[Turno 4] Report 1766- Brutta Stagione

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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
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LA BATTAGLIA NAVALE DI PRAVESTA [59]

L'Ammiraglio Antonio Luis de Riquelme scrutava la flotta nemica col suo cannocchiale mentre dava gli ordini al segnalatore affinché trasmettesse le istruzioni al resto della flotta. Malgrado il suo tono fosse calmo e sicuro, dentro di sé l'Ammiraglio avvertiva un senso di imminente catastrofe.

La sua flotta, 8 veloci Fregate e ben 11 Galeoni, si trovava di fronte il meglio della flotta coloniale: 10 Corvette a vapore, 8 Man o'War, 3 Ironclad e un Monitor, che però era in palese difficoltà a causa del mare grosso ed era rimasto indietro.

Contro un simile spiegamento di cannoni, oltretutto palesemente guidati da equipaggi di valore, non pensava che la sua flotta avrebbe potuto strappare una vittoria. O un onorevole pareggio.

L'invasione di Pravesta [90] si sarebbe rivelata una trappola mortale per la flotta della Legione e probabilmente anche per le truppe sbarcate, come aveva già previsto quando dal Comando era giunto l'ordine che aveva lanciato l'intera Operazione. La flotta dei Colonialisti era troppo grande, e adesso sarebbe toccato a lui fare il possibile; o meglio l'impossibile. L'unica consolazione era rappresentata dalla sua arma segreta: tre giganteschi Serpenti di mare Crestadorata, che avrebbe usato al meglio.

Purtroppo, il tentativo del Mago della flotta di lanciare una magia distruttiva contro il nemico erano stati vani. Anche il nemico si era portato a bordo un Mago, che aveva disperso l'incantamento.

In base ai suoi ordini, la flotta si divise in due tronconi, mentre le Fregate si disponevano in avanguardia, schermando i Galeoni dal micidiale fuoco dei cannoni nemici. Con la morte nel cuore, vide la flotta nemica disporsi in un'ampia mezzaluna, per massimizzare la sua capacità di fuoco contro il nemico in avanzata. Era quello che avrebbe fatto lui, pensò amaramente.

Le Corvette nemiche, invece, si disposero in una punta di lancia che sembrava diretta verso il fianco della sua flotta avanzante, ma quelle lo preoccupavano relativamente. Come previsto, infatti, i Crestadorata emersero all'improvviso sotto alle navi, attaccandole con ferocia e seminando il panico. Almeno quella minaccia era sventata, per il momento.

Accompagnato dal fischio delle prime palle di cannone in arrivo, Antonio Luis de Riquelme diede l'ordine di puntare alla massima velocità contro le tre Ironclad che formavano il centro della mezzaluna. I nuovi lancia-arpioni forgiati dai Nani avrebbero potuto fare molto, contro quelle tozze e poco manovrabili fortezze del mare. Posto che i Galeoni arrivassero abbastanza vicini. De Riquelme aveva già deciso che uno sfondamento centrale era l'unico modo in cui la sua flotta (o meglio i suoi eventuali resti) avrebbero potuto fuggire.


Dal ponte del suo Ironclad, l'Ammiraglio di Caladreva Marco Salaro Barbariani osservava a sua volta il nemico attraverso il fumo delle bordate della sua flotta. Le coraggiose Fregate nemiche navigavano a zig-zag nel disperato tentativo di schermare i Galeoni abbastanza a lungo, ma cadevano una dopo l'altra.

Il nemico aveva fermato l'assalto delle Corvette ricorrendo a delle bestie marine, ma non avrebbe fatto differenza: la potenza di fuoco dei suoi cannoni avrebbe ridotto in schegge il grosso della flotta nemica. Con sua grande sorpresa, però, i Galeoni non si disperdevano per evitare il fuoco concentrato dei Man o'War disposti a mezzaluna, ma mantenevano una formazione serrata e una velocità costante.

Puntavano diretti contro il centro della formazione Coloniale, e all'improvviso Marco Salaro Barbariani si rese conto del pericolo che correvano i suoi formidabili ma lenti e impacciati Ironclad col mare grosso e in formazione stretta. Malgrado le perdite (cinque Galeoni stavano già affondando lentamente a 1-2km dalla linea Coloniale, squarciati dalle cannonate), il nemico gli era ormai quasi addosso.

Barbariani dette l'unico ordine possibile: le Ironclad che accompagnavano l'Ammiraglia dovevano coprire la sua ritirata, mentre i lati esterni della mezzaluna dovevano ripiegarsi sui Galeoni della Legione. La perdita delle Ironclad a causa degli abbordaggi era probabilmente scontata, ma il nemico sarebbe stato certamente accerchiato e annientato.


L'ennesima scarica di palle di cannone attraversò lo scafo del Rubio da parte a parte, mandando schegge ovunque e falciando buona parte dell'equipaggio sottocoperta e abbattendo due alberi, che caddero rovinosamente in mare. La truppa sul ponte, però, continuò imperterrita a gridare il suo disprezzo contro le avversità, e quando i formidabili arpioni nanici presero finalmente contatto con lo scafo corazzato del nemico, si lanciarono senza paura oltre il baratro che divideva le due navi dopo aver scaricato sulla nave nemica tutte le armi da fuoco a disposizione.

Un centinaio di soldati addestrati all'abbordaggio saltarono sul basso ponte dell'Ironclad, teoricamente la classe regina dei mari, invulnerabil... dalla distanza. L'equipaggio della nave a vapore non era addestrato all'abbordaggio, e del resto il basso ponte non offriva ripari dal fuoco dei tiratori, che sparavano dall'alto delle murate del Galeone.

La mischia corpo a corpo durò anch'essa molto poco: il vantaggio numerico e tattico degli attaccanti era netto, e ben presto il ponte dell'Ironclad Pugno di Piombo fu costellato dei cadaveri mutilati dei marinai di Caladreva. Combattevano con coraggio, ma cadevano in fretta.

La ciurma del Rubio si lanciò sottocoperta, dove le armi da fuoco erano inutili e la lotta si combatteva a colpi di sciabola, coltello e persino con i pugni. Le porte venivano sbarrate e poi abbattute a colpi di ascia. Nella sala delle caldaie i macchinisti si difesero con pale e lanciando carboni ardenti sugli assalitori, ma fu tutto inutile.

Dopo pochi minuti, la nave era catturata. Il capitano Antòn de Martinica, anch'esso andato all'assalto, ordinò di prendere possesso dei cannoni e di volgerli contro il nemico.

