Silen
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La Grande Guerra - The Aftermath
Dopo cinque anni di battaglie sanguinose per terra e per mare, la Grande Guerra del Sud giunge finalmente al termine. Tantot erribile è stato questo conflitto, e tanti i partecipanti da nord a sud che i saggi ma anche il popolino ha finito per riferirsi ad essa semplicemente come la "Grande Guerra" e come tale verrà ricordata.
Diversamente dai conflitti della storia passata di Ea, la pace questa volta non viene raggiunta perchè una delle parti sia risultata trionfante, ma per la stanchezza per un conflitto che ormia da anni si era trasformato in uno stallo sanguinoso. Le trattative di pace, assai laboriose, si concludono con un ritorno allo status quo ante bellum e la restituzione di tutti i territori occupati da entrambe le parti in causa. Trattarive private vedranno poi l'acquisto di un paio di province, reputate indifendibili dall'Impero meridionale, da parte dei suoi recenti nemici in cambio di una enorme quantità di oro.
Le opinioni dei saggi sull'esito del conflitto sono contradditorie...da un lato per la prima volta l'espansionismo delle Arpie è stato arrestato, dopo vent'anni di avanzata ininterrotta, ma gli stati coalizzati speravano di infrangere la potenza dell'Impero di Silene e quest'ultima è stata appena intaccata: l'Impero meridionale continua a stendere la sua ombra minacciosa su gran parte di Ea e nessuno dubita che prima o poi le arpie cercheranno di vendicarsi del "tradimento" dei Centauri nè che Ea abbia assistito all'ultima Guerra di Espansione.
Se non è chiaro chi abbia vinto la Grande Guerra, è abbastanza chiaro chi è stato sconfitto...il regno elfico di Minnonar esce in frantumi dalla guerra, ridotto a meno di un terzo del proprio territorio, il resto occupato dalle forze imperiali o da molteplici ribelli.
Lo stato d'animo del popolo eldar in questi tempi oscuri è ben reso dalla ballata composta da uno sconosciuto trovatore elfico:
E chi saresti mai tu, chè io debba prostarmi tanto in basso
Solo una cornacchia troppo cresciuta, questa è l'unica verità che conosco.
Capelli d'oro o candide piume, ogni predatore ha i suoi artigli
E i miei sono oh, così lunghi e affilati, lunghi e affilati quanto i tuoi.
Così parlò, oh si così parlo la Regina di Minnonar
Ma ora la pioggia cade come lacrime nel suo palazzo e non c'è nessuno ad ascoltare
Oh si, la pioggia cade come lacrime nel suo palazzo, e non un'anima ad ascoltare.
Le pioggie di Almarillan, autore sconosciuto
Nlle settimane immediatamente dopo la stipula della pace il nuovo re di Minnonar, il principe Carnil cercherà disperatamente di assicurarsi l'aiuto dei suoi alleati per sopprimere la rivolta del Consiglio della Corona ma i colloqui si concludono in maniera infruttuosa e sebbene Carnil sia riuscito a trovare un modus vivendi coi Separatisti, la prospettiva di una guerra civile con il Consiglio è assai concreta e tanto più devastante in quanto il Consiglio taglia fuori la fazione lealista dal mare.
Infine con una mossa a sorpresa Carnil, sacrificando il proprio orgoglio si reca nella Almarillan occupata a conferire con i rappresentanti dell'Impero e di Sylvania; a prezzo di un atto di vassallaggio, il principe si assicura l'intervento armato dell'esercito imperial-sylvaniano. Nella primavera del nuovo anno le truppe imperiali si mettono in marcia verso Rilmeren accompagnate da un numeroso esercito di Sylvania al comando di Fritz von Carstein arrivando fino alle mura della città senza incontrare resistenza; al contempo la flotta imperiale trasborda nella regione altri tremila soldati di Sylvania: in totale oltre 50,000 soldati sono stati radunati per l'assalto a Rilmeren. Un episodio curioso si verifica prima dell'assalto: il duca Konrad in persona si fa avanti e sfida a singolar tenzone il comandante della guarnigione della città, sfida che viene accettata dal comandante della Guardia Nobile. Lo scontro peraltro è senza storia: Konrad mostra una maestria e una potenza quasi sovraumane e infligge una umiliante sconfitta al nobile eldar.
