«Sei morto?» disse Shandris, piegata sul baldacchino dell'Arcimago Amdir, coperto da un sudario.
«Sì.» rispose lui da sotto la coperta. «Ora puoi evocare la mia anima dentro il Celestiale anziché quella di Loras.»
«Io prendo il tuo studio, Vestele si prende gli alambicchi allora.»
«No, non credo proprio. Ho sentito Gallean e mi ha detto che posso restare per impedire a voi due di fare casino.» si scoprì con una mano, rivelando una grosso otre sopra la testa del mago. Aveva congelato l'acqua con la magia e lo stava utilizzando per sgonfiare un poco i bernoccoli della batosta subita.
«La resurrezione più veloce della storia di Ea, non male Arcimago, non male.» scherzò. «Ma mi servirebbe qualche dritta sensata su come affrontare Konstanze, visto e considerato tutto.»
«C'è poco che si possa dire, colpisci ad area e con incantesimi che non mirino a bersaglio, traccia la sua aura, è impossibile mancarla tanto è forte e, ultimo ma non ultimo, gioca difensiva perché quella è completamente pazza, non è in grado di capire la differenza tra un torneo e la guerra. Se dipendesse da me non ti manderei nemmeno a sostenere questo scontro dando direttamente forfait.» sbuffò, per niente contento di rischiare la salute di una sua allieva in quella maniera.
«Che tra l'altro questi cialtroni di maghi britannici non sono nemmeno in grado di creare scudi sensati capaci di reggere i colpi come si deve.» continuò a lamentare. «Per non parlare dei giudici che non l'hanno neppure richiamata. Si vede che sono di un'altra scuola rispetto a questa gente qui.» increspò le labbra, visibilmente contrariato.
«Suvvia, se vedo che le cose iniziano ad andare male non ci metto niente a teletrasportami via. Direi che abbiamo fatto più che abbastanza per dimostrarci competitivi, non sarà certo un disonore ammettere la superiorità di qualcuno, tanto più se gioca scorrettamente come la Margravia.» l'eldar si sistemò meglio i capelli, drizzandosi sulla schiena e richiamando a sé il bastone.
«Augurami buona fortuna, che in questo caso temo valga più del talento.» strizzò l'occhio al mago che, borbottando, le augurò qualcosa di simile ad un "buona fortuna".
All'uscita sull'arena il solito scroscio di applausi le venne rivolto da quelli che, nel corso delle manche, si erano messi a supportarla. Salutò la platea con la mano libera, facendo una piroetta su se stessa per non tagliar fuori nessuno, poi si mise a fronteggiare la sylvana. Era decisamente spaventosa, rispetto ad una normale persona perlomeno, e già da quella distanza poteva quasi percepire la forza magica che tanto aveva dato filo da torcere ad Amdir. Non si faceva illusioni né sul "vendicare" il maestro sconfitto né sull'avere la strada spianta, considerata la fatica fatta sino a quel momento.
«Salve a voi, Magravia.» la salutò. «Vi augurerei buona fortuna ma la sorte ha già dimostrato di arridervi più di una volta!» sorrise. «Quindi mi limiterò ad augurarmi che vinca la migliore.»
A quel punto prese posizione e aspettò il segno dei giudici di gara, dopo che anche la Margravia si fosse messa in comodo.
Conscia di quanto successo ad Amdir iniziò l'attacco evocando immediatamente, dal terreno, una miriade di schegge di roccia acuminate, facendole schizzare in tutte le direzioni come un gigantesco tritacarne. Contemporaneamente alzò attorno a sé un muro di roccia spesso un braccio, per difendersi da quegli incantesimi tanto ostili che la donna soleva utilizzare. Non potendo vederla, quindi, si limitò a canalizzare gran parte delle sue energie non nel lanciare incantesimi sempre più potenti, ma nell'agganciare l'aura della Margravia in modo da convogliare tutta la tempesta di roccia nella sua direzione.