riforma gelmini...

Samael

Ninja Skilled!
Quello che la tv non dice:

http://firenze.repubblica.it/dettaglio/ ... io/1528009

secondo questo criterio, il liceo scientifico che ho frequentato a suo tempo (4 corsi) verrebbe chiuso... peccato che a questo punto chi voglia frequentare tale liceo sarebbe costretto a farsi 40-60 Km per raggiungere quello più vicino... Direte voi: "con i mezzi pubblici che ci vuole?"... si già... averceli i mezzi pubblici come nei grandi centri del nord...


chissà quante altre scuole in tutta italia verranno chiuse...
 
A

Anonymous

Guest
beh chiudere i licei non ha proprio senso, non è possibile che uno deve diventare pendolare già dalla scuola superiore...nelle città con più di 60k abitanti ci dovrebbe essere una vasta scelta di scuole superiori, ora però non so se tu stai parlando di un paesino o cosa

Io invece riorganizzerei l'università, mettendone una sola per regione e organizzando alloggi adeguati e a basso costo per gli studenti (anzi, compresi nel prezzo dell'università) , in modo da concentrare in pochi grossi centri tutte le risorse migliorando sia la ricerca che l'insegnamento. Ovviamente cosa da fare gradualmente con un piano tipo decennale o ventennale. Al momento credo ci siano università un pò in tutte le province e questo non ha nessun senso oltre ad essere inaccettabilmente dispendioso. Ah io poi ovviamente le privatizzerei a processo concluso, garantendo il diritto allo studio sovvenzionando direttamente gli studenti meritevoli con cospicue borse di studio. Perchè così come è ora le università non ci guadagnano niente a mettere insegnanti e ricercatori con le palle invece dei "figli di", tanto la loro fama non influisce sul loro bilancio...
 

Samael

Ninja Skilled!
ilario ha scritto:
beh chiudere i licei non ha proprio senso, non è possibile che uno deve diventare pendolare già dalla scuola superiore...nelle città con più di 60k abitanti ci dovrebbe essere una vasta scelta di scuole superiori, ora però non so se tu stai parlando di un paesino o cosa

Vittoria (RG) ad oggi conta circa 70.000 abitanti, al liceo giungono già studenti dei paesi limitrofi... credo che ad oggi possa avere 5 corsi completi e quindi forse si salva dalla chiusura per "carenza di studenti"... tuttavia mi pare chiaro dall'articolo che quanto sia grande la città non conta. Ora se un istituto ha pochi studenti è giusto che si valuti l'opportunità o meno di tenerlo aperto, ma il solo criterio del numero di studenti mi pare ridicolo. La cosa che più mi preoccupa è che in un paese in cui abbiam o un grosso deficit culturale, l'istruzione sia vista come una spesa o addirittura un peso quando in realtà è una se non La assicurazione per il futuro della società. Ma a quanto pare perdere coloro che arrivano ai massimi gradi dell'istruzione non basta, si vuole proprio ostacolare la formazione dei giovani (almeno di quelli che fanno fatica a permettersi gli studi).

Io invece riorganizzerei l'università, mettendone una sola per regione e organizzando alloggi adeguati e a basso costo per gli studenti (anzi, compresi nel prezzo dell'università) , in modo da concentrare in pochi grossi centri tutte le risorse migliorando sia la ricerca che l'insegnamento. Ovviamente cosa da fare gradualmente con un piano tipo decennale o ventennale. Al momento credo ci siano università un pò in tutte le province e questo non ha nessun senso oltre ad essere inaccettabilmente dispendioso. Ah io poi ovviamente le privatizzerei a processo concluso, garantendo il diritto allo studio sovvenzionando direttamente gli studenti meritevoli con cospicue borse di studio. Perchè così come è ora le università non ci guadagnano niente a mettere insegnanti e ricercatori con le palle invece dei "figli di", tanto la loro fama non influisce sul loro bilancio...

un solo ateneo per regione è eccessivo, probabilmente ci saranno regioni abbastanza piccole per le quali un ateneo è sufficiente, ma prendi la sicilia ad esempio: abbiamo tre grossi atenei (Palermo, Messina e Catania) e sono tutti frequentatissimi (a Catania si arriva a far lezione anche il pomeriggio all'interno dei cinema).... nonostante per'altro molti come me scelgono di andare fuori o perchè mancano alcune facoltà e/o corsi di laurea oppure perchè a causa degli eccessivi numeri diventa molto pesante riuscire ad avere un livello di istruzione adeguato.

Ad ogni modo l'istruzione ripeto che non deve solo essere vista come una spesa ne semplicemente come un diritto, ma anche e soprattutto come una polizza di assicurazione sul futuro della nostra nazione e della società. Ci sono un mucchio di altri posti in cui sarebbe opportuno fare pesanti tagli, a partire dal mondo della politica... ma l'istruzione dovrebbe essere inviolabile altrimenti finiremo come negli USA dove se non hai soldi è difficile avere una buona istruzione.
 

