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Report Turno 10 - 1194/1197

Guerra franco-imperiale

Fronte del Reno

E' la fine dell'inverno del 1194 quando un messo proveniente da Parigi verso le Fiandre e la Svevia sconvolge la pace e la tranquillità dell'Europa. Il messo, infatti, porta una formale dichiarazione di guerra al Ducato delle Basse Fiandre, approfittando delle rivendicazioni territoriali possedute dal conte Matteo I vassallo di re Bernardo I, e di conseguenza al ducato di Svevia. Pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra un esercito francese, al comando dello stesso conte Matteo I sconfina nella regione di Brabant e conquista agilmente la regione e la città di Anversa. L'esercito delle Fiandre imperiali si fa cogliere totalmente impreparato, lontano dal teatro di guerra e impossibilitato dall'affrontare un esercito di circa 15.000 uomini. La guerra giunge del tutto inaspettata e lo stesso duca Goffredo III deve fuggire alle bell'e meglio da Anversa con tutta la sua famiglia e la corte. Giunto nei Paesi Bassi dovrà darsi da fare, i suoi sudditi fiamminghi non accetteranno la perdita di Anversa e a gran voce in tutto il paese è richiesto un chiaro e duro intervento contro Matteo I di Alsazia, conte delle Fiandre francesi.

Nel frattempo, lungo il corso del Reno che funge da vero e proprio confine naturale tra Francia e SRI e si configura immediatamente come un lungo fronte di guerra, altri due eserciti francesi si muovono verso la Svevia, accusata di foraggiare le Basse Fiandre, nemico della corona francese, e di esserne sostanzialmente fida alleata. Un primo esercito, al comando del paladino Guglielmo di Parigi, punta dritto verso Francoforte nel tentativo di cogliere di sorpresa gli imperiali. In Franconia, pero', il giovane Federico IV Hohenstaufen non si fa cogliere impreparato. Da mesi temeva un attacco francese e ha fatto preparare la regione come una gigantesca trappola per i francesi. Durante le settimane di passaggio della regione, verso Francoforte, l'esercito francese è tartassato da una guerriglia subdola che mina quasi più il morale che gli effettivi ranghi. Tuttavia la volontà dei francesi è altissima, credono fortemente che la loro sia una missione divina che dovrà riportare i legittimi discendenti di Carlo Magno sul soglio imperiale. Il momento più difficile è sicuramente quello dell'attraversamento del locale tratto di Foresta Nera. Con la successiva Battaglia della Foresta Nera, i francesi dimostrano di aver resistito bene alla tattica di Federico IV e riescono finanche a sconfiggere la stessa Guardia Imperiale al comando del duca stesso. Federico IV, pero', non si lascia scoraggiare e torna di filata a Francoforte consapevole che le sue migliori possibilità sono dentro alla città. L'esercito francese, infatti, dopo la battaglia nella foresta è stato ridimensionato di numero. Nonostante questo Guglielmo di Parigi muove all'assedio di Francoforte. E' ormai il 1195 quando Gugliemo tento un ultimo disperato assalto di Francoforte che, pero', si deve spegnere contro le mura della capitale sveva dove Federico IV non cede un singolo centimetro al rivale. Quando Guglielmo si ritira verso le campagne, ormai sotto controllo francese, ordina ai soldati di non saccheggiare nessuno mentre vengono dato in pasto agli uomini d'arme ciascuna delle proprietà Hohenstaufen presenti nella regione.

Sul Reno, poi, il terzo esercito francese si muove anche alla volta di Friburgo. Più o meno contemporaneamente ai fatti di Francoforte, al comando di Luigi di Lione, un altro dei paladini di Francia, l'esercito muove verso l'altra roccaforte sveva. Tuttavia non fa i conti con il duca Federico IV che già da mesi aveva dato ordini precisi in caso di una grossa invasione. Un esercito svevo, infatti, si muove a gran velocità verso Parigi nel tentativo di cogliere di sorpresa re Bernardo e portargli la guerra in casa. I due eserciti, pero', si incontrano nell'Alsazia e la battaglia è inevitabile. L'esercito francese è leggermente superiore di numero e riesce a vincere la battaglia costringendo i tedeschi a ritornare a Friburgo dove, analogamente a Francoforte, si chiudono nella città in attesa degli assedianti. Come pero' il suo compagno paladino Guglielmo, anche Luigi pecca forse di ambizione e in un avventuroso assalto alla città viene ucciso ponendo fine prematuratamente alla presa di Friburgo. L'esercito, quindi, si ritira nelle campagne per svernare l'inverno del 1195 che si prepara a giungere più freddo che mai.

L'azione più temeraria viene pero' affidata da re Bernardo al suo fidato alleato, il re di Bretagna e Normandia Goffredo I Plantageneto. Questi affida a suo figlio Arturo il delicato compito di condurre l'esercito reale normanno verso l'Hainault. Obbiettivo è Aquisgrana, la capitale imperiale dove è presente la prestigiosissima Cappella Palatina. Giunto nell'Hainault, pero', Arturo incontra pochissima resistenza e riesce a prendere Aquisgrana senza colpo ferire. L'Imperatore, infatti, è costretto a concentrare le sue truppe in Sassonia dove un vassallo locale, sobillato da alcune voci circa una presunta omosessualità di Enrico IV e un suo complotto che ha portato all'assassinio di suo cugino Federico I del Sacro Romano Impero, ha preso le armi contro l'Imperatore stesso. La ribellione viene stroncata facilmente ma, subito, un altro vassallo imperiale della Lorena decide di ribellarsi a causa della sempre maggior insistenza sulle voci che vedono l'Imperatore Enrico IV come una sorta di anti-cristo sodomita avezzo agli intrighi disonorevoli. Si tratta di piccole ribellione ma che pongono l'Imperatore di fronte alla terribile scelta di abbandonare Aquisgrana per concentrarsi sulla stabilizzazione dei suoi domini personali.

Fronte alpino

Mentre Francia e Normandia sono impegnati nella dura lotta contro l'Impero, altri scontri smuovono la guerra franco-imperiale più a sud. La Repubblica di Genova, fida alleata francese, dichiara guerra alla Svevia e alle Basse Fiandre, in virtù della propria alleanza, subito seguita da Milano che decide di buttarsi in questa grande ribellione contro il potere imperiale in Europa. Milano, pero', manca di un casus belli valido e la sua stipula di alleanza con Genova giunge troppo tardi per essere una giustificazione valida alla guerra. Il vassallo del duca Martino Torriani, l'onorevole Marchese del Monferrato, protesta vivamente ma, dal momento che maligni lo dicono facilmetne ricattabile dal suo duca per alcuni segreti mai rivelati, le sue proteste non sfociano in una vera ribellione. La mossa, comunque, pone un certo imbarazzo nella locale Chiesa che ora vedo con occhio non più così benevole il proprio sovrano, accusato di avere usato mezzi da infedele quali l'inganno e il sotterfugio. Nonostante tutto un esercito al comando di Pandolfo Soresina, figlio del celebre condottiere milanese Landolfo Soresina già famoso per le sue tattiche di guerra alpine, attende invano per un anno un esercito genovese di rinforzo. Quindi, appurato che il rinforzo probabilmente mai giungerà, decide ugualmente di muovere forte comunque dei rifornimenti che Genova ha inviato in vista della campagna militare. L'esercito milanese giunge facilmente al di là delle Alpi dove sconfigge facilmente il locale esercito di difesa, composto perlopiù da pochi miliziani, occupando tutta la regione della Svizzera.

