[TURNO NOVE] Report 1771 - Bella Stagione

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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
IL FLAGELLO DEI NANI

Era arrivata la bella stagione, si, ma era ancora agli inizi. L'inverno stentava a ritirarsi, e la mattina era ancora fredda, nell'accampamento dell'armata di Shigga Banemace. I corni suonavano l'adunata, i soldati e gli attendenti degli ufficiali radunavano armi, armature e bagagli e iniziavano a stiparli sopra i carri.

Shigga Banemace, già in tenuta da marcia, con l'ascia e la pistola al fianco, osservava il campo da un piccolo rilievo. Come sempre i suoi Nani erano i primi a completare i preparativi. La marmaglia orleasiana e i Nani delle caste basse erano più lenti, ma ormai c'era abituata. La sua armata era un'accozzaglia informe, ma grazie al suo talento organizzativo e all'addestramento col tempo era diventata una forza con la quale fare i conti.

E lei stava per portarla in guerra, a sud. Il Grande Tengri era un osso duro, con i suoi cavalieri e arcieri, ma Shigga aveva un piano.

Stava rimuginando su di esso, quando sentì il ruggito.

Si guardò intorno, sconcertata. Leoni? Lupiù Orsi? Nel bel mezzo di un accampamento militare?

Era stato forte, ma aveva la sensazione che fosse arrivato da lontanissimo. E da sopra.

Scrutò il cielo, confusa.

No, era impossibile. Impossibile.


Se lo stava ancora ripetendo, quando vide Skalak il Terribile, il Flagello dei Nani, l'Antico Dragone Rosso delle leggende, tuffarsi attraverso le nuvole basse, ruggendo con la voce della più possente creatura di Ardania, e avventarsi sull'accampamento.

I soldati là sotto si voltarono verso l'ombra discesa dal cielo. Dopo, morirono.

Skalak atterrò direttamente al centro della tendopoli, schiacciando decine di tende, carri, cavalli e soldati sotto il suo peso immane. Grande come un campo di Bloodbowl, escluse la coda e le ali, coperto di scaglie rosso cupo, ruggì di nuovo e iniziò a soffiare fiamme su ogni cosa.


Terrorizzata, agghiacciata dalla visione dell'antico nemico della sua razza, dato per morto e poi risorto, e adesso , proprio davanti a lei, Shigga lo guardò mentre faceva a pezzi i suoi uomini, le sue donne guerriere. Inarrestabile, invincibile, implacabile. Quasi tutti i soldati fuggivano, o almeno cercavano di farlo. Skalak torreggiava su ogni cosa, sembrava essere ovunque, pronto a calpestare, bruciare, squarciare o frantumare con le zanne i più lenti. Non era una battaglia: era un massacro. Qualsiasi forma di disciplina era svanita, cancellata dal terrore che irradiava dalla bestia con la stessa intensità del calore che si sprigionava dalle sue fauci.


Di fronte allo scempio della sua armata, di fronte alla fine di tutti i suoi sogni, di fronte alla sua stessa, inevitabile fine, Shigga Banemace pianse. E tolse la sicura alla pistola.

Urlando piena di rabbia, di ancestrale paura e furore, scavalcando i corpi dei suoi soldati e le rovine del suo accampamento, caricò l'immane drago da sola. Fu vicino ad esso, fu sotto di esso. Celata alla vista del mostro dal suo stesso mastodontico corpo, Shigga Banemace sparò con la pistola e colpì con l'ascia. Sparò, ricaricò e colpì per quella che le parve un'eternità, sfogando tutta la sua rabbia, la sua paura e la sua disperazione in quell'inutile atto di sfida ad un essere troppo, troppo potente per essere sconfitto da lei.


Skalak ne fu dapprima profondamente sorpreso, poi sprezzantemente irritato. Con un'agilità insospettabile per un essere della sua mole, sbatté le immense ali e si erse sulle zampe posteriori. Messo a nudo l'invisibile guerriero, non si dette neanche la pena di usare il suo soffio di fuoco contro di esso: lo ghermì con una delle sue zampe anteriori e lo scagliò lontano.

Il gesto disperato di Shigga ispirò quel che restava dei suoi compagni Nani. Nuclei di fanti pesanti e fucilieri si riorganizzarono ed attaccarono Skalak. Troppo pochi e divisi per sperare di cacciarlo, ma nessun Nano, dopo il sacrificio del loro comandante, avrebbe mai pensato di fuggire ancora. Urlando maledizioni o cantando gli antichi inni di battaglia del Karaz Angainor, andarono incontro alla morte.

