"Benvenuto a Solesplendente, signor Pilade" fece la guardia, di certo abituata all'arrivo di diplomatici dagli altri paesi. "Capisco, capisco...mh fatemi pensare" disse rimanendo qualche istante con l'indice sul mento "sì, sì, oggi il Conte è nel suo studio. Venite pure" e lo condusse verso l'entrata.
Lì Pilade venne affidato all'attendente del Conte, il quale subito lo portò verso lo studio del Vecchiobecco. L'attendente, Giasparo Manolorda, bussò su una rotonda porta lignea e attese prima di aprirlo "Ehm...Conte, c'è una visita fuori programma. No, no...nulla di grave; è qui presente un ambasciatore, lo posso far entrare?". Dopo qualche attimo Giasparo aprì la porta e davanti a Pilade si aprì la vista di un confortevole studio, con il Conte seduto dietro una elegante scrivania, intento a esaminare delle carte; l'attendente diede un colpo di tosse e annunciò l'ospite "Conte, vi presento il signor Pilade, venuto dal reame Spriggan apposta per incontrarvi".
Caradoc si alzò e andò immediatamente a porgere la mano a Pilade, con un sorriso "Lieto di conoscervi, io sono Caradoc Vecchiobecco, il Conte di questi Decumani". Nel frattempo l'attendente stava preparando un vassoio con biscotti e tazze di tè, come di consueto veniva offerto agli ospiti del Conte. "Prego sedetevi..." e Caradoc indicò una comoda poltrona di fronte alla scrivania "e lasciate che vi offra questo, che ci accompagnerà durante la nostra chiacchierata" concluse facendo un gesto verso il vassoio che era stato servito sulla scrivania. Il Conte tornò a sedere e restò in ascolto di Pilade.