[Sylvania-Astera-Swietgonia] Esecuzione del Negromante non-morto

Balto

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"Rileggeteci la missiva" una voce imperiosa tuonò dall'oscurità che circondava il Nero Trono di Sylvania, le candele erano spente, ormai consumatesi, la sagoma scura ed imponente di Sua Grazia, il Duca Konrad von Carstein appena visibile nella penombra, vestito come sempre, della sua armatura completa chiodata e brunita, lo spadone a due mani dalla foggia crudele appoggiato al Trono.

Il piccolo burocrate ebbe un sussulto al suono della voce e si avvicino ad una delle candele ancora accese, e con voce tremula prese a leggere:

"A Sua Eccellenza, il Magister Astrum Kasterius Deodatus,
Sua Grazia, il Duca Konrad von Carstein, Vi pone i suoi omaggi, spera di trovarVi in salute e si congratula con la Vostra illustre Persona ed i Vostri valorosi uomini per l'importante vittoria conseguita.
Come saprete, malelingue hanno sparso la voce che Sua Grazia è in realtà un negromante, e che egli abbia usato non meglio precisati empi poteri, ottenuti chissà dove, per animare non morti ed usarli per Sua convenienza, ebbene, Noi, con questa Nostra vogliamo proclamare la Nostra indignazione e totale sostegno dell'Ecclesia di Sylvania a Sua Grazia.
Infatti, come abbiamo più volte proclamato, abbiamo catturato il responsabile di tale nefasto atto: si tratta di un'empia creatura non-morta di Tiamat, che ha maledetto i bravi soldati Sylvani per i suoi empi scopi.
Con la Presente, desideriamo invitare persona, o persone, di fiducia di Vostra Eccellenza al Palazzo Ducale presso Drakenhof ove avverrà la Purificazione col Sacro Fuoco dell'empietà, e dove i Vostri uomini potranno udire con proprie orecchie ciò che l'empio ha confessato.

Attendiamo al più presto Vostra delegazione.
In Astera, con Astera, per Astera

Katrina Steiner,
Inquisitrice, assistente del Vescovo di Drakenhof, Segretaria Particolare di Sua Grazia, Konrad von Carstein, Custos Asteris

La missiva per i regnanti di Swietgonia ha il medesimo contenuto e differisce soltanto nella forma Vostra Grazia..." balbettò il burocrate

"Bene, falle inviare immediatamente con i nostri cavalieri più veloci, e porta i Nostri ringraziamenti a Katrina, ora lasciateci" e con un imperioso cenno della mano congedò il funzionario, che si affrettò a rendere scarsa la sua presenza, chiudendo dietro di sè l'ornato e pesante portale a doppio battente che dava sulla Sala del Trono.
Il Duca allungò la mano, bevve lungamente dal suo calice... e aspettò, di questi tempi gli sembrava di non fare altro che aspettare... occupò l'attesa pregustando le sofferenze che avrebbe inflitto agli Eretici, ai Suoi nemci ed ai suoi detrattori che lo avevano messo in quella scomoda situazione e gli avevano tolto l'iniziativa.

Secondo la tecnica militare del Duca, le guerre si vincevano con l'iniziativa, con l'esperienza, e col pugno di ferro... gli avevano tolto un'arma, ma Konrad era maestro delle altre due, e in mano sua erano comunque letali.
 

TFT

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Una volta giunta ad Astoria la missiva viene letta in persona dal Magister Astrum, così come di suo pugno è la risposta.

Al nobilissimo duca Konrad von Carstein.
Sono lieto di aver ricevuto la vostra missiva, in questi tempi così traballanti avere risposte può essere consolazione maggiore di tante altre. Avrei mille e ancora mille parole da esprimere nei vostri confronti ma, purtroppo, il fato ci è avverso. Astoria è sull'orlo del collasso ed esige un intervento rapido e deciso alle sue radici. Il potere che mi ritrovo, per grazia Divina, sarà usato al massimo della possibilità per il bene della mia gente e dei nostri vicini.