Skalak si trovò assediato da ogni parte, la sua corazza venne intaccata, i suoi artigli scheggiati. Non si fermò, non fuggì, era ben consapevole di poterli sconfiggere senza troppo affanno, ma fu sicuramente sorpreso dalla tenacia di quei piccoletti. Forse la sua mente tornò ai vecchi tempi, nei quali regnava sul Karaz Angainor con potere supremo. Forse pensò addirittura al giorno della sua sconfitta, quando i Nani credettero di averlo ucciso. Se anche lo fece, non lo diede a vedere. Lentamente ma inesorabilmente, schiacciò ogni resistenza, e terminò la sua opera di distruzione.


Quando arrivarono le truppe Njemegen, con i mercenari in testa, Skalak stava finendo di divorare le provviste dell'armata ormai distrutta. Sprezzante, gettò verso di loro il corpo frantumato di Shigga Banemace, che aveva recuperato poco prima.

"Siete in ritardo, mortali."

Si erse sulle zampe posteriori e spiegò le ali, mettendo in ombra gran parte dell'armata Njemegen in uno sfoggio di impressionante magnificenza, e si alzò in volo. Alle sue spalle, le rovine dell'accampamento dei mercenari finivano di bruciare.



LA BATTAGLIA DI ZGARODA

Le staffette portavano parecchi messaggi, e tutti preoccupanti. Il Generale Crimean della Grande Armata di Storozhev li leggeva uno dopo l'altro mentre i suoi attendenti spostavano pedine sulla mappa della provincia di Zgaroda distesa sul grande tavolo. L'aria era ancora fredda, l'inverno che aveva duramente colpito la sua armata non era ancora mutato del tutto nella calda estate della Frontiera.

Due formazioni mercenarie erano entrate nella provincia, da ovest. Erano grosse. Un paio di migliaia di popolani avevano imbracciato armi arrivate da chissà dove e si erano uniti a loro. Marciavano verso la fortezza, dalle quali mura si udivano chiaramente squilli di tromba e il rombo di truppe in marcia.

Crimean non era uno sciocco, sapeva benissimo cosa stava per succedere: i mercenari e gli insorti avrebbero attaccato la sua armata, e le truppe della fortezza avrebbero effettuato una sortita cercando di prenderlo in mezzo. Sapeva altrettanto bene cosa c'era da fare. Quando il legittimo Zar gli aveva dato il comando, era stato dubbioso: lui era specializzato nella difesa; sapeva come schierare le artiglierie in modo da coprire il campo, quali fortificazioni erigere, quali ostacoli naturali sfruttare per massimizzare le sue possibilità. Assaltare una fortezza non gli era congeniale, ma a quanto pare il nemico lo aveva tolto d'impaccio.

Una folla di portaordini iniziò a partire dal quartier generale; l'armata Storozhevoy usciva dal campo fortificato e si rischierava qualche miglio verso ovest, su un piccolo rialzo costellato di boschetti. Un paio d'ore dopo le truppe dell'usurpatore Vladimir uscivano come previsto dalla fortezza, mentre all'orizzonte apparivano le truppe mercenarie.

Visto fallire il tentativo di manovra a tenaglia, le truppe nemiche si riunirono in un'unica formazione compatta, con i mercenari sulle ali, e si diressero verso l'armata Storozhevoy. Crimean era ormai pronto ad accogliere l'usurpatore. Aveva 6000 cavalieri, equamente ripartiti fra veloci Ussari e i nuovi Cavalieri di San Jurij; più di 7000 tiratori, dei quali la metà erano i superbi Strelky; più di 3000 Granatieri; quasi 5000 Picchieri; quasi 3000 fanti leggeri e, infine, 150 possenti Cannoni dello Zar.

Il nemico schierava circa 9000 miliziani, 5000 paesani armati di archibugi, un paio di migliaia di Fucilieri, 2000 Strelky traditori, 2000 Granatieri, 2000 Ussari, 4000 fanti armati alla leggera, e i 1000 Cavalieri di San Jurij che formavano la guardia personale di Vladimir. Le sue forze formavano il centro dello schieramento nemico; l'ala destra era occupata dalle Solide Lance, 5000 cavalieri ben addestrati; all'estremo opposto dell'armata stazionavano le truppe mercenarie del Capro Nero, feroci ma infide.



L'armata ribelle avanza compatta: Vladimir sa benissimo che restare troppo a lungo sotto il martellamento delle artiglierie Storozhevoy condannerebbe la sua armata alla disfatta. Il fango del disgelo insozza gli stivali delle sue truppe e le zampe dei cavalli mentre attraversano la terra di nessuno fra le due armate. Rombi di tuono e sbuffi di fumo dalle file Storozhevoy precedono l'arrivo delle palle di cannone; gli artiglieri dello Zar si rivelano bene addestrati: sotto un bombardamento incessante quanto preciso cadono centinaia e centinaia di Fucilieri. Le sue unità sono decimate, sbrindellate, i superstiti rompono le righe e fuggono nelle retrovie. Si inizia male.

