Turno 2.5

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Turno 2. Luglio - dicembre 2024

 

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Una pace amara

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Quattro anni di crisi e di guerra hanno sconvolto i Balcani. La NATO e il CSTO, le maggiori alleanze militari del mondo, sono entrate in guerra aperta con serio rischio di un conflitto totale.

Senza troppo clamore alla fine Serbia ed Albania firmano un trattato in cui si dividono di fatto il Kosovo seppure in un regime di libero movimento delle persone. Il governo del Kosovo indipendente per cui la NATO era scesa in guerra viene di fatto esautorato e messo da parte come un inutile peso. Dal conflitto nessuno ne esce vittorioso se non l'Asia, inondata di capitali in fuga messi al sicuro nelle banche dall'altra parte del mondo.

(La linea di divisione del Kosovo)

L'economia di gran parte dell'area mediterranea è sconvolta. La guerra è stata breve ma molto sanguinosa per gli standard occidentali. Uno strappo morale e storico senza precedenti che peserà per decenni. L'economia è a pezzi, terrorismo e illegalità ampiamente diffusi, i danni quasi incalcolabili. Cosa più importante è caduto il tabù definitivamente il tabù dell'unità a tutti i costi degli stati. La posizione occidentale verso gli alleati minori è indebolita poiché se i costi sono troppo alti è stato dimostrato che possono essere abbandonati. Si teme, inoltre, che l'efficacia dei droni orbitali porterà ad una nuova corsa agli armamenti poiché attualmente gli Stati Uniti detengono un potere militare assoluto.

(Città balcaniche in rovina)

Alla fine si contano le seguenti perdite tra morti e feriti gravi:

CSTO:
Perdite totali: 5.033
Profughi totali: 75.000
Danni materiali valutati: 35 miliardi


Serbia:
profughi 75.000
civili 372
soldati 1925
guerriglieri 621
perdite totali: 2.618

Russia:
soldati 2931

Montenegro:
soldati 158

Grecia:
soldati 297

Bulgaria:
soldati 29


NATO e alleati:
Perdite totali: 6.476
Profughi totali: 1.032.000
Danni materiali valutati: 172 miliardi

Kosovo:
profughi 632.000
civili 895
soldati 1.294
guerriglieri 631
perdite totali: 2.790

Bosnia:
civili 471
soldati 1147
perdite totali 1618

USA:
soldati 1707

UK:
soldati 39

Danimarca:
Soldati 2

SFE:
soldati 320
profughi 400.000

 

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Le Olimpiadi della riconciliazione

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Un'occasione per la riconciliazione internazionale giunge con le olimpiadi di Copenhagen. L'evento viene organizzato nei minimi dettagli ed è un grandissimo successo. Milioni di persone in tutto il mondo seguono le gare. Le squadre di nazioni fino a pochi mesi fa in guerra si incontrano per varie photo-opportunity attirando l'attenzione dell'opinione pubblica. Trionfa la Cina con 44 medaglie d'oro, seguita dagli Stati Uniti con 37 e Russia con 29. [Tutti Danimarca +2]

(Atleti cinesi innalzano un vasetto di latta con le ceneri di Mao Tse-tung)

 

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Stati Uniti d'America

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La Casa Bianca decreta la necessità di una rinnovata presenza militare statunitense nel Mediterraneo, per questo motivo la 2° divisione dei Marines viene spostata dalla California all'Egitto.

 

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Stato del Giappone

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Di fronte alla crisi sistematica dello stato giapponese la Banca Centrale presenta un documento in cui si chiede al governo, tra le tantissime riforme, di allargare di molto le maglie dell'immigrazione. Si crede che attirando giovani asiatici di buona istruzione nella fascia d'età 28-35 anni si possa ristrutturare la piramide demografica.

 

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Unione Indiana

Il governo indiana annuncia con molto orgoglio l'apertura della prima centrale nucleare di 4° generazione totalmente di produzione e sviluppo nazionale . E' un evento notevole che mostra il successo del settore scientifico indiano.

 

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Repubblica Popolare Cinese

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La Cina ha guadagnato molto come polo neutrale durante la guerra tra NATO e CSTO ma questo non significa che il governo di Pechino creda in una condotta pacifica. Una controversa mossa fa puntare gli occhi del mondo sull'area, la marina inizia a pattugliare le Spratley con un gruppo di battaglia di due portaerei e numerose navi. Questo dispositivo militare va a proteggere imponenti lavori di trivellazione. L'area è una di quelle a più alto rischio per la sicurezza globale. L'arcipelago è infatti rivendicato da Malaysia, Filippine, Cina, Taiwan e Vietnam. [Taiwan, Malaysia, Brunei, Filippine -10; Vietnam -25]

 

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Unione Islamica d'Arabia

Nella penisola araba si assiste alla prima grande manifestazione dai tempi della Primavera Araba. Un migliaio di persone, sopratutto figli di lavoratori stranieri nati in Arabia, si radunano nel centro di Dubai per richiedere riforme economiche.

 

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Repubblica Islamica del Pakistan

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La grande crescita del PIL non ha ancora portato soluzioni al cronico deficit energetico pakistano. Un blackout di un 27 ore colpisce l'intera nazione con gravissimi danni economici.

 

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Repubblica Federale della Nigeria

Il presidente Lawal è costretto alle missioni dopo quasi 7 mesi di proteste popolari, più di 300 morti negli scontri con le forze dell'ordine e l'intero nord del paese nel caos. Il parlamento sceglie Okwute Dike come nuovo presidente portando ad uno strappo costituzionale visto che si sarebbe dovuti andare a nuove elezioni. Dike era stato ministro dell'interno sotto Lawal ed è da molti considerato il responsabile delle morti tra i manifestanti, è però un uomo di fiducia delle forze armate che premono sempre di più affinché "si lasci fare a loro".

Ormai le piazze di Lagos sono invase da migliaia di manifestanti sempre più inferociti. E' chiaro però che all'interno dei palazzi di potere si attende di capire gli umori di Pechino che han sempre più influenza sul paese.

 

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Repubblica Araba di Siria

Il cessate il fuoco negoziato da Iran e Arabia si dimostra piuttosto fragile. Seppur non si è combattuto negli ultimi sei mesi di tanto in tanto si hanno alcune battaglie localizzate. Il fronte comunque non cambia di molto, segno che ci sia ancora una possibilità di pace.

 

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Repubblica di Cipro

Dopo l'assassinio del sindaco di Nicosia il governo annuncia l'avvio di una "operazione antiterrorismo" che viene però denunciata dalla comunità turca come un misura volta contro di loro per spingerli ad emigrare.

 

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Stato d'Israele

La recessione ormai colpisce Israele. Il governo Aski cade sotto una pressione politica notevole. Dalle elezioni esce fuori una raccogliticcia coalizione di sinistra che vince grazie alla promessa di potenziamento del welfare e alla ripresa dei negoziati di pace con i palestinesi.

 

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Libia

L'economia libica è in totale affanno. Alla dipendenza dalle esportazioni di idrocarburi si aggiunge un serio problema di corruzione e clientelismi che non è stato mai affrontato seriamente. Manifestazioni contro il governo si svolgono in tutto il paese, dapprima di semplici cittadini ma immediatamente prese in consegna dai partiti islamisti.