Dalle feritoie, uno spettacolo terribile si presentava di fronte agli sfiniti uomini del Rubio: tutt'intorno alla nave catturata era pieno dei relitti che un tempo avevano formato la Flotta della Legione. Altri Galeoni erano riusciti ad abbordare e catturare navi nemiche, oppure a speronarle ed affondarle, ma era evidente che ormai la disfatta era inevitabile. Videro l'Ironclad Vento di Fuoco speronare un Man o'War di Caladreva; opera sicuramente della ciurma dell'Agua Fuerte, che affondava poco lontano, deserto a parte i cadaveri dei marinai della Legione falciati dalle cannonate prima di poter prendere parte al loro ultimo abbordaggio.

Grazie al loro sfondamento, però, tre Galeoni erano riusciti ad attraversare le linee della flotta Caladrevana. Antòn vide il Camarillo, la nave ammiraglia, sfilare verso nord, verso la salvezza, accompagnato da altri due Galeoni. Tutti e tre avevano lo scafo martoriato dalle cannonate, ma erano ancora a galla e filavano velocemente col vento in poppa. Accanto a loro, scie di schiuma suggerivano la presenza di almeno due Crestadorata anch'essi in ritirata.

Un boato impressionante e una nuvola di fumo che invase tutta la plancia gli ricordarono che aveva ancora un'ultima missione da compiere: guidare i suoi uomini nell'ultima resistenza. Ordinò alle batterie di fare fuoco su tutte le navi di Caladreva, cercando di impegnarne il più possibile per impedirgli di inseguire il Camarillo e le altre navi in fuga.

Altri boati si susseguirono; altre palle di cannone partirono dallo scafo rivestito di ferro in direzione dei Man o'War nemici; cannonate in arrivo impattarono sulle piastre protettive dell'Ironclad catturato, deformandole e causando una pioggia di schegge di legno all'interno. Attraverso uno squarcio appena apertosi nella fiancata, vide saltare in aria l'altro Ironclad, evidentemente a causa del contatto delle caldaie surriscaldate con l'acqua entrata da troppe falle nello scafo.

Fu il suo ultimo pensiero cosciente: lo shrapnel causato dalla bordata che aveva aperto lo squarcio lo aveva investito in pieno. Antòn de Martinica affondò insieme alla nave che aveva catturato, insieme alla sua ciurma, che così mantenne la promessa fatta anni fa di "seguirlo fino all'inferno".


A bordo dell'Artiglio di Cernaia, Marco Salaro Barbariani schiumava letteralmente di rabbia: tre navi erano sfuggite alla morsa della sua flotta, e due costosissimi Ironclad erano perdute. Il concentrarsi su di essi effettuato dal nemico aveva risparmiato gran parte dei suoi Man o'War (solo due erano affondati ed altri 2 danneggiati), ma era comunque una grossa perdita. 4 Corvette erano state fatte a pezzi dai dannati serpenti marini, ed altre 3 erano rimaste danneggiate nell'assalto finale ai resti della flotta della Legione, ma erano perdite di poco conto rispetto alle Ironclad. Il Monitor, troppo occupato a non affondare, non era riuscito ad intercettare i 3 Galeoni in fuga.

Maledisse il mare grosso, la brutta stagione, il vento e sua madre, mentre ordinava alla flotta di prendere posizione intorno all'isola.



IL TRITACARNE DI CHIBALCABA [111]

Da una parte: 23000 soldati umani, Nani, Elfi e Gnoll, e 200 Grifoni.

Dall'altra: 18000 soldati umani e Raknesha, 2000 Demoni dell'Altrove, e 20 Mastodonti.

Due enormi masse di metallo e carne pronte a scontrarsi per il possesso della provincia di Chibalcaba, pronte a scattare ad un segnale dei loro comandanti. Da una parte, il Generale Roguri del Raj; dall'altra il Generale Corrado Guillelmo de Torreazar della Legione della Frontiera. Il primo combatte per la gloria del Raj, per mostrare all'alleato-padrone Caladrevano il valore della sua gente. L'altro per la sua terra.

A dare il via al massacro sono i 4000 Arcieri Elfici al centro dello schieramento delle Legione, che ingaggiano gli Arcieri del Raj di fronte a loro. Il confronto è impari: i coraggiosi arcieri del Raj, pur supportati dagli Hindi del Fuoco dietro di loro, vengono spazzati via dalle controparti elfiche, che se la cavano con 750 perdite.

Il Colonnello Antonio Lanzinieri, comandante delle truppe di Caladreva, guarda sgomento la scena; fissa la prima linea della Legione, piena di tiratori; prende una decisione coraggiosa: caricare! Lo squadrone di 3000 Ussari di Caladreva parte a briglia sciolta, alla velocità di carica. Tutti si aspettano la classica tattica del caracollo, con gli Ussari a deviare di fronte alla linea nemica e scaricare le pistole. Errore. Lo squadrone si dispone a cuneo, e carica alla sciabola gli sbigottiti Elfi. E' un massacro: gli Elfi subiscono 1675 perdite e vanno in rotta; gli Ussari ne subiscono solo 215 ed impattano sulla Milizia retrostante.

La Cavalleria Leggera del Raj sprona anch'essa i suoi destrieri, volendo imitare i Caladrevani, ma dall'estrema sinistra dello schieramento della Legione ecco arrivare al galoppo una formazione equivalente di Cavalleria Leggera della Legione. Lo scontro è tremendo, ma gli esperti guerrieri Raknesha hanno la meglio, infliggendo 1200 perdite e subendone solo 430. La cavalleria della Legione scappa precipitosamente, ma i cavalleggeri del Raj non hanno tempo di festeggiare: di fronte a loro 1000 Fucilieri Gnoll avanzano ed aprono il fuoco; 300 cavalieri cadono quasi simultaneamente.

Lungo tutta la prima linea della Legione, i tiratori arrivati dalla Repubblica degli Gnoll aprono anch'essi il fuoco, benché le loro armi antiquate infliggano soltanto 150 perdite ad una Brigata di Fanteria Leggera e 200 ad una di Picchieri. La risposta del Raj è affidata agli Hindi del Fuoco, particolarmente efficaci contro unità che fanno uso di polvere da sparo. I 2000 "arcieri speciali" non si smentiscono ed annientano un Reggimento di Archibugieri subendo solo 100 perdite dal fuoco di risposta.

La prima linea del Raj e di Caladreva avanza, la Cavalleria Leggera si allarga sul lato destro; i tiratori della Legione ripiegano dietro le unità convenzionali. E' l'ora della mischia.

