Torneo di Lisbona

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Il Torneo di Lisbona inizia con oscuri presagi, Khalid Ibn Utman Al-Tamini e Barisone II portano notizie di feroci pirati arabi a Gibilterra, loro stessi sono scampati ad un attacco per miracolo. A completare cioè ben tre partecipanti (Simone d'Oria, Goffredo da Casavecchia e Giorgi Bragationi) non giungono, impossibile sapere se per una loro volontaria diserzione o se per un attacco dei pirati. Di loro si è persa ogni traccia e nemmeno i marinai delle imbarcazioni siciliane e sarde possono dare aiuto nel fare luce sulla vicenda.

Lo spettacolo, pero', va avanti. In un'atmosfera un po' cupa per la brutta notizie ricevuta il torneo inizia lo stesso inserendo tra i partecipanti due nobili portoghesi (Henriquez di Coimbra, e Pietro di Guimaraes) e Ottaviano, un generale romano al servizio dell'esercito di Sua Santità Vittore IV.

I partecipanti sono numerosi, spiccano tra di essi Federico III, di nobilissima stirpe imperiale, Landolfo Soresina, celeberrimo condottiero milanese, Nur al-Din, conosciuto in occidente come Norandino, nonchè discendente dell'eroe musulmano Zengi e finanche un vero e proprio re come Vairis I, re di Curonia. Il barbaro, invero, è il personaggio che desta più scalpore. Si presente indossando solo un paio di pantaloni, lunghissimi capelli neri e un enorme spadone legato alla schiena; accanto a lui tre delle sue cinque moglie, tutte rigorosamente semi nude, e un missionario cristiano ortodosso kievita dall'espressione sconvolta dal compito di tentare di limitare l'esuberanza del giovane re barbaro.

E' il 23 Settembre del 1154 quando il torneo ha inizio.

Primo Turno

Barisone II (SAR) contro Nassib figlio di Ali (MAG)

Il primo scontro vede un duello discretamente alla pari, il nobile berbero e il conte sardo si equivalgono in perizia con la spada. Tuttavia a fare la differenza nella gara, forse, è la maggiore determinatezza del nobile sardo; Barisone, infatti, messo in difficoltà nella prima parte dell'incontro grazie ad un paio di belle manovre a cavallo di Nassib, quando le lancie si rompono e i due contendenti si affrontano a terra riesce ad avere la meglio gettando a terra un attonito Nassib.

Philippe de Milly (STL) - Riccardo di Clare (ING)

Il secondo scontro prevede lo scontro tra Philippe de Milly, Maresciallo del Tempio e il nobile Riccardo di Clare, comandante delle Guardie Reali inglesi. La prima fase dello scontro risulta un po' noiosa, il templare francese fa vedere subito di che pasta è fatto e mette in difficoltà Riccardo in più di un occasione. Le cariche a cavallo, quindi, costringono l'inglese ad un'improba difesa fino a quando non viene scaraventato a terra dalla prepotenza templare. Tuttavia il duello non è ancora finito, incredibilmente l'inglese si rialza e sfodera la spada. Philippe si prepara a caricarlo con la lancia ma al momento dell'impatto sbaglia qualcosa nel calcolo della traiettoria, permettendo così a Riccardo di ferire il cavallo del templare. Il Maresciallo si ritrova anche a lui appiedato e comincia un durissimo scontro spada contro spada. Il pubblico è in delirio, pare davvero gradire lo spettacolo. Ad un tratto, all'ennesimo affondo parato, Riccardo di Clare riesce a trovare una falla nella parata del suo avversario francese facendolo definitivamente cadere a terra. Lo scontro, durissimo, lascia un Philippe de Milly un po' frastornato e con delle leggere ferite causate dalla caduta di cavallo a fronte di un Riccardo di Clare, incredibilmente trionfante in uno scontro bellissimo.

Nūr al-Dīn Abū al-Qāsim Mahmūd (FAT) - Sviatoslav, principe di Kiev (KIE)

Il terzo duello del primo turno mette a confronto il grande Nur al-Din, figlio di Zengi, il condottiero musulmano che, con la sua conquista della contea di Edessa, diede il la alla seconda crociata, e Sviatoslav, erede al trono kievita. Lo scontro inizia subito forte e pare subito chiara la netta inferiorità di Sviatoslav di fronte all'esperienza di Nur al-Din. Non c'è partita e l'arabo riesce ad avere la meglio ponendo fine alle velleità del principe kievita disarcionandolo.

Khalid Ibn Utman Al-Tamini (SIC) - Ermengol (SPA)

Un quarto scontro molto mediterraneo con la sfida tra l'arabo siciliano Khalid e l'erede alla contea di Urgell, il catalano Ermengol, figlio di Ermengol, neo generale delle armate spagnole unite. La sfida ha tutte le potenzialità per essere piacevole ma invece si risolve in un "one-man show" dell'arabo siciliano che in cinque minuti netti riesce a mettere fuori gioco un Ermengol un po' evanenscente.