Fronte boemo

In quella che appare una guerra sempre più totale dell'Europa Centrale non stupisce vedere il formarsi di un terzo fronte. E' circa il 1196 quando, notato l'arenarsi della guerra con i fallimenti francesi di Friburgo e Francoforte ma il successo capetingio con la conquista pretigiosa di Aquisgrana, il duca Enrico III Babenger, sovrano d'Austria, decide di fare la sua mossa. Già durante l'elezione imperiale il duca aveva fatto vedere di non gradire troppo lo strapotere Hohenstaufen e decide, quindi, di prendersi la sua rivincita. Senza neanche una formale dichiarazione di guerra, infatti, il duca attacca il vicino Regno di Boemia, da sempre alleato della casata sveva. La mossa, molto avventata, crea un certo imbarazzo nel Ducato. Il Conte del Tirolo, infatti, si rifiuta di accettare la cosa e dichiara decaduto il duca Enrico e prende a giurare fedeltà a Federico IV Hohenstaufen dicendosi pronto ad intervenire contro il suo ex signore. Enrico III, nonostante l'importante perdita di un vassallo, va comunque avanti e porta il suo esercito in Boemia dove affronta vittoriosamente, combattendo coraggiosamente in prima linea, l'esercito di re Federico Premslyd che sconfitto deve rassegnarsi a riparare in Moravia nella speranza di trovare aiuto.
 

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Asia

Regno di Gerusalemme

Gerusalemme è in fermento, le indagini sull'attentato al re occupano più di un anno l'Alta Corte. Nel marzo del 1195, pero', si giunge ad una conclusione. Accuse formali vengono mosse all'Ordine del Tempio e, personalmente, al Maestro locale Gilbert Herail. La notizia è una vera bomba che esplode, l'Alta Corte si prende del tempo per discutere nuovamente e alla fine giungere ad una votazione per l'arresto del Maestro e l'allontanamento dei templari dal Regno dei Cieli. Nel frattempo per le strade di Gerusalemme scoppia la violenza. Verso Aprile due grosse folle di abitanti della città si scontrano in veri e propri tumulti. I Moti di Pasqua lasciano una Gerusalemme attonita, dopo anni di governo pacifico della dinastia Cerretani, e divisa tra chi favorevole all'arresto dei templari (italiani, ortodossi, ebrei e arabi) e chi invece crede alla buonafede dell'ordino monastico-cavalleresco (francesi e popolazione cattolica povera della città). Lo scontro si trasporta anche in campagna, dove bande formate da i signorotti feudali occidentale, si scontrano tra loro in base alla propria appartenenza etnica. Si tratta soprattutto di nobiltà italiana giunta ai tempi della Seconda Crociata contro la nobiltà francese di più antico insediamente ma in maggiore decadenza. Tutto tace, invece, ad Acri dove il Tempio ha saldamente in mano la situazione. Quando a Maggio si vota il clima è molto teso. Mentre il despotes Alessandro Ducas, rappresentante dell'Ecumene, e re Lucio I votano a favore dell'arresto, il patriarca latino e il maestro Herail votano contrari. L'attesa è tutta per il voto espresso dal granmaestro ospitaliere Garnier de Naplouse. Dopo lunghe discussioni interne de Naplouse informa che gli Ospitalieri votano a favore dell'arresto dei Templari ritenendo inoppugnabili le prove dimostrate all'Alta Corte.

La decisione è come fuoco greco e fa divampare nuovamente lo scontro. Gilbert Herail viene condotto in prigione e con lui tutti i templari di alto grado presenti a Gerusalemme, mentre ai gradi più bassi e ai semplici soldati viene data la possibilità di fare ritorno ai loro luoghi di origine. Nel frattempo vere e proprie bande "urbane" composte perlopiù da italiani e ortodossi si danno alla violenza gratuita contro i templari, nonostante il salvacondotto offerto dal re, provocando l'ira soprattutto del popolino cattolico più povero che, grazie alle politiche del maestro Herail, considerava il Tempio come vero e proprio protettore. Il Massacro del Tempio, come passerà alla Storia, lascierà a Gerusalemme uno strascico profondo. Molti, impossibilitati a ritornare al di là del Mediterraneo, si rifugiano ad Acri. Sano Embriaco, nipote del più famoso Nicola Embriaco, si rende protagonista di un'epopea dal sapore epico. Da semplice maresciallo provinciale guida un migliaio di uomini verso Acri dovendo affrontare le imoboscate tese dai feudatari italiani e dagi arabi, quando giunge a San Giovanni viene accolto trionfalmente da Philippe de Plaissis, Commendatore di San Giovanni d'Acri, e massima carica templare dopo il Maestro Herail. La storia di Sano infiamma gli animi dei templari di San Giovanni d'Acri e Philippe de Plaissis si trova nella posizione di dover prendere una decisione su come agire. Lisbona è lontana, de Plaissis non può attendere e il commendatore decide di optare per la resistenza. Invia a Gerusalemme un messo in cui è rifiutata la decisione dell'Alta Corte e denuncia un complotto contro i templari. A Gerusalemme, intanto, re Lucio fatica a mantenere l'ordine pubblico. Solo grazie alle truppe bizantine la situazione non sfocia in una vera e propria guerra civile, tuttavia se in città alla fine del 1197 i moti si sono ridotti di intensità, in campagna continua durissimo lo scontro tra i feudatari minori creando non pochi problemi alla stabilità del Regno.

Eraclio di Cesarea, patriarca latino di Gerusalemme, unica istituzione filo-templare rimasta libero di agire, prende ad essere visto come nuovo "capo" della fazione gerosolomitana favorevole ad un reintegro dell'Ordine del Tempio. La sua missione riceve un'importantissima spinta quando lo stesso papa chiede a re Lucio, in qualità di buon cristiano, di liberare Herail e di farlo arrivare a Roma dove il concistoro potrà giudicarlo, quale uomo di chiesa è, e decidere del suo destino. Il papa condanna le violenze e l'avventato agire di re Lucio che ha condotto Gerusalemme al caos. Tuttavia il giorno di Natale del 1197, durante la messa, Eraclio viene assassinato da alcuni ebrei a causa della voce, poi rivelatasi infondata, che il patriarca avesse intenzione di far emanare all'Alta Corte leggi restrittive contro di loro. L'omicidio è la classica goccia che fa traboccare il vaso, gli scontri riprendono più forti di prima e la situazione nel Regno è molto difficile. Preoccupato per l'evolversi della vicenda, e ritenendo intollerabile l'assassinio del rappresentante ufficiale della Chiesa nella città santa, papa Stefano X annuncia in modo epocale di una sua visita a Gerusalemme per dirimere la questione in modo definitivo. Sarà accompagnato dal nuovo patriarca designato e da un gruppo di suoi fedeli cardinali. Nonostante tutto la vita prosegue a corte, e Teodora Comnena da alla luce tre bambini (due maschi e una femmina) consolidando a livello dinastico i Cerretani.

Sultanato di Siria

Continua il jihad contro gli sciiti della penisola araba, tuttavia si tratta di anni un po' sonnecchiosi. Un'armata saccheggia la regione di Sheba, ma evita di occupare la regione. La risposta degli Zayditi, nulla giunge da dietro le mura di San'a, e l'esercito del sultano di Siria rimane a guardare al confine.

Intanto un trattato commerciale epocale viene firmato con Venezia, aprendo anche l'ultimo mercato mediorientale fino ad ora rimasto chiuso, all'Occidente. Il trattato prevede anche l'ampliamento da parte veneziana della città di Tripoli, nella regione del Libano, che diventa vero e proprio centro della regione a livello economico anche grazie ai lavori sul porto finanziati dal Sultano. Per il resto si segnalano solo alcune rotte, la promulgazione dell'editto sui Ghazi che vede giungere combattenti freschi per il jihad, alcuni arruolamenti e la nascita di due figlie al Sultano.

