Turno 3.1

Stato
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Guerra del Kurdistan

La mattina del 14 febbraio più di 100 caccia si alzano in volo dall'Arabia sconfinando in Iraq per andare a bombardare diversi obiettivi nel Kurdistan in rivolta. Da quasi due mesi la tensione era alle stelle con ammassamenti di truppe irachene al confine con le zone occupate dai separatisti. Poche ore prima forze speciali arabe si infiltrano per andare a colpire alcune batterie antiaeree con raid mordi e fuggi alcune aree attorno a Mosul e Kirkuk. Le prime notizie giungono in modo piuttosto confuso ma pare fin da subito che il comandante in capo dei peshmerga sia stato assassinato da un cecchino in pieno centro di Arbil, la capitale curda.

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(Forze speciali attaccano alcuni punti vitali del fronte curdo)

La 7° divisione irachena, appoggiata dagli aerei arabi, inizia la sua avanzata verso Mosul che risulta fulminea giungendo velocemente al ponte sul Tigri che aprirebbe la strada a per Kirkuk. Qui i curdi iniziano a mostrare una resistenza estrema dopo due giorni in cui avevano di fatto evitato qualsiasi scontro anche se dopo qualche giorno l'aviazione araba permette la conquista dell'area. Il fronte in cui vi è più successo è quello sud-est, qui gli iracheni concentrano i loro sforzi per assicurarsi velocemente una zona in cui il territorio è molto aspro e pericolosamente vicino a Baghdad.

Alla periferia di Mosul e Kirkuk, però, si scatena l'intero arsenale peshmerga. Ogni edificio è un bunker, le strade sono impenetrabili e ogni tentativo di accerchiamento si scontra contro i precisi missili anticarro usati con eccezionale professionalità.

Alla fine di giugno le operazioni ormai sono in stallo da diversi mesi. Gli iracheni hanno subito più di 600 perdite mentre l'aviazione araba opera in una zona limitatissima a causa della copertura antiaerea che le batterie curde riescono a fornire al fronte.

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Guerra in Asia Centrale
Il fronte in Afghanistan sembrava ormai del tutto stabile. La notte del 6 gennaio però una serie di violentissimi attacchi ben pianificati colpisce la base aerea di Bagram in cui si stava svolgendo un briefing tra il comandante iraniano della 37° divisione della Guardia e i vertici dell'esercito afghano. Ben otto autobombe attaccano la base, solo due però riescono ad aprire una breccia nella difesa mentre piovono razzi da ogni dove. Diversi commando penetrano oltre le alte mura iniziando quella che risulterà una delle azioni più ardite della recente storia militare che culminerà nell'uccisione dell'intero comando iraniano e afghano. Dopo ben quattro ore di combattimenti si contano 95 guerriglieri morti e 194 soldati della coalizione compresi 5 generali e 11 colonnelli. Mentre si combatte a Bagram 25 autobombe colpiscono Kabul ed Herat. Tra i vari attacchi il più duro è effettuato con un'autocisterna imbottita d'esplosivo e fatta penetrare in una base indiana con la morte sul colpo di 324 soldati.

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(Attacchi notturni in Afghanistan)

La capacità di comando e controllo della Coalizione viene temporaneamente decapitata lasciando terreno fertile per l'offensiva che parte l'indomani alle prime luci dell'alba. Centinaia di piccoli attacchi mordi e fuggi colpiscono tra Kandahar ed Herat impegnando duramente per oltre due mesi di combattimenti le truppe indiane dell'ISMA.

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(Due mesi di combattimenti reclamano oltre 792 soldati indiani caduti)

La vera offensiva è però contro Kabul. La capitale del paese viene immediatamente investita da una potenza di fuoco incredibile. Mortai e razzi martellano le basi della Coalizione mentre le autobombe paralizzano del tutto la città. Si combatte strada per strada fino a quando la capitale, che bene o male aveva iniziato a conoscere una relativa stabilità, torna ad essere il campo di battaglia nevralgico di tutto il conflitto. Tra gli alti palazzi la forza aerea della Coalizione fa più danni che bene costringendo il 90% della popolazione a fuggire. Una crisi umanitaria con purtroppo molti precedenti. Da nord il Movimento Islamico dell'Uzbekistan supera il confine e attacca alle spalle gli iraniano portando il caos nell'esercito afghano che viene colpito da migliaia di diserzioni. Eroica invece la resistenza della Coalizione Unita, la milizia sciita pro-Iran che una volta circondata continua a combattere rifornendosi attraverso il Tagikistan.

