[TURNO 10] Anno 1297

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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
LA ROCCA DI OSMAN E' COMPLETATA

Grazie a massicci investimenti e al lavoro di migliaia di Nani, Zoa-Than è ora ben difesa da un'imponente fortezza che sorge nella valle principale della catena montuosa, in un punto strategico dal quale si diramano i maggiori passi montani diretti alle province circostanti.


L'IMPERATORE MORTO

Non pago della conquista della Città dell'Alba, e ancora privo di nemici in grado di sfidarlo, San Guinefor recluta un abile Luogotenente e lo manda a sottomettere Sarabia.

Una volta arrivata la notizia dell'avvenuta annessione, San Guinefor decreta che la Città dell'Alba sia d'ora in poi chiamata la Città della Notte, vi costruisce il Trono dei Teschi e si pone in testa la Corona Mortis, nominandosi "L'Imperatore Morto".

La notizia fa in brevissimo tempo il giro delle Terre Libere portando ovunque paura e sgomento.


IL TERRORE A CAVALLO

Dopo aver nuovamente incrementato il numero di guerrieri al seguito, Gatadai Khan riprende la sua offensiva/migrazione, invadendo Gonkalima ed Abrix. Di fronte alla massa d'urto dell'Orda Zhaki, sia i Goblin che gli Gnoll vengono spazzati via. L'intera popolazione delle province abbandona le proprie case e i propri campi e migra altrove per paura di saccheggi e massacri.

I Goblin si muovono verso nordovest, pagano il passaggio attraverso il Bastione di Boscoalto cedendo agli Axal gran parte delle proprie greggi, e si stabiliscono nei Colli Grigi proprio mentre l'arpia Silene si è ritirata nei propri accampamenti.

Gli Gnoll migrano invece verso Ovest, sottomettendosi al Grande Branco di Ghaush.

Il loro posto viene preso da decine e decine di migliaia di Zhaki arrivati dalla Grande Steppa. E' ormai chiaro che è in corso una migrazione mai vista dai tempi delle Grandi Orde che arrivarono a minacciare la Valle degli Imperatori, e non pare esserci per ora qualcuno capace, o intenzionato, ad arginare la marea Zhaki.


L'ULTIMO RIFUGIO

In seguito alla sconfitta di Galu'n il Secco, al crollo del suo impero e soprattutto ai violenti saccheggi perpetrati da Alfonso de la Cerda e dai suoi Diseredati, la popolazione Oghuz di Kav e Oxma migra in massa verso est, stabilendosi a Turgar e nelle Praterie di Orl.

Qui gli Oghuz superstiti alle battaglie e ai massacri degli ultimi anni decidono di federarsi in una nuova Orda che non abbia, come in passato, il fine di espandersi, ma solamente di difendere le proprie case.

L'Orda di Ganturath ("difendi-casa") è nata, ed è decisa a difendersi fino all'ultimo Oghuz.


RITORNO NELLA STEPPA

La vittoria di Shiran Sventragnoll contro il Grande Branco di Lokondo non ha solo consegnato al Re Nano il predominio nel nordest delle Terre Libere, ma ha anche causato un esodo di massa paragonabile, e forse superiore, a quello causato dalla caduta di Galu'n il secco nel sud. Centinaia di migliaia di Gnoll hanno abbandonato le loro terre e sono tornati nella Grande Steppa, dalla quale arano arrivati secoli fa, lasciandosi alle spalle ben tre province del tutto disabitate.


IL RIPOPOLAMENTO DI MYRTUS

Devastata dai massacri di Balon il Pazzo e poi ceduta alla città di Gramlund come pagamento degli aiuti ricevuti in guerra, l'isola di Myrtus viene ripopolata da coloni cittadini.


LA PAURA FA L'UNIONE

Di fronte al continuo potenziamento dell'Impero a nord e alla crescente potenza di San Guinefor a sud, i Goblin dei Colli di Baatir accettano la proposta di unione avanzata dai Goblin di Varkazy.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
EALSTAAN MOLHAWK

Dopo l'umiliazione dell'anno passato, il condottiero lucertoloide sempre più in bolletta riesce a saccheggiare il Massiccio di Dravelia approfittando dell'assenza del nemico, paga il pedaggio per passare da Agghra-Rhaeghan (vendendo anche parte dei contratti dei suoi guerrieri) e raggiunge finalmente la relativa sicurezza del Pozzo.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
ALFONSO DE LA CERDA

E' un 1297 trionfale per i Diseredati di Alfonso. Dopo intense ma fruttuose trattative con Urdar delle Grandi Ossa, tiranno di Akarra, Alfonso dispone delle risorse necessarie per fare il grande salto di qualità. Ovvero liberarsi di un rivale scomodo, saccheggiarne le terre per accumulare ricchezza, ed acquistare la Fama necessaria per il passo successivo del suo grande piano.