Ottaviano (PAP) - Sancho da Alcacer

Il generale romano affronta un nobile portoghese dalla contea di Alcacer, lo scontro, invero, risente un po' dell'inettitudine di Sancho che si dimostra decisamente inferiore del rivale romano. Ottaviano riesce a gestire bene la parte a cavallo, rompe la lancia del proprio avversario ma si ritrova con anche la propria fuori uso, una volta appiedati, pero', i fendenti del generale papalino sono molto più precisi e Sancho non può fare altro che soccombere sotto i colpi dell'avversario.

Ugo di Auvergne (FRA) - Wieslaw Stasiuz (POL)

Le due corone amiche di Francia e Polonia si affrontano in questo scontro affidando le proprie insegna a due nobili. Lo scontro, tuttavia, perde tutte le sue aspettative di fronte alla netta superiorità del francese. In men che non si dice Wieslaw si ritrova appiedato e in posizione di svantaggio, Ugo non si lascia scappare l'occasione mettendo definitivamente fuori gioco il polacco e passando al turno successivo.

Federico III (SRI) - Vairis I (CUR)

La sorte è strana, dopo essere stati avversari su uno dei più roventi campi di battaglia degli ultimi anni, il Barbarossa e Vairis I si trovano di nuovo a doversi affrontare. Il barbaro, ora ufficialmente re, non lesina provocazioni al suo avversario mostrandogli il sedere e insultandolo in un rozzissimo greco, lingua che tra l'altro Federico III non comprende assolutamente. Lo scontro è durissimo, il primo impatto pero' porta ad una situazione di parità giacchè entrambe i contendenti vengono sbalzati dai rispettivi cavalli. Entrambi, durante la caduta, perdono le proprie spade e danno il via ad una vera e propria lotta a mani nude ferocissima. L'esito rimane incerto fino a quando Vairis non riesce a divincolarsi dalla presa del tedesco, avvicinarsi alla sua spada e terminare lo scontro imponendo con il fendente giusto sul proprio avversario. Vairis trionfa quindi condannando alla sconfitta, per una seconda volta, il nobile tedesco.

Landolfo Soresina (MIL) - Pietro da Guimaraes

L'ultimo incontro mette di fronte il generale milanese e il nobile di Guimaraes. Scontro assai rapido vede Landolfo avere la meglio del proprio avversario in quindici minuti perfetti. Il lombardo, infatti, disarciona Pietro e lo costringe alla resa di fronte alla posizione di vantaggio tattico ormai assunta. Landolfo al prossimo turno e le speranze di gloria del giovane Pietro disattese definitivamente

Secondo Turno

Khalid Ibn Utman Al-Tamini (SIC) - Riccardo di Clare (ING)

Usciti da due duelli completamente diversi, si affrontano Khalid e Riccardo di Clare. L'inglese, esaltato dalla grande prestazione contro Philippe de Milly si presenta motivatissimo allo scontro. Il siciliano inizia subito forte, come suo solito, e carica un'attendista Riccardo di Clare che riesce pero' a reggere bene gli assalti. Riccardo ha pazienza e sa aspettare il momento giusto, in una mossa che ormai tutti al torneo chiamano "la Strozzacavalli", riesce a far cadere il cavallo del suo avversario con la propria lancia, successivamente carica il nemico ormai a terra portandosi a casa la seconda vittoria consecutiva.

Vairis I (CUR) - Barisone II (SAR)

Nel secondo scontro Vairis si ritrova ad affrontare il sardo Barisone II. Sulla carta il re di Curonia pare superiore per potenzialità ed esperienza ma il conte di Logudoro ha dimostrato di poter dire la sua nel precedente scontro; tuttavia Vairis si dimostra un osso troppo duro per il sardo che, alla fine, deve cedere su tutti i fronti lasciando la vittoria al re di Curonia che accede alle semifinali trionfalmente.

Nūr al-Dīn Abū al-Qāsim Mahmūd (FAT) - Landolfo Soresina (MIL)

Quello tra Norandino e Landolfo Soresina passerà sicuramente alla storia come forse il più bel scontro del torneo, i due rappresentano forse il massimo della rispettive aree culturali e, invero, possiamo parlare di finale anticipata. Le due scintillanti armature si affrontano prima a cavallo fino a quando, di comune accordo, i due nobili cavalieri decidono di finire il combattimento a piedi, senza elmo, guardandosi negli occhi in modo onorevole. Quello che segue, più che un combattimento, pare una danza con i raffinati colpi di sciabola di Nur al-Din che vengono parati dalla pragmatica difesa del milanese. Il pubblico estasiato è in silenzio e osserva la superba tecnica dei due contendenti. Alla fine, pero', la stanchezza fa capolino nella mente e nelle membra del generale milanese che si trova a cedere qualche metro fino alla definitiva caduta sotto uno splendido colpo di Norandino.