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(Si combatte strada per strada a Kabul)

Quartiere dopo quartiere ogni angolo della città cade sotto il controllo dei Taliban che tornano trionfanti in città dopo 24 anni dalla loro fuga. Il governo afghano viene evacuato ad Herat assieme a tutto il personale diplomatico. Vengono però presi decine di ostaggi iraniani, russi, turchi, europei, sud americani, indiani, cinesi e giapponesi sopratutto tra tecnici e personale dell'ONU. Le immagini degli ostaggi sono trasmesse su internet e tutti sembrano essere trattati con i massimi riguardi, probabilmente con l'intenzione di usarli come moneta di scambio con la comunità internazionale.

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(La bandiera dei Taliban viene issata sulle rovine del palazzo presidenziale a Kabul)

Ormai in saldo controllo di Kabul e di buona parte del paese i Taliban fanno un annuncio shock. Il mullah Faruq, comandante supremo del gruppo, decreta lo scioglimento ufficiale del gruppo seguito subito dopo da simili comunicati da parte degli altri gruppi che confluiscono tutti nell'Esercito Islamico che viene rinforzato da migliaia di disertori e dai mezzi catturati durante l'avanzata.

Lo scioglimento del gruppo terroristico e la formazione di un governo regolare molto ampio come basi di consenso tra le varie etnie segnala un evidente interesse a capitalizzare il successo militare con una soluzione diplomatica.

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Stati Uniti d'America
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La presidentessa Jennings presenta al Congresso un enorme pacchetto d'aiuti per l'industria pesante per oltre 450 miliardi di dollari. Riesce a costruire un grande consenso attorno all'aiuto di stato con un tour attraverso gli stati del nord-est più colpiti dalla recessione. Grazie alla solita maggioranza in ambo le camere gli aiuti passano facilmente. I segnali dai mercati sono positivi, le industrie investono molto andando ad assorbire quasi 3 milioni di disoccupati. I conti dello stato iniziano però a traballare, con il debito che si inizia ad avvicinare a quota 100% del PIL.

L'opinione pubblica, invece, non si accorge fino all'ultimo delle trattative per la creazione della Transatlantic Free Trade Area (TAFTA) una regione economica enorme che comprende Europa, Stati Uniti e Regno Unito. I tre governi impongono immediatamente manovre protezionistiche alzando delle barriere doganali verso l'esterno. Gli effetti sul mercato interno sono enormi e i commerci transatlantici si riequilibrano dopo anni di propensione verso il Pacifico.

L'americano medio è troppo impegnato a sventolare patriottiche bandierine made in china e ad urlare "U-S-A!" per le strade per accorgersi di un trattato che potrebbe portare ad un rapido degrado del libero commercio globale. Infatti per tutta la prima parte del 2025 l'opinione pubblica resta incollata agli schermi per seguire l'avventura di Deep Space Mining ltd, un'industria privata nel settore dello spazio che a marzo invia una sonda che riesce a deviare un asteroide e metterlo in orbita attorno alla terra, sganciarsi e riportare un campione. E' un traguardo immenso per la tecnologia americana e segna l'avvio di una nuova epoca per le esplorazioni spaziali, non più basate su obiettivi di prestigio ma di interessi economici concreti. I campioni di roccia infatti dimostrano che l'asteroide è ricco di minerali rari che potranno essere sfruttati sia sulla terra che direttamente nello spazio.

La Lockeheed Martin invece annuncia la vendita al governo del suo ultimo prototipo segretissimo l'MQ-28 Phantom Claw. Un drone ipersonico capace di partire da una base aerea standard, entrare in orbita, rientrare nell'atmosfera e colpire un bersaglio in movimento di pochi metri alla velocità di mach 6. I costi operativi sono semplicemente spaventosi, ma l'efficacia del sistema d'arma la rende l'arma strategica definitiva poiché è capace di colpire flotte, istallazioni, concentramenti di truppe sia con testate nucleari che convenzionali.

A fronte della guerra in Afghanistan e l'ormai non tanto segreto appoggio pakistano ai ribelli il dipartimento di stato americano cancella molti trattati di cooperazione tra USA e Pakistan. In particolare le banche americane non si fanno più garanti del debito pakistano e le sue forze armate non avranno più accesso ad alcuni armamenti avanzati come gli AWACS. E' un duro colpo alle relazioni tra i due paesi.
[Pakistan -30]

In Europa viene rimossa la Ronald Reagan, la portaerei era stata colpita da un siluro lanciato da un sottomarino probabilmente russo durante la guerra in Kosovo. Il materiale nucleare fuoriuscito dai motori ha costretto le autorità italiane ad evacuare una vasta area. Nonostante i gravissimi danni il vascello potrà probabilmente tornare in servizio seppur con costi di riparazione immensi.