Forte di una campagna di arruolamenti massiccia e ben ponderata, Alfonso guida quindi i Diseredati ad Oxma, dove Galu'n ha impiegato bene il tempo a disposizione ricostituendo la sua armata decimata durante la battaglia contro Akarra dell'anno precedente.

In una mattina assolata, i due eserciti si schierano su una piana erbosa, facendo risuonare corni, tamburi e trombe. Gli stendardi garriscono al vento, il sole balena sulle armi e sulle armature. E' tempo di far scorrere il sangue.


Prima ancora che le armate avanzino, il Mago personale di Galu'n lancia il consueto incantamento difensivo sulla Guardia Personale del suo Tiranno. Una volta completato l'incantesimo, Galu'n dà l'ordine di avanzata.

Dalla parte opposta del campo Alfonso vede che lo schieramento nemico è più allungato sulla destra, ed ordina alla sua armata di scalare verso sinistra per compensare. Solo lo schieramento centrale resta al suo posto, schierata di fronte allo stendardo personale di Galu'n.

Il Vorace Flagello avanza ancora. Il Sacerdote dell'Abisso di Galu'n tenta di evocare uno spaventoso demone fra i ranghi dei Diseredati, ma Kootal il Luminoso sventa il tentativo con un potente Controincantesimo. Nel frattempo gli Elfi Erranti al servizio di Alfonso tirano con i loro splendidi archi una salva contro i 400 Tirafrecce di fronte a loro, spazzandoli via.

Sull'ala destra 400 Cavalcabestie caricano i Balestrieri di Alfonso, che invece di ritirarsi resistono a piè fermo e fanno scattare i meccanismi delle proprie balestre. 200 Cavalcabestie finiscono impalati dai quadrelli, ma il resto del reparto impatta contro i Nani con terribile forza. I Balestrieri finiscono spazzati via, ma i Cavalcabestie trionfanti impattano contro i Kroxigor retrostanti, che lisciano le loro armi passando la lingua biforcuta sopra i musi zannuti.

Con l'armata di Galu'n in piena marcia di avvicinamento, pronta alla carica, i tiratori di Alfonso bersagliano il nemico. Gli Arcieri del Corvo bersagliano un reggimento di 400 Guerrieri Oghuz abbattendone 333 e mandando in rotta il resto. 885 Scinchi avanzano velocemente e tirano sugli Opliti che coprono l'avanzata della Guardia di Galu'n, coprendone 110 con talmente tanti dardi da renderli irriconoscibili. I Tirafrecce che avanzano al fianco degli Opliti reagiscono con un tiro di frecce che uccide 400 Scinchi costringendo i superstiti a ritirarsi verso le retrovie e l'ala destra.

Qua altri 300 Tirafrecce prendono di mira 100 Bracconieri al servizio di Alfonso e li distruggono con una salva molto precisa. 250 Corazzieri e 500 Ussari si allargano verso l'estrema destra per cercare di portare una carica, ma si accorgono che dietro ai Tirafrecce sono schierati 750 Portalance e 400 Cavalcabestie. La cavalleria si ferma, incerta sul da farsi.

Intanto, l'armata di Galu'n riesce finalmente a caricare il nemico.

700 Orchi Neri riescono ad entrare in contatto con gli Arcieri del Corvo e ne fanno strage, perdendo a loro volta 111 soldati. La carica porta gli Orchi Neri direttamente in bocca ad un reggimento di 400 Soldati del Clan.

Va meglio agli Elfi Erranti, che riescono a ritirarsi in tempo dalla prima fila. I 400 Guerrieri Oghuz che tentavano di caricarli vengono intercettati da 800 Guardie del Corvo, che li sbaragliano senza difficoltà perdendo solo 100 soldati.

Altri 400 Oghuz tentano di caricare sul fianco la falange dei Picchieri, ma 500 Guerrieri Saurus li intercettano. Ne nasce una mischia furiosissima che ricopre il terreno di cadaveri squartati e che mieterà ben 800 vittime in meno di mezz'ora. I pochi superstiti fuggiranno dal campo di battaglia.

Arriva il momento tanto atteso da Galu'n, e temuto da Alfonso: la Guardia Personale di Galu'n entra in azione. Come previsto, carica dritto per dritto e finisce in pasto alla massa dei Picchieri, che la attendono schierati in perfetto ordine. I bestioni si impalano sulla selva di picche, subendo perdite orribili, ma riescono a spezzare la solidità delle prime file di Picchieri e arrivare brevemente a contatto con il nemico prima che questi arretri in buon ordine riportandosi a distanza di picca. 79 Cavalieri giacciono al suolo, con le aste di non meno di una decina di picche che sporgono dai cadaveri di ognuno. 102 Picchieri sono fatti a pezzi dalle cavalcature o dalle pesanti armi dei cavalieri, ma la carica di Galu'n è fermata con successo.

Sull'ala sinistra si compie la prevedibile sorte dei Cavalcabestie: massacrati e divorati dai Xroxogor. A fianco, gli Orchi Neri cercano di spezzare la resistenza dei Soldati del Clan, ma non riescono a scompaginarne i ranghi. Nella mischia trovano la morte 133 Orchi e 196 Nani.