Avvilite e ben consce di essere senza speranza le forze del Consiglio offrono una resistenza piuttosto fiacca all'assalto che viene scatenato la mattina seguente; appena il nemico riesce a sfondare la prima difesa in molti preferiscono gettare le armi e arrendersi approfittando di un proclama di clemenza promulgato ufficialmente dallo stesso Konrad per Sylvania e dall'arpia Ilias in nome dell'Impero meridionale; alla fine la presa di Rilmeren costa poche centinaia di soldati.
Presa Rilmeren i due eserciti vittoriosi marciano verso Galsinya dove Konrad ripete la sua sfida; ma questa volta il comandante della guarnigione si rifiuta, prendendosi bordate di fischi e insulti dai soldati sylvniani e per sovrappiù anche dai soldati schiavarazza e dalle arpie che non apprezzano la vigliaccheria del comandante della guarnigione. Galsinya offre una resistenza più accanita, ma la superiorità degli attaccanti è troppo schiacciante e la città cade dopo una giornata di duri combattimenti e circa un paio di migliaia di caduti.
Peraltro dopo la presa della città il comandante della guarnigione viene catturato, per sua sfortuna, e sotto interrogatorio finisce per rivelare che il Consiglio della Corona, conscio delle scarse possibilità di resistere alle forze imperial-sylvaniane, ha raccolto tutte le sue forze nella città di Val Nira evitando deliberatamente ogni scontro in campo aperto, allo stesso modo i sostenitori più accaniti del Consiglio hanno abbandonato la città da mesi rifugiandosi a loro volta a Val Nira.
Dopo cinque anni di battaglie sanguinose per terra e per mare, la Grande Guerra del Sud giunge finalmente al termine. Tantot erribile è stato questo conflitto, e tanti i partecipanti da nord a sud che i saggi ma anche il popolino ha finito per riferirsi ad essa semplicemente come la "Grande Guerra" e come tale verrà ricordata.
Diversamente dai conflitti della storia passata di Ea, la pace questa volta non viene raggiunta perchè una delle parti sia risultata trionfante, ma per la stanchezza per un conflitto che ormia da anni si era trasformato in uno stallo sanguinoso. Le trattative di pace, assai laboriose, si concludono con un ritorno allo status quo ante bellum e la restituzione di tutti i territori occupati da entrambe le parti in causa. Trattarive private vedranno poi l'acquisto di un paio di province, reputate indifendibili dall'Impero meridionale, da parte dei suoi recenti nemici in cambio di una enorme quantità di oro.
Le opinioni dei saggi sull'esito del conflitto sono contradditorie...da un lato per la prima volta l'espansionismo delle Arpie è stato arrestato, dopo vent'anni di avanzata ininterrotta, ma gli stati coalizzati speravano di infrangere la potenza dell'Impero di Silene e quest'ultima è stata appena intaccata: l'Impero meridionale continua a stendere la sua ombra minacciosa su gran parte di Ea e nessuno dubita che prima o poi le arpie cercheranno di vendicarsi del "tradimento" dei Centauri nè che Ea abbia assistito all'ultima Guerra di Espansione.
Se non è chiaro chi abbia vinto la Grande Guerra, è abbastanza chiaro chi è stato sconfitto...il regno elfico di Minnonar esce in frantumi dalla guerra, ridotto a meno di un terzo del proprio territorio, il resto occupato dalle forze imperiali o da molteplici ribelli.