Toga!

Chosen one
credo che la scuola debba diventare estremamente meritocratica.
questo comporterebbe meno università e laureati con le palle "vere", non come quelli che planano in stage nella mia azienda e non sanno fare un cazzo e poi finisce che si mettono a piangere dalla disperazione perchè tutto il marketing & communications che hanno studiato non serve a un cazzo quando davanti hai un cliente libanese che ti fa morire per 0.01€

io per primo avrei probabilmente ancora la licenza media se ciò che ho nel cervello si avverasse, resta il fatto che un sacco di scuole sono inutili, licei istituti tecnici e altro sono troppi.
Le facoltà sono innumerevoli e non garantiscono più della qualità.

Pertanto serve un taglio.
Così come i professori e chi resta nella scuola deve guadagnare di più e rischiare di essere licenziato se non super determinati standard.

Solo così avremo gente che esce dalle università pubbliche con le palle quadrate, ed eviteremo di trovarci solo figli di papà laureati in Bocconi alla guida delle aziende...perchè se hai le palle stai pur certo che i raccomandati non li massacri subito ma in 6 7 anni di gavetta sì.

questo magari è un pensiero superificiale ma francamente molto adeso al reale.

best regards
 

Samael

Ninja Skilled!
sono d'accordo sul fatto che esistano molti corsi di laurea praticamente doppi, cosi` come ritengo eccessiva la frammentazione delle scuole superiori, i tagli pero` andrebbero fatti con criterio... un criterio che non sia il numero degli studenti, ma l'utilita` e l'accessibilita` oggettive del corso di laurea/scuola. Se per accedere ad un liceo scientifico 400 studenti devono farsi 60km di strada piena di curve in assenza di una adeguata rete di trasporti (magari a carico dello stato per i soli studenti che vanno a scuola) quella scuola non puo` essere chiusa. Viceversa non ha senso avere due indirizzi derivanti da un liceo scientifico di base che magari differiscono per 2-3 materie... tanto piu` che all'universita` si parte dal presupposto che la gente non provenga tutta dal medesimo indirizzo del medesimo istituto superiore (e non e` ipotizzabile che un ragazzo a 16 anni abbia le idee chiare su cio` che vuole fare da grande).

Poi con tutti i tagli che si potrebbero fare altrove, si va sempre a toccare la scuola e a colpire indiscriminatamente anche chi ha voglia di studiare e capacita` e volonta` per riuscire.
 

Lollipop

Typing Monkey
e se le palle quadrate ce le avessero chi ora come ora non ha i
ilario ha scritto:
Ah io poi ovviamente le privatizzerei a processo concluso, garantendo il diritto allo studio sovvenzionando direttamente gli studenti meritevoli con cospicue borse di studio. Perchè così come è ora le università non ci guadagnano niente a mettere insegnanti e ricercatori con le palle invece dei "figli di", tanto la loro fama non influisce sul loro bilancio...

scusami, non ho colto il tuo pensiero. :(
bhe si.. un'unica università, non sarebbe male. sarebbe tutto concentrato. immagino le aule stragonfie di gente. ma vabbè sicuramente si organizzerebbe.

comunque l'istruzione è da rivedere tutta, ma soprattutto penso che non si possa chiamare RIFORMA, dunque implicando una novità,una rivoluzione, in relazione a qualcosa che è stato superato direi 30 anni fa. secondo me bisognerebbe riformare in maniera più radicale, partendo da chi prende decisioni assurde e poco ponderate su un diritto fondamentale.

inoltre, io mi chiedo che senso abbia una università in cui per fare i test di ammissione si debba pagare 20 euro a test. mi rendo conto che ci dev'essere qualcosa di storto se si fa pagare gia dall'inizio. ma poi paghiamo tasse salatissime.. che tagli vogliono fare? l'università ha i fondi degli studenti, ricordiamocelo.
 
A

Anonymous

Guest
rispondo senza multiquote a samael e anche un pò a lollipop, andate a senso

Quindi non ha senso chiudere quel liceo, per me.

Beh ovviamente "una per regione" era indicativo...è chiaro che non ha senso mettere una università in molise e una in sicilia, ma bisogna regolarsi col numero di abitati, quindi diciamo una università ogni tot abitanti dislocate opportunamente.