Califfato Abbaside

Continua l'avanzata trionfale dell'esercito del califfo verso Dubai e Mascate dove l'esercito zaydita rimasto ha fatto terra bruciata andandosi a rifugiare verso sud. Fortunatamente i rifornimenti sono a sufficienza, ma per il califfo si prospettano costi elevatissimi per far tornare le due regioni al loro vecchio splendore e i saccheggi relativi fanno guadagnare ben poco. Nel frattempo vengono effettuati alcuni miglioramenti alla colitvazione, viene costruita una scuola di medicina, la Bayt al-Trasrif, e una grande moschea è eretta in Qatar a segno indelebile della vittoria sunnita sugli sciiti. Per il resto si segnala la nascita di due bambini al califfo (un maschio e una femmina) e alcuni arruolamenti.

Imamato Zaydita

Gli sciiti reggono botta, nonostante la perdita di altre due regioni sia un colpo non da poco, e l'esercito rimane rintanato dietro le mura di San'a in attesa del nemico. Tale perdita pero' è contrastata da una grande vittoria diplomatica dell'imam al-Mansur Abdallah che riesce finalmente a far rompere gli indugi al suo partner commerciale principale: l'Etiopia. Il negus Gebre I, infatti, viene convinto ad impegnarsi in prima persona nella difesa dell'imam, si dice addiritura in cambio di promesse di territori nella penisola araba, e entro la fine del 1197 fa sbarcare ad Aden quattromila uomini dichiarando a tutto il mondo l'alleanza militare contratta tra lui e l'imam. Resta da vedere come reagirà la Makuria, storica alleata dell'Etiopia ma minacciata dal Sultanato Ayyubbide e dal secondo Baqt (il trattato di pace che intercorre tra copti makuriani e musulmani d'Egitto).

Impero Romano d'Oriente

E' un quadriennio tranquillo per l'Ecumene. Se si escludono i sommovimento gerosolomitani, l'Impero ne esce consolidato da arruoalmenti, rotte interne e vari finanziamenti ai più disparati settori. Tuttavia il vero risultato è quello dello scongiurarsi di una guerra nell'Europa orientale dove la posizione dei Comneni sarebbe stata a rischio dati i legami matrimoniali con il fu belligerante sovrano ungherese. L'invio di un sussidio alla Georgia, inoltre, mette ancora di più agli atti la vicinanza tra le due corone ortodosse. Pur muovendosi poco, insomma, Costantinopoli dimostra la sua importanza a livello diplomatico. Si segnala anche la nascita di due nipoti all'Imperatore, figli di Giovanni Comneno e la sua giovane consorte Maria, della famiglia reale di Curonia.

Regno di Georgia

Nella regione di Kuban, attirati dalla corte di Tblisi, si forma un accampamento di mercenari che alla bisogna potranno essere arruolati. Si segnala anche l'arruolamenti di numerose truppe, l'inizio dei lavori per la formazione di un gruppo di cavalieri pesanti d'elitè detti di San Giorgio e l'arrivo a corte di due generali dall'Accademia militare. Fa scalpore, invece, la decisione del re di fare cavaliere il turco Mevlut ibn Eksük. Indubbiamente la fedeltà dell'elemento turco ne risulta rafforzata, ma alcuni nobili georgiani a corte rumoreggiano sentendosi un po' depauperati moralmente dalla decisione. Molti, infatti, lo vedono come un segno di debolezza con l'Emirato di Khazar alle porte. Niente di grave, ma sarà sicuramente qualcosa di cui tenere conto.

Altri stati

Poco da segnalare nel resto dell'Asia. Continuano le scorribande tra i Kipchak, turchi ortodossi, e i Bulgari del Volga, turchi musulmani, questa volte a parti invertite sono i primi ad aver sconfinato a fini di saccheggio. Decisamente una situazione potenzialmente esplosiva che potrebbe destabilizzare la zona. Non pervenuto il gran shah dei Selgiuchidi, nulla trapela da Esfahan che per ora pare accontentarsi di un periodo alquanto sonnacchioso.
 

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Italia

Repubblica di Venezia

Alla notizia dell'arresto del Maestro di Gerusalemme Gilbert Heraill, a Venezia il doge non si fa cogliere impreparato. Con l'appoggio del Maggior Consiglio viene emanata una legge contro i Templari che li espelle da tutto il territorio della repubblica veneta e ne confisca i beni. Contemporaneamente la terza flotta della Serenissima si mette davanti a Acri bloccandone totalmente il porto. Intanto altre navi veneziane da San Giovanni intercettano mercantili templari diretti verso la Sicilia e li affondano bloccando una rotta verso la Sicilia. Se non si tratta di una dichiarazione di guerra, Venezia dimostra comunque una presa di posizione ben precisa riguardo alle accuse mosse all'Ordine del Tempio a Gerusalemme. Il Consiglio dei Dieci, inoltre, convoca immediatamente il cardinale Ugo Bobone, legato papale per Venezia, nel tentativo di salvaguardare le proprie decisioni nei confronti della Curia.

Nel frattempo il doge non dimentica di potenziare la flotta mercantile, effettua molte rotte verso il Maghreb e l'Impero Romano d'Oriente e, soprattutto, stipula un importantissimo trattato commerciale con il Sultanato di Siria che vede le casse statali arricchirsi ancora di più. Il trattato viene siglato dopo lunghi mesi di dibattimenti in Maggior Consiglio, per poterlo stipulare, infatti, Venezia ha dovuto rinunciare ai suoi privilegi commerciali in Sicilia. Una successiva legge che favorisce la migrazione dei mercanti veneziani in Sicilia verso il Levante ha pero' grande successo e limita le ripercussioni negative. Proprio in Libano Venezia è attiva anche nell'ampliamento della città di Tripoli e nella costruzione di un proprio emporio commerciale in loco. Una legge che impone la non esportazione del caffè all'interno di un pacchetto di riforme agrarie. Infine una miniera d'argente è costruita nella regione di Ialomita, dove Venezia ha ricevuto l'usufrutto delle risorse della regione bizantina. Grande notizia, inoltre, è quella costruzione di una serie di imponenti fortificazioni a difesa di Venezia.

Repubblica di Siena

Anni di intensa attività per Siena, artisti e mercanti sono visti sia in Sardegna che in Austria dove espandono l'influenza culturale-commerciale della repubblica portando le avanzate conoscenti senesi nell'isola e finanche oltre le Alpi. Un censimento viene effettuato, mentre sempre con il Ducato d'Austria viene siglato un trattato commerciale. Il più grande successo del console Piccolomo di Montone è comunque quello dell'istituzione della legge circa le Compagnie Militari, gruppi armati al servizio della repubblica che riescono, in molte situazioni, ad inquadrare le lotte tra le consorterie nobiliari portando un giovamento alla stabilità della Repubblica. L'attività è intensa anche in ambito culturale dove Goffredo di Briennio, artista lombardo attivo a Siena da qualche anno, forma una vera e propria "scuola" pittorica con tanto di giovani allievi senesi. Infine si segnala la costruzione di un importante mercato a Siena, della chiesa di Santa Maria Assunta e l'inizio della costruzione di un avanzatissimo sistema di banchi di cambio in grado di far penetrare commercialmente Siena anche all'estero.

A segnale di una certa fervidità anche in ambito diplomatico, è invece il regalo da parte della Repubblica ai nobili pisani e all'Arcivescovo di Pisa di due volumi scritti a Siena con la preziosa collaborazione dei monaci calligrafisti di Montalcino. I due volumi storici ricordano la gloria di Pisa, culminata con la celeberrima "Crociata delle Baleari" dove la flotta pisana sbaragliò i musulmani. Alla luce di tutti questi risultati positivi per Piccolomo di Montone e la sua fazione è facile riconfermarsi alla guida di Siena nelle periodiche elezioni degli organi comunali.

