Guy_Montag
Chosen one
La Persia sotto assedio
Prologo:
I venti di guerra che si erano addensati sull'Emirato di Persia si concretizzarono con la dichiarazione della jihad da parte del Califfato, che fece presto avanzare le proprie truppe in territorio nemico, senza insidiare le piazzeforti di Babolsar e Teheran; mentre le forze timuridi miravano alle provincie sud-orientali, e gli egiziani compivano raid sulle coste. Gli altri Stati islamici, diedero un sostegno più nominale che reale. L'Emiro, invece, confidava nel sostegno britannico che, tuttavia, non venne.
La battaglia di Dasht-I-Kavir:
Le truppe del Califfo, dopo essere passate senza colpo ferire la provincia di Teheran, giunsero tra le sabbie di Dasht-I-Kavir, dove trovarono un nutrito contingente persiano, inviato a difendere il confine occidentale. La sproporzione di forze tra i due schieramenti era mitigata dal maggiore livello tecnologico e dalla migliore leadership dei persiani, che subito presero l'iniziativa cannoneggiando il nemico. La reazione delle truppe del Califfo, tuttavia, non si fece attendere, e venne suonata la carica generale per accorciare le distanze. Nonostante le salve di artiglieria e fucileria, che causarono un gran numero di perdite agli attaccanti, le truppe del Califfo riuscirono a raggiungere il contingente nemico, investendolo con una considerevole massa di armati. Questo colpo venne, per un po' di tempo sostenuto coraggiosamente dalle truppe persiane; tuttavia la sproporzione delle forze fece ben presto crollare le prime linee dei difensori. In questi varchi non tardarono ad entrare le forze sunnite, seminando il panico tra gli stremati sciiti. Questo massacro non fu interrotto che dalla decisione del comandante persiano di ritirarsi verso nord, mentre le truppe del Califfo proseguivano nell'occupazione della provincia, senza spingersi più oltre.
Epilogo:
Vittoria di misura delle forze del Califfo, che perdono 2216 fanti e 924 cavalieri; le truppe persiane lasciano sul campo 1124 fanti, 310 cavalieri e 562 cannoni.
La battaglia di Birjand:
Mentre si stava combattendo più ad ovest, le truppe timuridi discesero dalle montagne afgane, investendo la provincia di Birjand, sede di un piccolo contingente persiano. Questo venne preso di sorpresa da una carica della temuta cavalleria timuride, cui riuscì a stento a resistere grazie al migliore equipaggiamento. Vista la resistenza del nemico, il comandante delle forze timuridi ordinò alla cavalleria di ripiegare per riorganizzarsi, mentre la fanteria ebbe il compito di avanzare per scompaginare le fila del nemico, puntando sulla nettissima superiorità numerica. Il primo assalto venne sostenuto coraggiosamente dai persiani che, tuttavia, subirono notevolissime perdite e non riuscirono a sfruttare quella vittoria tattica, consentendo alla cavalleria nemica di riorganizzarsi e caricare nuovamente. Questa volta l'impatto della cavalleria timuride si diresse contro i cavalieri dei difensori, fino ad allora tenuti in disparte, facendo crollare le prime linee di schianto. Nello stesso momento, incoraggiata dal successo della cavalleria, anche la fanteria tornò alla carica, sbaragliando anch'essa le truppe persiane, pochissime delle quali riuscirono ad eludere la morsa timuride e fuggire verso ovest.
Epilogo:
Vittoria netta delle forze timuridi, che lasciano sul campo 1382 fanti e 1192 cavalieri; le forze persiane perdono 2556 fanti e 3389 cavalieri.
La battaglia di Karachi:
Il contingente persiano di supporto alla Gran Bretagna, allo scoppio delle ostilità, si era diretto verso ovest, per sostenere la difesa dell'Emirato; identico movimento era stato compiuto dalle truppe timuridi, rinforzate da un nutrito contingente di mercenari. I due eserciti, tuttavia, non si incontrarono fino a quando i persiani varcarono il confine con la provincia di Karachi, dove trovarono i due contingenti timuridi intenti ad assediare la provincia. Il terreno collinoso della provincia, tuttavia, non facilitò l'impiego della cavalleria da parte di entrambi i contendenti, così la prima forza ad entrare in azione fu l'artiglieria. Le salve seminarono il panico in entrambi gli schieramenti, ma furono i timuridi, grazie all'abilità del loro generale, i primi a riaversi e ad attaccare il nemico. La carica, tuttavia, non fu decisiva, i persiani, infatti, erano riusciti a riorganizzarsi ed a sostenere con fermezza l'assalto dei fanti nemici. A questo punto i persiani tentarono un contrattacco, per sorprendere il nemico, ma i timuridi, seppero rispondere adeguatamente, contrattaccando di conseguenza. Anche questa azione pareva destinata ad essere respinta dai persiani quando un colpo vagante colpì il generale persiano, che si era inoltrato nelle prime linee per infondere coraggio ai suoi. Quest'avvenimento segnò la vittoria dei timuridi, che videro il nemico scappare disordinatamente verso ovest, liberando la provincia di Chah Bahar.
Epilogo:
Vittoria schiacciante per le truppe timuridi, che perdono 1080 fanti, 480 fanti mercenari, 546 cavalieri, 252 cavalieri mercenari ed 80 cannoni; le forze persiane lasciano sul campo 3525 fanti, 422 cavalieri e 235 cannoni.
L'assedio di Karachi:
Dopo 4 mesi di assedio la piazzaforte di Karachi cadde in mano timuride, grazie al sacrificio di 1200 fanti e 1120 fanti mercenari.