Invece, sul fatto che dall'istruzione universitaria dipenda il futuro del nostro paese non sono molto convinto. Tieni presente che i migliori vanno sempre via e quindi il nostro investimento va a fruttare in altri paesi. Bisogna puntare su poche università e buone, che abbiano ognuna una determinata fama in base sia alla ricerca che fanno, sia alla qualità dell'insegnamento. L'idea di avere enormi poche università permette di avere centri specializzati in determinati settori e avendo alloggi a disposizione presso ognuna di esse permette a ciascuno studente di scegliere l'università migliore per ciò che ha intenzione di fare. SE ci fossero 10 università (private) ben funzionanti, con la possibilità di ospitare a basso costo moltissimi studenti, ci sarebbe di sicuro quella da cui usciranno i migliori ingegneri o quella famosa per la ricerca in roba chimica, e così via. Al momento invece funziona che se sei della città X vai all'università più vicina a casa tua, il più delle volte fai il pendolare (questo rende molto più duri gli studi, non è da sottovalutare), e per via delle spese frequenti quella anche se magari la scienza della merdaccia cui tu sei tanto interessato, la fanno molto meglio altrove. E così hai uno studente con la passione per la merdaccia che la studia scomodamente da pendolare in una università che non è famosa per la merdaccia, quindi le probabilità di sprecare in qualche modo quello studente sono alte. Inoltre, e concludo, avere grossi centri di eccellenza di fama indiscussa può attirare studenti, dottorandi e ricercatori dall'estero recuperando in questo modo la perdita di cervelli, visto che al momento uno si laurea in una piccola università di provincia e poi tipo va a fare il dottorato in una grossa università all'estero. Questo non va bene.

Ah, poi il fatto che sia privata permette di indirizzare meglio il numero degli iscritti sulle facoltà utili al mondo del lavoro. Immagino una università famosa per i suoi ingegneri elettronici fare accordi con le aziende e ricevere sovvenzionamenti in cambio dei migliori studenti, e nessuna università vorrebbe essere famosa per sfornare il maggior numero di scienziati delle comunicazioni perchè non ne ricaverebbe alcun interesse nè economico, nè in prestigio. Insomma, grossi centri privati permettono di inserire meglio gli studenti negli ambiti lavorativi. Ora come ora lo stato spreca un botto di soldi per formare scienziati di sto cazzo in ogni sperduta provincia e pagare generazioni di professori incapaci...eh si, tanto i soldi pubblici non sono di nessuno.

La scuola non è un'azienda, questo è vero ma vale essenzialmente per la scuola dell'obbligo. Quando si passa alla preparazione professionale, allora la scuola deve andare parallelamente al mondo del lavoro. E anche la mentalità universitaria dovrebbe puntare al profitto inteso non come guadagno economico ma in "risorse umane", e non più solo al "diritto allo studio" cosa valida per le scuole dell'obbligo.
 

Trident

Typing Monkey
Sfrutto il topic con il titolo più generale per divulgare un documento che han passato sul sito della mia facoltà:
Eccolo
 

Amidee

Senatore a vita
Membro dello Staff
ilario ha scritto:
beh chiudere i licei non ha proprio senso, non è possibile che uno deve diventare pendolare già dalla scuola superiore...

Più di un'ora e mezza di mezzi ogni giorno tra andare e tornare per 4 anni e mezzo... Non sono morto e non è successo mai nulla di grave, solo qualche ritardo ogni tanto per traffico.
Questa francamente è la minore delle cose.
Figurati che da queste parti si è abituati a fare pendolari di bus anche alle medie, c'era gente che alle medie dove andavo io (a vista da casa mia, almeno quelle) veniva facendosi magari un'ora di mezzi a viaggio. Nessuno morto, nessuno con problemi (almeno per quanto riguarda il viaggio asd). Nessuno che si sia mai lamentato.

Che poi per altro se i comuni non hanno più da spendere per la loro scuola perché è stata chiusa, due euro per istituire mezzi per spedirli in altri posti si spera che si riescano a raccattare.

Io mi preoccupo molto di più del personale che finisce chissà dove...
 