700 Guardie del Corvo (quelle che avevano macellato i Guerrieri Oghuz) si piazzano sul fianco della Guardia Personale di Galu'n, ma prima che possano caricarla vengono investiti dalla controcarica degli Opliti di Xystos che, benché decimati, vanno in soccorso del loro Tiranno. Nonostante il grande valore e la granitica compattezza della formazione, gli Opliti vengono uccisi dal primo all'ultimo. Solo 49 soldati di Alfonso giacciono a terra, ma il fianco di Galu'n è salvo (per ora).

Sull'ala, la divisione mista di Galu'n continua a tenere sotto scacco l'intera cavalleria di Alfonso e gli Scinchi. Gli Elfi Erranti iniziano a muoversi verso destra per cercare di rompere lo stallo. poco lontano, 600 Tirafrecce tirano sui ranghi dei Picchieri, abbattendone 100.

Dalla parte opposta del campo gli Orchi Neri vengono distrutti da una manovra avvolgente di 100 Golem di Ferro e dei Kroxigor, oltre che dal contrattacco dei Soldati del Clan. L'intera unità Oghuz viene spazzata via, al costo di 40 Golem, 80 Kroxigor e 100 Nani.

La caduta dell'intero fianco destro dell'armata di Galu'n e l'assenza di riserve decidono la battaglia: le Guardie del Corvo avanzano e accerchiano su due lati la Guardia Personale del Tiranno, mentre i Picchieri iniziano a premere sul fronte. Galu'n si batte come una furia, abbattendo personalmente 10 Picchieri, ma l'intera unità viene lentamente e inesorabilmente fatta a pezzi. Il cranio di Galu'n viene spiccato dal tronco crivellato dalle punte di picca e portato in dono ad Alfonso. I superstiti dell'armata di Galu'n fuggono o si arrendono.

La vittoria spalanca ad Alfonso la strada per una serie di saccheggi e massacri che sconvolgono Oxma e poi Kav, causando un'enorme esodo di Oghuz verso est. Il bottino, seppure inferiore alle aspettative, è comunque immenso.

Dopo aver concesso un po' di riposo ai soldati, Alfonso guida l'armata a Vsilla, da dove era partita la campagna annuale, e ne ottiene la sottomissione senza problemi.

I Diseredati adesso hanno una provincia tutta loro.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
AZOG IL KAPOGUERRA

Dopo un lungo "sonno", Azog torna finalmente ad aprire gli occhi. Appena solleva una mano per passarsela sulla fronte, però, si accorge immediatamente che qualcosa non quadra: il suo braccio è una specie di amalgama di fango, legno e sterpi.

Sopravvivendo a stento ad una crisi cardiaca, Azog si getta fuori dalla tenda nella quale è alloggiato per ritrovarsi in un accampamento di Elfi. La loro Custode lo ferma con un gesto prima che riesca a darsi alla fuga e gli spiega tutto l'accaduto.

In pratica, la Custode era di ritorno da un viaggio del quale non rivela lo scopo, e si è trovata a passare dal luogo dove Azog era stato sepolto dai suoi nemici dopo la rotta del suo esercito e l'uccisione. A suo dire, gli Dei le hanno ordinato di riportare in vita Azog per farne un loro strumento, ma il suo corpo era troppo corrotto. La Custode ha dunque utilizzato una tecnica elfica antichissima per recuperare l'anima dell'Oghuz e sigillarla in una pietra preziosa.

Una volta tornata nella sua terra, ha provveduto a riversarla in un Golem da lei creato con i materiali della foresta. Adesso Azog è una specie di totem vivente, che nelle intenzioni della Custode riuscirà a riportare gli Elfi del Nord all'antica grandezza.

Ed Azog si mette di buona lena a realizzare questa profezia. Riesce facilmente a convincere gli Elfi di Nocris ad accettarlo come loro Re, raccoglie un'armata considerevole, e muove alla conquista di Urgutha.

Qui viene affrontato dagli Ogre in campo aperto dopo che grazie alle sue nuove capacità empatiche ha evitato di cadere in una loro imboscata.

Fallita l'imboscata, gli Ogre si buttano a capofitto contro le truppe di Azog, incalzando i Cavalcabestie sui fianchi. Quelli sul fianco sinistro vengono investiti in pieno dalla massa di Mangiauomini, perdono 233 cavalieri e vengono dispersi; sul campo restano anche 100 Ogre. I Cavalcabestie sul fianco destro riescono invece a ritirarsi in tempo, mentre 500 Berserker intercettano i Mangiauomini, che riescono a fare a pezzi 225 Oghuz prima di venire macellati fino all'ultimo.

I 200 Tori al centro dello schieramento Ogre tentano uno sfondamento centrale ma i Tirafrecce di Azog, benché grandemente limitati dagli alberi, li inchiodano facilmente dal primo all'ultimo.

