Diplomazia Un Bastione nel Profondo Nord [Gizeh - Ordine della Rosa]

Last Century

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Alla primavera dell'anno, subito dopo il disgelo - anche se a quelle latitudini bisognava aspettare quasi l'estate - un messaggero varcò il confine sicuro con le aracne per giungere a Gizeh con un messaggio importante. La Gran Maestra Isilwen invitava una delegazione del Regno di Gizeh a Din-Halek, la ridente città collinare più a ovest del territorio, volendo ricambiare la cortesia avuta l'anno precedente dai vicini. Non era specificato chi si sarebbe dovuto presentare e, anzi, l'invito era formalmente rivolto a tutti coloro che, nella corte, avessero voluto avere uno scorcio di ciò che era l'Ordine. Una prova reale dei racconti della bella Arianna. Chiaramente sarebbe stata la Gran Maestra stessa a presenziare, complice l'importanza pivotale di stabilire rapporti eccelsi con l'unica altra nazione a far da bastione contro la non morte. Inoltre strane voci erano arrivate da oltre il confine sulle gesta di una certa nazione di pelleverde che abitava nelle terre ancestrali degli elfi e dei sylvani, e tante domande sarebbero state fatte per capir qualcosa di più.

@Demetrio Eccolo qui, molto semplice, puoi mandare chi vuoi!
 

Demetrio

Lonely Fapper
Dall'arrivo del messaggero iniziò un gran fermento.
Una delegazione venne preparata in pochi giorni.
Armature lucidate, abiti nuovi confezionati, cavalli strigliati, bauli riempiti con tutto il necessario e caricati sulle carrozze; tutto preparato con cura.
Con gli stendarti di Gizeh ben in vista, un piccolo drappello di uomini guidato da Ser Robert e Mastro Vladimir e accompagnato dal messaggero dell'Ordine della Rosa si mise in viaggio.
"Quest'Ordine della Rosa mi incuriosisce, abbiamo molte cose in comune e siamo affini e allineati su numerose idee. Sono curioso di vedere le meraviglie che questo regno ha da mostrare e offrire, oltre alle grandi opportunità disponibili." Disse Vladimir conversando col messaggero e Robert.
"Il viaggio é lungo e molti di noi hanno fretta di arrivare. Cocchiere acceleriamo!" aggiunse lanciando uno sguardo divertito verso il generale per osservare le sue reazioni.
 

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Arrivati nelle terre dell'Ordine di Halektrosia, site in enorme valico naturale tra la più lunga catena montuosa del nord, Vladimir e Robert vennero immediatamente intercettati dalle pattuglie di confine che, celermente, li scortarono in città. Din-Halek era una delle pochissime città ad avere un'architettura interamente elfica, nonché quasi tutti gli abitanti della medesima razza, e solo poche guardie erano drow o umane. Perlopiù i gendarmi erano elfi dalla pelle scura. La città in sé era giovanissima, con meno di un lustro di vita, ma era incredibilmente vitale e piena zeppa di giardini, fiori e alberi da frutto. Passando per la periferia la delegazione di Gizeh poté vedere numerosissimi apiari sparsi un poco ovunque, come se gli elfi locali avessero per qualche motivo deciso di piantare migliaia di fiori e bearsi di miele in quantità industriale. Oltre le porte della città si aprivano strade piccole ma ben pulite che si snodavano in un dedalo di viuzze e piazze; statue e gonfaloni ricoprivano tutti gli spazi vuoti, soprattutto le effigi di Arilma, la Dea patrona dell'Ordine, signora della luce, del sole e dell'oro.

