Report turno 10

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[size=1.45em]Visigoti:[/size]

La bonifica:

In questi anni il re dei Visigoti si adopera con successo in un'opera di bonifica della Gotia, che viene resa una regione produttiva al pari delle altre.

Reliquie e mercenari:

Un tentativo di cercare una reliquia fallisce per cavilli burocratici mal gestiti dal sovrano. Un'altro annuncio che lascia perplessi i più è la decisione di congedare le due compagnie mercenarie appena create, con un certo spreco di fondi del Regno concessi gli anni precedenti.

Scacco matto:

La cosa destinata a creare maggiori problemi è il proseguimento della riforma meritocratica di re Teodorico. Le nuove leggi di fatto assegnano il comando "al più valido" e questo, complice un congedo massivo della cavalleria Koer nobiliare, vede i nobili visigoti esautorati da ogni potere. Behoren, generale supremo della Legione gotica si abbandona in discorsi che fomentano il merito e a tratti esaltano le origini umili.
Infine, viene concessa la cittadinanza gotica a tutti coloro che entreranno nella Legione, cosa che lascia alquanto perplessi i più visto che per la popolazione gotica la cittadinanza è basata sul sangue e non sulla carta, come per i romani.
Ovviamente simili mosse sono destinate a grandi ripercussioni.
Re Sigismondo, durante una battuta di caccia, viene fermato dai nobili del suo seguito e ucciso a bruciapelo a colpi di spada, mentre le sue guardie restavano attonite a guardare. Behoren un giorno accusa un blocco renale improvviso e muore.
I nobili indicono immediatamente un concilio per stabilire un nuovo sovrano, ovviamente il destino della riforma militare pare segnato.
Come se non bastasse, un gruppo di ladri ben addestrati approfitta della situazione caotica per intrufolarsi nella sala del tesoro e rubare 12 monete alla tesoreria regia.

 

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Ghassanidi:

La fine della guerra:

Viene siglata la pace con la Persia e le truppe ghassanidi tornano a casa vittoriose sul loro antico nemico. Il prestigio di Stefano sale enormemente e il regno vede una ventata positiva generica.

Spedizione ad Axum:

Preparata da diverso tempo, viene lanciata una coraggiosa spedizione navale verso sud con lo scopo di incrementare il mercato di esportazioni dei ghassanidi, in praticolare nel campo dei coralli rossi dell'omonimo mare.
La spedizione raggiunge il semileggendario regno di Axum, dove i mercanti ghassanidi sono accolti con il massimo rispetto dal sovrano locale.

Abu e i ribelli:

In un clima molto sereno si spegne il Melik Stefano I. Il potere passa nelle mani del fratello Abu II, che vede coronato il suo sogno di dominio.
Abu non perde tempo e invia una spedizione militare nella regione di Tabuk, dove un migliaio di ribelli vengono impiccati dopo essere stati battezzati a forza.
Il sovrano non si abbandona comunque ad assalti alla popolazione ed anzi, ribadisce la sua tolleranza per i pagani e gli ebrei del luogo, fra l'altro scatenendo le lamentele del clero cristiano.

 

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Armenia:

Le opere del Triumvirato:

Il Triumvirato tenta di guadagnarsi la fiducia del martoriato popolo armeno con una legge a favore delle vedove di guerra. I fondi stanziati sono sufficienti e i triumviri guadagnano un primo punto.
La riforma militare viene continuata senza eccessivi problemi. Sono poi divisi i compiti dei vari triumviri, a chi spetta la gestione generica, a chi l'amministrazione e a chi il comando dell'esercito.


Ferri corti:

Due eventi particolarmente fastidiosi danneggiano la ritrovata pace in Armenia. La capitale viene colpita da un forte sisma che provoca diversi danni, specialmente alle strutture più antiche, oltre ad almeno 500 morti.
Infine, la regione di Vardensi, annessa all'Armenia con il benestare di Costantinopoli, viene invasa da un gruppo di predoni che portano i vessilli dell'Iberia.
I razziatori bruciano una decina fra chiesette e cappelle, rubandone l'oro e fanno ritorno a nord.