Altri 200 Tori riescono ad entrare in contatto con 225 Guerrieri Danzanti. Ne nasce una curiosa mischia dove gli Elfi oppongono la loro agilità e abilità con le spade alla forza bruta degli Ogre. Alla fine si contano 133 Elfi schiacciati e 187 Ogre fatti a fette. I Tori superstiti battono in ritirata.

Uscendo di corsa da una parte particolarmente fitta della foresta, i 100 Martellatori guidati dal Tiranno locale provano ad affondare nei ranghi dell'armata di Azog, ma le Guardie del Bosco li fermano con una precisa salva di frecce che ne abbatte 83, e finiscono l'opera con una controcarica.

L'ultimo colpo lo vibrano a tradimento 50 Bracconieri schierati sul retro delle linee di Azog: i loro pesanti giavellotti impalano 46 Berserker, poi gli Ogre si nascondono nel folto della foresta.

La battaglia è vinta e Urgutha entra a far parte del rinato impero personale di Azog, che si dirige a passo di marcia verso Farrha. Qui il diplomatico Grandak dimostra che niente è impossibile ottenendo la sottomissione dei Clan locali con un misto di oratoria e corruzione. Farrha diventa inaspettatamente la terza provincia di proprietà di Azog.

Che, non ancora sazio, invade anche la Piana di Neiga e ne ottiene la sottomissione, stavolta grazie alla preponderante forza militare che viene fatta sfilare in rassegna di fronte ai rassegnati occhi dei capi locali.

Decisamente un ritorno in grande stile, non c'è che dire.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
EUAN IRONFIST

Ancora un anno passato a seguire le gesta dell'alleato Shiran, per il neo-incoronato Re Euan Ironfist. C'è appena il tempo per firmare la pace con Konrad von Carstein (anche questa promossa da Shiran) une cerimonia di incoronazione e per l'istituzione di un Tribunale e di un servizio di Guardie Locali a Lonkima prima che il nano prenda di nuovo la testa delle proprie truppe e vada ad affiancare quelle di Shiran.

La campagna contro gli Gnoll di Lokondo non presenta ostacoli: le armate alleate attraversano i territori nemici senza incontrare resistenza in campo aperto. Gli Gnoll si affidano ad imboscate di scarsa entità, che infliggono perdite recuperate tramite l'infaticabile opera dei Cerusici al seguito dell'armata.

Durante l'avanzata l'armata di Euan raccoglie tributi obbligati dalle popolazioni locali, e alla fine dell'anno si ritrova ad Axur, avendo esaurito la capacità di movimento. Con sua sorpresa, Euan vede l'alleato proseguire verso est da solo.

Durante la sua assenza, Boscoscuro si ribella e torna indipendente, ma nessuno nel Regno ne fa un dramma, anzi.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
SHIRAN SVENTRAGNOLL

Furioso per lo smacco subito ad opera del Branco di Lokondo, Shiran Sventragnoll non perde tempo: firma la pace con Konrad von Carstein (non più una minaccia), chiama a raccolta l'alleato Euan Ironfist e si dirige a nord come una furia.

Ci sono però gli stipendi da pagare, e le casse sono vuote. Vengono venduti in fretta rifornimenti e merci per racimolare il denaro necessario. Soldati originari di Sarzema captano però una conversazione fra Shiran e il suo ufficiale pagatore, e decidono di disertare per evitare di andare in battaglia senza speranza di paga.

E' comunque davvero notevole l'armata che Shiran porta a nord a caccia di Gnoll. Forse temendo la sua vendetta, la popolazione locale abbandona in massa le terre e si rifugia ad Est. Unità di guerriglieri Gnoll avvelenano i pozzi ed effettuano imboscate, ed i Cerusici sono subissati di lavoro.

L'armata di Shiran riconquista Loskar e poi invade Axur, ancora senza trovare il nemico. Qui però Euan Ironfist fa fermare le sue truppe, ormai esauste. Shiran decide di non fermarsi: il nemico è sicuramente a Surkart, dove si combatterà la battaglia decisiva. Forse annebbiato dalla brama di vendetta, Shiran si inoltra nel cuore del territorio nemico. L'esploratore Janol viene mandato in avanscoperta, ma non farà più ritorno tra le linee.

Poco dopo viene raggiunto dai rinforzi di Karak Lazhan: 500 Soldati del Clan, 100 Lunghebarbe, 50 Spaccaferro guidati da un Thane, 250 Alabardieri e 500 Balestrieri.

Finalmente, dopo due settimane di marce estenuanti, l'esercito di Lokondo si palesa all'orizzonte. Una massa di 2000 Armigeri, 1000 Centauri, 1000 Truppe d'Assalto, 500 Fanatici, 1000 Tagliateste e 500 Cacciatori. Dai tempi della Grande Migrazione il branco di Lokondo non aveva messo insieme così tanti Gnoll per una singola battaglia. L'armata di Shiran Sventragnoll non si fa però impressionare: i suoi ranghi sono compatti, nessuno trema di fronte alla massa del nemico, gli stendardi garriscono orgogliosi al vento. La forza di spedizione di Karak Lazhan si schiera all'estrema destra in un quadrato compatto.