E si continua peggio: un mago lealista invoca le durezze dell'inverno storozhevoy contro gli Ussari delle Solide Lance, sull'ala sinistra. I cavalli e i cavalieri mercenari sono investiti da una bufera di neve improvvisa e gelida, e non si accorgono della carica di 3000 Ussari lealisti fino a quando non è troppo tardi. I cavalieri delle Solide Lance sono decimati e dispersi, solo 300 lealisti cadono.

Finalmente, gli Strelky ribelli arrivano a gittata di tiro dei Granatieri lealisti, ma la loro salva di fucileria è deludente: solo 616 Granatieri cadono sotto la raffica di pallottole. Lì vicino, invece, 300 pulciosi Archibugieri Storozhevoy abbattono quasi altrettanti Granatieri ribelli in uno sfoggio di impensabile abilità, prima di ritirarsi dietro le linee dei Picchieri. Vladimir sospetta che tale potenza derivi più dalle migliori munizioni a disposizione piuttosto che dall'abilità dei tiratori.

A destra, 5000 Archibugieri di Vladimir affrontano 3300 Fucilieri lealisti. Il fumo avvolge entrambe le formazioni mentre si scambiano una salva di fucileria dopo l'altra, a ritmo serrato. Spronati dai loro comandanti, i tiratori sparano, arretrano, ricaricano e tornano a sparare. A centinaia si abbattono al suolo urlando dopo ogni raffica, venendo sostituiti da altri soldati. Dopo quasi 10 minuti di fuoco di fila, entrambe le formazioni vanno in rotta! Restano a terra 2466 Fucilieri e 3720 Archibugieri.

Durante questo furioso scambio di fucileria, la Cavalleria Leggera delle Solide Lance, sull'ala destra ribelle, carica i vittoriosi Ussari Storozhevoy. La distanza fra le due formazioni è breve, e gli Ussari non riescono a sparare con le loro pistole prima che il nemico gli sia addosso. Le lance dei mercenari abbattono 1450 Ussari, mentre sotto i colpi delle sciabole di questi ultimi cadono 545 cavalieri. Nonostante la dura sconfitta, gli Ussari non cedono al panico.

Al centro, i Granatieri di Crimean caricano gli Strelky di Vladimir. I lunghi fucili di questi ultimi falciano 800 Granatieri prima dell'impatto, ma nella successiva mischia e dopo il conseguente lancio di granate, gli Strelky sono messi in rotta, lasciando al suolo 1800 soldati, contro un totale di 1200 perdite per le truppe Storozhevoy, che proseguono la carica impattando sulla Fanteria Leggera retrostante.

Sullo scaglione sinistro dell'armata ribelle, 2000 Granatieri caricano 1000 Picchieri Storozhevoy. Il fitto lancio di granate scompagina lo schieramento dei picchieri, che viene poi frantumato dalla carica alla sciabola. I soldati lealisti vengono messi in fuga; restano impalati sulle lunghe picche solo 260 Granatieri mercenari. Lo scaglione destro dell'armata di Crimean cede: i 300 archibugieri esposti dalla rotta dei Picchieri si danno alla fuga precipitosa, mentre tutto lo scaglione sinistro ribelle si riversa nell'apertura creatasi fra il centro e l'ala destra Storozhevoy.

Ma è una trappola: Crimean lascia che i nemici affollino il varco, poi ordina a tutte le sue batterie di ruotare gli affusti e prendere le truppe nemiche nel fuoco incrociato. E' un massacro: i Granatieri che aprivano la strada si prendono praticamente in faccia la prima salva, e i 5000 Miliziani che li seguono si beccano tutte le successive. Quando il fumo si dirada, l'avanzata dei ribelli è stata fermata, e i pochi superstiti delle due formazioni investite dalle cannonate sono in fuga.

Mentre i cannoni tuonano, le truppe del Capro Nero, all'estrema sinistra dello schieramento ribelle, entrano finalmente in battaglia. I suoi 1000 Fanti Pesanti tentano di sfondare i 1500 Picchieri che proteggono l'ala destra lealista, ma nonostante i loro sforzi non riescono a sfondare.

Sull'ala sinistra la fanteria leggera Storozhevoy avanza e rileva gli Ussari dal difficile combattimento nel quale rischiavano di venire impantanati. I cavalieri leggeri delle Solide Lance non si fanno sgomentare e chiudono il confronto con un pareggio 650 a 650.