La Milizia della Legione al centro si fa onore contro un numero soverchiante di Ussari rimasti invischiati nel corpo a corpo: infliggono 430 perdite ai cavalieri di Caladreva, subendone 830 ma rifiutandosi di fuggire. A "salvarli" arriva il Mago Alberto Gonzàl, che scatena una pioggia di dardi di fuoco contro gli Ussari, uccidendone 350 e costringendoli a ripiegare.

Mentre le prime linee si avvicinano a distanza di carica, i Grifoni del Nord fanno la loro mossa. 200 magnifiche bestie addestrate alla guerra si levano in volo e si precipitano in picchiata contro la Cavalleria Leggera del Raj sul lato destro. Più di 1000 cavalieri vengono uccisi dai feroci rapaci, il resto si disperde; soltanto 20 Grifoni giacciono morti al suolo.

I 2000 Fucilieri dello Scaglione Destro caladrevano arrivano a tiro dei Miliziani Gnoll di fronte a loro. La scarica di fucileria lascia al suolo quasi tutti gli Gnoll, il resto fugge disordinatamente.

Guglielmo de Torreazar dà il segnale di carica: tutta l'armata della Legione avanza ed impatta contro la prima linea nemica, tranne l'Ala Destra, che rimane arretrata. 1000 Miliziani Gnoll vanno a sacrificarsi contro la Fanteria Leggera del Raj dello Scaglione Sinistro; vengono distrutti, ma infliggono 400 perdite agli esperti guerrieri Raknesha. Al centro si scatena un titanico scontro fra Fanteria Pesante Nanica e Demoni del Vuj: i mostruosi abitanti dell'Altrove sono però in superiorità numerica e vincono lo scontro per 750 uccisioni a 300.

Sul loro fianco sinistro, un'altra Brigata omologa impatta contro i Fucilieri di Caladreva. Le pesanti armature dei Nani e le loro asce splendidamente forgiate sono troppo per le baionette dei tiratori coloniali, che vengono falciati malamente perdendo 1000 soldati a fronte di soli 150 caduti fra le fila dei Nani. Sorprendentemente, però, i Fucilieri non cedono e mantengono la posizione negando lo sfondamento al nemico.

Sull'estrema sinistra della linea di Caladreva, 1000 Picchieri attaccano altrettanti Miliziani Gnoll, sicuri di vincere. La truppaglia Gnoll, invece, sostiene l'attacco e risponde con insolita ferocia. Rimangono a terra 380 Miliziani e 250 Picchieri, un risultato quanto mai positivo.

A questo punto, il Colonnello Molboro, comandante della Divisione B del Raj, decide di puntare il tutto per tutto. Ordina ai suoi 1000 Arcieri di tirare sui 1200 Nani schierati di fronte alla Divisione (con scarso successo, periscono sotto le frecce soltanto 100 Nani), e guida lui stesso la carica di 20 enormi Mastodonti contro i Nani in formazione serrata. E' un massacro: i terrificanti bestioni schiacciano brutalmente i Nani, sfondando la formazione e disperdendo i terrorizzati superstiti. Nella linea della Legione si apre un enorme squarcio: l'intero Scaglione Sinistro è spazzato via, e 15 Mastodonti torreggiano nel varco.

De Torreazar, orripilato, non può che correre ai ripari: ordina agli Elfi superstiti (chiamati da poco a raccolta) e agli Archibugieri dell'Ala Destra di puntare contro i Mastodonti e di tirargli contro tutto quello che hanno. La combinazione dell'accurato fuoco degli Elfi e del frastuono delle scariche di Archibugio da breve distanza infliggono abbastanza perdite e dolore ai superstiti da fare il miracolo: i 9 Mastodonti superstiti si voltano e fuggono!

Sul lato opposto del campo di battaglia, i Grifoni evitano agilmente la carica degli Ussari che tentavano di eliminarli, volando nelle retrovie dell'armata della Legione.

La battaglia è al culmine, le mischie proseguono senza sosta. Sull'Ala Sinistra, i Picchieri di Caladreva riescono finalmente a liberarsi dei Miliziani Gnoll; al centro i Demoni falciano altri 500 Nani e mandano in fuga i pochi superstiti al prezzo di altri 200 mostri che si dissolvono nell'aria; i Nani dello Scaglione Sinistro della Legione infliggono 800 perdite ai Fucilieri di Caladreva, mandandoli in rotta e perdendo solo 100 guerrieri.

Allo sguardo dei due Generali, la situazione si presenta speculare: entrambe le armate hanno ormai eseguito ampi sfondamenti sul loro lato sinistro, ed entrambe stanno iniziando a ruotare intorno all'asse centrale, raggiungendo un nuovo equilibrio. Le truppe sono sfinite, sta scendendo la sera. E' improbabile che una delle due parti riesca a piazzare il colpo decisivo, ma un tentativo va fatto, con le riserve ancora fresche.

Ecco quindi che 400 Lanceri della Legione caricano spavaldamente 1400 Fanti Leggeri del Raj, facendo 500 perdite grazie alle loro lunghe lance. Ancora numericamente superiori, i fanti Raknesha tengono duro.

Rispondono i Picchieri dell'estrema sinistra Caladrevana, che caricano gli Archibugieri Gnoll di fronte a loro. Il fuoco di sbarramento a distanza ravvicinata, però, falcia 150 Picchieri, e l'impeto della carica si spezza. Nella mischia seguente, cadono altri 150 Picchieri a fronte di "soli" 400 Gnoll, e l'unità caladrevana si disperde.

Al centro, la fanteria leggera della Legione e i Nani vittoriosi dello Scaglione Sinistro caricano su fronte e sul fianco i Demoni del Vuj. La Fanteriea Leggera subisce 500 perdite, i Nani 100, ma i Demoni svaniscono dopo aver subito 700 perdite.

Gli Ussari di Caladreva tentano un aggiramento sulla destra, ma i Grifoni della Legione si dispongono per una controcarica, e Alberto Lanzieri non può che trattenere la sua Brigata.

Come ultima risorsa, il Generale del Raj manda le ultime riserve contro le ultime riserve della Legione. E' quasi buio ormai, ma è l'unica cosa che può far pendere la bilancia in maniera decisiva; un ultimo colpo di mano approfittando dell'ottima vista dei felini. 2000 Fanti Pesanti del Raj avanzano verso il centro della Legione. 2000 Fanti Leggeri tenuti di riserva scattano ad intercettarli prima che possano impattare sulle esauste prime linee.

