La prima cosa che notarono i delegati dell'Ordine della Rosa arrivando nei territori del Clan fu il peculiare modo in cui le Alate avevano organizzato la postazione di guardia: più che un avamposto militare preposto a pattugliare e vigilare il confine, sembrava in tutto e per tutto un villaggio, con campi coltivati là dove la terra lo permetteva e capre di montagna visibili sulle montagne di Grumbaki. A comandare sull'insediamento, un'alta torre di pietra da cui volano le Arpie impegnate nei compiti di pattuglia e nella quale atterrarono le guardie di frontiera che avevano detto di seguirli. Pochi minuti dopo, dalla torre un'alata volo in direzione di Ikutlens, mentre il portone della palizzata esterna del villaggio venne aperta e un insediamento pieno di goblin li accolse con cautela, ma cordialmente. Ai militari della scorta non sfuggirono chiaramente i depositi di lance piazzati in punti strategici, né la conformazione delle tra gli edifici che le rendeva facilmente bloccabili da barricate. Ogni cosa in quel posto sembrava costruito con l'idea di essere difendibile in primis e poi tutto il resto a seguire.
Claudia venne accolta da un goblin che si presentò come Wyr, Alato dello Stormo della Ferocia. A distinguerlo dagli altri goblin, un mantello di marrone rossiccio le cui molteplici pieghe ricordavano le ali a riposo di un'arpia e una spada curva come un artiglio al suo fianco. Semplici rinfreschi vennero serviti ai viaggiatori, in modo tale che potessero riposarsi prima di riprendere il viaggio verso Attilan.
Arrivate ad Attilan, l'accoglienza fu più rapida e, una volta verificata la loro identità, vennero scortate verso il palazzo centrale della città. Forse non inaspettatamente, la città di Attilan sembrava soltanto una versione più grande di quel villaggio di frontiera: ogni cosa dalla forma degli edifici, che potevano fornire copertura ad arcieri sui tetti, al modo i cui i singoli quartieri erano connessi da porte intermedie che potevano essere chiuse e presidiate facevano capire che gli Stormi costruivano ogni cosa sulla base di un pensiero: quanto possono essere autonomi dal restante e quanto bene potevano essere difese.
Il palazzo apparve, di conseguenza, come l'unica eccezione: evidentemente costruito per risultare regale ed emanare rispetto, gli evidenti lavori di restauro deturpavano la facciata, con evidenti tracce di ornamenti rimossi e aggiunte postume all'edificio. All'interno, in quello che una volta doveva essere un giardino ben tenuto, ma ormai riconvertito come piazza di addestramento per le guardie, l'unico dettaglio fuori posto era una semplice torre di terra, con una lancia conficcata al suolo per il lato della punta e una corona rovinata appena sull'asta.
Il gruppo venne raggiunto da un'arpia, accompagnata da una scrivana, che si inchinò. aprendo le ali.
-Che il vento di Sheika vi accompagni nei vostri viaggi e che le vostre armi possano sempre essere forti come i suoi artigli, ospiti della Rosa. Sono l'Alata Xiraphine dello Stormo della Memoria. Gli Stormi mi hanno incaricato come ... - sembrava cercare la parola giusta in lingua comune - ... referente durante il vostro soggiorno. A breve dovrebbe arrivare una mia sorella per rappresentare il suo Stormo. -
- Nel mentre che aspettiamo, ditemi: come sta Celebrian? -