Samael

Ninja Skilled!
I migliori vanno via perche` in italia cosi` come si tagliano fondi all'istruzione, si tagliano fondi alla ricerca e nel settore privato non conta quanto sei bravo... sempre precario e sempre sottopagato resti... ergo i cevelli scappano all'estero in paesi decisamente piu` meritocratici. In ogni caso e` indubbio che al giorno d'oggi nei paesi occidentali per trovare lavoro e sopravvivere devi avere una adeguata formazione di base... ormai serve quella anche per andare a coltivare ortaggi (es. per capirci il minimo che serve per usare correttamente fertilizzanti, medicinali e strumenti vari). Anche l'idea di concentrare gli istituti di formazione e` malsana, perche` sappiamo bene che piu` e` numerosa una classe/corso meno tempo avra` a disposizione l'insegnate per verificare la formazione dei suoi alievi (es. interrogazioni e/o tempo per fare ricevimento) e aiutare chi resta indietro. Cosi` come e` malsana l'idea di pochi centri magari specializzati, perche` si assisterebbe ad una migrazione in massa di chi ha i mezzi per studiare e si oblicherebbe a rinunciare ai propri desideri ed alla propria predisposizione chi non ha abbstanza soldi da mantenersi un affitto e/o i mezzi di trasporto. Senza considerare il problema degli alloggi, perche` decine di migliaia di fuorisede in qualche modo li devi sistemare magari evitando speculazioni e sistemazioni non a norma. Bisogna trovare il giusto equilibrio e non mi pare che allo stato attuale ci sia una eccessiva proliferazione di atenei... piuttosto nei singoli atenei c'e` una eccessiva proliferazione di corsi di laurea estremamente poco differenziati.
Poi privato e basso costo non vanno mai d'accordo... il privato non fa beneficenza, al privato non interessa granche` della formazione dei suoi studenti... il privato vuole solo fare soldi... o penserai mica che i vari CEPU e quant'altro pensano realmente alla formazione invece di mirare solo ai tuoi soldi in cambio di un diploma? E non e` vero che le aziende vanno solo dai privati... non e` affatto raro che le aziende si avvicinino agli atenei di stato per cercare giovani menti... certo scelgono gli atenei che giudicano migliori, ma migliore e pubblico non fanno necessariamente a botte... fanno a botte quando lo stato taglia i fondi e/o fa riforme che ammazzano la didattica.

Un'ultima cosa riguardo la scuola e la cultura in genere... una cultura vista solo in funzione del lavoro e` una cultura che produce solo operai da catena di montaggio... l'innovazione e quindi il progresso richiedono una cultura che non risponda solamente alle esigenze del profitto (delle aziende) ma anche a quelle della ricerca fine a produrre nuova cultura... cultura che un domani piu` o meno inaspettatamente puo` tradursi in progresso tecnologico, economico e/o sociale... ed un progresso sociale (maggiore coscienza dell'ambiente, un'etica e/o una morale diversa) possono servire a vivere meglio quanto un albero di mele che produce piu` mele e di migliore qualita`. Non parleremmo di istruzione e diritto allo studio, di liberta` di pensiero e parola, di diritto alla salute se non fosse per merito di chi ha prediletto ad esempio le discipline umanistiche allo studio della (altrettanto importante) fisica o chimica.... seremmo ancora a prostarci ad una qualche classe aristocratica.

IMHO.


@amidee
non so dove abiti tu, ma nei centri di piccole e medie dimensioni i servizi di trasporto non sono spesso presenti... sono rari ed economicamente incisivi. se per spostarmi di 60Km dovessi pagare ogni giorno 4-5 euro, sarebbero sui 1000-1500 euro l'anno... prendi una famiglia con 2 figli, sommaci il costo dei libri e le tasse e non e` cosi` facile. Non e` tanto il tempo in se che incide, ma il costo... e sempre che tu abbia una rete di trasporti che ti aiuta.
 

Samael

Ninja Skilled!
'Che nel nostro Paese ci siano genitori cosi' sconsiderati da portare in piazza bambini di pochi anni con cartelli 'la Gelmini mangia i bambini' la dice lunga sulla natura della sinistra italiana. L'opposizione in democrazia e' essenziale. La strumentalizzazione dei bambini dimostra invece la natura criminogena dell'opera di falsificazione in atto'. Lo afferma Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato a proposito delle manifestazioni contro la riforma della Gelmini. 'Veltroni e Di Pietro non prendono le distanze dai loro manovali, i cui figli vengono intossicati da cattivi genitori dal cervello bruciato dalla droga e dalle bugie dei capi della sinistra. Veltroni si deve vergognare di questa opera di manipolazione dei bambini che hanno programmato a tavolino. La magistratura dovrebbe intervenire perche' si stanno consumando reali violenze contro i minori'.

chi lo spiega a questo genio che guarda caso i bambini sono proprio l'oggetto della loro riforma e che quindi e` ovvio che siano il simbolo della battaglia? chi gli spiega che e` normale che i genitori difendano gli interessi dei loro bambini?
 

Amidee

Senatore a vita
Membro dello Staff
Samael ha scritto:
@amidee
non so dove abiti tu, ma nei centri di piccole e medie dimensioni i servizi di trasporto non sono spesso presenti... sono rari ed economicamente incisivi. se per spostarmi di 60Km dovessi pagare ogni giorno 4-5 euro, sarebbero sui 1000-1500 euro l'anno... prendi una famiglia con 2 figli, sommaci il costo dei libri e le tasse e non e` cosi` facile. Non e` tanto il tempo in se che incide, ma il costo... e sempre che tu abbia una rete di trasporti che ti aiuta.

Ci sono abbonamenti per ogni cosa e comunque in genere i servizi pullman per le scuole vengono istituiti a titolo quasi gratuito per gli studenti. Se hai una scuola in meno da dover pagare, tu comune, magari assieme agli altri comuni limitrofi rimasti senza scuola, ti trovi benissimo nella posizione di poter istituire un servizio di trasporto degno di questo nome.
Continua a sembrarmi una vaccata di punto su cui accanirsi.
 