La neve cade lentamente sulle truppe schierate.

Prima ancora che le armate si muovano, il potente mago Elpmilla colpisce lo sciamano al seguito del Grande Branco con sussurri di letale magia, precipitandolo nella follia ed impedendogli di castare alcunché per il resto della battaglia.

Ad un segnale, il centro dell'armata di Shiran inizia a muoversi in avanti. Gli Zhaki si portano più avanti a caccia di prede, ma trovano un degno avversario in un reggimento di 400 Centauri. Il duello a base di frecce e volteggi si conclude con 262 Zhaki morti a fronte di "soli" 129 Centauri. L'unità di cavalleggeri si ritira (senza fuggire).

Altri 600 Centauri in due reggimenti avanzano coprendo in fretta la distanza fra loro e le linee di Shiran. La massa di Elfi Erranti al servizio di quest'ultimo non riesce a sfruttare la maggiore gittata degli archi, ed è costretta ad ingaggiare un duello alla pari che la vede prevalere per un mero fattore numerico. Dopo due salve di frecce tutti i Centauri giacciono al suolo, morti o morenti, mentre dall'altra parte i pochi Elfi Erranti superstiti si ritirano dietro la linea della fanteria lasciando sul campo ben 800 morti e feriti.

L'armata di Lokondo inizia a sua volta ad avanzare con la fanteria, e si mette in marcia anche la piccola armata di Karak Lazhan verso il relativamente scoperto lato sinistro dell'armata nemica.

Al centro, i Lunghebarbe di Shiran entrano nel raggio di tiro di 500 Cacciatori Gnoll, che ne abbattono 130 con una salva particolarmente precisa e letale. E' l'ultimo assolo dei tiratori, perché poco dopo le masse di fanteria entrano in contatto al centro del campo e si sviluppa una mischia sanguinosissima.

La prima linea di Lokondo, composta perlopiù da Armigeri armati alla leggera e 500 Truppe d'Assalto, viene letteralmente sbriciolata dalla massa di Nani corazzati e 1000 Portalance. Le perdite per i Nani sono contenute, solo i Portalance subiscono perdite consistenti (250 lanceri). Più a destra l'ultimo reggimento di Armigeri è sconfitto dagli Alabardieri di Karak Lazhan che ne tagliano a pezzi 333 contro sole 111 perdite, ma stavolta gli Armigeri tengono le posizioni.

Lo sfondamento centrale obbliga Ulandar Kreeg lo Sgozzaorchi, a capo dell'armata di Lokondo, a tirare fuori l'asso nella manica: 500 Yeti della Tundra e 500 Gnoll della Tundra che escono da vicini boschetti e caverne camuffate con la neve e caricano sul retro i nemici. Gli Yeti si schiantano sul retro della formazione di Cavalieri della Condotta che si preparava alla carica, disintegrandola, e sfondano sul retro di una grossa brigata di Portalance. Dalla parte opposta del campo, gli Gnoll della Tundra impattano sui ranghi di una formazione di 250 Soldati del Clan che nonostante la sorpresa riescono ad arginarne l'impeto. Solo 42 Soldati restano in piedi dell'intera unità, ma anche 166 Gnoll giacciono al suolo.

L'assalto alle spalle sprona Shiran ad agire: la sua possente Guardia Personale composta da 800 Dwarven Stormbringers (Nani a cavallo di Yak della Tundra bardati) si schianta contro una falange di 500 Tagliateste accorsa a coprire il fianco delle truppe d'assalto. Benché valorosi, gli Gnoll non possono arginare la devastante marea della cavalleria personale di Shiran, che ne scompagina i ranghi e sfonda il fronte e si ritrova nelle retrovie nemiche dopo aver perso solo 59 cavalieri.

Ulandar Kreeg vede compiersi il disastro dai ranghi delle Truppe d'Assalto e decide di tentare il tutto per tutto: carica i Portalance già ingaggiati dagli Yeti e li fa a pezzi nella confusa mischia che ne segue, e ordina ai 500 Fanatici tenuti in riserva di uccidere Shiran.

Nel frattempo i Centauri superstiti ingaggiano un duello con 250 Balestrieri di Lazhan e li mettono in fuga perdendo solo 80 Centauri. Furioso, il comandante Cornin ordina a 250 Soldati del Clan di impegnare i Tagliateste che coprono l'ala sinistra dell'armata nemica, seguendoli da vicino con i suoi 50 Spaccaferro. La carica tuttavia non va a buon fine: i Tagliateste resistono a pié fermo e respingono i Nani infliggendogli 166 morti contro 125 Gnoll caduti. L'unità di Soldati del Clan inizia ad arretrare e Cornin è costretto ad impegnare la sua Guardia Personale per evitare un contrattacco disastroso.