La destinazione della delegazione era il palazzo più grosso della città, posto a ridosso delle mura e fortificato quasi come un piccolo castello. Qui i delegati vennero fatti scendere e accompagnati nelle sale interne: al piano terra avrebbero alloggiato i soldati della scorta mentre al primo piano, in camere decisamente migliori e più sfarzose, Vladimir e Robert. Dopo avergli offerto cibo - perlopiù frutta fresca - e acqua, vennero invitati nella sala delle udienze, dov'erano attesi dall'emissario della Gran Maestra in persona.
Quando si aprirono le porte del salone, piuttosto spartano a dispetto della grandezza della stanza, la prima che riconobbero fu Arianna. Ella era in piedi, vestita con una tunica bianca e rossa, sorridente e felice dell'arrivo dei graditi ospiti nelle terre dell'Ordine. Vedendo Robert lo salutò con un cenno della mano, facendogli un piccolo sorriso amichevole, mentre a Vladimir riservò una piccola riverenza col capo. Vicino a lei c'era una cosa dalle sembianze di donna che indossava una corazza peculiare. Era riconducibili alla foggia dell'ordine, ma non presentava nessun drappo né cinghia di cuoio, sostituite invece con spesse catene piatte e rivettate. I vestiti al di sotto della corazza, invece, erano probabilmente normali imbottiture. Quel che salvata all'occhio però, era che avesse i capelli composti da una specie di fiamma libera che ardeva con una certa flemma, e seppur fosse bellissima d'aspetto gli occhi neri dall'iride gialla non lasciavano molti dubbi sulla sua natura.

«Benvenuti stimati ospiti mortali nella nostra città!» esordì.
Arianna si chinò verso di lei e le sussurrò qualcosa all'orecchio.
«Mi... dicono che non si dice così di solito. Sto ancora imparando.» si schiarì la voce. «Vi do il benvenuto a Din-Halek, delegati di Gizeh! Io sono Bilqis e rappresento la Gran Maestra Isilwen dell'Ordine della Rosa!» era incredibilmente impostata nel parlare, ma ci stava provando. Forse per lei era più un gioco divertente, ma alla fine - rimasta sola - non le dispiaceva fondersi con i mortali. In più di un senso.
«È bello vedervi miei signori, sono felice che siate riusciti a raggiungerci.» prese parola Arianna. «Vi prego di non spaventarvi per l'aspetto della mia sorella di spada.»
«Io sono bellissima, in ogni caso, non c'è da aver paura di guardarmi! Non sono mica Agarwaen.» brontolò sottovoce la efreeti.
«Prego, sedetevi, abbiamo molto di cui discutere. Se Bilqis dovesse fare domande strane perdonatela, la stiamo erudendo sul come gestire i mortali... non era molto abituata.» continuò Arianna.
«Sì, sì confermo.» s'affrettò a dire Bilqis. «Vi prego, sedetevi!» insistette, facendo eco alla sacerdotessa e indicando l'unico, grande, tavolo presente al centro della stanza.
 

Demetrio

Lonely Fapper
La delegazione era meravigliata alla vista della cittá.
Ovunque volgessero lo sguardo era pieno di vita, fiori, piante.
L'architettura elfica era impressionante, elaborata e bellissima.
Ser Robert camminava impassibile, con passo marziale e deciso; sembrava quasi nervoso.
Vladimir camuffava a malapena lo stupore, la sua attenzione era catturata da ogni angolo, movimento o dettagli di quell'incredibile cittá; non aveva mai visto nulla di simile.
Una volta arrivati a palazzo e sistemati, i due scambiarono poche parole e mangiarono ciò che gli veniva offerto.
Al salone delle udienze, dopo la breve conversazione con Arianna e Bilqis, sedettero al tavolo.
"Che creatura affascinante. Come fanno gli elfi, cosi puri e candidi, ad accompagnarsi ad una creatura tanto strana e dall'aspetto cosi'.. quasi.."
"É un piacere fare la vostra conoscenza. Non temo di poggiare il mio sguardo su di lei, mia signora" Disse con tono deciso Vladimir
"Semplicemente é la prima volta che vedo, senza offesa, una della vostra specie. Posso domandarle da dove proviene?"
Intanto la mente del diplomatico era attraversata da numerosi pensieri "Verrá dagli inferi? No. Non é possibile. Meravigliosa ma allo stesso tempo cosí pericolosa nell'aspetto. Fantastico!"
"Arianna é un piacere incontrarla nuovamente. La vostra cittá é meravigliosa." Continuó Vladimir.
 