Insieme a questa missiva arriverà l'ambasciatore Kastor Monomakos, uomo di grande virtù che volentieri presenzierà al vostro cospetto per ascoltare ciò che avete da dire.
Che sia fatta la luce su un fatto oscuro, che il colpevole venga fuori, che chi ha commesso crimini contro il popolo di Astoria sia condannato al supplizio per l'eternità.

Ossequi.
 

Balto

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L'ambasciatore venne accolto con tutti i riguardi ed onori presso il Palazzo Ducale di Drakenhof, le Sue stanze ampie, lussuose e confortevoli.

La sera successiva all'arrivo di Kastor, egli venne condotto alla presenza di Sua Grazia, il Duca Konrad von Carstein presso la Sala del Trono.

Espletate le formalità, il Duca scese dal Nero Trono, e avvicinatosi, si rivolse dall'alto dei suoi quasi due metri all'ambasciatore:

"Messere Kastor, so che Sua Eccellenza il Magister Astrum ha molte domande, e Voi siete qui per porre quelle domande... tuttavia, qualsiasi risposta Noi dessimo sarebbe insufficiente e misera..."

Kastor Monomakos inarcò un sopracciglio evidentemente aspettandosi un'altra linea

"Seguitemi, Vi condurremo direttamente dall'Empio, ove potrete ascoltare di persona ciò che ha da dire"

Il Duca si avviò, spadone al fianco, sembrava una spada ad una mano vista l'imponenza dell'uomo, l'ambasciatore non potè fare a meno di notarlo.
varcata la soglia della Sala, quattro guardie, alte e muscolose quasi quanto il Duca, e altrettanto corazzate, presero formazione attorno ai due, si trattava della temutissima Guardia Ducale, feroci e prodi combattenti, rispettati e temuti in tutta Sylvania... ma questa è un'altra storia.
Il Duca condusse gli uomini, nel silenzio più assoluto, nelle segrete del Palazzo, al livello più basso.

La compagnia si fermò dinnanzi ad una cella di grosse dimensioni, al suo interno vari strumenti di tortura tristemente noti, e, incatenato alla parete, un uomo, alto magro emaciato e dal colorito grigio, sorvegliato da tre uomini dalle lunghe tuniche color porpora.

Ancora una volta, Kastor assunse un'espressione circospetta, non credeva che quell'uomo fosse l'orrenda creatura descritta dal Duca, l'empio negromante di Tiamat, sembrava troppo, bhè, umano.

Una guardia aprì la porta ed i sei entrarono.
Il Duca fece un cenno ad uno degli uomini in porpora, e questi si rivolse al prigoniero: "Parla empia creatura! Riferisci le motivazioni dei tuoi empi atti!".
Il prigioniero prese a ridere, una lunga risata tetra, una risata che non era umana, per la prma volta, un brivido corse lungo la schiena di Kastor.
"Noi nnnon rissssspondiamo a te! Ssssstupida mucca! Perchè voi umani altro non ssssiete che bessstiame; bbesssstiame da macellare, mangiare e bbbbbbere!", la creatura prese a scuotere le proprie catene, un po' di polvere cadde dai muri e subito gli uomini dalle lunghe tuniche presero a salmodiare una strana litania... il prigioniero prese a contorcersi in preda a convulsioni, la sua pelle "fumava".

Il Duca estrasse lo spadone con un fluido ed elegante movimento, e con forza inaudita conficcò la lama in pieno petto al prigioniero, trapassandolo di netto, il negromante ebbe un sussulto e si afflosciò.

Kastor, evidentemente scosso balbettò "Ma... Vostra Grazia... così non sapremo mai..." non potè finire la frase poichè il prigioniero si rizzò e riprese a ridere in faccia a tutti.

"Che empietà è mai questa?!" esclamò l'ambasciatore.