Repubblica di Genova

Genova è attiva con rifornimenti nella campagna milanese contro la Svizzera e scende ufficialmente in guerra contro l'Impero degli Hohenstaufen grazie all'alleanza con la Francia. La guerra è giustificata, in un clima anche da vera campagna elettorale, anche come metodo per avere finalmente un riconoscimento formale della propria indipendenza verso il Sacro Romano Impero che, de jure, considera ancora un proprio feudo il territorio della Repubblica di Genova. Nonostante la guerra Genova continua il suo rinnovamento commerciale con la costruzione di un emporio commerciale a San Giovanni d'Acri, il blocco navale veneto a seguito del processo contro l'Ordine del Tempio di Gerusalemme, pero', lo rende per ora del tutto inefficace.

Un'alleanza militare è siglata con il Ducato di Milano, in modo da rafforzarsi vicendevolmente nella lunga guerra franco-imperiale, mentre si tengono le elezioni per il rinnovo della carica di console e del consiglio comunale. Con la partecipazione genovese alla guerra lo scontro tra guelfi e ghibellini è molto duro. Oberto Grimaldi deve convincere il suo rivale Simone Doria della bontà della scelta di onorare l'alleanza con la Francia. Le due posizioni paiono subito inconciliabili e il Grimaldi non riesce a strappare un accordo al suo rivale. Le trattative con Ugo Fieschi, rappresentante della nobiltà feudale terriera, e con lo Spinola, rappresentante di parte della nobiltà mercantile, danno pero' maggiore fiducia a Oberto Grimaldi che al termine delle elezioni può confermarsi come console di Genova. Il Doria comunque non pare sconfitto e, anzi, riesce ad accaparrarsi anche qualche seggio in più a scapito della fazione che fa capo a Ingo Spinola.

L'altro grande evento a Genova è la convocazione di Sebastiano da Savona. Il console e il Vescovo di Genova lo invitano a esplicitare le proprie posizioni in un confronto pacifico. Sebastiano, pero', pare non essere uno sprovveduto. Dopo i disordini dei passati anni scompare dalla Liguria e a Genova non si presenta nessuno. Il popolino che lo aveva seguito pare essersi ormai placato e per tutto il quadriennio non risultano altre violenze. Infine si segnalano gli inizi dei lavori per la costruzione di un vero e proprio arsenale per la costruzione di navi militari.

Repubblica di Toscana

Quadriennio tutto sommato tranquillo a Firenze. Rotte vengono stipulate con Venezia a dimostrazione dei rapporti molto stretti tra le due città, ora Venezia detiene sostanzialmente una sorta di monopolio sulla vite toscana. Da segnalare importanti lavori di ampliamento a Lucca, dove viene costruito anche un grosso mercato. Con grande plauso del clero toscano, inoltre, viene costruito un monastero a nord della città di Pisa. Più problematica è la stipula del trattato di alleanza con il duca delle Basse Fiandre; l'attacco francese all'Impero, infatti, pone la Toscana nella difficile condizione di poter essere chiamata alle armi dal suo nuovo alleato. Infine le elezioni per il rinnovo della carica di console si risolvono in una conferma della fazione attualmente al potere.

Ducato di Milano

Milano è impegnata sul fronte "alpino" della guerra franco-imperiale al fianco della Francia. La stipula dell'alleanza con Genova, pero', arriva troppo tardiva e qualche protesta arriva dai nobili ghibellini filo-imperiali del Monferrato. La presa della famiglia Torriani, pero', è molto salda e la situazione non risulta molto destabilizzata dalla decisione di guerreggiare a fianco di Re Bernardo I. Il duca non dimentica pero' la politica interna, rotte interne vengono approntate mentre svariati editti regolamentano il commercio, aumentando il volume degli scambi commerciali, e la nascita di vere e proprie corporazioni delle arti e dei mestieri. Un trattato commerciale con la Bretagna fa intendere anche una grande vitalità commerciale del ducato lombardo mentre un'opera di edificazione sacra vede nascere due nuovi monasteri in Lombardia e Piemonte.

Regno di Sicilia

Il Regno di Sicilia sembra un oasi di pace e convivenza tra religioni nel quadro di una Europa ben più turbolenta. Arruolamenti e miglioramenti vari sono costruiti, mentre un trattato commerciale con l'Ordine del Tempio, a fronte della perdita di quello di Venezia, riesce a mantenere stabile i guadagni della corona Altavilla. Si segnala anche il potenziamento della flotta con l'armamento di galee bastarde e più piccole, ma più maneggevoli, saette. Le navi commerciali siciliane non hanno risentito dell'attacco veneziano ai mercantili templari, tuttavia sommato allo screzio fatto con la perdita del trattato commerciale con la Serenissima i nobili cominciano a rumoreggiare. Re Serlone dovrà dare sicuramente una risposta dura a salvaguardia degli interessi del Regnum Siciliae.

Regno di Sardegna

La situazione interna sarda è sempre turbolenta con gli screzi tra le varie famiglie feudali minori. Voci insistenti vedono il Giudicato di Logudoro sul piede di guerra. Costantino III, infatti, decide di portare davanti alla corte di Re Teofilo documenti che attestano una sua rivendicazione dell'intero Giudicato di Gallura. Ad un netto rifiuto. a causa della dubbia originalità di tali documenti, Costantino torna furioso nel suo castello da dove fa mobilitare tutte le sue armate per conquistare con il sangue ciò che gli spetta, secondo lui, di diritto.

La sera prima dell'attacco, pero', Costantino III cade morto dopo aver bevuto una coppa di vino. Suo figlio, ora divenuto Costantino IV, fa incarcerare immediatamente l'assaggiatore di fiducia del padre dopo che nelle sue stanze sono state trovate prove incriminanti della sua corruzione. Ignoto il mandante dell'omicidio, ma Costantino IV decide di ritirare l'ordine di guerra e di inviare una lettera a Cagliari dove rinnova la propria fedeltà alla corona. Insieme a tante notizie di faide feudali, arriva anche quelle della nascita durante il quadriennio di ben due figli maschi a re Teofilo. La discendenza è assicurata e la stabilità del regno pare ripristinata.

Curia Romana

Numerose iniziative del cardinale norvegese Haakon Bellachioma si risolvono in un nulla di fatto, compresa una possibile scomunica al Re di Scozia e la creazione di un nuovo ordine cavalleresco per la Scandinavia. Probabile che la Curia vorrà discuterne nuovamente nel corso dei prossimi anni. Si segnala anche una grande attività circa la lettera di Venezia in cui mette in discussione la legittimità da parte dell'Ordine del Tempio di richiedere le elemosine finanche in territorio della Serenissima. Le fazioni della Curia ovviamente si dividono, ma la maggioranza che ha portato all'elezione dell'attuale papa pare reggere e un richiamo formale viene fatto a Venezia. Sarebbero stati quattro anni di ordinaria amministrazione, ma lo scandalo gerosolomitano che vede incastrato il Maestro-Cardinale Gilbert Herail fa scoppiare un vero e proprio putiferio. Papa Stefano X richiede espressamente che Herail sia giudicato dalla Curia, essendo lui un cardinale, e annuncia un epocale viaggio a Gerusalemme per risolvere la questione e riportare l'ordine in Terra Santa.

Si segnala anche la morte dei seguenti cardinali:

- Giovanni Conti, vescovo di Palestrina, nato ad Anagni
- Albino, vescovo di Albano, nato a Milano
- Meliore, titolo dei Santi Giovanni e Paolo, nato in Francia
- Giovanni Felici, titolo di Santa Susanna, nato a Roma
- Romano, titolo di Santa Anastasia, nato a Roma
- Egidio Pierleoni, diacono di San Nicola in Carcere Tulliano, nato a Anagni
 

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Penisola Iberica

Regno delle Spagne Unite

Ramòn I sonnecchia malamente senza fare molto. La mancanza ancora di un'erede maschio, pero', rende la situazione interna un po' più difficile. I feudatari premono molto e nelle corti di Spagna si dice che Ramòn sia addiritura sterile, forse maledetto da Dio stesso, e si parla della necessità dell'inserimento di una legge elettorale di tipo elettivo. Per ora nulla pare sfociare in un'opposizione diretta alla dinastia regnante, tuttavia sicuramente Ramòn dovrà darsi da fare per riuscire a ristabilire un certo prestigio di fronte ai suoi nobili subordinati. Nel 1196 scoppia una grossa rivolta nelle Baleari, dove la componente musulmana prende le armi contro il dominio spagnolo. L'esercito spagnolo non sembra voler rispondere, almeno per ora, e la rivolta prende il controllo di tutta l'isola. Nobili spagnoli vengono uccisi dal popolino musulmano e alcuni dei loro castelli saccheggiati. Se Re Ramòn I non interverrà al più presto la situazione potrebbe diventare davvero esplosiva e i rivoltosi potrebbero addiritura organizzarsi in un entità politica rivale.

