[Santo Padre] Scomunica del re di Francia

Paolo Leccese

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il Vescovo di Roma, parato con amitto, stola, piviale nero e mitra semplice, assistito da dodici preti in cotta, e tutti con in mano delle candele accese, siede sul faldistorio davanti all’altare maggiore, e qui pronuncia l’anatema in questo modo:

"Poiché il re di Francia, persuaso dal diavolo, abbandonando con l’apostasia la promessa cristiana, professata nel Battesimo, non teme di devastare la Chiesa di Dio, far strazio dei beni ecclesiastici, e opprimere con violenza i poveri del Cristo: perciò preoccupati che non perisca per la negligenza del pastore uno per il quale saremo costretti a render conto nel tremendo giudizio, davanti al Principe dei Pastori, il Signore nostro Gesù Cristo, secondo il tremendo detto del Signore stesso: “Se non avvertirai l’iniquo della sua iniquità, richiederò il suo sangue dalle tue mani”, lo abbiamo ammonito canonicamente una, due, tre ed anche quattro volte, per convincerlo della sua malizia e invitarlo ad emendarsi, riparare e fare penitenza, rimproverandolo con paterno affetto.

Ma egli, oh dolore!, disprezzando i salutari avvertimenti, sdegna di riparare la Chiesa di Dio che ha ferito, gonfio dello spirito di superbia. Sappiamo bene dagli insegnamenti del Signore e degli Apostoli, che cosa dobbiamo fare con tali prevaricatori. Dice infatti il Signore: “Se la tua mano o il tuo piede ti scandalizza, taglialo e gettalo via da te”. E l’Apostolo dice: “Allontanate il male da voi”. E ancora: “Se uno che è detto fratello, è fornicatore, o avaro, o idolatra, o maldicente, o ubriacone, o rapace, con gente del genere non prendere neanche il cibo”. E Giovanni, discepolo prediletto del Cristo, proibisce anche di salutare un tale uomo, dicendo: “Non ricevetelo in casa e non ditegli neanche AVE. Chi infatti gli dice AVE comunica alle sue opere malvagie”.

Per compiere dunque i precetti del Signore e degli Apostoli, tagliamo dalla Chiesa con il ferro della scomunica un membro putrido e insanabile, che non accetta medicina, affinché da una malattia tanto pestifera non siano infetti gli altri membri del corpo, come da un veleno.

Dunque, poiché ha disprezzato i nostri avvertimenti e le frequenti nostre esortazioni; poiché, dopo essere stato richiamato tre volte ad emendarsi secondo il comando del Signore, ha disprezzato di venire alla penitenza; poiché non ha riflettuto sulla sua colpa né la ha confessata, né ha mandato un’ambasceria per portare una qualche scusa, né ha chiesto perdono, anzi con il cuore indurito dal diavolo persevera nella malvagità intrapresa, secondo quanto dice l’Apostolo: “Secondo la sua durezza, il cuore impenitente accumula ira per il giorno dell’ira”: per tutto questo Noi, per giudizio di Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, per l’autorità del beato Pietro Principe degli Apostoli, e di tutti i santi, nonché per l’autorità della nostra pochezza, e il potere di sciogliere e di legare sulla terra affidatoci da Dio, lo separiamo con tutti i suoi complici e fautori dal ricevere il prezioso Corpo e Sangue del Signore, e dalla società di tutti i cristiani, e lo escludiamo dalle soglie della Santa Madre Chiesa in cielo ed in terra, e lo dichiariamo scomunicato e anatematizzato; e lo giudichiamo dannato con il diavolo e i suoi angeli e tutti i reprobi nel fuoco eterno; finché non si sciolga dai lacci del diavolo, e ritorni a correggersi e a far penitenza, e non ripari il male fatto alla Chiesa di Dio, e lo consegniamo a Satana per la distruzione della carne, affinché il suo spirito sia salvo nel giorno del giudizio.

Sicut hae lucernae extinguuntur in oculis vestris, ita gaudium eorum extinguatur in conspectu sanctorum Angelorum, nisi ante mortem ad satisfactionem venerint (E come queste luci si spengono davanti ai vostri occhi, così la loro gioia si spenga davanti agli Angeli santi, a meno che prima di morire non vengano a penitenza)."

I dodici preti rispondono: "Anáthema, anáthema, anáthema"
Dicendo questo, Vescovo e preti gettano a terra le candele accese e le calpestano.

Dopo la cerimonia vengono spedite lettere di avvertimento ai nobili e vescovi europei, affinché nessuno cada in scomunica per aver comunicato per ignoranza con l’anatematizzato.

Viene inoltre aggiunto che con tale rito decade il diritto divino sulla corona francese ed essa è libera di essere reclamata da chiunque ne abbia i titoli e sia considerato cristiano e difensore della fede, purché abbia la benedizione del Santo Padre.

@TFT
 
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