I Cavalieri di San Jurij ribelli cercano di avventarsi sui 100 cannoni dello Zar che finora hanno fatto il bello e il cattivo tempo sul campo di battaglia, ma questi sono protetti da ben 2000 Picchieri schierati a quadrato. Né le salve delle lance-fucile né la tumultuosa carica all'arma bianca sloggiano gli stolidi picchieri lealisti dalle loro posizioni: cadono in 600, ma al suolo rimangono anche 248 orgogliosi cavalieri, ognuno trasformato in un puntaspilli dalle picche Storozhevoy.

Ciò che resta dello scaglione sinistro ribelle (4000 Miliziani e 2000 Ussari) tenta nuovamente di sfruttare il varco nelle linee Storozhevoy per accerchiare e distruggere l'ala destra lealista, ma deve fare i conti con i "nuovi" Cavalieri di San Jurij. Spronati dal "perdono" del loro legittimo zar, si avventano contro i Miliziani come una valanga di ferro e carne, calpestandoli, annientandoli e mandandoli in fuga. I 2000 Ussari ribelli evitano la carica e volteggiano intorno ai pesanti cavalieri lealisti facendo ben 700 morti, ma rinunciando definitivamente alla manovra di aggiramento ai danni delle artiglierie Storozhevoy sull'ala destra.

Vladimir tenta le sue ultime carte: la fanteria leggera al centro, forte di 4000 soldati, si avventa sui 1400 Granatieri lealisti superstiti. La carica, però, si schianta contro una resistenza tenace e impavida, e alla fine dello scontro restano a terra circa 1000 fanti leggeri e 550 lealisti. I Granatieri arretrano in buon ordine dietro circa 3500 Strelky, che puntano minacciosamente i loro fucili sui ribelli. Con Vladimir ancora impegnato contro i Picchieri e le truppe del Capro Nero che fronteggiavano le artiglierie Storozhevoy, il comandante del reggimento di fanteria leggera dei ribelli decise di arrendersi prima che i fucili degli Strekly lealisti facessero a pezzi la sua unità.

E' il culmine della battaglia. Sull'ala sinistra le Solide Lance ritirano i propri cavalleggeri e tentano una carica risolutiva di 1000 Cavalieri Pesanti contro i 2150 Fanti Leggeri Storozhevoy. Nonostante l'impeto dei mercenari e le pesanti perdite inflitte, le truppe lealiste tengono la posizione. Marcel Duchamp, detto il Cavaliere dei Laghi, decide che ne ha avute abbastanza: Vladimir è ormai sconfitto e le sue Solide Lance non possono fare niente per ribaltare la situazione. I cavalieri mercenari superstiti si ritirano dal campo sotto lo sguardo furioso di Vladimir.

Dalla parte opposta del campo il Capro Nero vede i cannoni Storozhevoy puntare le sue truppe. Con il resto dell'armata allo sbando, Vladimir impantanato contro i Picchieri nemici, e 2800 Cavalieri di San Jurij pronti ad abbattersi sulle sue truppe una volta "ammorbidite" dalle artiglierie, c'era poco da fare. Mandò i suoi alfieri a sventolare bandiera bianca sotto il naso di tutti i reggimenti Storozhevoy possibili.

Al centro, isolato e abbandonato da tutti i suoi soldati eccetto dai cavalieri della sua guardia personale, Vladimir vide il crollo di tutti i suoi sogni e tutte le sue ambizioni. Prostrato, chinò il capo e comandò la resa ai suoi fedelissimi. Mentre i lealisti disarmavano i suoi uomini, Vladimir scese da cavallo, gettò a terra l'armatura e le armi, e attese di venire portato al cospetto del Generale Crimean.

Crimean ricevette la resa dell'usurpatore con fredda cortesia: il giovane arrogante aveva causato decine di migliaia di morti alla sua patria, e se anche lo Zar l'avesse mai perdonato, lui non l'avrebbe mai fatto. Spedì l'usurpatore verso la capitale estiva con un grosso distaccamento di Ussari, e spedì due messaggeri alla Fortezza di Zgaroda con la richiesta di resa. Poche ore più tardi, entrava nella Fortezza e vi trasferiva il suo quartier generale. La ribellione di Vladimir era conclusa.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
REPORT IMPERI


LANCASTER EMPIRE

In seguito ai fatti dello scorso anno, un vasto fronte nobiliare e borghese si mobilita politicamente per forzare la corte e il governo a passare una serie di leggi liberali in favore degli operai e della rappresentanza politica. Le proposte (e parecchie altre sommosse civili) fanno breccia nella muraglia eretta dai conservatori, e viene annunciato dall'Imperatore che il prossimo anno inizeranno i lavori di una Costituente volti alla stesura della prima Costituzione non assolutista dell'Impero Lancaster. Niente trapela sulla composizione di suddetta commissione, né alcun dettaglio sui temi che saranno proposti.