 

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Iberia:

Mhirdad il Costruttore:

Il sovrano d'Iberia, forse stufo di combattere dopo la guerra in Persia, si dedica ad ammodernare il sistema economico della Svanezia. Dopo diversi anni il tentativo riesce e la regione diventa produttiva nonostante l'esondazione del fiume Rioni, che causa alcuni danni.
Il re inoltre, per ricordare la vittoria in Persia, attua un enorme piano di ampliamento della capitale Telavi, che diventa in brevissimo tempo la città più grande d'Iberia.
Inoltre il giovane re si assicura la continuità dinastica con la nascita del piccolo Vakhtang

Riforme militari:

Importanti riforme anche in campo militare. Viene istituito un embrione di esercito professionistico sul modello armeno, mentre il morale dei soldati è decisamente aumentato grazie alla donazione di copiose razioni alimentari, cosa che si annuncia sarà effettuata durante ogni campagna militare.

 

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Albània:

La pace:

La pace consacra definitivamente l'Albània sotto la sfera protettrice di Costantinopoli, dando un durissimo colpo alla Persia che viene estromessa dal Caucaso.
Come risultato della fine del conflitto un piccolo sinodo di vescovi riuniti ad Icono proclama Re Vache I d'Albània come santo e martire della cristianità.
Il santo diviene il patrono d'Albània e grandissima è la gioia per la popolazione che ora si sente guidata da un angelo custode.
Vengono inoltre alzate le tasse per i pagani, forse come incentivo alla loro conversione.
Un'altra abile mossa è un'alleanza con l'Armenia, vicino e compagno di battaglia contro la Persia.


I cercatori:

Un'altra brillante idea è quella di inviare squadre di minatori nel Caucaso alla ricerca di vene aurifee. Riproporre la legge sulla rotazione triennale incontra le stesse resistenze di una ventina di anni prima.
Si sengalano inoltre alcune costruzioni nel Piccolo Caucaso

 

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Khanato Onogurs:

Migrazione in Fanagoria:

Sotto la spinta dei più forti Kurtiurg gli Onogurs si spostano ad occidente con il beneplacito di Attila, creando un sostanziale cuscinetto fra le terre unne e gli alleati Laz dei romani

 

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Khanato Kurtiurg:

Migrazione:

Il Khanato ottiene il permesso da parte di Attila ad occupare le regioni degli Onogurs senza scatenare una guerra. La mossa aiuta gli Unni a non avere un nuovo fronte, mentre il khanato guadagna un importante sbocco al mare ed una posizione di predominanza da cui può colpire sia il Caucaso che le steppe unne.

 

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Impero romano d'Oriente:

La vittoria è completa:

Grazie all'appoggio dei propri foederati l'intervento dei romani per scacciare i persiani dall'Albània ha un fine estremamente lieto.
L'imperatore occupa Ctesifonte e costringe il gran re a fuggire a Persepoli. Da qui cominciano le trattative per la pace, che vedono uno scacco durissimo alla Persia.
Mesopotamia, Mhundir e Al Hira passano direttamente sotto il controllo dei romani, mentre Vardensi torna all'Armenia, inoltre il gran re cede 100 monete come tributo e rinuncia persempre ad una sua penetrazione nel Caucaso.
L'Impero può così reintegrare i tributi per i foederati, precedentemente sospesi, inoltre la partecipazione dei Visigoti segna la possibilità di ricongiugere i rapporti dopo il voltafaccia degli anni precedenti.

 

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[size=1.45em]Caledoni:
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Il sacrificio:

Sono anni silenziosi per il popolo caledone. L'unica cosa certa è un'azione destinata a rimanere scritta lungamente negli annali.
Durante l'inverno alcune barche da pesca compiono un lunghissimo viaggio fino ai porti anglosassoni, supportati dai cittadini romani dell'est della Birtannia.
Qui riescono ad incendiare alcune navi da guerra nemiche, con grande sgomento generico ed euforia da parte dei romani sottomessi.
Infine, un piccolo gruppo di navi si unisce ad una flottiglia dell'Hibernia, dei Franchi e ad alcune navi romane, andando di fatto a cercare lo scontro con la flotta anglosassone. La battaglia è un massacro per le truppe alleate, ma crea un diversivo sufficiente a far sbarcare in zona l'esercito imperiale di Roma.
Si segnala un inverno particolarmente rigido delle isole Ebridi.


Massacro di Caledonia:

Abbandonando l'idea di un attacco diretto gli Anglosassoni lanciano una serie di raid con moltissimi uomini con l'unico scopo di sterminare la popolazione caledone in cantiaci. L'esercito dei Caledoni tappa come può gli invasori ma non si pò dire che non vi siano perdite, anche perchè gli eserciti anglosassoni sono nettamente superiori e attaccano da una posizione di vantaggio.
Molti fuggono a nord, in Pittia o nelle Ebridi

 

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Hibernia:

Scoti:

Oltre all'aiuto dato ai fratelli Caledoni diventa maggiormente pressante il problema degli Scoti cristiani. In questi anni si riunisce un concilio nobiliare per decidere il da farsi.
Il nobile ribelle autonominatosi re del Munster viene finalmente catturato e giustiziato dopo oltre 20 anni.