Lo scrittore Robert Khaliak, nativo americano dell'Alaska, vince il premio nobel alla letteratura facendo conoscere la storia del suo popolo con un romanzo storico definito il più avvincente degli ultimi 200 anni. La Disney tenta di acquistarne i diritti per girarne un film ma lo scrittore li regala all'HBO che girerà una serie tv di due stagioni.
 

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Repubblica Popolare Cinese
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Il programma spaziale cinese ormai avanza come una locomotiva senza freni. Appena due anni fa avveniva il volo inaugurale del Drago Divino, uno space shuttle di tipo classico. A marzo viene presentato lo Shenlong II, uno spazioplano a stadio singolo dalle capacità simili ai mezzi in possesso degli Stati Uniti. Il veivolo giunge in due varianti, da carico per missioni civili e con armamenti. Di fatto le forze strategiche cinesi si sono dotate di un UCAV ipersonico seppur presentato sotto altre nomenclature. Grazie al nuovo mezzo l'Agenzia Spaziale cinese spera di poter porre in orbita una moderna stazione spaziale.

Di fronte a questi successi in campo tecnologico il primo ministro cinese vola a Vladivostock dove offre assistenza tecnica al governo Russo in molti campi. I termini dell'accordo restano riservati ma un'immagine satellitare diffusa da una fonte indipendente mostra uno dei droni ipersonici cinesi nella base aerea russa di Omsk. Un simile accordo viene firmato ad Islamabad tra Cina e Pakistan dopo la rottura dei rapporti con gli Stati Uniti, anche qui non è chiaro quali siano le concessioni tecnologiche fatte ma si mormora di cooperazioni a livello navale
[Russia, Pakistan +20]

Dopo anni di un certo gelo tornano cordiali i rapporti con la Corea del nord. Una visita del ministro della difesa a Pyongyang viene annunciata con un certo sospetto dai maggiori giornali internazionali ma dopo alcuni giorni la notizia diventa di poco conto. Altri viaggi diplomatici di vengono svolti in Thailandia, Papua Nuova Guinea e Turkmenistan
[Quei paesi +5]

Nel settore energetico il governo punta sempre più al solare che ormai rappresenta il secondo metodo di produzione di energia dopo il nucleare. A centinaia sono le centrali a gas che vengono dismesse.

In sordina l'aviazione invia 10 droni nel sud della Nigeria, un paese alleato sempre più nel caos.
 

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Federazione Euroasiatica
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Dopo la guerra con la NATO l'umore della popolazione nei paesi del CSTO è abbastanza nero. Una crisi economica che colpisce tutto il continente europeo non facilita le cose. Ovunque si fanno strada movimenti politici nazionalisti e populisti. L'ex presidente russo Stepanovich è ormai un ricordo e il suo successore Busnikov non possiede ne il suo carisma ne la sua salda presa sul potere. Di fronte alla propaganda del Fronte Nazionale, che ormai possiede il 32% dei seggi nella Duma, non fa altro che perdere consensi. E' chiaro che serve un rilancio della Russia come potenza regionale sia per mettere in sicurezza lo stato che per riconquistare la fiducia della popolazione.

Il 2025 si apre, quindi, con il rilancio del progetto dell'Unione Euroasiatica. Un progetto tentato da più di 10 anni che di volta in volta si era scontrato con la dura realtà. I 5.000 soldati del CSTO morti in Kosovo però pesano molto e facilitano le cose. Di fronte alla proposta di un referendum per la creazione dell'Unione la risposta è più che positiva, in Russia riceve il consenso del 98% della popolazione, Serbia 97%, Grecia 85%, Cipro 74%, Bulgaria: 88%, Bielorussia 99%, Kazakistan 76%, Montenegro 91%, Macedonia 52%. I poteri vengono inizialmente trasferiti a Budnikov che oltre alla presidenza russa presiede ad interim quella Euroasiatica. Entro sei mesi, però, verranno svolte le prime elezioni della nuova entità governativa.