Rebaf

Get a life
Fantacalciaro
Io più che altro penso alle comunità montane, magari di inverno quando nevica. E il bambino che magari non riesce a scendere a valle per andare a scuola.. :look:
 

Samael

Ninja Skilled!
Roma, 22 ott. (Apcom) - E' guerra sia. Silvio Berlusconi fa passare meno di un giorno dai tafferugli fra manifestanti 'anti-riforma Gelmini' e polizia, poi detta la linea della fermezza. La Polizia, spiega in conferenza stampa a Palazzo Chigi, interverrà per evitare l'occupazione delle scuole e delle università. Per rendere il messaggio ancora più chiaro, si rivolge direttamente ai media: "Avete quattro anni e mezzo per farci il callo: io non retrocederò di un centimetro".



Il Presidente del Consiglio indossa l'elemetto e si scaglia contro manifestanti e sinistra. Al suo fianco Maria Stella Gelmini, impegnata da settimane in un duro braccio di ferro con il mondo dell'istruzione. "Oggi - annuncia il Cavaliere - darò a Maroni indicazioni su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che possano accadere occupazioni di scuole e università". Il perché è presto detto, riassunto in quello che lo stesso Berlusconi definisce "un avviso ai naviganti: l'occupazione non è una dimostrazione di libertà o un fatto di democrazia, ma è violenza verso gli altri".


In realtà, l'incontro con la stampa nasce dall'esigenza di svelare quelle che Berlusconi definisce "le menzogne e le assolute falsità della sinistra". "Non ci sono tagli", è la linea del governo, tutto il resto sono "bugie" pensate da "un'opposizione di piazza al governo". Certo, manifestare "è una possibilità della democrazia: noi avevamo manifestato contro il regime fiscale del governo Prodi, questa è invece una manifestazione tout cour contro il governo, che non propone niente". Le somme sono presto tratte: "La riforma è sacrosanta, altro che ritirare il decreto, dobbiamo applicarlo".



Ma il premier ha un altro obiettivo, i mezzi di comunicazione, anzi la lettura che i media danno della vicenda. Prima discute a lungo in conferenza stampa con almeno un paio di giornalisti, poi si rivolge a tutti i presenti in sala: "Mandate i saluti ai vostri direttori e ditegli che saremmo molto indignati e preoccupati se la conferenza stampa di oggi non avesse seguito. I giornali italiani hanno trascurato la realtà, la tv pubblica italiana diffonde solo ansia e immagini di chi protesta. Noi siamo preoccupati da questo divorzio dei mezzi di comunicazione verso la realtà". E questo vale anche per le polemiche suscitate dall'idea di dar vita a classi d'inserimento per immigrati: "Bisogna che conoscano l'italiano. Non c'è nessun razzismo, solo buonsenso".


Insomma, indietro non si torna, lo "Stato farà lo stato" e non si fermerà neanche di fronte ai maestri che protestano: "I diritti dei cittadini, studenti o genitori, vanno fatti rispettare contro chi si oppone all'esercizio pieno di questi diritti". E una delle ragioni per le quali Berlusconi non comprende le motivazioni di chi scende in piazza contro la riforma è lo stesso premier a svelarla: "Da studente non ho mai manifestato, ero un alunno sempre diligentissimo ed esemplare".


sento odore di "guerra civile"... onestamente spero in una mobilitazione talmente grossa da far sentire microscopici questi governantucoli da 4 soldi.
 

Thewo

Chosen one
ilario ha scritto:
SE ci fossero 10 università (private) ben funzionanti, con la possibilità di ospitare a basso costo moltissimi studenti, ci sarebbe di sicuro quella da cui usciranno i migliori ingegneri o quella famosa per la ricerca in roba chimica, e così via.


che è esattamente quello che succede ora, cioè ci sono una decina di università private pubbliche o miste che sono considerate di eccellenza sulle altre: il politecnico di milano, quello di torino, la normale di pisa, il S.Anna sempre a pisa, la bocconi ecc.
ma la qualità media lo stato la deve garantire indipendentemente da questo, si chiama dirritto allo studio, fino ad oggi pensavo fosse un diritto acquisito e sentito da tutti, leggendoti pare che non sia così , mi pare ci si dimentichi che la scuola non è solo un investimento economico, che non è solo trasmissione di nozioni a un soggetto visto come un risorsa umana lavorativa , la scuola dall'asilo all'università è anche e forse sopratutto formazione del cittadino.



Amidee ha scritto:
Che poi per altro se i comuni non hanno più da spendere per la loro scuola perché è stata chiusa, due euro per istituire mezzi per spedirli in altri posti si spera che si riescano a raccattare.

i comuni con le scuole 9 su 10 non hanno niente a che fare, in quanto gli edifici sono quasi sempre di competenza della provincia e le scuole dipendono dall'ex provveditorato che ora non mi ricordo come si chiama, che una diretta emanazione del ministero.