Anche 1000 Granatieri e 1000 Fanti di Marina di Caladreva si muovono in avanti. Al buio, i Granatieri preferiscono non usare le armi da fuoco e tentano una carica sui 400 Lanceri superstiti. Questi non possono che disimpegnarsi e fuggire, lasciandosi dietro 100 morti. I Fanti di Marina tirano sui Fucilieri Gnoll di fronte a loro, ma con la visibilità ormai quasi nulla nessuna delle due parti ottiene granché: circa 250 morti per parte.

Alla fine, si dimostra decisiva la vittoria della Fanteria Pesante del Raj. Le scimitarre e le asce dei Raknesha abbattono 800 Fanti Leggeri, che riescono ad uccidere soltanto 240 avversari.

Temendo lo sfondamento sul lato destro ed essendo rimasto praticamente senza riserve, Corrado Guillelmo de Torreazar ordina la ritirata. L'ultima carica dell'armata nemica si è rivelata determinante non tanto in termini di perdite inflitte, ma di minaccia di aggiramento sul fianco destro e conseguente crollo dell'armata. Con 112 invasa dal mare, de Torreazar punta verso l'interno della regione portando con sé i suoi veterani. Ci saranno altre battaglie.

L'Armata del Raj perde 9000 soldati su 18000 e 12 Mastodonti. La Prima Armata della Legione perde quasi 15000 soldati su 23000, e 20 Grifoni.



IL MASSACRO DEL GOLDENSUN OCCIDENTALE [51]
PRELUDIO

Non c'era speranza. Sir Arthur Carrington era un veterano di molte battaglie, e riconosceva il preludio ad un disastro quando ne vedeva uno. La sua armata era stata mandata spavaldamente ad est, per bloccare la Crociata di Lisandro che minacciava i confini del Lancaster Sudest, ma a quanto pare all'Alto Comando si erano dimenticati degli Elfi di Nevynar.

Così adesso i suoi 35000 soldati si trovavano ad affrontare 51000 fanatici di Dimora provenienti da Est E 24000 elfi vendicativi provenienti da Ovest. La I° Armata era in trappola: i previsti rinforzi Dragonling non sarebbero arrivati in tempo.

Sir Carrington fece l'unica cosa possibile: divise la sua armata in due tronconi, e combatté due battaglie.

FRONTE EST
L'unico obiettivo possibile era riuscire a fuggire insieme agli Ussari, tentando uno sfondamento sul lato più debole (per pura fortuna quello che aveva di fronte). Le due divisioni Lancaster, forti di 20000 soldati complessivamente, avanzarono senza paura.

All'improvviso, una pioggia di fulmini a cielo quasi sereno si abbattono sui Fucilieri della Divisione al suo fianco: 800 coraggiosi soldati Lancaster si abbattono al suolo. Non c'è tempo di piangere i caduti: i Fucilieri arrivano a gittata degli Arcieri e degli Arbalestrieri di Dimora ed inizia il primo scambio di colpi. I Dimorani falciano più di 3000 Fucilieri, ma gli Arbalestrieri subiscono 1440 perdite e vanno in rotta. Anche gli Arcieri subiscono perdite pesanti (1115 caduti) ma resistono e ripiegano in ordine dietro le truppe retrostanti.

Sir Carrington suona la carica: è il momento della verità. L'armata Dimorana è ancora esitante, sorpresa dall'inattesa veemenza dell'assalto Lancaster. 5000 Orchi Guerrieri caricano i 7000 Miliziani di Dimora che hanno di fronte, mentre Sir Carrington stesso guida la carica di 5000 Ussari contro 3000 Cavalieri Leggeri che presidiano l'estrema ala destra dimorana.

E mentre gli Orchi non riescono a sfondare, ed anzi subiscono 2600 perdite andando in rotta a fronte di sole 2000 perdite inflitte ai Dimorani, gli Ussari massacrano la cavalleria leggera nemica subendo solo 930 morti.

Finalmente l'armata Dimorana si riscuote dalla sorpresa: l'intera metà sinistra si ripiega verso il centro e parte una carica su tre lati da parte di 6000 Paladini, 5000 Fanti Pesanti e 8000 Miliziani. La divisione Lancaster bersaglio di tanto odio si dispone a quadrato, ma può fare ben poco di fronte ad una tale forza d'urto. Potenziati dalla magia, i Paladini e i Fanti Pesanti irrompono nel quadrato e spazzano via la Divisione. 3000 Granatieri e meno di 2000 Fucilieri periscono nella mischia furiosa, che si protrae per mezz'ora. Cadono 500 Paladini, 550 Fanti Pesanti e 1230 Miliziani.

Al centro, i Fucilieri e gli Orchi Guerrieri (chiamati a raccolta) tentano un disperato assalto contro gli stoici Miliziani di Dimora nel tentativo di sfondare a loro volta, ma pur riuscendo ad infliggere complessivamente 3670 perdite ai Miliziani ed a mandarli in fuga, i superstiti vengono circondati dal resto dell'armata Dimorana e costretti alla resa.

Ormai lontano, Sir Arthur Carrington e tutti i suoi 4070 Ussari superstiti tributano un ultimo saluto militare ai loro sfortunati compagni.

FRONTE OVEST
Simile è la sorte della metà dell'armata che fronteggia gli Elfi di Nevynar, ma non identica. Forte di ben 100 Artiglierie e 50 devastanti Cannoni Organo, di 4000 indomiti Fearless e di una Divisione Destra schierata a quadrato, l'armata Lancaster è più che adatta ad un'ultima, gloriosa resistenza.

Un'unica speranza: l'arrivo dei Dragonling in loro soccorso.

Con questa speranza nel cuore, i soldati Lancaster resistono due lunghissime ore contro un'armata Elfica alquanto esitante e sbalordita dal volume di fuoco dei difensori. Gli Arcieri Elfici e i Vendicatori sono falciati dalle artiglierie, mentre la fanteria leggera elfica non riesce a sfondare il quadrato di fucilieri, picchieri e granatieri.

Tuttavia, lo schieramento elfico è abbastanza largo da permettere aggiramenti sul fianco dei Fearless, che tentano un'ultima resistenza intorno alle artiglierie. Il Quadrato viene assalito da 300 Golem che riescono a sfondare su due lati, seguiti dai Guardiani della Foresta tenuti in riserva.

La battaglia è al culmine, quando sul campo di battaglia arriva l'armata Dragonling. I soldati Lancaster (poche migliaia di superstiti accerchiati e senza speranza) gridano di gioia, ma ben presto scoprono con orrore il motivo dei sogghigni sui volti degli Elfi che li fronteggiano.

L'armata Dragonling si schianta sul retro delle truppe imperiali superstiti. La sorpresa è totale: in pochi minuti cessa qualsiasi resistenza. Il tradimento è infine completato.