La federazione ha tre diverse capitali: Mosca capitale di governo, Volgograd del Parlamento e ad Atene giudiziaria. La moneta dell'unione è lo Stavraton, antica moneta romano orientale, che viene scambiato immediatamente all'attuale cambio tra le monete locali e il rublo. La Russia chiaramente domina a livello di numeri visto che pesa per il 65% del PIL e del 71% della popolazione, l'opportunità però di far parte di un'enorme mercato amministrato razionalmente da più entità di governo è una grande possibilità. Si stima che la Russia assorbirà più di 20 milioni di emigranti dalle repubbliche federali. Commentatori internazionali fanno notare che al di la di una supposta fratellanza ortodossa e di interessi comuni è stata la politica - giudicata da molti intransigente - della Federazione Europea ad aver avvicinato stati che di fatto avevano poco in comune. Non è chiaro quanto potrà resistere un'unione formata su basi non così tanto solide. Quello che è certo, però, è lo stimolo agli investimenti e ai consumi che da buoni segnali all'economia in generale.

Mentre la mappa dell'Europa - e non solo - viene ridisegnata e l'attenzione del mondo viene catturata da questa grandiosa notizia passa in secondo piano il meeting di Vladivostok tra il ministro degli esteri euroasiatico e quello cinese. Da questo accordo nasce una cooperazione in tema tecnologico e spaziale che per molti è la base di un'alleanza de facto alla luce degli eventi in Kosovo.
[Cina +20]

Grande è il successo di un'iniziativa diplomatica nel Caucaso. Si riesce a riportare ad un tavolo delle trattative Armenia e Azerbaigian dopo più di 40 anni di ostilità aperta. Il premio nobel alla pace di quest'anno, che era stato dato dai commentatori come assicurato per i ministri degli esteri di India, Stati Uniti e Pakistan, viene infine assegnato a Loginov e ai suoi colleghi di Armenia e Azerbaigian. [Armenia, Azerbaigian +20]
 

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Stati Federali d'Europa
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Quasi 500 soldati morti in Bosnia, 25 milioni di disoccupati, un continuo crollo del PIL, terrorismo interno, una guerra con la Russia, parte della Puglia ormai disabitata a causa delle radiazioni e una politica traballante. L'Europa attraversa quello che è uno dei momenti più bui della sua storia recente. L'ingresso nel mercato protetto transatlantico in qualche modo pone una pezza alla crisi economica. Le esportazioni verso l'America del nord passano dal 5 al 20% segnando uno sganciamento sostanzioso dall'Europa orientale e dal Medioriente. Il governo di sinistra di D'Aboville aumenta la spesa pubblica di oltre 100 miliardi dando più risorse per gli strati sociali più deboli. Grazie alla manovra finanziaria per la prima volta in 5 anni i sondaggi d'opinione segnano un calo dell'euroscettico Movimento dei Popoli.

Mentre la polemica internazionale monta attorno al caso Transnistria l'aviazione europea prende in consegna lo spazio aereo moldavo effettuando una copertura totale del paese poiché Bruxelles teme l'invio di armi per via aerea. La situazione però non conosce aumenti di tensione, la temuta offensiva moldava contro la regione separatista viene paventata ma non effettuata e per ora sembra prevalere il buonsenso di tutte le parti. Il nuovo governo ucraino, però, rimanda la ratifica del trattato di Chisnau. [Ucraina -10, Moldavia +20]

Nel frattempo l'esercito federale sposta un sostanzioso corpo d'armata in Finlandia, a pochi chilometri da San Pietroburgo. L'esercito portoghese e spagnolo, invece, torna in Iberia dopo aver subito molte perdite nelle operazioni in Bosnia ad opera dei guerriglieri serbi. La marina italiana dopo le perdite subite nella guerra contro il CSTO viene dotata di due nuovi incrociatori e otto cacciatorpediniere.

Bonaffini, uno dei presunti terroristi del Fronte Rivoluzionario Unito arrestati dalla polizia, diventa sempre più un volto popolare tra gli attivisti di sinistra. Il suo sciopero della fame durato mesi lo ha ridotto ad uno straccio e l'amministrazione di sinistra si trova impacciata di fronte alla questione. In secondo grado viene, però, trovato del tutto innocente ed estraneo al gruppo terroristico. E' un colpo incredibile per la credibilità della polizia federale che viene accusata di aver estorto con "metodi violenti" le confessioni seguite all'attentato dell'Eurotorre di Francoforte in cui morirono 12 agenti. Le misure antiterrorismo vengono aumentate a dismisura a fronte dell'innalzamento del pericolo. Nonostante questo una quarantina di attacchi incendiari colpiscono, sempre di notte, molti simboli del potere federale. Diversi sospettati vengono arrestati.
 