Al centro del campo i Lunghebarbe caricano i Cacciatori assetati di vendetta. Questi tentano di falciarli con frecce e giavellotti, ma benché ne abbattano ben 133 il resto della formazione gli frana addosso e li disperde come foglie secche nella tempesta.

Gli Zhaki si vendicano della sconfitta all'inizio della battaglia eliminando i Centauri superstiti.

Spaccaferro e Sventratori si riorganizzano ed impegnano la Guardia Personale di Ulandar Kreeg e gli Yeti. Se però gli Spaccaferro hanno vita facile con le Truppe d'Assalto Gnoll, che cedono in fretta e vengono massacrate, gli Yeti si dimostrano un osso troppo duro per gli Sventratori, solo 16 dei quali resteranno caparbiamente in piedi alla fine del combattimento.

Nel frattempo, Shiran assorbe la carica dei Fanatici con facilità, perdendo 66 Guardie ma massacrando i nemici. Una volta liberatosi dall'inconveniente, volge il fronte della sua unità verso gli Yeti e ordina una carica a pieni ranghi. L'impatto viene sentito da una parte all'altra del campo di battaglia. Un centinaio di Yeti vengono travolti nei primi minuti, ma man mano che i cavalieri di Shiran affondano nella massa di bruti, la resistenza si intensifica. Poco a poco i cavalieri vengono disarcionati e pestati a morte dalle rozze armi degli Yeti. Dopo una mezz'ora di lotta corpo a corpo le due unità si separano e contano i morti. 168 Yeti giacciono al suolo, mentre dai ranghi della Guardia di Shiran mancano all'appello 55 Stormbringers.

La battaglia è comunque vinta: i resti delle truppe Gnoll si ritirano o vengono catturati, e gli Yeti fuggono a quattro zampe non appena Lunghebarbe e Spaccaferro iniziano ad avvicinarglisi per finirli.

La nevicata si intensifica e vanifica ogni inseguimento, peraltro futile. Shiran è padrone del campo e delle terre dell'ex-Branco di Lokondo. Gli altri due leader del Branco approfittano della spossatezza dell'armata di Shiran (che lo obbliga ad accamparsi e concedere qualche giorno di riposo ai suoi soldati) per portare tutto il loro popolo nella Steppa, fuori dalla portata dell'odiato nemico.

Shiran si ritrova così in mano tre province praticamente disabitate, ma anche un potente rivale in meno e la supremazia sul Nord-Est delle Terre Libere. Un risultato non da poco, anche se pagato a caro prezzo.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
GADAT-BULBAI

Evidentemente molto fiducioso nei suoi mezzi, il Khan appena arrivato dalla Grande Steppa si inoltra nel territorio montagnoso dei Nani Rossi. Non fa certo segreto delle sue intenzioni: villaggi e miniere vengono brutalmente saccheggiati, lasciando alle spalle dell'Orda in marcia solo rovine in fiamme e teste infilate su picche.

Mentre l'Orda avanza, tuttavia, l'armata reale dei Nani Rossi si raduna e prepara la sua imboscata, forte della copertura degli onnipresenti tunnel che perforano le montagne e permettono di muoversi rapidamente e al coperto.

E' così che nel tardo pomeriggio del decimo giorno di avanzata l'armata di Gadat-Bulbai cade in una imboscata in una stretta valle. Mentre le truppe avanzano in formazione di marcia, dai pendii circostanti si leva il rombo dei tamburi e il suono cupo dei corni da guerra dei Nani, che escono dai nascondigli e ingaggiano battaglia.


Gadat-Bulbai non fa neanche in tempo a dare un ordine che una tempesta di quadrelli di balestra si abbatte sulle sue truppe, falciando in pochi minuti 370 Zhaka Khitay e 400 Arcieri, di fatto annientando il potenziale di tiro della sua armata. Le poche frecce Zhaki che riescono a partire abbattono neanche un centinaio di Balestrieri nemici, ben protetti dalle rocce dei pendii.

Subito dopo, centinaia di fanti corazzati Nani si lanciano verso il fondovalle lanciando grida di guerra che agghiacciano i cuori degli invasori. La cavalleria pesante, Gadat-Bulbai in testa, sfugge per un soffio all'assalto di 500 Alabardieri che li stringono in una morsa. Nel frattempo i Guerrieri e i Giannizzeri vengono assaliti da battaglioni su battaglioni di Lunghebarbe e Guardie Rosse, che ne fanno rapidamente strage. In neanche mezz'ora cadono 508 Giannizzeri e 633 Guerrieri, e praticamente tutte le truppe di Gadat si lanciano in una fuga disperata attraverso l'unico varco non presidiato dagli Alabardieri che chiudono la via di fuga.