Prologo:
I venti di guerra che si erano addensati sull'Emirato di Persia si concretizzarono con la dichiarazione della jihad da parte del Califfato, che fece presto avanzare le proprie truppe in territorio nemico, senza insidiare le piazzeforti di Babolsar e Teheran; mentre le forze timuridi miravano alle provincie sud-orientali, e gli egiziani compivano raid sulle coste. Gli altri Stati islamici, diedero un sostegno più nominale che reale. L'Emiro, invece, confidava nel sostegno britannico che, tuttavia, non venne.
La battaglia di Dasht-I-Kavir:
Le truppe del Califfo, dopo essere passate senza colpo ferire la provincia di Teheran, giunsero tra le sabbie di Dasht-I-Kavir, dove trovarono un nutrito contingente persiano, inviato a difendere il confine occidentale. La sproporzione di forze tra i due schieramenti era mitigata dal maggiore livello tecnologico e dalla migliore leadership dei persiani, che subito presero l'iniziativa cannoneggiando il nemico. La reazione delle truppe del Califfo, tuttavia, non si fece attendere, e venne suonata la carica generale per accorciare le distanze. Nonostante le salve di artiglieria e fucileria, che causarono un gran numero di perdite agli attaccanti, le truppe del Califfo riuscirono a raggiungere il contingente nemico, investendolo con una considerevole massa di armati. Questo colpo venne, per un po' di tempo sostenuto coraggiosamente dalle truppe persiane; tuttavia la sproporzione delle forze fece ben presto crollare le prime linee dei difensori. In questi varchi non tardarono ad entrare le forze sunnite, seminando il panico tra gli stremati sciiti. Questo massacro non fu interrotto che dalla decisione del comandante persiano di ritirarsi verso nord, mentre le truppe del Califfo proseguivano nell'occupazione della provincia, senza spingersi più oltre.
Epilogo:
Vittoria di misura delle forze del Califfo, che perdono 2216 fanti e 924 cavalieri; le truppe persiane lasciano sul campo 1124 fanti, 310 cavalieri e 562 cannoni.
La battaglia di Birjand:
Mentre si stava combattendo più ad ovest, le truppe timuridi discesero dalle montagne afgane, investendo la provincia di Birjand, sede di un piccolo contingente persiano. Questo venne preso di sorpresa da una carica della temuta cavalleria timuride, cui riuscì a stento a resistere grazie al migliore equipaggiamento. Vista la resistenza del nemico, il comandante delle forze timuridi ordinò alla cavalleria di ripiegare per riorganizzarsi, mentre la fanteria ebbe il compito di avanzare per scompaginare le fila del nemico, puntando sulla nettissima superiorità numerica. Il primo assalto venne sostenuto coraggiosamente dai persiani che, tuttavia, subirono notevolissime perdite e non riuscirono a sfruttare quella vittoria tattica, consentendo alla cavalleria nemica di riorganizzarsi e caricare nuovamente. Questa volta l'impatto della cavalleria timuride si diresse contro i cavalieri dei difensori, fino ad allora tenuti in disparte, facendo crollare le prime linee di schianto. Nello stesso momento, incoraggiata dal successo della cavalleria, anche la fanteria tornò alla carica, sbaragliando anch'essa le truppe persiane, pochissime delle quali riuscirono ad eludere la morsa timuride e fuggire verso ovest.
Epilogo:
Vittoria netta delle forze timuridi, che lasciano sul campo 1382 fanti e 1192 cavalieri; le forze persiane perdono 2556 fanti e 3389 cavalieri.
La battaglia di Karachi:
Il contingente persiano di supporto alla Gran Bretagna, allo scoppio delle ostilità, si era diretto verso ovest, per sostenere la difesa dell'Emirato; identico movimento era stato compiuto dalle truppe timuridi, rinforzate da un nutrito contingente di mercenari. I due eserciti, tuttavia, non si incontrarono fino a quando i persiani varcarono il confine con la provincia di Karachi, dove trovarono i due contingenti timuridi intenti ad assediare la provincia. Il terreno collinoso della provincia, tuttavia, non facilitò l'impiego della cavalleria da parte di entrambi i contendenti, così la prima forza ad entrare in azione fu l'artiglieria. Le salve seminarono il panico in entrambi gli schieramenti, ma furono i timuridi, grazie all'abilità del loro generale, i primi a riaversi e ad attaccare il nemico. La carica, tuttavia, non fu decisiva, i persiani, infatti, erano riusciti a riorganizzarsi ed a sostenere con fermezza l'assalto dei fanti nemici. A questo punto i persiani tentarono un contrattacco, per sorprendere il nemico, ma i timuridi, seppero rispondere adeguatamente, contrattaccando di conseguenza. Anche questa azione pareva destinata ad essere respinta dai persiani quando un colpo vagante colpì il generale persiano, che si era inoltrato nelle prime linee per infondere coraggio ai suoi. Quest'avvenimento segnò la vittoria dei timuridi, che videro il nemico scappare disordinatamente verso ovest, liberando la provincia di Chah Bahar.
Epilogo:
Vittoria schiacciante per le truppe timuridi, che perdono 1080 fanti, 480 fanti mercenari, 546 cavalieri, 252 cavalieri mercenari ed 80 cannoni; le forze persiane lasciano sul campo 3525 fanti, 422 cavalieri e 235 cannoni.
L'assedio di Karachi:
Dopo 4 mesi di assedio la piazzaforte di Karachi cadde in mano timuride, grazie al sacrificio di 1200 fanti e 1120 fanti mercenari.