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Comunque è chiaro che l'obbiettivo del govero è lo scontro sociale, le risposte sprezzanti e i tentativi di insabbiare l'eco della protesta sono abbastanza indicativi. A questo punto spero forse irresponsabilmente che la tensioe si alzi e parecchio.
via con "l'autunno caldo"
 
A

Anonymous

Guest
Thewo ha scritto:
che è esattamente quello che succede ora, cioè ci sono una decina di università private pubbliche o miste che sono considerate di eccellenza sulle altre: il politecnico di milano, quello di torino, la normale di pisa, il S.Anna sempre a pisa, la bocconi ecc.
ma la qualità media lo stato la deve garantire indipendentemente da questo, si chiama dirritto allo studio, fino ad oggi pensavo fosse un diritto acquisito e sentito da tutti, leggendoti pare che non sia così , mi pare ci si dimentichi che la scuola non è solo un investimento economico, che non è solo trasmissione di nozioni a un soggetto visto come un risorsa umana lavorativa , la scuola dall'asilo all'università è anche e forse sopratutto formazione del cittadino.

Premesso che io parlavo di cittadelle universitarie che garantissero a tutti l'accesso, private, ma con sovvenzioni agli studenti, e quindi non vedo in che punto mi sono dichiarato contro il diritto allo studio...

Se la scuola fosse "formazione del cittadino" fino all'università come dici tu, vorrebbe dire che tutti i non laureati (non ci dimentichiamo che sono la maggioranza) non sono cittadini formati, o almeno non come gli altri che invece sono laureati. Perchè per gli uni la "formazione" termina col diploma e per gli altri termina con la laurea, quindi si avrebbero due livelli di cittadinanza ben distinti. Anzi, tenendo presente che il livello di istruzione dell'università come qualità e quantità è molto maggiore di tutte le altre scuole inferiori, per te i non laureati forse non hanno nemmeno dignità di cittadini...Io credo che questo sia privo di senso.

Lo stato deve garantire come diritto allo studio prima di tutto la scuola dell'obbligo. Poi, è giusto che tutti abbiano l'opportunità di raggiungere livelli di eccellenza all'università. Ma l'università è una scuola diversa da tutte le altre e va trattata diversamente. Il diritto all'università non può essere garantito come si garantisce il diritto alla scuola dell'obbligo, ovvero scuole ovunque e gestite alla maniera del pubblico (=malissimo). Questo perchè principi e finalità dell'università sono completamente diversi da principi e finalità delle altre scuole.

La scuola superiore ha come principio garantire un'istruzione di base a tutti, in pratica è il mezzo con cui lo stato si assicura che tutti i cittadini siano allineati alla partenza prima della gara (collocamento nel mondo del lavoro e scalata alla piramide della società); il fine della scuola superiore è la formazione di cittadini (votanti) con una cultura sufficiente e un minimo di coscienza critica tali da renderli partecipi della vita dello stato, oltre che -ovviamente- poter accedere ad un lavoro di livello medio o medio-basso.
L'università invece ha come principio garantire a tutti la possibilità di eccellere, qualora se ne abbia la volontà e la capacità, ma ad ogni modo dare la possiblità a chiunque di provarci. Quindi quello che andrebbe garantito è l'accesso all'università e non il conseguimento del titolo finale, mentre nella scuola superiore è giusto che si faccia tutto ciò che è possibile affinchè chiunque alla fine risulti diplomato, perchè altrimenti lo stato dovrebbe assumere che quello non sarebbe un buon cittadino. Inoltre l'università fa ricerca e già questo di per sè la rende un'istituzione di natura completamente diversa dalla scuola superiore. Oltre a valutare la qualità dell'insegnamento andrebbe valutato anche il profitto della ricerca (non in termini di denaro, ovviamente). Il fine, dal punto di vista dell'insegnamento, dell'università è formare figure professionali di eccellenza che possano puntare a lavori di livello alto o medio-alto. Dove per me la professione è l'espressione delle proprie competenze e risorse e non ha un'accezione negativa come per taluni teneri rossastri.