Ottaviano (PAP) - Ugo di Auvergne (FRA)

Uno scontro discretamente alla pari, con il francese e il romano che si affrontano in modo garbato quasi come se non volessero stancarsi troppo. Dopo un po', pero', è Ottaviano a tentare di modificare il destino del duello provando a forzare un po' l'impenetrabile difesa del nobile francese. Dopo circa una ventina di minuti di scontro i due contendenti sono madidi di sudore e nessuno dei due pare ancora in grado di vincere. Tuttavia, dopo un clamoroso errore di Ugo di Auvergne che non riesce ad approfittare di una distrazione di Ottaviano, il generale romano non ricambia la cortesia trovando la forza di mettere a segno il colpo decisivo per la vittoria. Ugo si ritrova quindi scornato e il romano papalino passa al turno successivo.

Semifinali

Riccardo di Clare (ING) - Ottaviano (PAP)

L'inglese ormai si è fatto delle simpatie a Lisbona e il pubblico comincia a tifare molto per questo outsider, inizialmente quotato poco nella vittoria ha invece dimostrato una forza di volontà enorme. La semifinale lo trova a dover affrontare il temibile generale romano Ottaviano. Lo scontro, tuttavia, riserva invero molto poco spettacolo, il romano pare decisamente stanco dopo il precedente scontro e ha la meglio l'irruenza di Riccardo che, galvanizzato dalle precedenti vittorie, con una serie rapidissima di colpi riesce a mettere fuori gioco Ottaviano conquistando la finale.

Vairis I (CUR) - Nūr al-Dīn Abū al-Qāsim Mahmūd (FAT)

Per il pubblico si tratta forse dello scontro più esotico del torneo, il re barbaro contro il guerriero saraceno. Lo scontro, infatti, non si dimostra da meno dandoci in pasto uno scontro di primissimo livello. Vairis, tuttavia, pare un po' impaurito, alcuni maligni sussurrano che il prete ortodosso ha forse esagerato nel raccontargli della ferocia dei saraceni tanto che il re di Curonia ha cominciato a pensare a loro come a dei demoni malvagi. Alla lunga il fattore psicologico fa crollare Vairis che deve cedere alla tecnica e alla lucidità dell'arabo.

Finali

Poco prima della finale una scialba finale di consolazione viene giocata tra Vairis e Ottaviano, ha la meglio il re di Curonia che batte un romano ormai completamente sfinito e senza forze fisiche residue. Il vero spettacolo, pero', inizia solo con l'ingresso dei due finalisti: Riccardo di Clare, ormai adorato dal pubblico, e il temutissimo Nur al Din, l'arabo.

Riccardo di Clare, nonostante sulla carta sia inferiore al favorito Norandino, ha l'appoggio del pubblico di casa che dopo le sue precedenti prestazioni lo ha eletto ad eroe del torneo. L'arabo ha sicuramente più esperienza e lucidità, avendo affrontato anche scontri forse più semplici, e infatti parte decisamente meglio facendo rischiare molto all'inglese che a cavallo si mette in difficoltà rischiando più volte la sconfitta. Tuttavia, come già successo, Riccardo dimostra la sua forza maggiormente a piedi che a cavallo e Nur al-Din fa l'errore di sottovalutare l'abilità dell'inglese. Effettuando una "Strozzacavalli", Riccardo riesce ancora una volta a disarcionare il suo avversario riportando lo scontro in parità. Nur al-Din, infuriato, carica il suo avversario che a stento resiste ai fendenti e agli affondi del musulmano. Tuttavia la perseveranza si dimostra spesso una tattica vincente e Riccardo persevera nel non voler attaccare volendo attendere il momento giusto. Lo trova quando Nur al-Din sbaglia un fendente ingannato da una finta dell'inglese che, finalmente, trova il varco giusto e infila l'affondo della vittoria.

Riccardo di Clare, portato in trionfo dal pubblico e dalla delegazione inglese, vince il torneo dimostrando un'abilità tattica incredibile oltre che ad una buona dose di tecnica, questo mix gli ha consentito di fare suo il torneo sconfiggendo avversari più dotati di lui. Gloria al comandante delle Guardie Reali inglesi, onore a tutti i cavalieri partecipanti.

Vincitore:
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Riccardo di Clare, Conte di Pembroke (Regno di Inghilterra)

Secondo:
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Nūr al-Dīn Abū al-Qāsim Mahmūd, Visir di Fayyum e Tebe (Califfato Fatimide)

Terzo:
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Vairis I, Re di Curonia (Regno di Curonia)
 
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