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«Dall'Altrove, mio buon uomo! Anche se ho passato gli ultimi tre secoli dentro una prigione sauriana a causa di alcuni miei vizietti che ho imparato a tenere a bada. Sono una efreeti!» parlava come se si stesse rivolgendo a dei bambini, ma il suo non era un intento canzonatori, era proprio - e visibilmente - disadattata alle chiacchiere diplomatiche. Fortuna che c'era Arianna lì vicino a tradurre tutto quel ciarpame in parsole di senso compiuto.

«Grazie per i complimenti, i miei fratelli e le mie sorelle elfi si sono operati molto. Merito anche di una delle apoptosi, Volorn, che purtroppo non è più qui. Si è mossa verso Sud.» spiegò la sacerdotessa. «L'Ordine ha sempre tenuto una politica di estrema tolleranza per le creature indifese o che non costituivano minaccia per la sopravvivenza delle nostre razze. Bilqis è stata imprigionata perché combinava guai dal punto di vista... "etico".» pareva a disagio nel parlarne, come se l'argomento la imbarazzasse.
«Sì, quello che la bella Arianna vuole dire è che sono una creaturina piuttosto promiscua. Ai mortali di prima la cosa non piaceva molto, diciamo. Però sto imparando a gestire la cosa, quindi non abbiate paura signori!» s'affrettò a dire la efreeti. Su quanto fosse vera l'affermazione c'era del dubbio, specie visto il suo rapporto non esclusivo con Carnifinda di cui erano a conoscenza praticamente tutti, sassi inclusi, nel reame ma... la volontà c'era e andava ammesso.

«Nell'Ordine troverete molte personalità... eccentriche. Tutte uniche e nessuna pericolosa, abbiamo raccolto reietti e sopravvissuti dando loro una casa e -a chi lo voleva - anche una nuova fede.» continuò Arianna, cercando di lasciarsi alle spalle descrizioni vivide e inutilmente esplicite fatte dalla efreeti in privato. «Ma più di ogni altra cosa troverete amici. Alcuni dei nostri mercanti, pronti a stabilire qualche tratta, hanno sentito che c'è stata una grossa battaglia contro i non morti, credevamo inizialmente foste stati voi a colpire, supportati dai regni vicini, ma temo di capire che le cose non sono andate proprio così.» un velo di preoccupazione si posò sul bel viso della sacerdotessa. «Stiamo costruendo una rete stradale in questi mesi che colleghi l'Ordine alle vostre terre, una volta messi in sicurezza i confini. Possiamo inviare uomini e mezzi in campo ad una stagione. Quando colpirete La Marea potrete contare su di noi, la Gran Maestra è stata assolutamente perentoria su questo.» disse.
«Se non sarà direttamente con le armate sarà col commercio, o proteggendo i vostri confini. Quale che sia la necessità.»
 