Nel capitalismo se l'accesso all'università non fosse garantito a tutti, i lavori di livello alto sarebbero esclusivamente figli del denaro ereditato e niente affato del merito. L'università quindi non deve livellare ma esaltare il merito. Ora, il pubblico -si sa- riesce sempre a livellare o peggio (vd. raccomandazioni, effetti di parentele, ecc.). Per non parlare dell'impossibilità di controllare il buon rendimento (non in termini di denaro, è ovvio) degli investimenti fatti tanto nell'insegnamento quanto nella ricerca. In altre parole l'università pubblica italiana garantisce a tutti la laurea (vd. comprare esami o facoltà farlocche) e non l'accesso ad una laurea, e inoltre non ha la possiblità di migliorare le proprie strutture interne e di scegliere adeguatamente il personale perchè l'obiettivo che sembra volersi perseguire è: mettere a disposizione di tutti delle genrazioni di professori e delle lauree più o meno spendibili nel mondo del lavoro, nonchè fare concorsi farlocchi per assegnare spiccioli a gente talvolta mediocre ma figlia di. Una università privata invece è più adatta ad offrire professori eccellenti e ricerca di alto livello, perchè ha ottimi motivi per selezionare invece che livellare, tanto nel personale quanto negli studenti. Del resto lo stato può garantire accesso all'università tramite borse di studio che possono essere confermate negli anni se viene verificato il merito (per esempio io non mi meriterei nessuna cazzo di borsa :sisi:).

Io conosco e odio la mentalità sinistrorsa per cui l'università è un luogo dove si va per farsi una propria cultura di eccellenza in maniera del tutto slegata dal mondo del lavoro e dalla società in cui si è inseriti. Per voi lo studente universitario è uno che acquisisce cultura e stop, non uno che vuole acquisire conoscenze nell'ambito di un percorso formativo-professionale che lo inserisca nel mondo del lavoro valorizzando i propri meriti. In altre parole per voi ci deve essere una università in ogni buco di culo e i finanziamenti devono cadere a pioggia in base agli iscritti (cosa nettamente in antitesi con la cultura del merito).

In sostanza la mia opinione è che il pubblico è sempre cieco riguardo al merito e tende a livellare, nonchè a far fruttare molto poco gli investimenti (fruttare in questo caso non è inteso come "produrre denaro" ma "generare vantaggi per tutta la società"). Inoltre il diritto all'accesso universitario può essere garantito per altre vie e non con la gestione pubblica diretta di tutto il sistema. Infine: la concentrazione di tutte le risorse (denaro, professionalità, studenti) in pochi grossi centri è una buona mossa per migliorare il sistema.
 

Samael

Ninja Skilled!
ilario ha scritto:
Premesso che io parlavo di cittadelle universitarie che garantissero a tutti l'accesso, private, ma con sovvenzioni agli studenti, e quindi non vedo in che punto mi sono dichiarato contro il diritto allo studio...

il punto e` che quello che hai appena citato sa molto di americano e la scuola americana non e` certo un modello virtuoso visto che ci sono scuole di eccellenza per chi ha i soldi e scuole di seconda scelta per gli altri. A introdurre nel modello americano un meccanismo di sovvenzioni statali la situazione IMHO non cambierebbe:

a) intanto si entrerebbe nell'ottica di uno stato che finanzia una attivita` piu` o meno privata (il che non mi piace)
b) non vedo come questo modello potrebbe spingere la scuola italiana a migliorarsi
c) ad oggi in teoria lo stato dovrebbe garantire il diritto allo studio con aiuti economici ai piu` meritevoli, in pratica questi aiuti sono poca cosa.

Se la scuola fosse "formazione del cittadino" fino all'università come dici tu, vorrebbe dire che tutti i non laureati (non ci dimentichiamo che sono la maggioranza) non sono cittadini formati, o almeno non come gli altri che invece sono laureati.

beh, che in linea di principio uno che si sia fermato prima non sia formato quanto uno che e` arrivato alla laurea e` vero, tuttavia non vedo il problema... l'universita` e` formazione per il cittadino ma il cittadino non e` obbligato ad arrivare fino al diploma di laurea.

Perchè per gli uni la "formazione" termina col diploma e per gli altri termina con la laurea, quindi si avrebbero due livelli di cittadinanza ben distinti. Anzi, tenendo presente che il livello di istruzione dell'università come qualità e quantità è molto maggiore di tutte le altre scuole inferiori, per te i non laureati forse non hanno nemmeno dignità di cittadini...Io credo che questo sia privo di senso.

ti sfuggono diverse considerazioni:

a) tutt'ora per lo stato un cittadino non laureato non e` come un cittadino laureato: l'accesso a certi concorsi e certe professioni e` (per ovvi motivi direi) riservato a chi ha raggiunto un certo grado di formazione
b) la stessa esistenza di albi professionali fa distinzione.

ma ripeto che questo non vuol dire quello che stai cercando di sostenere. Le leggi italiane dicono che il cittadino e` tenuto a frequentare la scuola fino ad un certo punto, oltre l'istruzione e` solo ed esclusivamente un diritto che il singolo puo` decidere di esercitare o meno... fermo restando che lo stato deve garantire tale diritto in misura uguale per ogni singolo cittadino.