"Si tratta di un vampiro Monomakos, non può essere ucciso con normali mezzi", disse il Duca con calma e rigirò lo spadone nella ferita, provocando le urla della creatura.
"E ora dicci, empietà, le tue motivazioni, o sarai Purificato col Sacro Fuoco immediatamente" La voce di Sua Grazia, il Custode della Fede, pacata e tranquilla.

La creatura, evidentemente trovando inutile continuare a farsi burle dei visitatori, spiegò che era stata essa a maledire i miliziani Sylvani prima delle battaglie di Kuos e Kandarì l'anno scorso, e che aveva agito in nome e per conto dei suoi padroni, altri non-morti, che erano i veri capi del Regno Celeste dei Veri Credenti, e che avevano ordito il complotto per indurre il popolo a sollevarsi contro i suoi legittimi signori, ed incrinare l'alleanza tra Sylvania Swietgonia e la Teocrazia, infangando il nome del Duca.

"Bene ambasciatore, ora avete le Vostre risposte, la Nostra Persona si augura vogliate riferire nel dettaglio quanto appreso oggi al Magister, e che i rapporti tra i Nostri stati possano tornare ad essere quelli di prima. Vi consiglio di ritirarVi, riposare e riflettere su quanto avete visto questa sera. La Purificazione avverrà nonappena il legato di Swietgonia abbia avuto modo di udire la confessione".

Il gruppo si ritirò.

Quella sera, Kastor non ebbe sonno tranquillo, e per la prima volta da molto tempo, si svegliò di soprassalto nel mezzo della notte madido di sudore, l'incubo, ed il ghigno del non-morto, poche decine di metri sotto di lui, ancora freschi ed impressi nella sua mente.
 

Joke

Chosen one
Tadeusz Bałucki ricevuta la missiva si recò di gran lena nonostante le pessime notizie sul fronte occidentale e le nefaste circostanze che portarono la ribellione a sopravvivere all'attacco.

Di aspetto piuttosto provato, magro e spoglio, come se non dormisse da parecchie notti, ancorato al suo monile di Astera, così si presenta l'Alto sacerdote che certo non poteva mancare all'esecuzione di un così pericoloso non morto e, approfittandone, per colloquiare personalmente.
 

Balto

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Tadeusz venne accolto con tutti gli onori del caso.

Lasciato riposare per una giornata, venne scortato dal Duca alla presenza del Negromante, con le stesse modalità dell'ambasciatore della Teocrazia, ove si ripetè la scena avvenuta solo poche sere prima, che si concluse con una discreta quantità di sangue, urla e imprecazioni irripetibili da parte del prigioniero non-morto.

Evidentemente scosso per la scena cruda e le continue invocazioni rivolte all'Empio, Tadeusz Balucki si ritirò per la notte.

Lasciata passare quasi un'intera giornata, Balucki e Monomakos vennero convocati alla presenza del Duca.

Ricevuti nella Sala del Mappamondo, Sua Grazia si informò delle impressioni che i due ambasciatori si erano fatti durante la loro permanenza e che cosa avrebbero riferito ai rispettivi superiori.

Soddisfatto delle risposte, e del fatto che Monomakos, e quindi con ogni probabilità, il nuovo Magister, accettavano come possibile, concreta ed altamente probabile la possibilità che il Duca fosse stato incastrato ed il suo buon nome infangato (mentre Tadeusz si affrettò a precisare che mai gli alleati del Regno di Swietgonia avevano dubitato del Custos Asteris), Sua Grazia annunciò ai due l'imminente esecuzione del Negromante.

Konrad inoltre, colse l'occasione per riferire l'andamento delle trattative di pace con gli elfi per conto di Swietgonia, oramai praticamente già siglata grazia all'intervento e all'abilità di Katrina Steiner, nota in tutto il ducato per aver orchestrato la vantaggiosa pace con Somiria.

Soddisfatto di come le cose si erano risolte, il Duca passò all'argomento che più interessava i due stranieri, ovvero, come si sarebbe mosso l'ormai ridotto (viste le recenti battaglie) ma altamente preparato esercito di Sylvania...
 