L'armata Lancaster, 12000 soldati e 150 pezzi d'artiglieria, viene completamente annientata. I Dragonling subiscono solo 945 perdite, gli Elfi di Nevynar 6700 più 150 Golem.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
REGNO UNITO DI KOENIGWALD-ORLAIS

E' un fine anno amaro per il Regno Unito: il Koenigwald sembra poter cadere in uno stato di quasi-guerra civile fra conservatori e progressisti, con una contesa micidiale fra due Famiglie nobili molto potenti. Lo sviluppo industriale e commerciale del Koenigwald è messo a repentaglio, e ondate destabilizzatrici percorrono tutto il Regno. Ninalia sarà probabilmente chiamata a fare da mediatrice, mentre molti si aspettano che Orlais ne approfitti per aumentare il proprio peso politico.


ORLAIS SETTENTRIONALE

Bernard La Rouge governa ormai con sicurezza la regione, proseguendo nello sviluppare il commercio, con l'urbanistica e lo sviluppo manifatturiero. L'importazione di Oro in grandi quantità causa però un piccolo effetto inflazionistico, niente di preoccupante. L'edificazione di una nuova città nella Piana di Ferignac, con tanto di castello e cinta muraria, accresce la popolazione urbana del regno, e la costruzione di Manifatture nella "città della concordia" nel Deserto di Ubar provvede nuovi posti di lavoro.

Si segnala tuttavia un netto aumento dell'Influenza degli Elfi di Ninalia nell'Orlais Settentrionale, dovuto all'attuazione definitiva del controllo sulla magia da parte degli Elfi, che ha effetti in tutto il Regno Unito irritando gli Ordini Cavallereschi. Anche l'instabilità del Koenigwald è oggetto di numerose discussioni preoccupate, alla Corte di Couronne.


ELFI DI NINALIA

Continua la politica di "controllo della magia" da parte di Ninalia: Torri della Stregoneria vengono costruite a Koenigwald e Orlais, e questo aumenta il Prestigio della Custode Ilya Aredhel, ma allo stesso tempo aumenta ulteriormente il peso dei Gyrlain nella vita politica di Ninalia. Peso politico che ormai li pone sullo stesso livello degli stessi Aredhel, cosa che può portare parecchi problemi a meno che non venga trovato un qualche accordo.

Gli Elfi, comunque, vivacchiano tranquilli e capitalizzano il loro potere a Corte.

Le navi di Ninalia sono colpite dalla tempesta che infuria nello Stretto omonimo per tutta la stagione, ma la leggerezza degli scafi elfici fa sì che l'unica "vittima" sia un Galeone particolarmente sfortunato.


KOENIGWALD SETTENTRIONALE

Nel Koenigwald la situazione si fa incandescente: il Barone Klaus Von Jaeger viene assassinato nella sua magione, si dice ad opera di un sicario assoldato dai nobili. A fare da detonatore per il malcontento si dice sia stata la decisione di "militarizzare" diverse contee per la lotta al brigantaggio, e una serratissima lotta alla corruzione che colpisce duramente gli aristocratici.

La resistenza di questi allo sviluppo industriale del paese si è infatti rafforzata dopo un'ulteriore serie di attacchi Steampunk, e si è coagulata intorno ai Kurmark, una potentissima famiglia di banchieri e proprietari terrieri. I Kurmark hanno avviato una vera e propria guerra propagandistica nelle campagne, dove i contadini si sentono ormai abbandonati dal Barone e l'aristocrazia tradizionale è più forte.

L'assassinio fa salire al potere Maximilian Von Jaeger, fratello di Klaus, che annuncia immediatamente vendetta per la morte del fratello. La situazione è potenzialmente esplosiva.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
KARAZ ANGAINOR

Iniziano i primi screzi interni, seppure in fase embrionale, causati dalla dura lotta alla corruzione iniziata dal Thane Fulmisguardo. Diversi Clan si pronunciano contro le misure del Thane bollandole come "caccia alle streghe", sebbene sia chiaro a tutti che è una difesa a spada tratta del ben noto clientelismo che permea il Karaz Angainor da secoli.


MASSICCIO OCCIDENTALE

Annata travagliata per il Thane Fulmisguardo, che usa il pugno di ferro contro la corruzione epidemica che flagella il Massiccio Occidentale, ma cozza duramente contro resistenze insite persino nel suo stesso clan. Il Thane punta sul consenso popolare costruendo un'enorme Birreria nella capitale, ed un'Arena Bloodbowl; è evidente una prossima abbuffata di panem et circenses nel frattempo che l'attivissimo Nano combatte duramente contro il clientelismo imperante


MASSICCIO ORIENTALE

Dopo qualche anno di gestione interna piuttosto apatica, anche il Thane Thorkkul inizia ad adeguarsi all'attivismo del suo omonimo occidentale, cedendo alle Workers' Union ed applicando una regolamentazione anti-infortunistica nel Massiccio Occidentale. Viene anche edificata un'Arena Bloodbowl nella capitale, e potenziato ancora il commercio.

Malgrado il rafforzamento costante della marina, questa subisce una grave perdita con l'affondamento del Monitor Grathuru a causa della tempesta nello Stretto di Ninalia.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
IMPERO LANCASTER

Proprio nell'anno in cui l'Impero giunge a nuovi traguardi diplomatici, sociali, economici ed industriali (soprattutto grazie alla spinta innovatrice dell'Ammiragliato), ecco che un disastro militare si abbatte su di esso. Il Sudest viene infatti stritolato dalla morsa degli Elfi di Nevynar e della Crociata di Lisandro, con la partecipazione dei Dragonling, nuovamente traditori, che tornano dalla parte di Dimora ed assalgono a tradimento i Lancaster.

La disfatta militare diventa quindi inevitabile, con la Prima Armata che soccombe ad un numero di avversari quasi triplo, pur combattendo con onore e con una tenacia che saranno ricordati per secoli. Tuttavia, il Governatore non sembra un tipo da mollare alla prima sconfitta, e certamente il disgraziato Sudest vedrà combattere ancora molte battaglie sul proprio suolo.

Inoltre, adesso che finalmente l'Impero è riuscito a conquistare un livello industriale degno dei Nani, potrebbe essere in grado di mobilitare tutta la sua potenza per controbattere una minaccia forse sottovalutata negli anni scorsi. L'Impero è furioso, e sono in molti ad aspettarsi una Guerra Totale fra i Lancaster e Dimora. La prospettiva di un conflitto di tali dimensioni è tale da mandare brividi di paura in tutti i mercati.