I giornali dell'Impero danno ampio risalto alla notizia, e le sommosse vengono sospese dai movimenti sindacali e liberali, in segno di apertura verso il governo imperiale.

Nell'estremo Nordovest, intanto, una flotta Lancaster trasporta un'armata di 10000 soldati sull'isola nordorientale delle Isole Contese. Questa violazione del Trattato delle Isole Contese minaccia la stabilità dell'intera regione, ma apparentemente la Respublica di Caladreva abbozza e alla fine dell'anno non perviene nessuna reazione ufficiale. La propaganda governativa punta molto sulla forza dell'Impero e sulla vittoria di questo "braccio di ferro" con Caladreva, con l'evidente intento di "distrarre" il popolo dai recenti avvenimenti politici interni, e sembra funzionare.


RESPUBLICA DI CALADREVA

La politica di Caladreva sembra accartocciarsi su se stessa, con un Parlamento ormai paralizzato da lobbies, interessi di parte e veri e propri clan. La fiducia dei cittadini precipita, anche per via dei requisiti troppo esosi per il voto. Sempre più soggetti locali chiedono l'autonomia della propria provincia adducendo perlopiù l'indifferenza del Parlamento verso i loro problemi come motivo principale della richiesta.

La mancata reazione del Parlamento alla violazione Lancaster, a causa dell'incaponirsi di molti gruppi parlamentari su diverse leggi-appalto, fa scoppiare la rabbia. Disordini e manifestazioni di dimensioni ed estensione doppi rispetto a quelli dell'anno scorso scoppiano in tutta la Respublica. Si verificano attentati ai danni dei parlamentari più discussi, molti dei quali vengono uccisi. Diversi gruppi criminali strumentalizzano le proteste in varie aree, di fatto estromettendo le forze di polizia governative da diverse aree.

A fine anno, tuttavia, si nota una reazione. Il Parlamento, "liberato" dagli elementi più deleteri e in parte spaventato dagli eventi, viene in pratica "espugnato" dalla fazione liberale, che ha appena scelto un leader decisamente determinato e carismatico. Marcello Valdiranca arringa il Parlamento chiedendo una reazione forte e univoca contro le forze che minacciano di disintegrare la Respublica. Moltissimi "senza partito" (ovvero fino a quel momento una manica di voltagabbana che semplicemente votavano coloro che li corrompevano) dichiara di appoggiare Valdiranca.

In pochi mesi vengono varate parecchie leggi che colpiscono duramente la pratica della compravendita di voti dentro e fuori dal parlamento, un potenziamento dei poteri delle forze di polizia in materia economica, e l'aumento degli effettivi delle forze di sicurezza. Almeno 32 parlamentari vengono di fatto deposti in quanto indagati di vari reati, e vengono indette elezioni in almeno 104 circoscrizioni per sostituire amministratori locali o delegati al Parlamento. Infine, viene sensibilmente abbassata la soglia minima di censo per poter votare alle elezioni politiche.

Forte di un rinnovato sostegno popolare, Valdiranca ha gioco facile nell'imporre prefetti dalla mano pesante in tutte le aree dove la criminalità organizzata e il malaffare politico avevano attecchito. Iolao di Rocca di Serpe, prefetto della Costa della Luna, diviene famoso per la sua incorruttibilità e fermezza durante la sua lotta contro il Tridente, arrivando fino a richiedere l'azione della Flotta Repubblicana, che infatti viene impegnata in una serie di azioni antipirateria.


TENGRI CHAGATHAN

Continua la guerra contro l'insurrezione mahdista: Repubblica Njemegen e Principato di Orlais fanno buona guardia ai confini, mentre le truppe Mongkhun lanciano un'offensiva sul lato occidentale delle terre Azrac. Contemporaneamente, la cavalleria Mongkhun effettua attacchi mordi e fuggi in tutto il territorio, costringendo le truppe del Mahdi a logorarsi in azioni di pattugliamento e a correre dietro alla cavalleria nemica. Entro la fine dell'anno diventa inoltre chiaro che le truppe mahdiste iniziano a soffrire una certa carenza di munizioni, sebbene la loro volontà combattiva non sia intaccata.