Infine da segnalare che Sancho I, figlio di quell'Alfonso I di Portogallo spodestato, divenuto alla morte del padre il capo di una sorta di complotto ai danni del patrimonio templare in Lusitania, è stato trovato al confine con il Portogallo con uomini armati pronti a penetrare in territorio templare per alcune operazioni di sabotaggio e saccheggio. Sancho I dichiarerà di essere lì per cercare l'appoggio della corona Aragona-Barcelona e della famiglia Castilla per riprendere ciò che era legittimamente suo.

Ordine del Tempio

Mentre a Gerusalemme i Templari sono impegnati in una delle più grandi crisi che abbiano dovuto affrontare, il Granmaestro mostra un carattere di ferro e, forte anche del sostanziale appoggio papale a riguardo, occupandosi anche dell'altra sua grande area di interesse: la Penisola Iberica. L'Ordine del Tempio decide per una dimostrazione di forza che risiede nelle stesse tradizioni cavalleresche dell'ordine, circa 2000 cavalieri infatti decidono infatti di sconfinare pochi chilometri oltre il confine con il Grande Maghreb per impegnarsi in un'opera di saccheggio dei villaggi limitrofi. La violenza è tanta, le case degli infedeli sono bruciate e le messi distrutte, per circa un anno il terrore è l'unico sentimento che i muslim sentono. Nel 1195, pero', la Jumhuriya reagisce spostando un grosso esercito nella regione. I cavalieri templari scappano immediatamente e, complice la loro velocità, scampano alla repressione maghrebina. Quello templare è sicuramente un azzardo, la cavalcata, voluta fortemente dalla fazione dei Lusitani e da quella degli Scozzesi, è osteggiata pero' Orientali, Italiani e Danesi che temono, con la complicata situazione gerosolomitana, di perdere anche i loro avamposti in Portogallo provocando una decadenza all'Ordine. I Lusitani controbattono dicendo che la cavalcata ha portato ricchezze extra alla regione e ridotto la capacità produttiva della regione andalusa provocando un danno tangibile ai nemici di sempre. Si segnalano anche numerosi arruolamenti, voluti fortemente dalle altre fazioni come garanzia per la "cavalcata" ai danni del Maghreb.

Le discussioni, pero', non ritardano l'approvazione della riforma istituzionale dell'Ordine. La formazione del Concilio Ecumenico e una maggiore specificazione dei gradi e dei rapporti tra Portogallo e Oriente, porta sicuramente una rinnovata stabilità all'Ordine. Elemosine sono nuovamente raccolte, soprattutto grazie al grande appoggio della Curia riguardo al discussione sul rifiuto veneziano, mentre una chiesa dedicata a San Paolo è costruita in Estremadura. Il trattato commerciale con la Sicilia, poi, dimostra la vivacità commerciale dell'Ordine ma di contro l'attacco veneziano, che pirata una rotta tra Tempio e Sicilia e pone un blocco portuale ad Acri, pone l'Ordine in una difficile situazione diplomatica. Se non è guerra, poco ci manca, commenterà lo stesso Granmaestro. Ma è proprio Robert de Sablè, in parte, a dare una risposta ancora più convincente. Papa Stefano X, infatti, dopo essere intervenuto circa il Gerusalemme-affaire decide di sbilanciarsi dando al Granmaestro Robert de Sablè il titolo di Primo Difensore della Cristianità . Il Granmaestro potrà fregiarsi, unico in tutta la cristianità cattolica, dell'appellativo di "Sua Beatitudine". E' un chiaro segnale che il papato non accetterà il crearsi di un fronte contro l'Ordine del Tempio, soprattutto ora che lo considera come suo principale difensore contro gli infedeli.

Regno di Granada

Con la promessa dell'aumento del contingente templare, Re Ahmed può stare leggermente più tranquillo. La monarchia feudale pare reggere, e la convivenza tra le varie componenti per ora non crea grosse problematiche. Il quadriennio passa sonnecchioso, anche se sicuramente la "cavalcata" ha creato qualche apprensione nella nobiltà granadina che non ha fatto segreto del suo disappunto alla tattica del Granmaestro. E' indubbio che Granada si senta ancora primariamente minacciata e sa che una sua sopravvivenza è dovuta ad una situazione stabile e non ad uno stato di guerra permanente nell'area.
 

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Africa

Jumhuriya del Grande Maghreb

La Majlis amministra saggiamente la grande repubblica filosofica africana, tuttavia alcuni odiosi saccheggi da parte di "cavalcate" templari in Andalusia rendono la situazione leggermente più esplosiva. Fortunatamente lo spostamento immediato dell'esercito nella reazione rende immediatamente sicura la regione, tuttavia i danni del saccheggio sono ingenti e ci vorrà qualche anno prima che si possa riprendere totalmente. Una rotta interna tra Gebr-al-Tarik e l'Andalusia porta pero' giovamento ai rifornimenti di cibo scongiurando perlomeno il rischio di una carestia nella popolosa Andalusia. Copiosi arruolamenti vengono effettuati, mentre all'interno dell'esercito si segnala il giovane ufficiale Nasr ibn Muhammad che rapidamente scala le gerarchie militari divenendo uno dei generali più promettenti dell'apparato militare maghrebino. Cominciono a giungere anche carichi di sale provenienti dalle isole Aulil, grazie alla stipula di una rotta commerciale con l'emiro di Tunis.

Alcuni filosofi dell'Accademia Araba sono inoltre inviati dalla Majlis a Baghad e persino a Parigi. Se a Baghdad sono ben accolti nel fervido clima intellettuale della capitale abbaside, a Parigi sono vittime di un certo pregiudizio soprattutto dall'ambito clericale che poco tollera la presenza di infedeli. Voluti fortemente da Re Bernardo, i cardinali francesi della Curia chiedono formalmente che vengano espulsi. Nonostante questo Nassib ibn Yussuf, fine conoscitore della cultura ellenistica e traduttore dal greco, porta una grande quantità di opere in greco consentendo agli accademici parigini di fare passi da giganti nella conoscenza della cultura classica. Tutto parrebbe andare per il meglio, tuttavia a Novembre del 1197 un grande lutto scuote la Jumhuriya. Stroncato da un infarto, probabilmente dovuto alla sua vecchiaia, muore Abū l-Walīd Muhammad ibn Ahmad Muhammad ibn Rushd, conosciuto anche come Averroè in occidente, fondatore della Jumhuriya stessa e sua indiscutibile guida. L'Accademia, sebbene preparata a questo momento, si ritrova all'improvviso senza il proprio faro. Nel corso del prossimo anno dovranno essere tenute le elezioni in cui la Majlis dovrà decidere chi sarà il prossimo "sheik" della Jumhuriya, si prospetta una decisione molto difficile sebbene la fazione degli Averroisti, ossia i fedelissimi del fù Ibn Rushd, abbia una grandissima influenza e possieda un numero elevatissimo di seggi nell'assemblea.