 

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Dani:

L'accordo:

Dopo diversi tira e molla riescono finalmente ad ottenere l'Anglia in cambio di Ponsa Aeli, ceduta agli anglosassoni. La popolazione angla però non gradisce la cosa e inizia una violentissima resistenza controi nuovi oppressori, che porta alla morte del generale Knut.
Si segnala un'inverno particolarmente freddo in scandinavia.

 

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[size=1.45em]Vandali:[/size]

Il Grande Accordo:

Dopo anni di contatti e voci ufficiose i Vandali si accordano con i romani. Ilderico il Piccolo, succeduto ad Unerico dopo la sua morte, ottiene ampi territori in Spagna in cambio della non partecipazione dei Vandali al fianco di Attila. I Vandali decidono di portare con sè i Longobardi, naturalmente schiavizzandoli.
Il Khan unno è assolutamente furioso e annuncia che non ci sarà più alcun Vandalo vivo entro un decennio.
Ilderico fugge attraverso le terre dei burgundi e poi per la Gallia, scortato da contingenti romani e giunge con i suoi alla meta desiderata.
Alla notizia dell'abbandono dei Vandali l'Angria, abitata forse da qualche centinaio di Sassoni, annuncia l'annessione ai suoi fretelli di Sassonia.
La Lombardia Occidentale e la Vandalia vengono invase dagli Unni ed annesse, mentre in Westfalia torna al comando un ramo cadetto della dinastia Asdingia, non favorevole alla migrazione.

 

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Anglosassoni:

Scontri su scontri:

L'orda anglosassone pare inarrestabile. Dopo aver facilmente occupato Luguvallium ottiene la cessione di Ponsa Aeli da parte dei Dani in cambio dell'Anglia. L'arrivo dei romani a sud dopo un fortunato tentativo di sviare l'immensa flotta nemica porta alla perdita di Cantiaci e apre una nuova sfida per la dominazione britannica.
L'intervento degli Hiberni fa anche temere una possibile guerra con questa popolazione.

Tentativo vano di pacificazione:

Alle tenta di farsi amici i romano britanni con una serie di leggi a loro favore, in primis una che concede loro pari diritti agli anglosassoni e libertà religiosa.
Ai veterano della campagna britannica vengono assegnate diverse terre, strappate alla nobiltà locale a livello nominale visto che vengono espriopriate solamente terre abbandonate.
Nonostante i buoni propositi la fiducia dei britanni non arriva, anzi flette a causa di due avvenimenti neri: l'attacco a scopo di sterminio in Caledonia e la cattura di Livia, che viene sgozzata nella pubblica piazza di Corstopitum.

 

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Turingi:

Un sovrano saggio:

Il saggio Ragimperto continua a legiferare anno dopo anno, dando un sistema di leggi molto sviluppato per la sua popolazione barbarica. Un editto ancora volto a migliorare la produzione ed infine una riforma militare molto profonda che per la prima volta ammette a livello legale le donne sul campo di battaglia, ovviamente come ausiliarie.
L'acuto Ragimperto riesce anche a far sposare suo figlio ed erede Basino con Rotruda, figlia del capo erulico Odo.


Il colpo di martello:

Con il permesso di Attila i Turingi migrano a sud, in Alania e, assieme agli Eruli, lanciano una serie di terrificanti attacchi contro il territorio romano che devasta l'area pannonica.
Astutamente Ragimperto manda alcuni gruppi di bande da guerra per creare un diversivo. Nonostante gli ordini di ripiegare i poveri soldati di Ermanafrido sono travolti dalla cavalleria degli ausiliari comitatensis e massacrati insieme al loro capo, che cade con la spada in mano invocando la Walhalla.
Ma tutto questo è poca cosa paragonato al grande assalto a Sordisci.
Un esercito misto alano-turingio di oltre 30mila uomini invade la zona e travolge il piccolo presidio romano. L'esercito turingio è di una ferocità senza uguali, la popolazione è costretta a convertirsi al paganesimo (prima volta documentata nella storia, abbattendo il primato di tolleranza dei norreni) e i soldati distruggono chiese e luoghi di culto cristiani in nome di Odino.
La popolazione romana, quando può, fugge a sud

 

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Eruli:

Attacchi a Roma:

Un quinquiennio guerresco per gli Eruli. Oltre ad aiutare i Turingi nella loro invasione occupano Carpici per gentile concessione di Attila e respingono un tentativo degli Iazigi di invadere l'Alta Iazigia, loro antica terra.
Alcuni contingenti partecipano anche alla spedizione unna nelle Gallie.