Lo stato d'animo del popolo eldar in questi tempi oscuri è ben reso dalla ballata composta da uno sconosciuto trovatore elfico:
E chi saresti mai tu, chè io debba prostarmi tanto in basso
Solo una cornacchia troppo cresciuta, questa è l'unica verità che conosco.
Capelli d'oro o candide piume, ogni predatore ha i suoi artigli
E i miei sono oh, così lunghi e affilati, lunghi e affilati quanto i tuoi.
Così parlò, oh si così parlo la Regina di Minnonar
Ma ora la pioggia cade come lacrime nel suo palazzo e non c'è nessuno ad ascoltare
Oh si, la pioggia cade come lacrime nel suo palazzo, e non un'anima ad ascoltare.
Le pioggie di Almarillan, autore sconosciuto
Nlle settimane immediatamente dopo la stipula della pace il nuovo re di Minnonar, il principe Carnil cercherà disperatamente di assicurarsi l'aiuto dei suoi alleati per sopprimere la rivolta del Consiglio della Corona ma i colloqui si concludono in maniera infruttuosa e sebbene Carnil sia riuscito a trovare un modus vivendi coi Separatisti, la prospettiva di una guerra civile con il Consiglio è assai concreta e tanto più devastante in quanto il Consiglio taglia fuori la fazione lealista dal mare.
Infine con una mossa a sorpresa Carnil, sacrificando il proprio orgoglio si reca nella Almarillan occupata a conferire con i rappresentanti dell'Impero e di Sylvania; a prezzo di un atto di vassallaggio, il principe si assicura l'intervento armato dell'esercito imperial-sylvaniano. Nella primavera del nuovo anno le truppe imperiali si mettono in marcia verso Rilmeren accompagnate da un numeroso esercito di Sylvania al comando di Fritz von Carstein arrivando fino alle mura della città senza incontrare resistenza; al contempo la flotta imperiale trasborda nella regione altri tremila soldati di Sylvania: in totale oltre 50,000 soldati sono stati radunati per l'assalto a Rilmeren. Un episodio curioso si verifica prima dell'assalto: il duca Konrad in persona si fa avanti e sfida a singolar tenzone il comandante della guarnigione della città, sfida che viene accettata dal comandante della Guardia Nobile. Lo scontro peraltro è senza storia: Konrad mostra una maestria e una potenza quasi sovraumane e infligge una umiliante sconfitta al nobile eldar.
Avvilite e ben consce di essere senza speranza le forze del Consiglio offrono una resistenza piuttosto fiacca all'assalto che viene scatenato la mattina seguente; appena il nemico riesce a sfondare la prima difesa in molti preferiscono gettare le armi e arrendersi approfittando di un proclama di clemenza promulgato ufficialmente dallo stesso Konrad per Sylvania e dall'arpia Ilias in nome dell'Impero meridionale; alla fine la presa di Rilmeren costa poche centinaia di soldati.
Presa Rilmeren i due eserciti vittoriosi marciano verso Galsinya dove Konrad ripete la sua sfida; ma questa volta il comandante della guarnigione si rifiuta, prendendosi bordate di fischi e insulti dai soldati sylvniani e per sovrappiù anche dai soldati schiavarazza e dalle arpie che non apprezzano la vigliaccheria del comandante della guarnigione. Galsinya offre una resistenza più accanita, ma la superiorità degli attaccanti è troppo schiacciante e la città cade dopo una giornata di duri combattimenti e circa un paio di migliaia di caduti.
Peraltro dopo la presa della città il comandante della guarnigione viene catturato, per sua sfortuna, e sotto interrogatorio finisce per rivelare che il Consiglio della Corona, conscio delle scarse possibilità di resistere alle forze imperial-sylvaniane, ha raccolto tutte le sue forze nella città di Val Nira evitando deliberatamente ogni scontro in campo aperto, allo stesso modo i sostenitori più accaniti del Consiglio hanno abbandonato la città da mesi rifugiandosi a loro volta a Val Nira.