Indietro restano 400 Giannizzeri in formazione chiusa, che fanno da tappo per i Nani che si stavano lanciando all'inseguimento delle truppe in ritirata. I valorosi Zhaki moriranno sul posto, consentendo a Gadat di ritirarsi nel Margine Occidentale con i pochi superstiti della sua Orda sconfitta.

La sconfitta tarpa le ali del novello Khan, ed ha l'unica conseguenza di impedire ai Nani Rossi di mandare truppe ad affiancare Behoren Stoneleg.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
SILENE L'ARPIA

Dopo la caduta dell'alleanza anti-Behoren e l'ostilità degli Gnoll di Ghaush, è tempo per Silene di levare le tende. Decide quindi di muoversi verso Castel del Ponte, dove attraversa il Rah'Leh pagando il pedaggio in merci e rifornimenti.

Si muove quindi a nordest, tentando l'invasione dei Colli Grigi. L'aver attraversato il fiume si rivela però un grave errore dato che il Rah'Leh attraversa anche i Colli, e l'esercito Goblin si schiera sulla sponda opposta, di fronte all'unico guado disponibile.

Silene manda avanti gli Sventratori e i Grifoni verso il guado, tennedo la cavalleria e i Minotauri rimasti di riserva. La maga Sabrina Glessivig lancia Sole Ardente su una brigata di Guerrieri Goblin schierati sul guado, ed evoca un battaglione di Guerrieri Sacri che si avventa sui Goblin accecati e spaventati. La mischia è sanguinosa: gli spiriti guerrieri falciano i Goblin come grano maturo, e i superstiti volgono in fuga. Gli spiriti sono però costretti ad abbandonare il Piano Materiale a causa delle perdite.

Avendo eliminato il blocco al guado, Silene manda avanti gli Sventratori, mentre i Grifoni si schierano per fornire la copertura necessaria con i loro archi. I Gliblin dall'altra parte godono però di alcuni rialzi del terreno, che consentono a 500 Arcieri Goblin di tirare due salve contro gli Sventratori che attraversano il guado, uccidendone 166.

Quando i Nani arrivano sull'altra sponda, sono immediatamente circondati da ogni lato dalle truppe Goblin: 400 Goblin delle Profondità, 200 Lanceri e 200 Guerrieri. Si accende una mischia furiosa: gli Sventratori fanno quadrato e fronteggiano il nemico senza cedere un palmo. I Grifoni tirano su 50 Troll che tentavano di unirsi alla mischia, abbattendone 31 e mandando in rotta gli altri.

Dopo una mezz'ora, giacciono a terra 263 Sventratori, 100 Goblin delle Profondità, 166 Guerrieri e 109 Lanceri. I Grifoni tirano di nuovo, stavolta sui Goblin delle Profondità guidati dal Kapoguerra, trasformandone 93 in altrettanti puntaspilli.

La massa dei Goblin lascia la mischia, si riorganizza e torna alla carica contro gli Sventratori, che serrano i ranghi. L'urto è bestiale e i Goblin sciamano sui pochi Nani superstiti, che tuttavia non mollano, rendendo fieri i propri antenati. Alla fine di questa seconda mischia, restano in piedi 175 Goblin delle Profondità e 15 Sventratori.

Nel frattempo gli Arcieri Goblin avanzano e tirano sui Grifoni, uccidendone 55.

Vedendo gli Sventratori ormai prossimi all'annientamento, Silene manda avanti i Cavalleggeri elfi. I veloci destrieri attraversano il guado, aggirano il nemico e piombano sugli Arcieri, facendo un massacro. 333 Goblin vengono calpestati dai cavalli, impalati dalle lance o fatti a pezzi dalle sciabole. I superstiti, incredibilmente, resistono e mantengono la posizione. Restano a terra anche i cadaveri di 30 cavalleggeri.

Il Kapoguerra Goblin vede i Grifoni incoccare di nuovo le temibili frecce lunghe della Stirpe del Corvo, e decide di sventare la minaccia. La sua guardia scelta carica attraverso il guado travolgendo gli esausti Nani (che comunque riusciranno ad uccidere altri 8 Goblin) ed ingaggia gli impreparati arcieri. Questi però sono (o meglio erano) l'elite guerriera della potente Ermos, e non si lasciano prendere dal panico. Protetti dalle ottime corazze, gettano gli archi e impugnano le corte daghe in dotazione, opponendo una feroce resistenza. I Goblin vengono respinti, con sommo sbalordimento del loro Kapoguerra, che subiscono 83 perdite. 93 arcieri giacciono tra i flutti del guado, ma l'attacco è sventato.

Silene vede l'opportunità di concludere la battaglia e carica con la sua Guardia Personale di Minotauri. I Goblin tentano di disimpegnarsi, ma vengono travolti. 65 Goblin cadono sotto i colpi dei bestioni, mentre il Kapoguerra finisce calpestato a morte dai suoi guerrieri in fuga. Muoiono anche 10 Minotauri, ma la battaglia è vinta: gli arcieri sull'altra sponda vedono la fine del loro comandante e si arrendono.