AMMIRAGLIATO

Dopo il "fattaccio" dell'attacco contro Torìz, viene firmata una pace fra la Legione della Frontiera e l'Ammiragliato Lancaster. L'accordo proietta il Governatore Johan Wassenaer nell'Olimpo dei grandi personaggi dell'Impero, anche grazie alla ritrovata pace interna grazie ad un misto di crescita economica e riforme sociali. Viene inaugurata la prima Arena Bloodbowl della nazione.

L'occupazione di Torìz e l'evacuazione delle truppe della Legione procedono senza intoppi, ma subito dopo l'isola viene flagellata da innumerevoli attacchi effettuati da una guerriglia ben armata ed evidentemente supportata dalla popolazione, ancora furiosa per il bombardamento indiscriminato della Flotta Imperiale ai danni della città di Barahona. La città stessa è parzialmente saccheggiata e il Castello (già gravemente danneggiato dai bombardamenti) praticamente demolito.

La potenza politico-economico-commerciale dell'Ammiragliato ormai fa paura a molti, e gola a molti altri. Nella fattispecie, una flotta pirata ben armata effettua un devastante raid costiero contro la città di Talabheim, eludendo la sorveglianza di un Monitor in difficoltà a causa del mare poco calmo e dell'azione ben condotta di 8 Fregate e 2 Man o'War, mentre 4 Galeoni assalgono la costa. Il Monitor esce indenne dalla battaglia, affonda 3 Fregate e danneggia entrambi i Man o’War, ma non riesce ad impedire il Raid. La provincia è duramente colpita.

Al tempo stesso tornano a verificarsi atti di sporadica guerriglia a Mannan: poco più che brigantaggio organizzato, ma fastidioso. Le truppe dell'Ammiragliato tentano di parare gli attacchi, ma sono troppo concentrate. In ogni caso i danni sono molto limitati.

A queste minacce, il Governatore Wassenaer pare reagire con decisione, proseguendo con il programma di riarmo navale ed espandendo ovunque la propria influenza.


LANCASTER SUDORIENTALE

La tempesta continua ad infuriare nel travagliato Lancaster Sudorientale. L'attesa aggressione della Marca Occidentale di Lisandro arriva in tutta la sua violenza. Gli Elfi di Nevynar, come prevedibile, appoggiano Lisandro, e a coronare il disastro avviene anche l'inatteso nuovo tradimento dei Dragonling, che tornano dalla parte di Dimora. La Prima Armata viene disintegrata, salvo 4070 Ussari che sfuggono all'accerchiamento. E' probabilmente la più dura sconfitta mai subita da un esercito moderno per mano di eserciti convenzionali, ma ad alleviare la perdita arrivano i rinforzi dalla Madrepatria.

Come unica notizia militare positiva, si segnala la riconquista del Wheat Plain Meridionale, strappato ai ribelli Orchi.

Tutto questo mentre il Governatore Calvershire ha appena lanciato un ambizioso programma di stabilizzazione interna passante per una riorganizzazione dei poteri centrali e locali ed una seria lotta a brigantaggio e corruzione, flagelli della regione. Gli ampi sforzi del Governatore sono perlopiù coronati da successo, ma sono rovinati da un collasso economico di proporzioni ciclopiche, causato dal mancato pagamento da parte dei Dragonling del pagamento previsto per la cessione della provincia lo scorso semestre.

Comunque sia, questo impegno è ripagato già nel breve periodo, visto che un tentativo da parte di elementi disfattisti e profeti di sventura di destabilizzare il Goldensun Occidentale va praticamente a vuoto. Malgrado il periodo difficile, la popolazione sembra avere una rinnovata fiducia nel Governatore, e lo dimostra la violenta rivolta del Goldensun Centrale contro il dominio degli occupanti Elfi.


DUCATO DEI PICCHI GELIDI

Non si ferma l'incessante azione di propaganda, riforme sociali e in poche parole panem et circenses proveniente dal dinamico Governatore Donovan Suttereign. Grazie a misure come l'istituzione del Dopolavoro, nuove pubblicazioni di propaganda, e la riforma pensionistica, il prestigio e il seguito del governatore schizzano ai massimi storici. L'opposizione è sempre più relegata ai margini della vita politica della regione, ed anche l'influenza dei nobili Koradny e Samvarac inizia a scemare.

Tale predominio, tuttavia, inizia a causare delle reazioni: in alcune regioni (segnatamente, quelle a maggioranza Koradny e Samvarac) si verificano attentati e ruberie ai danni dei funzionari imperiali. A causa di un inverno particolarmente rigido, il fenomeno del brigantaggio si acutizza nelle regioni di Iron Rock, Death Church e Hell's Snow, dove ai classici agguati seguono anche incursioni in grande stile da parte di veri e propri squadroni di cavalleggeri.

Una nuova Arena Bloodbowl viene inaugurata a Samvara, dando al Ducato la possibilità di ospitare un Grande Torneo regionale e addirittura un Torneo Internazionale, secondo la decisione presa dalla Lega Internazionale appena riunitasi. Inutile dire che tale vittoria diplomatica aumenta ancora il prestigio del Governatore che, non pago, edifica una nuova città a Barren Claw, dal nome Holding Hole.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
RESPUBLICA DI CALADREVA

Settimo anno di una guerra della quale ancora non si vede la fine. Le Colonie e il Raj continuano a battagliare nell'estremo nord del mondo, catalizzando su di essi gli sforzi dell'intera Respùblica, che infatti vede il suo predominio in svariati campi venire vieppiù eroso dai suoi rivali.

Le tensioni interne si intensificano, le discussioni sono sempre più accese, e in generale il paese sembra stanco di questa guerra, malgrado questo inverno abbia visto qualche vittoria importante anche se tutt'altro che decisiva.

Nel frattempo, la forza del Governatore di Storozhev viene messa a dura prova da un popolo che preme per il ritorno dello Zar, e il Maratta del Raj acquista sempre più importanza in seno alla Respùblica in virtù del suo imponente appoggio militare ed economico alla guerra. Da qualunque parte si guardi, il futuro di Caladreva appare molto, molto complesso.



IL RAJ

Continua l'apparentemente inarrestabile ascesa del Maratta Nejir Sahrenna dentro e fuori il Raj. Sul fronte interno, la pronta reazione contro l'ascesa della setta Khadjrita consiste in una sorta di campagna militare interprovinciale che vede le truppe del Maratta riconquistare le aree settarie senza problemi, e rimpiazzare le autorità locali con personaggi nominati direttamente dal Maratta.