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Regno Unito
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L'ingresso del Regno Unito nel TAFTA segna l'inizio di un'epoca di protezione del mercato interno contro le più competitive economie asiatiche. Le esportazioni verso l'Europa e l'America aumentano a dismisura agganciando l'economia britannica a quella di Stati Uniti ed Europa. La crisi economica viene tamponata con un calo della disoccupazione.

Alle elezioni Smith viene confermato per un nuovo mandato ma il Royal Party si fa sempre più strada passando dal 4 al 19%.

Le unità militari nei Balcani tornano in madrepatria oppure si dirigono a Cipro dove la situazione si fa sempre più intensa. Centinaia di turchi-ciprioti tentano di continuo di superare il confine con i territori britannici in cerca di asilo politico. Per ora vige una politica di respingimento totale ma la pressione dell'opinione pubblica inizia a farsi sentire su questo argomento.
 

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Stato del Giappone
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Meno di un anno fa gli analisti suonavano l'allarme rosso per l'economia giapponese. Il rapido crollo del settore manifatturiero e la crisi delle finanze pubbliche hanno fatto scappare a gambe levate miliardi di investimenti. Il governo cerca di recuperare il salvabile andando a rinegoziare il debito, una mossa assolutamente doverosa per evitare il default e la crisi dei credibilità sui mercati. Vengono risparmiati oltre 235 miliardi sugli interessi, una cifra enorme che va però a discapito dei risparmi dei cittadini essendo loro i primi acquirenti del debito pubblico. Il deficit in questo modo viene dimezzato. Non basta però a mettere al sicuro il Giappone, la pressione fiscale tradizionalmente molto bassa viene alzata di oltre 10 punti percentuale e la spesa pubblica tagliata per oltre 40 miliardi. Queste misure di austerità chiaramente segnano il collasso del consenso verso il governo liberale con un rapido avanzamento della sinistra e dell'estrema destra nei sondaggi. In particolare i nazionalisti passano dall'8 al 31% grazie ad una campagna durissima contro la corruzione degli alti manager di aziende e banche tutti tradizionalmente filo-liberali.

Le aziende manifatturiere nazionalizzate di fronte alla crisi vengono offerte in vendita ad imprenditori giapponesi. Una cordata di gruppi d'investimento locali compra i grandi marchi per poco meno di 12 miliardi annunciando però l'immediato spostamento delle linee produttive in Cina. Il Tatenokai dopo questa notizia diffonde una minaccia contro "le sanguisughe della società giapponese", alle parole seguono subito i fatti ed un commando armato uccide a colpi di pistola il nuovo amministratore della Nissan, incaricato di spostare l'azienda in Cina.

Intanto il dato sulla disoccupazione indica un aumento di 4 milioni di persone lasciate a casa della riduzione dei consumi e delle misure protezioniste attuate da Regno Unito, Stati Uniti ed Europa. Le esportazioni si ridistribuiscono verso l'Asia, un mercato sostanzialmente senza dazi che ora occupa il 70% del commercio giapponese. L'area però vanta un potere d'acquisto minore e molti prodotti ad altissimo valore perdono quote di mercato. Il Partito Nazionale attacca duramente la politica protezionista degli Stati Uniti riportando in auge un'agenda nazionalista come non si vedeva da decenni
[Stati Uniti -5]

Gli immigrati da tutta l'Asia giunti negli ultimi tempi grazie all'apertura dei confini diventano estremamente appetibili per le grandi aziende grazie alla loro richiesta molto più bassa a livello salariale. L'accoglienza era stata inizialmente tra il freddo e il positivo ma gli umori cambiano velocemente. In una situazione di crisi generale costringono i giapponesi ad accontentarsi di pagamenti più bassi assolutamente non in linea con il costo della vita medio. La tensione sale fino all'attacco di marzo da parte di alcune bande di disoccupati contro un ghetto indonesiano, la polizia non interviene in modo deciso e un rogo fa 27 vittime tra gli immigrati. I partiti d'opposizione chiedono un ritorno alla restrizione degli ingressi a fronte del mutato clima economico. [Indonesia -10]

Nonostante i moltissimi problemi il Giappone segna alcuni successi. Il ministero dell'energia annuncia il completamento del design di una centrale nucleare di 4° generazione, considerata la più sicura ed efficiente della storia. Molte aziende invece iniziano a produrre dispositivi olografici, ancora rudimentali e costosi ma di un impatto enorme che rivoluzionerà totalmente le telecomunicazioni. Anche nel campo dell'elettronica e della salute ci sono grandi avanzamenti segno che il paese sta attraversando tempi difficili ma resta comunque uno tra i leader del globo.
 