Demetrio

Lonely Fapper
"Interessante. Un'Efreeti promiscua di più di 300 anni.." Mormorò Vladimir. Intanto Ser Robert reagiva con acciglio alle parole della creatura, quasi non condividesse tale comportamento.
Sollevando il capo, il capace diplomatico, riprese un'aria molto più seria e composta.
"Un ordine che accoglie tutti sotto la propria ala protettrice. Un ordine che protegge la vita e ne offre una nuova ai bisognosi. Un ordine che accoglie tra le proprie fila chiunque voglia convertirsi a discapito del proprio passato.
La chiesa di Gizeh ha molte cose in comune col vostro credo, magari non nelle ideologie ma sicuramente nell'approccio. Le ostilitá, nonostante i culti differenti sarebbero sciocche da parte di entrambi.
Pace. Pace e collaborazione é quello che vogliamo.
Floridi commerci, prosperità, benessere e unità é quello che significherà poggiare l'ultimo mattone che congiungerà le vostre strade alle nostre. Non sarà solo un'unione tra confini ma un'unione di intenti.
I morti avanzano a nord.
Inesorabili.
Numerosi.
Incontrollati.
Dobbiamo fermarli. Dobbiamo farlo insieme.
I Goblin, con cui eravamo in ottimi rapporti, oramai non rispondono ai nostri messaggeri, lasciandoli fuori dalle loro cittá fortificate. Sono ancora alleati affidabili? Non ho una risposta a questa domanda. Hanno dimostrato però una cosa: muoversi da soli significa perire.
Hanno ordito un massiccio attacco che se fosse stato coordinato con noi avrebbe spazzato via La Marea, invece si é infranto contro le orde marcescenti del nord.
Mettere in sicurezza i confini é prioritario. Sia quelli tra noi e voi che quelli tra noi e i morti. Poi sferreremo l'attacco decisivo.
La luce spazzerà via questa oscurità che vuole calare sul continente."
Il tono era deciso, lo sguardo fermo, le parole quasi profetiche. Il diplomatico aveva abbandonato modi informali per trasfigurarsi in una figura determinata e risoluta.
Sollevando la coppa che aveva davanti esclamò "
al futuro! Che la luce del Padre e dell'Ordine risplendano su di noi e illuminino la nostra strada, scacciando gli orrori che la minacciano e mondandoli senza pietà alcuna"
Ser Robert si alzò subito di scatto partecipando al brindisi.
 

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Bilqis e Arianna ascoltarono assai contente - per non dire rapite - l'entusiasmo di Vladimir. Forse per ragioni molto diverse, ma entrambe avevano assai piacere a sentire qualcuno parlare con risolutezza. Si unirono volentieri al brindisi, più compostamente la sacerdotessa e in maniera assai cagnesca la efreeti, prendendo il bicchiere e alzandolo senza un minimo di riguardo per il bon ton.
«Assolutamente. Al futuro e alla vittoria sugli orrori che minacciano la nostra vita.» aggiunse Arianna, prima di bere un sorso. Bilqis tracannò tutto quanto senza alcun ritegno.

«Vi daremo il nulla osta per costruire una strada che s'innesti in quella che sta venendo realizzata qui, nella ragione.» continuò. «Nel frattempo ci prepareremo al meglio. Oh... La Gran Maestra ha sentito notizie assai spiacevoli che riguardano il Patriarcato. Qualcuno ha detto che stanno schiavizzando e tenendo in catene diversi sopravvissuti elfi, ora non è mia intenzione mancare di rispetto ad un reame vostro vicino e con cui avete piacevoli rapporti, ma se volete aiutarci vi prego di permettere a quegli schiavi di passare per i vostri territori e raggiungere le nostre terre. L'Ordine aborrisce la schiavitù, reputandola anche peggio della morte, quindi se il vostro sovrano ci facesse la gentilezza di tutelare quelle persone ve ne saremmo grati. Il Patriarcato è... difficile da raggiungere, avremmo fatto da soli altrimenti, per vie diplomatiche dirette.»
 

Demetrio

Lonely Fapper
Vladimir rimase in silenzio a riflettere , poi rispose:” Siamo a conoscenza delle pratiche barbare del Patriarcato e non le condividiamo. Abbiamo floridi commerci tra i nostri regni da anni ma nonostante questo , nelle ultime stagioni, i nostri diplomatici vengono lasciati fuori dalle città e non vengono accolti. Non ne sappiamo il motivo.
Voci dicono che il regnante dei goblin si sia chiuso nel suo silenzio e non voglia parlare più con nessuno.
Abbiamo anche sentito di questa ribellione degli elfi schiavizzati. Gizeh non condivide lo schiavismo quindi se vorranno potranno passare per le nostre terre e ricongiungersi al loro popolo. Proveremo a mandare delle missive per quietare gli animi ed evitare spargimenti di sangue affinché si possa risolvere la cosa pacificamente.
Ma cambiamo discorso per un momento.
Sono incuriosito da molte cose del vostro regno, a partire dalle creature che accoglie.
Parlatemi di più di queste apoptosi e quali altre creature popolano le vostre città
” disse lanciando uno sguardo deciso verso l’efreeti.
 
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