In un paio di combattimenti, però, le truppe mahdiste hanno fatto sfoggio di magie decisamente distruttive: una pioggia di meteore ha infatti annientato un intero distaccamento di truppe del Tengri, mentre l'accampamento di una Brigata è stato assalito di notte da un'orda di non morti che lo ha praticamente inghiottito. I maghi Mongkhun e Uma'r hanno espresso orrore di fronte ad uno sfoggio di potenza magica inaspettato e davvero impressionante. Tale sfoggio ha di fatto bloccato i progressi dell'armata Mongkhun che stava completando la conquista della parte occidentale del paese.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
IL RAJ

Nelle terre del Maratta viene legalizzato il gioco del Bloodbowl. I sofisticati Raknesha, tuttavia, non lo apprezzano particolarmente e sono pochissime le squadre che nascono in seguito all'ufficializzazione delle regole. L'unico Clan che esprime apprezzamento è il Clan Nemri, tutti gli altri si pronunciano contro questo "sport da barbari e umani".

Il Maratta si occupa anche della sicurezza interna grazie alla costruzione di castelli nelle province di Yana [4], Kusilana [6] e Valmiki [31]; imponenti forze navali sono state assegnate alla scorta dei convogli, mettendoli al sicuro dai pirati. Questo non riesce tuttavia ad evitare che un paio di villaggi presso il confine con la Repubblica Njemegen vengano razziati da ignote bande armate. Alcuni fucili sono stati ritrovati nei villaggi, e le case ancora in piedi appaiono crivellate di proiettili. Molti dei feriti scampati alle razzie, inoltre, presentano ferite da armi da fuoco.

Il Raj partecipa al Torneo dei Maghi indetto dai Dragonling, ma la partecipazione finisce in tragedia quando il mago Raknesha Delhi viene ucciso dall'Arcimago Szass Tam della Confraternita dell'Altrove nella finale della specialità Evocazione. Delhi ha infatti evocato un Demone del Vuj particolarmente potente sotto forma di cavaliere infernale, ma il suo avversario ha replicato con uno Shoggoth, un Demone Maggiore furioso e scarsamente controllabile. Dopo aver letteralmente divorato il cavaliere infernale, lo Shoggoth ha attaccato lo stesso Delhi, uccidendolo prima che Szass Tam riuscisse a bandirlo da questo Piano.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
PRINCIPATO DRAGONLING

Sempre pieno di idee, il Principe dei Draghi si muove incessantemente in ogni direzione possa aumentare il proprio prestigio e la forza del proprio reame. Il Serraglio dei Draghi viene finalmente aperto, mostrando le reliquie appartenute all'Antico Dragone Alarah il Dorato, che i Dragonling chiamano Tempest e ritengono essere il "padre" della loro razza. Scaglie, un paio di denti e un grande artiglio fanno mostra di sé nelle sale del Serraglio, stracolme di Dragonling in un vero e proprio pellegrinaggio.

Il Torneo dei Maghi è un altro grande successo, anche se funestato dalla cruenta fine di un paio di duelli. Comunque, attira moltissimo pubblico e la grande e robusta arena costruita in una regione abbastanza remota garantiscono la sicurezza degli astanti.

Un nuovo poema epico viene composto, e viene dato l'ordine ai bardi di diffonderlo come primo "inno nazionale" del popolo Dragonling.

Il torneo del pugno di ferro ha perso un po' il fascino della novità, ma attira comunque qualche rappresentanza di valore. Vincono gli Orchi nella prima categoria, i Minotauri nella seconda e gli Ogre nell'ultima (dove gareggiavano quasi da soli, solo un paio di Squassaterra e Minotauri decisamente oversize hanno gareggiato).

Nonostante l'afflusso di popolarità, i Nuevos Dragones chiedono l'abbassamento delle tasse, anche se rimangono una fazione minoritaria e i loro appelli cozzano contro un muro di nuove iniziative "nazionalpopolari" del frenetico Principe.

Nella capitale viene costruito un piccolo distretto manifatturiero. Lontano dalle terre del Principato, Skalak il Terribile annienta l'esercito mercenario di Shigga Banemace rispondendo alle esortazioni del Grande Tengri. Infine, Caladreva contribuisce alla stesura del "capitolo caladrevano" del Poema delle Razze.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
PRINCIPATO DI ORLAIS

Dopo i guai dello scorso anno, il Principe Bernard la Rouge decide per il pugno duro contro la crisi in atto. Grandi quantità di denaro vengono prelevate dal Tesoro per innalzare decisamente il tenore di vita della popolazione, calmierando i prezzi di alcuni beni essenziali e costruendo fontane pubbliche. Pene dure a carico dei nobili corrotti e un rafforzamento della centralizzazione della giustizia portano altro consenso al Principe, di fatto disinnescando lo scontento popolare. Tuttavia, le fazioni nobiliari sono adesso apertamente ostili. Alcuni nobili hanno formato delle milizie private e si stanno verificando rastrellamenti e rappresaglie nelle zone interessate dalle rivolte popolari.