Emirato di Tunis

Quinquennio tranquillo per l'emiro Nassib, una rotta viene stipulata con la Jumhuriya. Nel 1195 parte inoltre la spedizione di Abd al-Haqq ibn Dawud, ammiraglio della flotta di Tunisi che viene inviato dall'emiro ad esplorare le coste dell'Africa subashariana. Il suo diario diverrà in futuro uno dei documenti più fervidi dell'attività geografico-commerciale dei musulmani del Mediterraneo occidentale portando grande lustro alla dinastia tunisina dei Monsoor. Figlio di un commerciante ebreo convertito all'islamismo, Abd al-Haqq scrive quello che diverrà un vero e proprio exemplum da cui i navigatori musulmani prenderanno spunto nei secoli a venire per descrivere i propri viaggi.

Un editto, inoltre, dichiara Tunisi porto libero dove qualsiasi nave può approdare a fronte del pagamento di una tassa, in modo molto simile a come il diritto islamico tratta i dhimmi ossia i popoli del libro protetti.

Altri stati

Molto poco da segnalare per quanto riguarda gli altri stati. Dopo un inizio scoppiettante, il sultano di Al-Misr pare decidere di sonnecchiare facendo il minimo indispensabile per mantenere saldo il controllo sui suoi territori. Ugulamente il Takrur e il Mali possono vivere sonni tranquilli, sotto l'ala protettiva maghrebina, e Karnem-Bornu pare aver sopito, perlomeno momentaneamente, i propositi bellicosi. In Mali, tuttavia, proseguono le faide tra i capi-clan locali, che ancora non accettano la presenza di missionari islamici. E' possibile che la cosa possa degenerare se il faamas non interverrà con decisione. Ben più importante invece la situazione nell'Africa orientale dove l'Etiopia prende l'epocale decisione di entrare in guerra a fianco degli Zayditi contro il califfo e il suo alleato siriano. Soldati sono inviati nella Penisola Araba, mentre un diplomatico etiope chiede anche alla Makuria di fare il grande passo. Il re makuriano, pero', decide di prendere tempo. Un suo ingresso in guerra vorrebbe dire disattendere al cosiddetto secondo Baqt stipulato con Al-Misr, provocando una reazione a catena che vedrebbe il crearsi di una guerra regionale ancora più potenzialmente distruttiva. Tutto tace, invece, tra i pagani di Kush, Banyarwanda, i popoli bantu e tra i falashiti della teocrazia giudaica.
 

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Europa occidentale

Regno di Francia

Il quinquiennio è ovviamente dedicato alla guerra contro l'Impero in compagnia dei suoi alleati di Bretagna-Normandia, Milano e Genova. La guerra per ora è accettata da tutte le anime del feudalesimo francese, tuttavia il fatto che la tattica da "guerra lampo" si è rivelata forse non così efficace crea qualche leggero mugugno. E' ovvio che Re Bernardo dovrà mantenere bene compatto il suo fronte se è intenzionato a portare avanti la sua guerra contro gli Hohenstaufen. Si segnala, pero', l'inizio dei lavori di costruzione di un grandioso edificio a Parigi. Costruito sulla base del Pantheon di Roma, all'interno c'è un complesso di statue rappresentanti Carlo Magno, Clotario II e Clodoveo. I tre sono ritratti in modo da indicare simbolicamente il loro ruolo nei confronti della costruzione dell'Impero universale: il primo come fondatore, il secondo come unificatore delle varie anime e Clodoveo come regnante santo che ha portato alla conversione al cristianesimo dei franchi. L'ambizioso progetto è sicuramente un modo per intendere la volontà di Bernardo di farsi vero erede della tradizione imperiale che risale a Carlo Magno. Un chiaro atto di sfida al Sacro Romano Impero anche sul piano del simbolismo del potere.

Fa scalpore, invece, la presenza di alcuni filosofi maghrebini. Nonostante le proteste essi risiedono a Parigi e provvedono a portare a Parigi un gran numero di libri dell'età ellenistica. Tra questi libri molti tomi riguardano argomenti geografici, Maria, sorella di re Bernardo, che in gioventù fu educata proprio nel Maghreb da Ibn Rushd (Averroè) in persona, ne approfitta per tradurre quei libri ed usarli per fondare una vera e propria scuola geografica che lavora nell'ambito della corte del re stesso. Il clero rumoreggia, già è odiosa la presenza di infedeli a Parigi, poi la creazione di un polo di cultura laico, fuori dal controllo della Chiesa, crea ancora altri mugugni. Per ora niente di grave, ma il Vescovo di Parigi ha richiesto ufficialmente almeno l'espulsione dei filosofi del Maghreb.

Alcuni mulini sono costruiti, mentre un trattato di accesso militare con la Normandia ufficializza ancora maggiormente l'alleanza e l'amicizia tra i due regni. E' proprio un membro della dinastia reale di Bretagna-Normandia, pero', nella persona del principe Arturo, che dal fronte della guerra franco-imperiale invia un dono molto atteso. Trafugati dalla cattedrale di Aquisgrana e dal palazzo imperiale, sono condotti a Parigi come vere e proprie spoglie di guerra il trono imperiale, la stessa tomba di Carlo Magno presente nella Cappella Palatina e la Gioiosa (o Altachiara), ossia la mitica spada di Carlo Magno. Si tratta di una mossa che accresce di molto il prestigio di re Bernardo che vede così concludersi il suo progetto di crearsi una propria rivendicazione legittima sul trono imperiale.

Regno di Bretagna e Normandia

Mentre sul campo di battaglia della guerra franco-imperiale i soldati dei Plantageneto si fanno valere, il re dimostra di non dimenticare anche il fronte interno. Dopo anni di lotta finalmente riesce a raggiungere un accordo con la famiglia bretone dei Penthièvre, l'accordo è sugellato anche dalla promessa di matrimonio tra la piccola Matilde Plantageneto, nipote dell'attuale re e figlia del principe Arturo, e Enrico II, figlio di Alano Penthièvre. Proprio in Bretagna, poi, la città di Rennes viene ampliato grandemente portandola a diventare un vero e proprio polo di attrazione della regione. Sicuramente un grande risultato per i Penthièvre, da sempre signori della città, che ora possono vedere compensata la perdita del titolo nobiliare con sonanti monete d'oro. In politica estera è da segnalare il trattato commerciale stipulato con Milano, mentre sempre in Bretagna la corona si da un gran da fare per migliorare lo stato dei campi facendo espandere anche lì la nuova tecnica dei campi a rotazione triennale.
 

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Sacro Romano Impero

Ducato di Svevia

Sono anni duri per Federico IV che tuttavia dimostra una grandissima tenacia e un acume tattico sicuramente ereditati dal padre. Il fronte contro i francesi per ora tiene e le città resistono agli assedi, tuttavia sarà necessario prendere una decisione al più presto. La resa o continuare una lunga guerra provando a contrattaccare con un Impero unito. Tuttavia l'Impero stesso si dimostra ben poco unito con il tradimento del duca d'Austria che, attaccando a tradimento la Boemia, destabilizza maggiormente la situazione. Il fatto, pero', si tramuta quasi in un vantaggio per Federico IV che si vede servita sul piatto d'argento la dichiarazione di fedeltà da parte del conte del Tirolo. L'arcivescovo di Salisburgo dichiara decaduto il vincolo matrimoniale tra Eva, figlia del conte del Tirolo, e il duca d'Austria stesso così Eva viene immediatamente offerta in sposa a Federico IV a suggello del vincolo feudale appena formatosi.

A fronte del guadagno del Tirolo, pero', la Svizzera è persa sotto l'attacco dei milanesi, alleati dei francesi, che giungono a minacciare oltralpe i possedimenti degli Hohenstaufen. Infine a livello diplomatico è da segnalare un importante trattato di alleanza con il Regno di Norvegia, che sicuramente complica ancora maggiormente lo scacchiere delle alleanze della guerra franco-imperiale portando al rischio di una vera e propria guerra continentale. Notizie ancora peggiori da Aquisgrana, la capitale è persa e suo zio Enrico ha subito non poco la prima ondata francese. In ogni caso un successo viene dal settore più oscuro dello spionaggio, uomini della cancelleria del duca Federico hanno scoperto una rete di missive tra l'Austria e la Francia. Nelle lettere è chiara l'intenzione francese di usare l'Austria per destabilizzare la situazione, di contro il duca d'Austria avrebbe trovato appoggio per la sua candidatura, poi fallita, al soglio imperiale.

