ilario ha scritto:
Premesso che io parlavo di cittadelle universitarie che garantissero a tutti l'accesso, private, ma con sovvenzioni agli studenti, e quindi non vedo in che punto mi sono dichiarato contro il diritto allo studio...
il punto e` che quello che hai appena citato sa molto di americano e la scuola americana non e` certo un modello virtuoso visto che ci sono scuole di eccellenza per chi ha i soldi e scuole di seconda scelta per gli altri. A introdurre nel modello americano un meccanismo di sovvenzioni statali la situazione IMHO non cambierebbe:
a) intanto si entrerebbe nell'ottica di uno stato che finanzia una attivita` piu` o meno privata (il che non mi piace)
b) non vedo come questo modello potrebbe spingere la scuola italiana a migliorarsi
c) ad oggi in teoria lo stato dovrebbe garantire il diritto allo studio con aiuti economici ai piu` meritevoli, in pratica questi aiuti sono poca cosa.
Se la scuola fosse "formazione del cittadino" fino all'università come dici tu, vorrebbe dire che tutti i non laureati (non ci dimentichiamo che sono la maggioranza) non sono cittadini formati, o almeno non come gli altri che invece sono laureati.
beh, che in linea di principio uno che si sia fermato prima non sia formato quanto uno che e` arrivato alla laurea e` vero, tuttavia non vedo il problema... l'universita` e` formazione per il cittadino ma il cittadino non e` obbligato ad arrivare fino al diploma di laurea.
Perchè per gli uni la "formazione" termina col diploma e per gli altri termina con la laurea, quindi si avrebbero due livelli di cittadinanza ben distinti. Anzi, tenendo presente che il livello di istruzione dell'università come qualità e quantità è molto maggiore di tutte le altre scuole inferiori, per te i non laureati forse non hanno nemmeno dignità di cittadini...Io credo che questo sia privo di senso.
ti sfuggono diverse considerazioni:
a) tutt'ora per lo stato un cittadino non laureato non e` come un cittadino laureato: l'accesso a certi concorsi e certe professioni e` (per ovvi motivi direi) riservato a chi ha raggiunto un certo grado di formazione
b) la stessa esistenza di albi professionali fa distinzione.
ma ripeto che questo non vuol dire quello che stai cercando di sostenere. Le leggi italiane dicono che il cittadino e` tenuto a frequentare la scuola fino ad un certo punto, oltre l'istruzione e` solo ed esclusivamente un diritto che il singolo puo` decidere di esercitare o meno... fermo restando che lo stato deve garantire tale diritto in misura uguale per ogni singolo cittadino.
Lo stato deve garantire come diritto allo studio prima di tutto la scuola dell'obbligo.
assolutamente no... la nostra costituzione non dice che lo stato deve garantire il diritto allo studio fino ad un certo punto, ma che deve garantire in assoluto il diritto allo studio. La legge poi stabilisce che lo studio e` un obbligo fino ad un certo grado. Il fatto che poi lo stato non sovvenzioni gli universitari in proporzione quanto uno studente delle medie e` semmai un limite negativo per la nostra scuola non certo un indizio che dovrebbe far vedere l'universita` come qualcosa che se riesci ad arrivarci bene, se non hai i soldi cavoli tuoi. Fosse per me lo stato dovrebbe aiutare molto di piu` sia gli studenti di scuole superiori sia gli universitari meritevoli oltre comunque a garantire scuole superiori e atenei dotate di tutti gli strumenti essenziali alla formazione degli studenti.
La scuola superiore ha come principio garantire un'istruzione di base a tutti, in pratica è il mezzo con cui lo stato si assicura che tutti i cittadini siano allineati alla partenza prima della gara (collocamento nel mondo del lavoro e scalata alla piramide della società); il fine della scuola superiore è la formazione di cittadini (votanti) con una cultura sufficiente e un minimo di coscienza critica tali da renderli partecipi della vita dello stato, oltre che -ovviamente- poter accedere ad un lavoro di livello medio o medio-basso.
il senso della scuola dell'obbligo non e` garantire che tutti abbiano le stesse opportunita` di andare avanti, ma fare si che tutti i cittadini abbiano il livello di istruzione minimo per divenire socialmente autosufficienti e non trovarsi incapaci di partecipare alla vita del paese (socialmente, economicamente, politicamente...).
Chiaro che poi non e` conveniente separare la scuola dell'obbligo dai successivi ordini di istruzione, proprio per non creare disparita` di trattamento e soprattutto perche` sarebbe logicamente insensato sotto ogni punto di vista.
Le tue considerazioni sul non riuscire a controllare il modo in cui le scuole e l'universita` spendono i soldi, non e` un limite della scuola italiana, ma un limite degli apparati di controllo statali... gli stessi che non sanno ad esempio frenare le pretese economiche dei nostri politici e le spese della p.a.
Ma da qui a cercare di sistemare le cose con tagli e nessun reale strumento di controllo ne corre... anche perche` i tagli al massimo garantiscono lo stato da certe spese, ma non garantiscono poi il cittadino riguardo il corretto uso dei fondi destinati alla scuola... ovvero al massimo riduci il magna magna, ma non e` un sistema per eliminarlo... sarebbe come dire che per curare l'obesita` degli italiani decidi statalmente che ogni cittadino non puo` ingerire piu` di x calorie a prescindere da specifici e giustificati bisogni.
Io conosco e odio la mentalità sinistrorsa per cui l'università è un luogo dove si va per farsi una propria cultura di eccellenza in maniera del tutto slegata dal mondo del lavoro e dalla società in cui si è inseriti.
questo non e` affatto vero... e vero invece che una cultura indirizzata esclusivamente dalle necessita` delle aziende tende ad essere povera e a produrre solo una classe operaia specializzata... non certo menti in grado di andare oltre le mere necessita` del momento. In sostanza non avremmo cultura umanistica e la stessa cultura scientifica ne sarebbe gravemente compromessa: molte delle tecnologie che usiamo regolarmente sono il frutto di scoperte accidentali e soluzioni secondarie a problemi che non hanno mai avuto una valenza economica (es. l'esplorazione spaziale, ma non solo).
Per voi lo studente universitario è uno che acquisisce cultura e stop
ma neanche per sogno... Ho studiato a Pisa che piu` rossa di come era allora non poteva essere, eppure i miei docenti non si stancavano di mostrare costante attenzione per gli aspetti pratici di cio` che si studiava. Il fatto che poi ci si impegnasse anche in progetti di ricerca apparentemente slegati dalle necessita` industriali non era un limite, ma e` servito molto ad acquisire quella mentalita` che mi permette di non essere vincolato da specifici schemi e riuscire quindi a trovare soluzioni a problemi nuovi... una cosa che mi e` stata utilissima sul fronte lavorativo, dove non avevo quasi mai a che fare con problemi assodati e soluzioni standard, ma serviva spesso inventiva e creativita` (in un campo apparentemente freddo come l'informatica).
Semmai bisogna oggettivamente osservare come negli anni mentre quella che tu chiami cultura di sinistra e` stata vivace e produttiva, quella di destra a me invece e` sembrata piatta e poco fertile... basta solo guardare al differente modo e quantita` di fare satira politica (che e` sempre un buon indicatore IMHO).