Le truppe regolari, tuttavia, hanno reagito duramente. I combattimenti contro Xavisti e milizie nobiliari sono andati avanti per un po', ma entro la fine dell'anno le province sono più o meno sotto controllo. Solo a Mousillon l'esiguità della guarnigione ha precluso le operazioni di messa in sicurezza, e questo ha permesso agli Chevaliers de Mousillon di prendere di fatto con la forza il controllo della provincia.

In generale, l'esercito orleasiano sembra iniziare a spaccarsi in due, con una profonda frattura fra truppa e ufficiali che si allarga sempre più. Diversi ufficiali e generali hanno disertato o si sono messi a riposo adducendo scuse di vario genere, lasciando le loro unità senza ordini.

Si segnala inoltre l'omicidio del nobile Rolànd Ursin, probabilmente una rapina finita male all'uscita da un bordello per nobili.

Due reggimenti di Chevaliers, lasciati negli accampamenti sotto il torrido sole del Desert de Ubàr, subiscono diverse perdite, perlopiù per disidratazione, insolazione o diserzione. L'estate nel deserto non perdona.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
REPUBBLICA QIRIM

Spinto forse da un sentimento di emulazione verso le avanzate legislazioni "popolari" dei vicini Picchi Gelidi, il Primo Console Massimo Gualtieri vara due leggi molto importati per la classe operaia: una riguardante le pensioni di anzianità e una la sicurezza sul lavoro. Benché si attiri gli strali della nobiltà, il Primo Console incassa un grosso quantitativo di consenso popolare.

Più controversa è invece l'assegnazione di fatto dell'intero porto di Kars a una associazione dai contorni poco chiari, malamente assortita e con la partecipazione di ufficiali governativi la cui presenza è poco comprensibile.

Viene costruita una Grande Biblioteca a Caffa, e Odessa diventa un importante centro industriale grazie alla costruzione di ben 5 grossi complessi industriali. La mossa ha successo nel ridurre lo scontento della nobiltà imprenditoriale, e la produzione industriale della Repubblica Qirim rimane sugli stessi livelli nonostante la perdita di produttività dovuta alle nuove legislazioni antinfortunistiche.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
REPUBBLICA NJEMEGEN

LA guerriglia nel Cataguay e in generale la sicurezza delle colonie nel Continente Occidentale sembrano occupare tutti i pensieri del Presidente Wassenaer. Viene spianato un largo tratto di giungla intorno alla fortezza eretta l'anno scorso, e le truppe in loco continuano a tenere sotto controllo la situazione, eccetto per le aree vicine al confine del Raj.

Una misura molto più controversa è invece la demolizione della grande città di Barahona [13]. Un forte contingente di truppe Njemegen intima alla popolazione di lasciare le proprie case, senza offrire indennizzi o altro; semplicemente, i cittadini devono sloggiare. Se molte migliaia accettano il proprio destino sotto la minaccia delle armi, migliaia di altri organizzano velocemente una difesa. La città viene riempita di barricate, mentre la popolazione saccheggia caserme e armerie. Quando le truppe Njemegen cercano di sgomberare il centro cittadino con la forza, vengono accolte da una guerriglia determinata e disperata.

Velocemente, la situazione va fuori controllo, e le perdite schizzano alle stelle. Alla fine, le truppe regolari espugnano il centro città e i ribelli si disperdono nella giungla. Si conteranno almeno 4000 morti fra i civili e circa 1500 fra i militari. La città viene demolita, insieme a parecchie preziose manifatture. La voce dell'eccidio si sparge in fretta, e in breve tempo l'intera provincia è ostile agli Njemegen come ai tempi della conquista. Le truppe repubblicane si attestano in un accampamento fuori città, mentre migliaia di disperati, spinti dalle malattie tropicali che flagellano la giungla, si reinsediano nelle rovine del centro urbano.

Sul continente principale, una forza armata Njemegen si unisce a due grossi contingenti mercenari con l'intento di schiacciare l'armata di Shigga Banemace prima che entri in territorio Azrac, ma l'Antico Dragone Skalak arriva per primo.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
SULTANATO MUILHAD

Un anno tutto sommato tranquillo per il Sultano, che comunque si dà da fare. Una nuova città (Yumurka) viene fondata in 87, e 2 nuove Manifatture vengono costruite a Mazha [82]. Una grande festa viene organizzata nella capitale, con grande dispendio di risorse e fondi. Il popolo apprezza grandemente, e giungono visitatori da tutto il paese e perfino da qualche stato confinante.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
DUCATO DEI PICCHI GELIDI