Ducato d'Austria

L'attacco alla Boemia scatena un vero putiferio nel ducato d'Austria. Il conte del Tirolo denuncia il comportamento del Duca e giura fedeltà a Federico IV Hohenstaufen dicendosi schifato dall'azione diabolica intrapresa dal duca. In ogni caso parte della Boemia è ora occupata, nonostante pare chiaro il formarsi di un fronte molto compatto contro il "tradimento" perpetrato ai danni dell'Impero tutto. Infine da segnalare l'ampliamento della città di Vienna e la firma di un trattato commerciale con la Repubblica di Siena.

Ducato delle Basse Fiandre

Le Basse Fiandre sono sconvolte dalla guerra, nonostante il duca Goffredo III avesse la situazione sotto controlla e una stabilità invidiabile, la guerra non si ferma davanti a niente. Le truppe francesi sono entrate nel territorio, la regione viene rivendicata dal francese conte delle Fiandre che da tempo lotta con la sua controparte imperiale per stabilire chi sia legittimamente padrone della ricca regione nord-europea. Progetti per una casa templare e un porto fluviale nella regione del Brabant falliscono a causa dell'invasione, mentre nei paesi bassi la vita scorre comunque con la costruzione di un monastero.

Si segnala anche il viaggio del cardinale Alberto de Louvain, figlio del duca, per le proprietà ecclesiastiche nell'Impero. Da questo viaggio trarrà spunto per scrivere un duro rapporto in cui si critica lo stato fatiscente di molte chiese. E' chiara la sua intenzione di crearsi un po' di prestigio personale all'interno della Curia, assurgendo forse come vero e proprio rappresentante imperiale a Roma. Infine a livello diplomatico notevoli le alleanza con Toscana e Norvegia. Sicuramente una tirata d'ossigeno, la situazione comunque pare davvero esplosiva. Se la guerra continua l'escalation sarà terribile.

Ducato di Brandeburgo

La guerra per ora non raggiunge il Brandeburgo dove il Margravio Ottone anzi raggiunge qualche buon successo. Nel quadro dell'elezione a re dei Romani, infatti, l'appoggio brandeburghese alla dinastia degli Hohenstaufen è fruttato un titolo ducale e il possesso della regione della Turingia. Il duca Ottone I, così, potrà lasciare in eredità ai suoi figli un feudo di rango maggiore aumentando il prestigio per sè e tutta la sua dinastia. Il villaggio sulle rive dello Sprea di nome Berlino, inoltre, viene ingrandito e al suo nucleo originale viene unito il borgo di Cölln, situato sull'altra riva del fiume. Ora il borgo assurge a vera e propria città e possibile futuro punto centrale di tutto il neo-ducato. Un monastero inoltre è costruito in Lusazia e qualche truppe è arruolata per rinfoltire le schiere dell'esercito.

A livello diplomatico, invece, la situazione è sicuramente più scoppiettante. Nonostante non attaccato direttamente nella guerra franco-imperiale è ovvio che il re dei Romani, il duca della Sassonia Enrico, vorrà chiamare a raccolta tutti i suoi fedeli feudatari per scacciare da queste terra i nemici francesi. Di contro, inoltre, il fallito attacco svedese alla Danimarca pone nella situazione anche di dover rispondere dei profondi vincoli matrimoniali tra il Brandeburgo e la Danimarca. Durante il quadriennio, inoltre, nascono ad Ottone, erede al trono e figlio del duca, ben tre figli: Ottone, il suo primogenito, e due bambine: Edvige e Alice.

Ducato di Sassonia

Il duca Enrico IV è sicuramente il più travolto dall'attacco francese. Aquisgrana è persa e in Lorena infiamma la rivolta di un feudatario locale che incrimina il suo ex signore di essere un anti-cristo sodomita. L'esercite sassone pero' riesce a stroncare una rivolta in Sassonia, evitando un tracollo totale. Il duca, così, può occuparsi ben poco di altro se non di salvare il suo onore e la sua elezione a re dei Romani. Per farlo convoca immediatamente tutti i principi (o loro ambasciatori in caso siano impossibilitati) per una Dieta eccezionale. Pare sia intenzionato a chiamare una leva di massa contro l'invasore francese e il traditore austriaco per un'epocale operazione militare.

Altri feudi

La chiamata del Re dei romani giunge fino ai feudi più marginali come il Meissen e la Carinzia. Per ora entrambi i feudi prendono tempo ma inviano cautamente loro ambasciatori ad un incontro con l'Imperatore.
 

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Nord Europa

Regno di Norvegia

E' un quadriennio molto attivo per la Norvegia. Da un punto di vista diplomatica vivacissimo con i trattati d'alleanza con le Basse Fiandre e il Ducato di Svevia. L'avvicinamento norvegese all'Impero sembra cosa fatta, anche se questa rinnovata amicizia sarà messa subito alla prova rispetto al rapporto norvegese con la Francia. Le mosse diplomatiche si concludono anche con un altro grande successo: un'alleanza con il Regno di Irlanda. E' un trattato decisivo per l'ingresso norvegese nell'area irlandese. Forse una risposta diplomatica alla querelle infinita con la Scozia. A suggello dell'alleanza è da segnalare anche il matrimonio tra Inge, erede al trono norvegese, e la nobile irlandese Áine Briain, figlia del conte di Munster.

Inge, inoltre, diventa assolutamente il protagonista del quadriennio quando il vecchio re Sigurd II decide di abdicare a causa della sua vecchia età. Inge II viene così incoronato con il beneplacito della Chiesa norvegese e dei nobili. La grande stabilità portata da re Sigurd permette il passaggio di consegna senza troppe remore. Anche se la Chiesa ha già da subito cominciato a premere sul nuovo re per un'opera di evangelizzazione dei pagani più decisa rispetto alle politiche del padre. Inge si da subito da fare anche in campo militare, spostatementi di truppe sono segnalati dalla Scozia verso la Norvegia mentre la stessa flotta norvegese si vede poi impegnata ad attendere le truppe svedesi. La debaclè dell'esercito svedese, pero', lascia le navi norvegese vuote ad attuare, ormai, un velleitario blocco navale ai danni della Danimarca. L'appoggio all'alleato svedese, infatti, provoca qualche disappunto anche nella Curia a Roma dove il cardinale Knut Reventlow chiede a gran voce una condanna delle azioni dei cosiddetti Regni del Nord contro un sovrano che è stato insignito del prestigioso riconoscimento della Rosa d'Oro. Sicuramente una bella gatta da pelare per Inge II che, tuttavia, trova anche il tempo di consumare il proprio matrimonio. Un figlio, l'erede della dinastia dei Bellachioma, nasce infatti sul finire del 1195.

Ritiratosi ormai a vita privata Sigurd II, dopo l'abdicazione, pensava probabilmente di potersi godere una meritata pensione. Tuttavia spesso il fato è in disaccordo con le aspettative umane ed è così che Sigurd II Bellachioma, figura centrale della storia norvegese nel XII secolo, colui che ha osato sfidare un Papa e ha ideato una nuova idea di cristianesimo quasi sincretico delle tradizioni pagane, muore nel suo letto. Re Sigurd II sarà sicuramente ricordato negli annali come uno dei re più innovatori e controversi del medioevo norvegese, un grande re che ha saputo fare grande la Norvegia.

