salvor_hardin
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Russia:
La Ribellione:
Appena arrivano a San Pietroburgo le notizie della conquista da parte di Pugačëv della Volpogda, Caterina II decide di mandare l'esercito a risolvere la questione. Essendo già schierato li vicino, le truppe entrano immediatamente nella regione ribelle per riprenderla. Purtroppo, a causa delle promesse fatte dal cosacco alla gente, le truppe [9F/7C/3A] subiscono continui sabotaggi e piccole imboscate, che fiaccano il morale e creano notevoli danni.
Quando si arriva allo scontro, da una parte si hanno le truppe russe con un morale basso, dall'altra 10 reggimenti ribelli addestrati, più un'infinità di gente comune arrivata a difendere le proprie terre e armata alla meno peggio con fucili di fabbricazione non russa.
Lo scontro avviene in campo aperto, ed immediatamente l'artiglieria russa inizia a martellare, forte del fatto che i ribelli non possiedono cannoni. Le prime milizie iniziano a cadere sotto i colpi, ma immediatamente viene dato l'ordine di avanzare, in modo da annullare la distanza. L'indisciplina della gente non addestrata porta ad una vera e propria carneficina ai danni ribelli, ma gli consente di preservare i 10 reggimenti "buoni". La folla arriva immediatamente a contatto con la fanteria nemica, uccidendo sui 3000 uomini russi, per poi essere messa in fuga dalla carica di cavalleria.
Intanto, utilizzando come diversivo gli uomini mandati al massacro, la cavalleria e metà dei fanti del cosacco avevano aggirato lo schieramento russo, arrivando a distruggere parte dell'artiglieria, per poi lanciare una carica contro i fanti russi, occupati ad inseguire i poveretti in fuga. A questo punto, i fanti da due opposte posizioni, aprono il fuoco sulla cavalleria, uccidendone buona parte, ma costretti poi alla ritirata per evitare il massacro nel corpo a corpo.
L'esito, con un una marea di corpi lasciati sul campo, è una vittoria dei Ribelli che mantengono la regione, anche se ci si chiede quanto possano proseguire quando gli sono rimasti solo 3 reggimenti di cavalleria e 1 di fanteria. L'esercito russo salva 3F/3C/1A, e viene fatto ritirare nella regione vicina per riprendere le forze.
Politica interna:
Viene fatto anche un tentativo di convocare un'assemblea che rappresentasse le classi sociali del popolo in maniera paritaria, non pensando a quanto questo fosse ingiusto visto che la popolazione non era distribuita in maniera eguale tra i vari ceti. Questo tentativo, non porta assolutamente a nulla e, per contrappasso, fa infuriare ancora di più il popolo, che si sente preso in giro da una monarca che non li ascolta. La possibilità che gli scontenti vadano a dare man forte ai ribelli, di cui ormai la notizia si è sparsa in tutto il territorio russo, è molto alta.
La Ribellione:
Appena arrivano a San Pietroburgo le notizie della conquista da parte di Pugačëv della Volpogda, Caterina II decide di mandare l'esercito a risolvere la questione. Essendo già schierato li vicino, le truppe entrano immediatamente nella regione ribelle per riprenderla. Purtroppo, a causa delle promesse fatte dal cosacco alla gente, le truppe [9F/7C/3A] subiscono continui sabotaggi e piccole imboscate, che fiaccano il morale e creano notevoli danni.
Quando si arriva allo scontro, da una parte si hanno le truppe russe con un morale basso, dall'altra 10 reggimenti ribelli addestrati, più un'infinità di gente comune arrivata a difendere le proprie terre e armata alla meno peggio con fucili di fabbricazione non russa.
Lo scontro avviene in campo aperto, ed immediatamente l'artiglieria russa inizia a martellare, forte del fatto che i ribelli non possiedono cannoni. Le prime milizie iniziano a cadere sotto i colpi, ma immediatamente viene dato l'ordine di avanzare, in modo da annullare la distanza. L'indisciplina della gente non addestrata porta ad una vera e propria carneficina ai danni ribelli, ma gli consente di preservare i 10 reggimenti "buoni". La folla arriva immediatamente a contatto con la fanteria nemica, uccidendo sui 3000 uomini russi, per poi essere messa in fuga dalla carica di cavalleria.
Intanto, utilizzando come diversivo gli uomini mandati al massacro, la cavalleria e metà dei fanti del cosacco avevano aggirato lo schieramento russo, arrivando a distruggere parte dell'artiglieria, per poi lanciare una carica contro i fanti russi, occupati ad inseguire i poveretti in fuga. A questo punto, i fanti da due opposte posizioni, aprono il fuoco sulla cavalleria, uccidendone buona parte, ma costretti poi alla ritirata per evitare il massacro nel corpo a corpo.
L'esito, con un una marea di corpi lasciati sul campo, è una vittoria dei Ribelli che mantengono la regione, anche se ci si chiede quanto possano proseguire quando gli sono rimasti solo 3 reggimenti di cavalleria e 1 di fanteria. L'esercito russo salva 3F/3C/1A, e viene fatto ritirare nella regione vicina per riprendere le forze.
Politica interna:
Viene fatto anche un tentativo di convocare un'assemblea che rappresentasse le classi sociali del popolo in maniera paritaria, non pensando a quanto questo fosse ingiusto visto che la popolazione non era distribuita in maniera eguale tra i vari ceti. Questo tentativo, non porta assolutamente a nulla e, per contrappasso, fa infuriare ancora di più il popolo, che si sente preso in giro da una monarca che non li ascolta. La possibilità che gli scontenti vadano a dare man forte ai ribelli, di cui ormai la notizia si è sparsa in tutto il territorio russo, è molto alta.