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Unione Islamica d'Arabia
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L'Arabia lancia una campagna aerea contro il Kurdistan iracheno in supporto del governo di Baghdad. L'operazione doveva essere rapida e indolore ma i curdi si rivelano un osso particolarmente duro per le forze congiunte arabo-irachene. Subito l'azione militare insegna molto agli strateghi nelle sale di controllo di Madinat Masdar. Le forze armate decidono così di dotarsi in tempi record di una costellazione di 40 satelliti per il comando e il controllo lanciati in orbita grazie allo shuttle arabo. Oltre a questo programma si ha un'ulteriore piccola espansione delle forze armate.

Nel frattempo iniziano i lavori per la grande strada pan-Araba, un'infrastruttura faraonica che connetterà a breve Iraq, Arabia e Yemen in modo estremamente veloce grazie ad autostrade e ferrovie ad alta velocità.

Sul fronte sud la situazione si tranquillizza. Dopo un anno intero di colloqui e tentativi di distensione viene formato un governo in Yemen tra i partiti che meno di 10 mesi fa si sparavano contro. Gli accordi di Saana, che pongono fine alla guerra, vengono firmati da Arabia, Iran e Yemen ma da subito si incontrano diversi intoppi. Le milizie sciite del nord del paese avevano accettato di cedere le armi e unirsi dove possibile all'esercito ma le tribù sunnite continuano a reclutare uomini impunemente nell'est del paese una zona notoriamente al di fuori del controllo reale del governo. Gli sciiti quindi occupano, armi in mano, alcuni cantieri della grande autostrada Aden-Baghdad per fare pressione sulla questione anche se non bloccano i lavori.

Ad inizio estate una grande retata porta all'arresto di oltre 100 terroristi all'interno del paese con lo smantellamento di un gruppo noto come "i Fratelli" che pianificavano attentati contro obiettivi governativi. Il vero pericolo per il regime viene però Manama, capitale del Bahrain. Il 18 maggio scendono in piazza oltre ventimila manifestanti molti dei quali giovanissimi. Chiedono a gran voce la rimozione della casa regnante al-Khalifa e la proclamazione di una repubblica democratica.
 

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Unione Indiana
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Proprio nei giorni della grande offensiva taliban in Afghanistan che travolge l'esercito indiano, il governo di Nuova Delhi firma il secondo protocollo del Punjab. Questo trattato segna il definitivo avvicinamento tra India e Stati Uniti. Si concretizza in un'enorme trasferimento di tecnologie militari che potrebbero fare seriamente la differenza in caso di tensioni con il Pakistan o la Cina, tradizionali rivali indiani.

L'India è il primo dei paesi dell'IPTO a ratificare il trattato. L'alleanza militare coinvolge Stati Uniti, India, Filippine, Indonesia, Vietnam, Malayisia e diversi stati minori del Pacifico. Per molti analisti internazionali è chiaro che è rivolta contro la Cina, ulteriore segno di una credibilità indiana acquisita a Washington quale stato asiatico del futuro.

Nel frattempo si moltiplicano i rapporti di varie organizzazioni non governative che mostrano una sorta di politica "coloniale" in Kashmir con una forte alterazione degli equilibri demografici.

L'opinione pubblica nazionale però si concentra principalmente negli scontri in Afghanistan. I sentimenti sono contrastanti sul da farsi ma un sondaggio di un centro di ricerca indipendente mostra che il 70% degli intervistati crede che una guerra con il Pakistan sia ormai inevitabile.
 

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Repubblica Islamica d'Iran
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Dopo esattamente 46 anni di ostilità aperta tra Stati Uniti e Iran, in seguito alla Rivoluzione del '79, i due paesi tornano ad avere relazioni diplomatiche dirette. Riapre l'ambasciata americana a Teheran così come quella iraniana a Washington. Il trattato che è alla base di questo riavvicinamento è il "protocollo di San Diego" un accordo in cui gli Stati Uniti cedono tecnologia militare avanzata al vecchio nemico in cambio di un ingresso nel mercato iraniano da parte dei capitali americani. Il trattato riceve l'endorsement delle fazioni più estremiste della Guardia segnando così l'inizio di una nuova epoca per l'Iran. [USA +40]
 

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Repubblica Islamica del Pakistan
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Da cinque anni a questa parte si pensava che la tensione con l'India avesse raggiunto il picco massimo. A febbraio 2025, subito dopo l'offensiva ribelle in Afghanistan, le forze armate pakistane dichiarano la mobilitazione totale delle oltre 700.000 riserve portando al milione e mezzo gli uomini in armi nel paese.
 

