Musica The Residents - The Bunny Boy.

artista.

Uomo del Popolo
prosegue inesorabile il mio continuo indottrinamento sulla musica dei quattro bulbi oculati in cilindro e tuxedo. indottrinamento che potrebbe durare in eterno, visto che ormai han fatto più di 60 album e non so nemmeno se ne ho sentiti 10.
comunque, oggi parliamo del ragazzo coniglio, the bunny boy.
premessa: i rez degli ultimi tempi tendevano molto verso i concept album. questo li ha portati ad alti e bassi, con animal lover generalmente non apprezzato dalla critica (non l'ho ancora ascoltato, ma il concetto l'ho letto e non sembra male, dipende da come è sviluppato) e opere come tweedles che sono oggettivamente opere davvero bn riuscite. chiariamo: non è assolutamente nulla di paragonabile ai rez dei tempi d'oro, quelli che hanno fatto meet the residents, not available (il loro primo concept album, una sorta di musical teatrale diciamo, creato assieme a meet the residents e rilasciato qualche anno dopo), il commercial album e via discorrendo.
ora, il penultimo album era the voice of midnight, un concept/musical teatrale che riprende tantissimo il racconto "The Sandman" di Hoffmann. fatto bene, intendiamoci, ma non posso dire che mi avesse entusiasmato. temendo dunque di aspettarmi troppo dal concerto di novembre (in cui probabilmente faranno The Bunny Boy oppure Tweedles) mi sono procurato The Bunny Boy (con difficoltà perchè è uscito appena il mese scorso) per accertarmi che fosse sopra ai livelli di voice of midnight.
beh, non sono rimasto affatto deluso, anzi.
dopo alcuni album consecutivi strutturati come opere teatrali, i rez tornano ad una musica più "musica", fermo restando un tema di fondo nell'album che secondo il blog ufficiale (link alla pagina) sarebbe "obsession, insanity and the coming apocalypse".
la voce: palesemente non c'è più la voce dell'epoca vecchia; già in Demons Dance Alone veniva detto che dei re originali non era rimasto nessuno (the residents have left the building; ma dopotutto, se nessuno dichiara di essere un residents, non siamo forse tutti potenziali residentsì almeno questo diceva il libriccino di Demons Dance Alone). la voce della vecchia epoca era una voce molto eterea, che si intonava parecchio con le sonorità oniriche e sbiellate dei rez di allora. la voce nuova comunque l'avevo imparata ad apprezzare in tweedles: è una voce molto più dura, più aggressiva, decisamente priva di quel tono pacato e ieratico della vecchia voce, per cui chiaramente deve essere accostata a suoni diversi.
come musica abbiamo comunque, almeno concettualmente, un ritorno a tonalità che riecheggiano quelle di duck stab: ritmi rapidi, canzoni che possono prenderti fino all'ossessione (io non riesco a levarmi dalla testa rabbit habit) e quella componente "sbiellata", insolita, non so come definirla, che caratterizzava duck stab e altre perle del passato.
decisamente degno di essere ascoltato.
andrò al concerto con rinnovato entusiasmo.
 
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