Regno di Irlanda

L'alleanza con la Norvegia e conseguente matrimonio pare placare un po' la situazione interna irlandese. Le tendenze filo-inglesi della famiglia reale sono state accantonate a favore di quelle filo-scandinave di alcuni vassalli, portando così ad una sorta di equilibrio tra i vantaggi commerciale dei rapporti con gli inglesi e quelli politico-diplomatici del rapporto con la Norvegia. Tuttavia la vecchia contessa di Aife rimane ancora senza un marito pronto ad ereditare la sua contea, sicuramente la situazione potrà tornare ad essere esplosiva. Si segnala anche la nascita di una bambina a re Ruadrì I.

Regno di Svezia

L'infiammata dichiarazione di guerra svedese faceva intendere una certa fretta nell'attaccare la Danimarca, verso la quale pendono da anni rivendicazioni su alcuni territori. Neanche la costruzione di una casa Templare nella Sareema e l'amicizia con Roma della dinastia Munso, trattengono la Svezia nel reclamare ciò che è di suo diritto. Tuttavia l'esercito, già frastornato dalla decisione di attaccare la reigone dell'Halland verso la quale la corona svedese non nutre alcuna rivendicazione, si ritrova in una spiacevole situazione: re Carlo VII si dimentica incredibilmente di fornire rifonrimenti adeguati alle sue truppe che si ammutinano e si rifiutano di partire per la guerra. Nel frattempo la flotta svedese si muove comunque a supporto dell'alleato norvegese e assieme effettuano un blocco navale nel canale dello Skaggerak. Si tratta di un'insolta situazione, perchè la dichiarazione di guerra c'è stata e nonostante la fallita mossa svedese è chiaro che la Danimarca non starà a guardare.

Si segnala inoltre la nascita di un figlio ad Erik, erede al trono e figlio di Re Carlo, e l'arruolamento di alcune truppe. Cibo inoltre viene spedito nella regione dell'Uppsala, mentre una sovvenzione alla Chiesa svedese per evangelizzare i territori pagani del regno porta nuova linfa all'opera dei missionari svedesi. La cosa crea qualche problema con i pagani che si sentono così un po' traditi, niente di grave ma è certo che la Svezia, come d'altronde dovrà fare l'alleata Norvegia, dovrà scegliere una strada da intraprendere in una situazione in cui le mezze vie paiono non essere contemplate.

Regno di Danimarca

Forte del sostegno papale e dell'amicizia dell'Impero, la Danimarca, dopo la dichiarazione di guerra svedese, manda subito un messo verso il Brandeburgo per richiedere immediato sostegno contro il vile attacco. Un altro ambasciatore, addiritura, è visto viaggiare verso la casa templare della Sareema dove in nome dell'amicizia che corre tra Re Magnus e l'Ordine del Tempio si richiede aiuto ai cavalieri crociati per combattere gli eretici sovrani scandinavi che tollerano i pagani e attaccano un re cristiano.

Pirateria

Le incursioni piratesce continuano dal Mare del Nord fin dentro il canale dello Skaggerak rendendo il commercio via nave molto difficoltoso.

Altri stati

Poco da segnalare in Scozia e Inghilterra. Entrambi i regni paiono sonnecchiare, la Scozia pare sopirsi nel torpore dopo i guai diplomatici con i norvegesi ma perlomeno la situazione pare essersi sgonfiata. In Inghilterra, invece, si decide di attuare una politica isolazionismo nei confronti dei grandi sconvolgimenti continentali. La cosa sembra essere ben condivisa dalle varie anime del Regno che non disprezzano questa neutralità inglese.
 

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Europa orientale

Gran Principato di Kiev

Il Concordato di Polotsk è un successo magistrale del Gran Principe Svjatoslav III. Sull'orlo di una guerra regionale, che avrebbe portato instabilità e forse addiritura ad un possibile ingresso nell'area dell'Impero Romano d'Oriente, Kiev dimostra un'ottima lungimiranza stipulando un concordato con l'ex principato ribelle di Polotsk. In cambio della regione di Polotsk, infatti, Kiev riconoscerà l'indipendenza del nuovo principato di Galizia, dove Vladimir ha deciso di spostare il suo centro di potere, e verserà per trent'anni 15 monete d'oro all'anno come compensazione per la regione di Polotsk stessa. Cessa così ogni rivendicazione. L'accordo è salutato con favore da Ungheria e Polonia, garanti storiche dell'indipendenza di Polotsk.

In politica interna da segnalare la costruzione di un porto fluviale sulle rive del fiume Dnepr, alcune rotte commerciali con la Curonia e la costruzione di ben tre nuovi castelli che dimostra un rinnovato interesse per l'incastellamento da parte del Gran Principe. Infine giungono a corte, dopo essersi fatti notare all'Accademia Militare di Mosca, due nuovi generali promettenti: Mikhail Dolgurokij, erede di una nobile e antica famiglia di Kiev che in passato fu addiritura imparentata con il Basileus di Costantinopoli, e Nikola Vladimirovič. Sul finire del 1197, pero', anche Kiev è scossa da un grave lutto. Dopo aver contratto una violentissima febbre, due giorni dopo Natale muore infatti Svjatoslav III. Figlio di quello Vsevolod in grado di rafforzare Kiev e trasformarlo in un avanzatissimo regno capace di superare il sistema feudale ed aprirsi a qualcosa di diverso. Svjatoslav lascia Kiev riuscendo a riappropriarsi di Polotsk e i kieviti potranno essere fiduciosi della buona eredità che ora raccoglierà il nuovo Gran Principe Iziaslav II.

Regno di Curonia

Arruolamenti sono effettuati, mentre si segnala anche una riorganizzazione dell'esercito con varie assegnazioni. Un porto fluviale è costruito in Rutenia, ora la Curonia potrà sfruttare la rete fluviale per commerciare attivamente con Kiev. Rotte, infatti, sono subito stipulate con Kiev dimostrando ancora una volta la grande vicinanza tra i due stati sebbene, si dice, re Vairis non abbia preso bene la notizia che la guerra non si farà. Voci dicono che, infuriato, ha cominciato a girare per il palazzo a petto nudo e sguainando il suo enorme spadone a due mani. Ennesima dimostrazione delle due anime di Vairis: da una parte quella desiderosa di innovazione e che, spesso, tenta di imitare Kiev e finanche Costantinopoli, e dall'altra quella del rude guerriero pagano che ha saputo costruire tutto questo con la forza della sua indomita volontà. Anime così diverse ma entrambe partecipi di quel carattere così peculiare che contraddistingue, nel bene e nel male, il Re-Cavallo.

L'Accordo di Riga, tuttavia, è un bel colpo per la dinastia degli Zergidi. In cambio di tecnici e finanziamenti per la costruzione di una flotta, la Curonia si impegna a difendere le rotte commerciali di Novgorod e a non rivolgere mai le proprie navi contro quelle della repubblica mercantile. Inoltre nel trattato è prevista la costruzione della città di Riga con annesso porto, dove nel corso degli anni sono costruite le prime navi curone e dove Novgorod allestisce subito un emporio commerciale.

Principato di Novgorod

L'Accordo di Riga vede Novgorod la Grande tranquillizzarsi. E' probabile che con le nuove navi curone e la flotta novgodoriana si possa pensare di sistemare una volta per tutte l'annoso problema della pirateria. Indubbiamente debellare i pirati è la priorità della repubblica mercantile che si vede chiuse molte porte non potendo commerciare nei mari del nord.

Pirateria

Le incursioni piratesce continuano nel Mar Baltico e nel Golfo di Finlandia fin dentro il canale dello Skaggerak rendendo il commercio via nave molto difficoltoso.

Altri stati

Poco da segnalare in Polonia ed Ungheria, che assistono liete al declino dell'ipotesi di una grande guerra, mentre il Principato di Polotsk diviene di Galizia quando Vladimir I decide di fare di quella regione il nuovo centro del suo principato. Vladimir fonda inoltre la città di Halyc rendendola la sua nuova capitale.
 
Stato
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