Visigoti:
La resa:
Sentendosi schiacciati, isolati e ormai prossimi alla fine, i goti repubblicani decidono di cedere senza condizioni di fronte alle armate di Costantinopoli.
Con estremo sgomento dell'esercito e dei suoi generali i legionari romani varcano il confine e prendono la capitale Ratiara, le cui porte sono aperte dagli stessi funzionari gotici.
Immediatamente l'Impero dichiara decaduta la repubblica gotica e nomina governatore della provincia il goto Alarico II, filoromano, mentre la provincia di Dorostrum viene riaccorpata alla diocesi di Tracia e retta da funzionari romani.
Nonostante questo i romani lasciano una forte forma di autogoverno ai goti, non intaccando gli equilibri già creatisi.
Nuove città:
Forse per placare il dissenso i vigisoti cercano di migliorare le condizioni di vita della propria gente creando la città di Gotia, in Gotia e quella di Hafen vicino alle rovine dell'antica Dorostrum.
Inoltre si tenta una bonifica fruttuosa in Gotia. La cosa si rivela però un'arma a doppio taglio, infatti nella fortificata regione scoppiano fortissime rivolte antiromane che nessuno riesce o vuole domare, mentre i forti dissensi in tutte le altre terre sono acquietati con il ferro e con il fuoco, crocifiggendo i ribelli.
La conquista della Gotia:
Una forte flotta visigota decide di muovere a bloccare i porti dei goti cimmeri, mentre da sud un piccolo esercito romano invade la regione, annettendola ufficialmente all'Impero ma dandola in gestione ad alcuni visigoti collaborazionisti.
La cosa ovviamente è vista malissimo dalla popolazione locale che ormai vede nei goti non solo degli invasori ma anche dei servi dei nemici.
La resa:
Sentendosi schiacciati, isolati e ormai prossimi alla fine, i goti repubblicani decidono di cedere senza condizioni di fronte alle armate di Costantinopoli.
Con estremo sgomento dell'esercito e dei suoi generali i legionari romani varcano il confine e prendono la capitale Ratiara, le cui porte sono aperte dagli stessi funzionari gotici.
Immediatamente l'Impero dichiara decaduta la repubblica gotica e nomina governatore della provincia il goto Alarico II, filoromano, mentre la provincia di Dorostrum viene riaccorpata alla diocesi di Tracia e retta da funzionari romani.
Nonostante questo i romani lasciano una forte forma di autogoverno ai goti, non intaccando gli equilibri già creatisi.
Nuove città:
Forse per placare il dissenso i vigisoti cercano di migliorare le condizioni di vita della propria gente creando la città di Gotia, in Gotia e quella di Hafen vicino alle rovine dell'antica Dorostrum.
Inoltre si tenta una bonifica fruttuosa in Gotia. La cosa si rivela però un'arma a doppio taglio, infatti nella fortificata regione scoppiano fortissime rivolte antiromane che nessuno riesce o vuole domare, mentre i forti dissensi in tutte le altre terre sono acquietati con il ferro e con il fuoco, crocifiggendo i ribelli.
La conquista della Gotia:
Una forte flotta visigota decide di muovere a bloccare i porti dei goti cimmeri, mentre da sud un piccolo esercito romano invade la regione, annettendola ufficialmente all'Impero ma dandola in gestione ad alcuni visigoti collaborazionisti.
La cosa ovviamente è vista malissimo dalla popolazione locale che ormai vede nei goti non solo degli invasori ma anche dei servi dei nemici.