Mi piace perché io cerco di spiegare il mio punto di vista con una tesi argomentata e le risposte medie sono ''vaffanculo razzista, io sono meglio''.
Ok.
Il mio comune comunque continua ad elargire una quota giornaliera ai Rom registrati nei campi, oltre che a pagargli le utenze. Io invece devo essere felice per lavorare a 500 euro e pagarmi tutto da me.
E che belli i quartieri degradati di quello o quell'altro paese, dove tu sei la minoranza. Nel tuo paese. Nella tua città.
Ma le fregnacce novecentesche sui ghetti e i flussi migratori.
Ok.
Tra un po' dovrò sentirmi in colpa per come arredo casa mia, perché ogni stanza potrebbe essere arredata seguendo le usanze di una cultura diversa, così quando i miei ospiti stranieri vengono a casa mia si sentono a loro agio. E che razza di becero razzista sono se continuo ad arredare all'italiana tutte le stanze. I miei ospiti hanno i loro diritti no?
Il tuo discorso è applicabile anche agli italiani stessi però, è per questo che ti si dice razzista, visto che parli solo di immigrati.
Il discorso è anche poi abbastanza soggettivo, perché per esempio a me potrebbe sta sul cazzo il testimone di Geova che mi viene a rompere il cazzo la domenica e che non rispetta il mio essere cattolico. Che faccio? Al prossimo che mi bussa alla porta lo meno o chiamo solo la polizia? Devo chiedere allo Stato una legge che mi salvaguardi da questi rompicoglioni?
ovviamente se l'immigrato delinque, va punito come ogni altro abitante del suolo italico secondo le leggi dello stato, ma questo è un discorso tanto banale che è inutile farlo. Il problema non è di "loro immigrati" ma è di singole persone specifiche, così come lo è per singoli cittadini italiani. Come lo poni tu, scusami, non è che sembra razzista agli occhi dell'estremista al contrario bla bla bla, ma semplicemente è razzista perché generalizzi su un gruppo specifico di persone solo per il fatto di essere immigrati, senza nessuna distinzione
In che modo il mio discorso è applicabile anche agli italiani?
Naturalmente si, il mio è un discorso soggettivo, non intendo certo ergermi a portatore di verità, spiego quello che secondo me è il problema alla radice e come, sempre secondo me, si potrebbe risolvere.
Ho anche scritto che la singola diversità giornaliera non costituisce un grave problema (il caso del testimone di Geova) ma diventa tale quando è sostenuta a gran voce dai grandi numeri.
Nella fattispecie un testimone di Geova che mi rompe i coglioni la Domenica lo mando a cagare ma è sopportabile, un milione di testimoni di Geova che spingono per cambiamenti culturali perché ''è loro diritto'' mi fa paura.
Scusa eh, il mio discorso sarebbe razzista perché generalizzo sugli immigrati? Cioè stiamo parlando dell'immigrazione, persone che cambiano paese per scelta o necessità, come dovrei pormi? E' naturale che parlo di immigrati nel loro insieme. O dovrei forse mettermi a scrivere di ogni singolo essere umano che viene a vivere in Italia?
Non sono razzista proprio perché generalizzo, guardo nello stesso modo un tedesco e un marocchino, li chiamo entrambi immigrati perché lo sono, e ad entrambi chiedo di rispettare la mia cultura ed integrarsi. Dove cazzo è il razzismo?