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Confederazione Nigeriana
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Sette mesi di proteste hanno portato alla caduta del governo Lawal. Alla fine del 2024 il parlamento sceglie come presidente Dike senza passare per elezioni compiendo così uno strappo costituzionale giustificato dalla grave crisi nel nord del paese ormai fuori controllo. Seguono durissimi scontri in cui perdono la vita più di 300 persone. Il primo gennaio l'esercito entra in mobilitazione, senza che giungano ordini dal governo, e vengono richiamati tutti i riservisti. Il 2 giugno grandi assembramenti di truppe si muovono verso Lagos, Port Harcourt ed Abuja nelle stesse ore il capo di stato maggiore il generale Bukira parla da quella che appare la televisione di stato occupata dai militari.

Afferma che vista la grave crisi in cui versa la Nigeria ha ordinato l'arresto dei membri del parlamento considerato ormai del tutto illegittimo e la presa di potere da parte delle forze armate. La maggior parte dei parlamentari però non viene presa avendo già fatto perdere le proprie tracce per tempo. Il presidente Dike è però arrestato e di lui non si hanno più notizie.

Immediato è il tentativo di portare l'intero paese sotto il controllo del governo golpista. Tre unità militari erano all'inizio dell'anno sotto assedio nelle principali città del nord un corriodio tra Abuja e Maidguri viene forzato da un'imponente armata che viene subito accusata dai principali gruppi di diritti umani di gravissimi crimini come l'uso di artiglieria pesante sui villaggi occupati dai ribelli in modo indiscriminato. Si mormora anche di droni cinesi che supportano l'avanzata che risulta fulminea e senza troppe perdite.

Al sud est l'esercito si ferma alla periferia di Port Harcourt a causa dell'insurrezione di milizie popolari affiliate al MEND. In quello che viene già definita "la battaglia del Delta" le milizie assestano un durissimo colpo all'esercito nigeriano che conta più di 500 caduti. Migliaia di soldati cristiani disertano e si uniscono al Movimento del Delta. Il segretario del Partito del Popolo, andando in clandestinità alla vigilia del golpe, riunisce diversi politici a Port Harcourt e dichiara l'indipendenza degli stati di Edo, Delta, Bayelsa, Rivers, Imo, Abia, Ebonyi, Adamawa e Cross River che si riuniscono nello Stato Libero di River immediatamente riconosciuti come stato sovrano e indipendente dalla Guinea Equatoriale. Le milizie allargano di molto il territorio controllato dal RFS arrivando alla periferia della Megalopoli di Lagos.
[Guinea Equatoriale -100]

Ad Abuja nel frattempo il neo-presidente Bukira vara per decreto una nuova costituzione che trasforma il paese in una Confederazione andando a dare ancora più potere agli stati locali che vengono riuniti in due diversi organismi, uno al nord a maggioranza islamica e uno al sud a maggioranza cristiana.
 

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Repubblica Sudafricana
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Il governo presenta un'ambizioso programma di taglio delle tasse e di revisione della spesa pubblica. Incontra però una dura opposizione dal parlamento che non accetta un taglio netto svariati miliardi. Dopo alcuni giorni di discussione si giunge ad un compromesso che porta il deficit di quest'anno al 7%, una cifra alta ma che non pesa vista una crescita del PIL tra le più alte al mondo. Con un percentuale di crescita di quasi il 10% infatti l'economia sudafricana è attualmente una delle più convenienti dove investire grazie ad infrastrutture moderne, un mercato in crescita e un livello minimo di tassazione. Grandi cambiamenti sociali seguono a questi anni di crescita economica. L'inflazione inizia a colpire gli strati più deboli della popolazione, ovviamente neri anche se la tensione sociale è al minimo e non si temono episodi di intolleranza.

Questo scenario più che positivo non lascia impreparati molti imprenditori, sopratutto britannici, che giungono nel paese con vagonate di denaro da investire. Inizia infatti la costruzione della East Africa Highway. Un'autostrada modernissima che dal Sudafrica giungerà fino in Kenya entro una decina di anni.