Solitamente ben preparato ed attento alla politica interna del Ducato, oltre che sensibile a qualsiasi istanza progressista, questa volta il Duca Suttereign si fa cogliere di sorpresa. Un nuovo partito politico si è infatti palesato: un movimento formato da mercanti, borghesi e progressisti, dal programma politico variegato e dal grandissimo potere economico. Vi sono confluiti esponenti di tutte le casate, compresa quella dello stesso Duca. Neanche a farlo apposta, il Duca questo anno ha dovuto richiedere ad alcuni esponenti del nuovo partito un prestito urgente di 10 crediti per coprire un improvviso buco nel bilancio. I Marchesi di Glendorn sono scomparsi come fazione politica, confluiti in massa nel nuovo partito o assorbiti da altre fazioni.

Dragon Smash [58], intanto, è stata fortificata, e vi sono state costruite alcune industrie. Altre industrie sono sorte a Boody Peak.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
REGNO DELL'HURN KARN

Poco da segnalare dall'Hurn Karn: comincia la prevista costruzione di una ferrovia (apparentemente più moderna di quella Lancaster), e viene ampliato il piccolo centro di Terkad [36], che diventa una piccola città. Diverse baleniere affollano già i suoi moli.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
DUCATO DI RECZARNA

Stagione movimentata, nel Ducato di Reczarna. Il Duca decide di aumentare la pressione contro corrotti e malversatori, raddoppiando i fondi dedicati all'innovativa polizia tributaria del Ducato; la mossa infastidisce la nobiltà, da sempre dedita ad una gestione "di manica larga" dell'economia, ma incassa il supporto popolare. La corte ducale viene affollata da richieste di riesame di alcune condanne o di chiusura di indagini ritenute "persecutorie", ma il Duca tira dritto.

Una discreta attività di propaganda innalza il morale della popolazione, mentre vengono costruite Arene Bloodbowl a Norcaster e Rekowie. In quest'ultima sorge anche una moderna Università. Il centro urbano di Manderlitz vede la costruzione di due nuovi poli industriali.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
ZARATO STOROZHEV

Lo Zar Ivan Dostun si gioca il tutto per tutto, sia sul fronte politico interno che su quello militare. La popolazione viene blandita e avvinta con distriibuzioni gratuite di pane e pesce, mentre le tasse vengono abbassate e viene aperto un sontuoso piano di sovvenzioni a beneficio degli industriali. Le misure trovano ampi consensi, e il potere della Dinastia Dostun si solidifica notevolmente, sebbene a corte si parli con toni preoccupati dello stato delle finanze statali.

Sotto il profilo militare, a Zgaroda si decide il destino del paese e della ribellione di Vladimir. L'armata Storozhevoy fronteggia l'arrivo di due grosse formazioni mercenarie, la sortita delle truppe di Vladimir e una nuova insurrezione armata. Il Generale Crimean, raggiunto in tempo dai rinforzi (i 3000 nuovi Cavalieri di San Jurij e altri 50 Cannoni) riesce ad evitare di essere accerchiato e riporta una decisiva vittoria sul campo, catturando Vladimir stesso ed ottenendo la resa della Fortezza della provincia.

Con la sconfitta e cattura di Vladimir, di fatto la rivolta è schiacciata e il Movimento Legittimista che sognava di riportare sul trono la vecchia dinastia scompare. La crisi dinastica sembra ormai rientrata, anche se le cicatrici rimarranno a lungo.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
KARAZ ANGAINOR

La situazione al Karaz Angainor torna lentamente alla normalità: rotte commerciali iniziano a riprendere le vie del regno con la riapertura dei confini, e in generale il paese torna alla normalità. I movimenti progressisti continuano a premere col nuovo Alto Re per una maggiore intraprendenza, ma è evidente che questo "governo tecnico" non azzarderà niente di eclatante per un bel po'. La ferrovia fra Neratim e Kolin-Kraz continua a crescere.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
TABELLA RELAZIONI GRANDI IMPERI

RESPUBLICA DI CALADREVA LANCASTER EMPIRE TENGRI CHAGATHAN

REPUBBLICA QIRIM 6 6 3

IL RAJ 8 5 5

REPUBBLICA NJEMEGEN 5 6 8

DUCATO DI RECZARNA 4 8 5

DUCATO DEI PICCHI GELIDI 4 8 4

REGNO DELL'HURN KARN 4 7 5

KARAZ ANGAINOR 6 6 6

PRINCIPATO DRAGONLING 4 4 8

SULTANATO MUILHAD 7 6 6

PRINCIPATO DI ORLAIS 5 5 8

ZARATO STOROZHEVOY 5 5 7
 
Stato
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