TFT

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Dopo aver lungamente ponderato su ciò che vide con i propri occhi, Monomakos chiese udienza al duca per esporre il suo pensiero.
Ottenuto questo gran privilegio parlò in tutta franchezza con il suo tono placido da uomo diplomatico.

<< Ciò che è stato mostrato in questi giorni non può che toccare profondamente il cuore del popolo di Astera. Riferirò a chi di dovere quello che è accaduto, così che possa essere svelata l'orrenda sciagura che ci ha colpiti. Ma, se sono rimasto personalmente toccato nel vedere cotanto abominio calpestare il nostro mondo, mi chiedo...chi lo ha mandato? Un sobillatore non agisce di sua iniziativa e non lo fa da solo, perchè quando si cospira c'è sempre un fine più grande e oscuro rispetto a quello che noi vediamo. Che sia fatta luce, allora! Che sia svelato il mandante e che sia punito con la Sacra Luce, indipendentemente da razza e potere >>.
 

Balto

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Dal Nero Trono Sua Grazia, il Duca, rispose con voce profonda "E' ovvio, Illustre Monomakos, che i non-morti a capo del Regno Celeste dei Veri Credenti hanno agito per sfaldare e minare la Sacra Alleanza che legava i Nostri popoli, Fratelli in Astera, e sobbillare il popolo contro di Noi, poichè anche lo Stato più grande e forte non può reggersi in piedi se manca l'appoggio del popolo.

Gli eretici, e i loro padroni non-morti, hanno agito così per distruggere Voi, la Sacra Teocrazia, per poi muovere contro Siwetgonia e Sylvania, che si sarebbero, a quel punto, trovate in grave difficoltà senza la Teocrazia e con gli eserciti duramente provati dalle recenti battaglie.

Questo complotto era teso, nulla meno, che a distruggere la Fede ed il Vero Verbo del Perfettissimo, a quel punto sarebbe stato facile per le orde non-morte discendere sul Mondo Conosciuto, come sapete, esse sono già alle porte di Sylvania, Ultimo Bastione prima del Vuoto dell'Empio.

No, Illustre Ambasciatore Monomakos, Noi abbiamo già idea della provenienza di queste empietà, esse sono chiaramente emanazioni di Tiamat, provenienti dalle Lande Desolate del Nord, appena aldilà della Nostra soglia, ovviamente otterremo conferma di ciò una volta catturati esponenti degli eretici"

L'ambasciatore annuì e sembrò voler dire qualcosa, ma il Duca tagliò secco e con voce ringhiante ma a tono basso, quasi sottovoce, aggiunse "Piùttosto, ambasciatore, riflettete su quanto vicino gli Oscuri Servi di Tiamat siano stati nel raggiungimento del loro empio scopo: è stato solo un caso se il loro piano non ha avuto successo, il predecessore dell'attuale Magister ed il Vostro popolo sono stati troppo frettolosi nel puntare l'indice accusatore e cadere nella trappola degli eretici.
A loro discolpa possiamo dire che era una trappola ordita magistralmente, ma dovrete guardarVi da errori simili in futuro poichè bugie complotti e malizia sono le armi preferite dall'Empissimo.

Riferite al Magister che la Fede del Custode è salda, e che è disposto a fornire prova concreta della Sua parola e della Sua rettitudine percorrendo la Via Virtuosa, così come è scritto nel Sacro Tomo del Culto da Noi redatto in concordia con i Vostri sacerdoti.

Il Baluardo del Nord non cadrà quest'oggi, saranno gli eretici a perire sotto i Nostri colpi, sotto i colpi della Giusta Furia del Custode della Fede... in Astera con Astera per Astera"

scandendo con deliberata lentezza l'invocazione all'Altissimo, il Duca schiacciò nella sinistra il suo calice ornato con facilità come se fosse pergamena, la mano protetta dal guanto d'arme chiodato, rovesciando il liquido contenuto all'interno a terra, che colò lungo i gradini di pietra fino ai piedi di Monomakos.
 
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