La crescita economica si accompagna con una crescita del peso negli affari internazionali. La marina si dota di un incrociatore pesante estendendo di molto il raggio di proiezione della sua forza probabilmente a tutta l'Africa orientale e l'aviazione raddoppia il numero di caccia. Si segnala inoltre una simulazione in grande stile da parte del corpo dei paracadutisti in Madagascar che mostra capacità di schieramento rapido che molti analisti definiscono "più avanzate di alcuni paesi occidentali" segno di una fruttuosa e silenziosa cooperazione tra le forze armate sudafricane e quelle britanniche.

Intanto la comunità scientifica annuncia grandi avanzamenti nella ricerca sull'AIDS. Grazie a nuovi farmaci a basso costo la sopravvivenza dei malati è altissima. E' una leva diplomatica che peserà moltissimo nei rapporti con gli altri paesi africani.
 

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Repubblica Federativa del Brasile
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Negli ultimi decenni il Brasile ha compiuto grandi passi in avanti nella riduzione della povertà ma l'1% della popolazione brasiliana controlla ancora oltre il 60% dell'economia. Il presidente Souza alza di 4 punti percentuali le tasse agli strati più ricchi e aumenta la spesa pubblica.

Dopo aver fatto approvare dal parlamento la riforma finanziaria effettua un lungo tour diplomatico in tutto il Sudamerica. Mentre si trova in Bolivia scoppia la "guerra di Rio" uno scontro armato durato quattro giorni tra diverse bande criminali. Solo l'intervento massiccio dell'esercito riesce a riportare l'ordine ma alla fine si contano 128 criminali morti, 78 civili e 12 soldati.
 

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Repubblica delle Filippine
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Nel parlamento è il caos totale a causa della legge finanziaria presentata dal ministro dell'economia. Il primo ministro stesso la rigetta a causa dei tagli eccessivi e considerati irragionevoli a molte voci di bilancio. Il danno d'immagine però è fatto e il partito d'opposizione, il populista Partito delle Masse avanza sempre più nei sondaggi facendo temere nelle cancellerie occidente che alle prossime elezioni arrivi al governo di un partito pubblicamente filo-cinese. Il consenso per il PdM è ampio sopratutto a causa del protezionismo americano visto che l'America settentrionale assorbiva pi del 20% delle esportazioni filippine che ora guardano tutte ad ovest verso Cina e Giappone.

La crisi politica mette in secondo piano l'apertura di ampi porti, fondamentali per una nazione esportatrice in ascesa.
 

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Repubblica Ucraina
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A tre anni esatti dalla crisi politica che ha portato all'elezione del filo-americano Shervaze una nuova ondata di proteste colpisce il paese. Scendono in piazza migliaia di giovani, stufi per l'immobilismo di una società e un'economia in decadenza. Chiedono una reale democrazia che sappia rispondere ai loro problemi concreti. Le manifestazioni vanno avanti per un intero mese, è il quarto evento di questo tipo nella storia ucraina dopo la Rivoluzione Arancione, Maidan e la Rivolta di Gennaio del 2023. Questa volta le dimostrazioni sono ben organizzate e pacifiche con un buon servizio d'ordine messo su dai comitati studenteschi.

Shervaze alla fine è costretto ad uscire dalla scena politica esattamente come vi era entrato. Il presidente è costretto alle dimissioni e le successive elezioni anticipate portano al potere Yevtushenko, ex ministro della salute considerato un amministratore poco carismatico ma incorruttibile e competente.
 

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IL PARTITO TI OSSERVA
Repubblica Araba di Siria
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Il cessate il fuoco negoziato da Iran e Arabia non regge totalmente. A pochi mesi dalle elezioni tre autobombe colpiscono un centro di reclutamento della polizia a Damasco e alcuni checkpoint ad Aleppo e Homs. All'azione terroristica segue inevitabilmente una retata da parte dei governativi in varie zone del paese tutte terminano con durissimi scontri a fuoco. In uno di questi scontri viene arrestato un predicatore radicale vicino alla causa dei ribelli. I partigiani della Sharia, uno dei gruppi d'opposizione più vasto minaccia di riprendere le azioni ostili se non verrà liberato il predicatore.
 

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IL PARTITO TI OSSERVA
Libia
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Il parlamento vota la sfiducia al governo che cade ma nuove elezioni non possono essere effettuate a causa dei continui scontri in tutte le città libiche tra manifestanti e polizia. Le migliaia di giovani scesi in piazza chiedono un attacco frontale alla corruzione ed un passo indietro dei politici usciti fuori dalla rivoluzione contro il vecchio regime.
 
Stato
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