La vittoria apre le porte dei Colli Grigi all'armata di Silene, che li saccheggia coscenziosamente. L'intenzione era di proseguire il viaggio verso Ovest e le paludi di Chaka'Un, ma l'armata è decimata ed esausta, e viene dato l'ordine di accamparsi.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
BALON IL PAZZO

Il 1297 è un'annata impegnativa per il Re Squalo, che alterna misure politiche a nuove avventure militari.

I dissidenti di Grunnir sono blanditi dalla nomina di un Governatore locale, sebbene venga scelto un nobilotto senza importanza per la carica. Più efficace risulta la costruzione di un Tribuale e l'arruolamento di Guardie Locali.

Una volta rientrato l'allarme secessione, Balon riprende la sua campagna di conquista navale. Vengono arruolati altri guerrieri e costruiti nuovi Forghjar. La flotta arriva a Myrtus con i rinforzi, carica le truppe di Balon e le porta verso est, alla conquista di Narvi e Logos.

Narvi tenta una timida resistenza, ma i suoi due Forghjar vengono facilmente affondati e l'armata di Balon occupa l'isola in breve tempo, nominando un Governatore per gli affari locali. L'ultimo obiettivo è l'isola paludosa di Logos. Qui non c'è resistenza: i locali si arrendono senza problemi ed accettano il Governatore loro imposto mugugnando maledizioni.

Tutto procede per il meglio quando si diffonde la malattia nell'accampamento dell'armata. Il clima insalubre desta preoccupazioni, quindi parte dei guerrieri (Balon compreso) è reimbarcata sulle navi alla fonda. La flotta è però impossibilitata a ritornare ad occidente: la stagione cattiva imperversa e gli equipaggi sono esausti.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
MASSOUD AL-SADAT

Incurante della perdita della Città dell'Alba per mano dei non morti di San Guinefor, Massoud Al-Sadat dedica tutti i suoi sforzi alla riparazione delle mura di Al-Bakhra, temendo un assalto immediato da parte di Behoren Stoneleg.

L'assalto tuttavia non arriva. Massoud ha tutto il tempo di riparare la cinta esterna ed arruolare centinaia di soldati prima che gli esploratori di Behoren arrivino in vista delle mura, e comunque anche dopo questo episodio non arriva nessun assalto alle mura. I lavori continuano quindi senza interruzioni, concludendosi appena prima della fine dell'anno.

Dal Nord arrivano comunque altr brutte notizie: San Guinefor ha mandato un suo Luogotenente ad occupare Sarabia, e l'impero di Massoud è ora limitato alla sola Al-Bakhra. Una città che comunque non lo ama: ogni notte le pattuglie delle Spade dell'Alba sono assalite da uomini armati che lasciano solo cadaveri dietro di sé, o a volte addirittura solo pozze di sangue. I cerusici lavorano senza sosta, ma alla fine dell'anno mancano all'appello 50 Arcieri, 4 Lanceri e 41 Fanti Leggeri.

I nobili della città e i sacerdoti del Culto dell'Alba chiedono udienza al nuovo padrone della città, sicuramente a caccia di incarichi e privilegi.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
KONRAD VON CARSTEIN

Annata insipida e dal sapore fallimentare, questa, per Konrad von Carstein. La firma della tregua di otto anni con l'alleanza Shiran-Ironfist è sicuramente una bella notizia (Konrad non poteva sperare di resistere ad un eventuale attacco congiunto), ma è l'unica dell'anno.

Si viene infatti a sapere che un'ambasceria mandata presso l'Impero è stata respinta senza neanche essere ammessa al cerimoniale di corte, e che Konrad è ancora "ricercato" per il tradimento perpetrato ai danni di Ermos.

Inoltre, Konrad si trova circondato da province tenute da eserciti di buon livello e diverse fazioni troppo forti da affrontare. Privo di possibilità di espansione, si limita a portare la sua armata a Sarzema per commerciare merci e rifornimenti in cambio dei Denari necessari a pagare i suoi inoperosi soldati.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
BEHOREN STONELEG

Contrariamente alle aspettative, Re Behoren non tenta subito di riconquistare la sua città. Manda un'ambasceria ai Nani Rossi e intanto fa una breve incursione nella Costa Asciutta per tacitare le voci di rivolta. Evidentemente aspetta l'arrivo di un'armata degli alleati Nani Rossi per prendere d'assalto le mura di Al-Bakhra, ma gli alleati non si fanno vedere.

Quando è ormai troppo tardi arriva la notizia che conferma i peggiori timori di Behoren: i Nani Rossi non hanno mandato aiuti perché attaccati da una nuova minaccia, un Khan Zhaki di nome Gadat-Bulbai.

Alcuni ufficiali premono per attaccare da soli, ma la cinta esterna di Al-Bakhra è già stata riparata e un assalto solitario si risolverebbe in un disastro. L'opportunità è andata perduta e all'armata di Behoren non resta che fumare di rabbia nel suo accampamento estivo.
 
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