Lo stato deve garantire come diritto allo studio prima di tutto la scuola dell'obbligo.

assolutamente no... la nostra costituzione non dice che lo stato deve garantire il diritto allo studio fino ad un certo punto, ma che deve garantire in assoluto il diritto allo studio. La legge poi stabilisce che lo studio e` un obbligo fino ad un certo grado. Il fatto che poi lo stato non sovvenzioni gli universitari in proporzione quanto uno studente delle medie e` semmai un limite negativo per la nostra scuola non certo un indizio che dovrebbe far vedere l'universita` come qualcosa che se riesci ad arrivarci bene, se non hai i soldi cavoli tuoi. Fosse per me lo stato dovrebbe aiutare molto di piu` sia gli studenti di scuole superiori sia gli universitari meritevoli oltre comunque a garantire scuole superiori e atenei dotate di tutti gli strumenti essenziali alla formazione degli studenti.

La scuola superiore ha come principio garantire un'istruzione di base a tutti, in pratica è il mezzo con cui lo stato si assicura che tutti i cittadini siano allineati alla partenza prima della gara (collocamento nel mondo del lavoro e scalata alla piramide della società); il fine della scuola superiore è la formazione di cittadini (votanti) con una cultura sufficiente e un minimo di coscienza critica tali da renderli partecipi della vita dello stato, oltre che -ovviamente- poter accedere ad un lavoro di livello medio o medio-basso.

il senso della scuola dell'obbligo non e` garantire che tutti abbiano le stesse opportunita` di andare avanti, ma fare si che tutti i cittadini abbiano il livello di istruzione minimo per divenire socialmente autosufficienti e non trovarsi incapaci di partecipare alla vita del paese (socialmente, economicamente, politicamente...).
Chiaro che poi non e` conveniente separare la scuola dell'obbligo dai successivi ordini di istruzione, proprio per non creare disparita` di trattamento e soprattutto perche` sarebbe logicamente insensato sotto ogni punto di vista.


Le tue considerazioni sul non riuscire a controllare il modo in cui le scuole e l'universita` spendono i soldi, non e` un limite della scuola italiana, ma un limite degli apparati di controllo statali... gli stessi che non sanno ad esempio frenare le pretese economiche dei nostri politici e le spese della p.a.
Ma da qui a cercare di sistemare le cose con tagli e nessun reale strumento di controllo ne corre... anche perche` i tagli al massimo garantiscono lo stato da certe spese, ma non garantiscono poi il cittadino riguardo il corretto uso dei fondi destinati alla scuola... ovvero al massimo riduci il magna magna, ma non e` un sistema per eliminarlo... sarebbe come dire che per curare l'obesita` degli italiani decidi statalmente che ogni cittadino non puo` ingerire piu` di x calorie a prescindere da specifici e giustificati bisogni.


Io conosco e odio la mentalità sinistrorsa per cui l'università è un luogo dove si va per farsi una propria cultura di eccellenza in maniera del tutto slegata dal mondo del lavoro e dalla società in cui si è inseriti.

questo non e` affatto vero... e vero invece che una cultura indirizzata esclusivamente dalle necessita` delle aziende tende ad essere povera e a produrre solo una classe operaia specializzata... non certo menti in grado di andare oltre le mere necessita` del momento. In sostanza non avremmo cultura umanistica e la stessa cultura scientifica ne sarebbe gravemente compromessa: molte delle tecnologie che usiamo regolarmente sono il frutto di scoperte accidentali e soluzioni secondarie a problemi che non hanno mai avuto una valenza economica (es. l'esplorazione spaziale, ma non solo).

Per voi lo studente universitario è uno che acquisisce cultura e stop

ma neanche per sogno... Ho studiato a Pisa che piu` rossa di come era allora non poteva essere, eppure i miei docenti non si stancavano di mostrare costante attenzione per gli aspetti pratici di cio` che si studiava. Il fatto che poi ci si impegnasse anche in progetti di ricerca apparentemente slegati dalle necessita` industriali non era un limite, ma e` servito molto ad acquisire quella mentalita` che mi permette di non essere vincolato da specifici schemi e riuscire quindi a trovare soluzioni a problemi nuovi... una cosa che mi e` stata utilissima sul fronte lavorativo, dove non avevo quasi mai a che fare con problemi assodati e soluzioni standard, ma serviva spesso inventiva e creativita` (in un campo apparentemente freddo come l'informatica).

Semmai bisogna oggettivamente osservare come negli anni mentre quella che tu chiami cultura di sinistra e` stata vivace e produttiva, quella di destra a me invece e` sembrata piatta e poco fertile... basta solo guardare al differente modo e quantita` di fare satira politica (che e` sempre un buon indicatore IMHO).
 

Thewo

Chosen one
esco da questa discussione perchè il tema mi tocca troppo e nel personale e a leggere certa roba mi sale il sangue al cervello, quindi mi eclisso prima di farla finire male.
Delego Samael a parlare a nome mio e mi defilo.
 
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