera, a cui tutto il popolo si unì ben presto.
Le parole, così aliene agli occhi della sacerdotessa naga, crebbero di volume ed intensità per poi crollare in un improvviso silenzio.
Alla base della piramide, come per magia, comparve un gruppo di sacerdoti più giovani assieme ad un vecchio ardente.

Cantando i sacerdoti giovani accompagnarono il vecchio lungo la scalinata mentre i sacerdoti lungo essa si accodavano.

Finalmente la processione raggiunse la cima. Lì due sacerdoti anziani suonarono due corni di drago, come a richiamare l'attenzione di tutto il creato.

I Nove, come ad una sola voce, intonarono un'invocazione tradotta per la sacerdotessa naga dal senatore "Apsu, Antico, Prima Fiamma, Primo Padre, Creatore di Tutto ascolta la nostra parola. Tu che donasti vita e ordine al mondo, tu che fosti tradito dai tuoi stessi figli e imprigionato nel Vuoto rammenta i tuoi Fedeli. Tu che mostrasti la Via della Fiamma ai Credenti e ti addormentasti accetta questa supplica. Questo tuo servo, Tehenauin del Clan Itza, desidera donare a Te il suo sangue e la sua vita. Tu, dormiente ma non caduto, ricevi la sua forza e rammenta il tuo Creato. Ottieni la forza, Potenza Ordinatrice, e torna a splendere nel firmamento come all'inizio dei tempi"
Nel frattempo il sacrificando si stese sulla pietra sacrificale e, pronunciate alcune parole di rito, si rilassò in attesa. Tutti i sacerdoti si inchinarono nove volte all'altare e nove alle Fiamme.
Allora uno dei nove estrasse un coltello nero e, con un colpo preciso ed esperto, squarciò il petto dell'Ardente. Un sacerdote in attesa porse un piatto in oro nel quale i Nove appoggiarono il cuore appena strappato dal petto "Ascolta la nostra supplica Apsu nostro Padre, torna dai tuoi figli, purifica questo mondo e rendilo nuovamente un paradiso. Torna, Torna, TORNA!" uno dei Nove prese il patto e, seguito dagli altri, si avvicinò alle Fiamme interne.
Lì, mormorare parole riservate ai più alti iniziati, gettarono il cuore nelle Fiamme.
Queste si levarono alte investendo i Nove, che le accolsero a braccia aperte non venendone feriti.

Ben presto le Fiamme si ritirarono e le porte del tempio vennero chiuse. La cerimonia era conclusa.
 

Abyssius

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Il senatore e il sacerdote poterono vedere chiaramente sul volto della Sacerdotessa il disgusto al momento dell'estrazione del cuore: deglutiva vistosava e cercava di trattenersi dal vomitare. Una volta finito il rituale, chiese di poter stare da sola per qualche giorno.
Passata una settimana o qualcosa del genere, in cui rimase nelle sue stanze a pregare, si sentì nuovamente pronta a riaffrontare la discussione.
-Vi chiedo scusa per la mia reazione, ma sembra che non sia stata in grado di gestire la situazione. Sapevo i sacrifici umani erano una vostra pratica comune, ma non pensavo che vi potesse essere gente che si fa sacrificare senza alcuna paura. Credevo che fossero prigionieri, schiavi, criminali, ma non che ci fosse gente che scegliesse liberaramente di essere sacrificata. E le famiglie?- Scosse la testa, ancora sconvolta. -Non riesco a capire: la vita è il dono più grande che ci hanno fatto gli Dei, vederlo sprecato così è abominevole ...-
 