I Marat dei vari Clan applaudono alla prontezza di Sahrenna, ma ben presto partono i distinguo: la richiesta più o meno unanime è che gli amministratori nominati dal Maratta restino in carica solo un anno e vengano poi sostituiti da rappresentanti dei Clan che governavano le aree prima della conquista da parte dei Khadjr.

Il commercio viene ulteriormente ampliato, e grazie ad una politica al risparmio le casse del Raj traboccano di denaro, al punto da rendere popolare in tutta Ardania l'espressione "ricco come il Maratta".

Sul fronte esterno, le truppe del Raj conquistano finalmente il castello di Guadalajara, nel lontano nord, dopo il fallimento di una disperata sortita dei difensori. Altri 7000 soldati del Maratta, supportati da centinaia di Golem e da decine di possenti Mastodonti, sbarcano a sorpresa a 112, approfittando della battaglia in corso in 111. Anche questa, combattuta in gran parte dalle truppe del Raj, che ormai di fatto si accollano la maggior parte dei combattimenti.

Si segnala anche l'arrivo di nuovi Man o'War, stavolta acquistati da Storozhev.


LE COLONIE

Come sempre, quasi tutti gli sforzi del Governatore Massimo Gualtieri sono profusi nella serratissima guerra contro l'Alleanza del Nord. Oltre all'armata coinvolta nella Battaglia di Chibalcaba (111), si fa notare l'Armata da Sbarco che in pratica saccheggia e demolisce quanto resta della città Yuan-Ti in 124, rapendo gran parte della popolazione locale e traducendola in catene nei territori delle Colonie. L'armata procede poi all'imbarco, evitando di venire schiacciata dal numeroso esercito Yuan-Ti che verso la fine dell'anno giunge a tappe forzate nella disgraziata provincia e la riconquista.

Anche la flotta si mette finalmente in mostra, ingaggiando e distruggendo la flotta della Legione della Frontiera nella Battaglia Navale di Pravesta, seppure a caro prezzo.

In ambito "civile", si segnalano numerosi sforzi del Governatore per ottenere prestiti dai Gualtieri, dando respiro alle disastrate casse delle Colonie, ed altrettanti sforzi per integrare le nuove conquiste in un assetto governativo stabile. Entrambe le misure sembrano avere un discreto successo. Si ridà finalmente un po' di respiro al commercio, aprendo alcune rotte interne alla Respùblica.



STOROZHEV

Torna finalmente la calma a Storozhev, dopo l'altissima tensione dei mesi passati. Il Governatore da Myrtus firma un trattato di non aggressione col suo omonimo Lancaster dei Picchi Gelidi, e sul confine le pattuglie si allentano, permettendo una piena ripresa dei commerci.

Il Gran Premio di Kainua è un pesante flop: la tecnologia industriale non è ancora in grado di costruire macchine a vapore abbastanza efficienti: malgrado il successo di pubblico la gara è noiosa, i prototipi funzionanti sono pochi, e due di essi esplodono facendo diverse vittime.

Ha più successo il Giuoco del Doge: i cittadini si fiondano nelle banche per acquistare i biglietti. Alla fine dell'anno viene sorteggiato un fortunato vincitore della grande somma in palio, e la "febbre del giuoco" è ufficialmente nata.

Una grande operazione di polizia porta all'arresto di numerosissimi elementi del Movimento Steampunk, abbassandone parecchio la capacità operativa a Storozhev. Sembra comunque chiaro che i gruppi colpiti non fossero in collaborazione fra loro, e che in generale il Movimento sia formato da una galassia di piccole bande autogestite. La massa di arresti, tuttavia, crea una piccola rivolta nei quartieri più poveri: migliaia di operai e poveracci gridano slogan a favore del ritorno dello Zar ed ingaggiano duri scontri con le forze di polizia.

Il commercio, finalmente, inizia a prendere piede nella regione, grazie all'apertura di alcune rotte con le Colonie e con l'Ammiragliato Lancaster.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
ALLEANZA DEL NORD

Apparentemente, l'Alleanza del Nord continua ad agire compatta contro la minaccia di Caladreva, spostando truppe multirazziali avanti ed indietro lungo il teatro di guerra, limitando il numero di nemici da combattere e tentando di sviluppare le regioni non interessate dagli scontri.

Ma le malelingue e le "voci di corridoio" riferiscono invece durissimi scontri verbali fra le diverse correnti di pensiero, ed un progressivo allontanamento tra le fazioni di frontiera e quelle più interne dell'Alleanza, con le prime che accusano le seconde di scarso impegno nel conflitto e queste ultime che tacciano i combattenti di voler prendere il potere con la forza.

A tutto questo si aggiunge il comportamento degli Gnoll, a detta di molti largamente insofferenti della mortale guerra all'Ovest ed interessati unicamente al profitto e al potenziamento della loro Repubblica.

Un mortale duello fra il Conquistadòr della Legione della Frontiera e un nobile dell'entroterra sembra esemplificare questa situazione difficile, che sono in molti a considerare potenzialmente esplosiva.



YUAN-TI

Si chiude un'annata difficile per gli enigmatici Yuan-Ti, passati dalla gloria di un'offensiva vittoriosa fuori dalla Sacra Giungla all'apprensione per uno sbarco dei Colonialisti che metteva a rischio la loro stessa Capitale. Ebbene, il nemico ha finalmente lasciato la sua presa sul ventre molle dei Domini Yuan-Ti, ma ha strappato via un pezzo non indifferente. La città di Sil'athen, fondata appena due anni fa, è nuovamente saccheggiata e del tutto demolita dagli invasori prima di reimbarcarsi, e migliaia di Yuan-Ti vengono catturati e tradotti sulle navi come prigionieri. Troppo tardi una grossa armata Yuan-Ti arriva da ovest per riconquistare la provincia: il nemico è già fuori portata.

A completare il mezzo disastro, non appena l'armata Yuan-Ti lascia la provincia, la popolazione umana di [117] si ribella ai nuovi padroni e di fatto gli Yuan-Ti perdono il controllo della provincia stessa. La crisi fa infuriare un po' tutti, specialmente i Sacerdoti per il pericolo corso dai Sacri Templi.


REPUBBLICA GNOLL

Prosegue a ritmo serrato lo sviluppo della Repubblica Gnoll: una nuova città viene edificata a Rahat (140), in pratica ampliando a dismisura i baraccamenti della Fortezza già esistente e prolungando la cinta muraria. Viktor Akustrakalas, Segretario Generale del Mezzogiorno Gnoll (in carica al posto di Lord Georgesgnark conte di Beaconfield, rimasto gravemente ferito in un incidente industriale) lancia nuovi programmi industriali, e le industrie belliche macinano nuovi record.

