[Sicilia] Visita di Ruggero a Pisa e discorso dal relativo Duomo

Oghard "El Burro" Fireburp

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Fantacalciaro
Ruggero sbarcò a Pisa con i suoi uomini, assieme al duca di Capua Roberto II...non c'era mai stato grande feeling tra i due, ma l'ormai proclamatosi Rex Italiae Preferì portarlo con sé, per meglio tenerlo d'occhio.
Appena scese dalla nave, una delegazione di pisani, guidata dal figlio Guglielmo, tribuno del comune, accolse calorosamente il re. Ruggero fu composto ma affettuoso, abbracciò Guglielmo e disse solamente "Fili mi".
Dall'esecuzione del Griffi, Ruggero aveva ottenuto un certo ascendente sul volgo pisano, che non mancò di farsi sentire con schiamazzi ed inneggiamenti. Mentre girava per le strade, assieme ai suoi uomini e al malfidato Roberto, Ruggero indicava la folla, bisbigliando al duca "Guarda dove arriva la fama di Ruggero". Roberto si limitò ad annuire, guardandosi attorno.
Dopo un colloquio con i tribuni, Ruggero fece visita al Duomo, un edificio in cui, come in Sicilia, si mischiavano elementi stilistici differenti, dal bizantino all'islamico. Nell'affacciarsi da un balcone, il re notò che un folto numero di persone aspettava al di sotto, contenuto dagli uomini d'arme. Ruggero, dunque, gridando a voce alta, cominciò a parlare così:

"Omini d'arme di mare e di terra! Rivoluzionari che tanto avete lottato per ottenere un governo che si confa alla magnificenza di queste terre! Ascoltate!



Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della vostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili.

Muoveremo assieme guerra contro il comune di Lucca.

Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Italia che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo pisano.

Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell'edificio, due fronti, il norreno e il teutonico, che si guardano in cagnesco, l'un contro l'altro armati...ed un console, il Griffi, che fugge in Corsica quando si rende conto di non avere più consensi.
La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che il Regno di Sicilia ha fatto quanto umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolse l'allora comune di Pisa; ma tutto fu vano.
Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita del Comune e non considerarli intangibili per l'eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che le hanno accettate; bastava gettare un orecchio alle suppliche di un popolo che chiedeva il pane, e la dignità per guardarsi allo specchio a testa alta.
Oramai tutto ciò appartiene al passato. Se poi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi e i sacrifici di una guerra, gli è che l'onore, gli interessi, l'avvenire ferramente lo impongono, poichè un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.

Noi impugnammo le armi per risolvere, dopo il problema risolto dell'autorità conferitaci da Papato e Impero, il problema di una unità; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale che ci separano l'un l'altro, nel nostro mare, poichè un popolo di migliaia d'anni di storia, che discese dagli Etruri e trovò la gloria sotto l'egida di Roma, non è veramente libero se non guarda l'altro toscano come un fratello.

Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto; è la lotta tra un passato di guerre intestine e un futuro di pace e prosperità.
Ora che alea iacta est e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle le galee, io dichiaro solennemente che il Regno di Sicilia non intende trascinare nel conflitto altri popoli con essa confinanti per mare o per terra. Francia, Spagna, Maghreb, Bisantium, Zena prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate.

Pisani!
In una memorabile adunata, come questa, vi dico che, secondo le leggi della morale sicula, quando si ha un amico si marcia con lui fino in fondo. Questo abbiamo fatto con Pisa, col suo popolo, con le sue meravigliose forze armate.
In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla maestà del re e dell'esarcato che, come sempre, ha interpretato l'anima della patria. E salutiamo alla voce i Tribuni, i capi della grande Pisa.
L'Italia deve alzarsi in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi a Malta: vincere!

E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo.

Popolo pisano!....
Corri alle armi.... e dimostra la tua tenacia.... il tuo coraggio.... il tuo valore!......".

Ruggero si impose con la schiena drittissima, poggiando le braccia al balcone. Rimase ad osservare ancora un po'.
 

Falciatore

Ninja Skilled!
Un ambasciatore del Sacro Romano Impero chiese udienza a Ruggero, il suo viso contrariato faceva ben capire che l'incontro sarebbe stato poco piacevole
 

Rebaf

Get a life
Fantacalciaro
Ma gli fu impedito l'incontro, per il momento gli uomini della corte del regno di Sicilia non diedero spiegazioni all'ambasciatore chiedendogli di aspettare nuovi sviluppi della situazione.

[Aspettate i report per il prossimo GdR, non vorrei poi essere costretto ad eliminare post gdr :)]
 
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