Basileus

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"i criminali e i prigionieri certo, gli schiavi se è necessario ma per la maggior parte dei sacrifici comuni sono gli Ardenti ad andare incontro all'Offerta. Prendi quel vecchio ardente, lo conoscevo. Tehenauin era un mio buon amico. Un soldato valoroso ed un ottimo membro del suo clan. Egli era malato di una malattia incurabile che lo avrebbe paralizzato e reso cieco, sordo e muto ma lo avrebbe tenuto in vita. Il clan se ne sarebbe naturalmente preso cura, com'è nell'ordine delle cose ma lui non voleva essere ridotto all'ombra di sé stesso. Ha deciso di servire ancora e per l'ultima volta i suoi familiari, la sua patria ed il suo dio donando la sua vita per un bene più grande. Da buon soldato ha affrontato la sua battaglia senza cedere sino alla fine.
La vita è un dono degli Dei, sprecarla è abominevole naturalmente. Ma renderla a chi te l'ha donata in principio? come può essere questo uno spreco. Ora l'energia vitale di Tehenauin si è ricongiunta con i suoi caduti in Apsu.
Si fosse suicidato, fosse morto per il troppo bere senza aver compiuto nulla nella sua vita, quello sarebbe stato uno spreco ed un cadere nell'oblio: nessuno ci avrebbe guadagnato. In questo modo invece ha fatto in modo di essere ricordato e onorato sino alla fine dei tempi"
 

Abyssius

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Fece un profondo sospiro, per calmarsi ma anche per mettere in ordine i propri pensieri: -Quest'ottica mi è nuova, ma è altrettanta estranea alla mia gente: il suicidio è incomprensibile per i Naga, poiché è come rigettare il dono che ci è stato fatto. Capisco il motivo che ha spinto Tehenauin a fare quello che ha fatto, ma spero capiate che per noi è qualcosa di alieno alla nostra mentalità. Ci prendiamo cura dei nostri malati, che vivono consapevoli che un giorno si ricongiugeranno con la Dea al culmine naturale della vita. La sofferenza fa parte delle vita, per cui bisogna affrontarla sapendo che è stupido evitarla. Come è stato stupido per la mia gente isolarsi dal mondo, atto per cui siamo stati puniti.- Respirò nuovamente: -Su alcune cose, credo che le nostre mentalità si allontanino fin troppo, ma voglio sperare che non sia un ostacolo insormontabile.-
 

Basileus

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"Apsu condanna il suicidio in quanto negazione del sommo dono come la vostra Dea a quanto capisco. Per noi la sofferenza, come per voi, è un passo naturale dell'essere vivi ma vi è differenza tra il soffrire e far soffrire. Tehenauin, accettando passivamente la malattia, avrebbe sofferto e fatto soffrire i suoi familiari. In questo modo invece ha lasciato in loro il ricordo di com'era quando era ancora nel pieno delle forze e delle sue capacità. Naturalmente non tutti gli Ardenti decidono di donarsi ad Apsu, molti e molti clan preferiscono prendersi cura sino alla fine naturale dei propri cari e questa è una cosa accettata dall'Antico Fuoco allo stesso modo dell'altra scelta.
L'isolamento è una scelta ponderata solitamente; si può rimanere al sicuro per qualche tempo ma poi i mali ritrovano gli isolati e si abbattono su di loro tutti assieme. Un errore? No, io lo chiamerei una scelta infelice.
Le nostre civiltà hanno millenni di diversità culturali ma sono fiducioso che riusciremo a trovare un'intesa. Molti sono i punti di contatto"
 

Abyssius

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-Anch'io ho notato molti punti di contatto con la vostra cultura, ma l'isolazionismo di noi Naga condiziona ancora le nostre scelte: alcuni mebri della mia etnia preferiscono rigettare tutto ciò che è di estraneo, con il timore che possa modificare le antiche tradizioni. Ma dobbiamo accettare che non siamo gli unici a questo mondo e che la Madre non è l'unica a questo mondo. Per questo, dobbiamo cercare di trovare punti in comuni con gli altri, per comprende che, sebbene ci siano differenze, ci siano anche somiglianze.- Jati fissò il sacerdote negli occhi: -Avete mai sacrificato o pianificato di sacrificare membri della mia gente?-
 

Basileus

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"i naga non hanno mai combattuto contro gli Ardenti quindi non vi sono stati sacrifici per ringraziare gli dei dopo la battaglia e non mi risulta che alcun naga abbia salito i gradini volontariamente verso le Fiamme quindi no sacerdotessa"
 
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