Un programma di apertura commerciale fallisce miseramente già al momento di proporle agli altri membri dell'Alleanza del Nord, causando grande irritazione fra gli Gnoll.

Il movimento Steampunk, o meglio la galassia di gruppetti che vi si identificano, continuano ad agire creando caos, ma data la particolare caoticità della società Gnoll le loro azioni non creano grande scompiglio. Il Parlamento delle Minoranze cerca a più riprese di far sentire la propria voce, ma apparentemente il Segretario Generale non ci sente da quell'orecchio.


LEGIONE DELLA FRONTIERA

Dopo i trionfi della bella stagione, l'inverno gela parzialmente gli entusiasmi della Legione della Frontiera, che ormai da anni fronteggia i Colonialisti e le truppe del Raj praticamente da sola. E' dal mare che arrivano i maggiori pericoli: una flotta di Caladreva aggredisce la flotta della Legione all'isola di Pravesta, annientandola ed isolando le truppe sull'isola. A nord, una flotta del Raj sbarca a sorpresa in 112, approfittando della violenta battaglia che infuria in 111, che dopo ore ed ore di scontri sanguinosi termina con una sconfitta di misura delle truppe della Legione.

Come se non bastasse, l'armata dei Colonialisti che aveva assalito gli Yuan-Ti provocando il ritiro della loro armata viene evacuata via mare e rappresenta una nuova minaccia per la Legione.

L'isola di Torìz viene ceduta all'Ammiragliato, e le truppe in loco evacuate via mare. Una pesante perdita per la Legione, ma a detta di molti inevitabile.

Il Prestigio del Conquistador Juan Fernando de Torrezar, tuttavia, non ne risente grazie alla sua vittoria in un duello al Pinzòn de Fuego che rimarrà probabilmente nella storia.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
SANTA ALLEANZA

Alla fine, l'imprevedibile è successo! Dopo il sanguinoso tradimento ai danni della Santa Alleanza la scorsa estate, i Dragonling completano la giravolta tradendo ancora più sanguinosamente l'Impero Lancaster e tornando sotto l'ala "protettrice" di Dimora, dove il loro ex-nemico giurato Lisandro pare ora sponsorizzare il loro ritorno mentre continua a combattere la sua battaglia privata con l'Inquisizione.

A coronare questo "ritorno" arriva la vittoria schiacciante della Battaglia del Goldensun, dove gli eserciti della Marca Occidentale, degli Elfi di Nevynar e dei Dragonling annientano la Prima Armata del Lancaster Sudest. C'è chi pensa che una vittoria sia il modo migliore per suggellare un'amicizia, ma sono in troppi a dubitare della permanenza sul trono dell'attuale Principe dei Draghi Tsi'ir, e che sia inevitabile o quasi una grave destabilizzazione dei Dragonling.

Il tutto senza contare il fatto che attualmente appare inevitabile una Guerra Totale con l'intero Impero Lancaster, dalle conseguenze inimmaginabili.



MARCA OCCIDENTALE DIMORIANA

Il governo di Lisandro si conferma come un bizzarro misto di fanatismo guerriero ed illuminismo governativo. La lege che di fatto dimezza il potere della Santa Inquisizione all'interno della Marca Occidentale (prevedendo giurie miste religiose e laiche per i reati di blasfemia e simili), e provoca allo stesso tempo reazioni entusiaste della popolazione e reazioni irate da parte della potente Inquisizione. Il Principe Lisandro è accusato di essere un "pericoloso sovversivo" anche se, di fronte all'imponente Crociata da esso scatenata contro i nemici di Dimora, tali accuse non pesano granché.


ELFI DI NEVYNAR

Colpo di scena a Nevynar! Approfittando della passività del Custode in carica, il Reggente Dryssil Markladiri effettua con successo un colpo di stato appoggiandosi alle truppe della Capitale e al supporto di buona parte dei maghi Elfi (fedeli ad una casata alleata dei Markladiri). Il golpe è incruento e l'ex Custode Amiradel viene semplicemente esiliato, rifugiandosi a Dimora.

Nel pieno della Crociata, la casata Amiradel si limita a proteste vibrate, e si verificano solo pochi scontri di poco conto. La Stabilità comunque ne soffre, e con l'attenzione di tutti gli Elfi concentrata sulla Capitale e l'armata mandata a combattere in 51, gli Umani del Goldensun Centrale occupato ne approfittano per ribellarsi agli Elfi e riprendere di fatto il controllo della provincia.


DRAGONLING

Incredibilmente, contro ogni previsione, i Dragonling tradiscono i nuovi alleati Lancaster, e tornano nella Santa Alleanza! Un tradimento in piena regola, tanto più vile in quanto fatto in modo da arrecare il massimo danno agli ex-alleati, assalendoli perdipiù a tradimento nel pieno di una battaglia! L'Armata di Dragor, infatti, inizialmente mandata ad ovest per affiancare l'esercito Lancaster che fronteggiava la Crociata di Lisandro, viene invece informata dal suo Generale omonimo di stare per tradire gli umani ed assalirli di sorpresa.

Il Colonnello Ksi'bi, al comando della Divisione Onore, si pronuncia immediatamente contro questo vile tradimento. In seguito ad un'infuocata Assemblea dell'armata, tutta la sua Divisione si schiera al suo fianco, insieme ad altri 3000 guerrieri, e tutti decidono di non partecipare all'impresa. Dragor, volendo evitare un fratricidio, lascia che Ksi'bi porti via i soldati a lui fedeli verso Ovest, dove presumibilmente si andranno ad unire ai Lancaster.

A colmare parzialmente il vuoto, arrivano 4000 guerrieri Orchi unitisi all'armata durante l'attraversamento della provincia 50.


Sul fronte interno, il voltafaccia del Principe Tsi'ir costa carissimo. Una possente armata di Dimora entra nel paese ed occupa in pratica la provincia capitale, mettendo "sotto custodia" la città e tutti i personaggi del Consiglio. La popolazione è indignata e si verificano aggressioni e rappresaglie fra cittadini e truppe occupanti. Tutte le Caste si ribellano al Principe, e pare ormai scontato il suo "passo indietro" e un probabile esilio a Dimora.

Tra le altre cose, truppe del Principe invadono la provincia comprata dal Lancaster Sudorientale (e rinominata T'et'ri ch'rdiolet'ubralo per la gioia dei cartografi) e deportano in blocco tutta la popolazione umana, trasferendola a Dimora.
 
Stato
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