 

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Alemanni:

La tolleranza di Torismondo:

In questi anni gli Alamanni di Torismondo sono molto silenziosi. Si segnala una legge di tolleranza nei confronti dei pagani e la costruzione di un sistema difensivo di palizzate.

 

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[size=1.45em]Franchi:[/size]

L'esercito franco in guerra:

Nonostante si fosse promesso molto, specialmente alle minoranze e ai cristiani, alla fine Carlo si dedica esclusivamente alla guerra in corso.
Partecipa alla sortita navale dei romani con successo e muove un esercito tutto sommato poco numeroso a supporto degli alleati burgundi.
In battaglia Carlo e il suo generale Chiplerico perdono la vita ma non è una disfatta.
In patria il figlio di Carlo, Meroveo, viene incoronato Rex Francorum con i migliori auguri da parte dell'Imperatore Bonifacio. Il nuovo re informa il popolo della nascita di una figlia ,Carla, dall'unione con la burgunde Freya

 

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Burgundi:

Preparativi bellici:

Il regno burgunde si dimostra deciso a fare la sua parte nella guerra. La figlia di Giselcaro, zio del re, viene data in sposa all'imperatore Bonifacio. Intanto re Gundioco annuncia la nascita del suo primogenito, Gundobato.
L'esercito è radunato per la difesa della Burgundia e per motivare maggiormente la popolazione viene mostrata la testa di Santo Stefano, recentemente trovata dopo una lunga cerca.

Dopo la vittoria:

Nonostante la vittoria faccia conservare ai Burgundi i propri territori la morte del re lascia un vuoto di potere imprevisto. Essendo il giovane erede troppo piccolo per governare il trono viene preso dallo zio Gundicaro, che si dimostra immediatamente ostile agli apostolici. Il nuovo sovrano però regna solo 5 mesi e poi si spegne di vecchiaia.
Il trono allora è preso da suo fratello minore Giselcaro, anchegli molto vecchio, la cui reggenza non potrà durare a lungo.
A questo punto una parte della nobiltà chiede che venga messo a regnare il giovanissimo Chiplerico, fratello di Gundioco, altri che il trono sia affidato a Guky, figlio di Giselcaro.
Si segnalano alcuni danni portati principalmente dal continuo movimento di eserciti sul territorio burgunde.

 

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Khanato Unno:

La guerra in Occidente:

Nonostante le perdite subite siano relativamente poche la sconfitta in Burgundia e sul Limes Danubiano fiacca terribilmente il prestigio di Attila e di chi lo segue. Il Khan, che vantava di prendere Roma in pochissimi anni di fatto non ha conseguito nulla di sostanzioso, salvo qualche saccheggio sporadico.
L'unica vittoria peratro è da imputarsi a Turingi ed Eruli, due popolazioni vassalle e quindi "inferiori".
Perdipiù ci si mette il totalmente inaspettato tradimento dei Vandali, ai quali Attila dichiara che " saranno tutti appesi per il collo entro breve".
Comunque, la parola "fine" non è ancora detta, la guerra rimane aperta e l'impero unno non ha ancora mobilitato tutte le sue risorse.

 

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Impero d'Occidente:

L'ora decisiva:

Bonifacio I e suo padre Ezio organizzano la difesa contro la marea unna.
Mentre Ezio è vittorioso in Burgundia Bonifacio sbaraglia diverse incursioni unne sul Danubio, anche se no riesce ad impedire l'esodo della massa turingia.
Comunquesia è andata bene, la guerra non è stata eccessivamente dannosa, gli alleati dell'Impero sono di provata fedeltà e questo lo dimostra anche il matrimonio fra l'Imperatore ed una principessa burgunde, che si ritrova immediatamente fecondo dando alla luce il giovane Marco e la giovane Priscilla.
Il colpo con i Vandali prima il fronte renano di un problema consistente, mentre in Birtannia la situazione rimane grave ma in via di netto miglioramento.
Ezio, ormai di età avanzata, annuncia la sua ritirata dalla vita politica appena sarà finita la guerra.