Diploannessione Regno di Gizeh - Nilfgard

MisterTango

Useless Member
L’anno che era passato non era stato dei migliori. Tanti bravi soldati erano morti tra le maledette foreste di Ihiarlir, uomini che non sarebbero stati rimpiazzati facilmente né all’interno dei loro ranghi, né all’interno dei loro cuori. Marcel conosceva personalmente tanti tra i caduti contro i Nu Volf: alcuni erano stati suoi compagni di addestramento alla scherma, alcuni avevano fatto parte della sua scorta in almeno una delle sue missioni diplomatiche, con molti altri aveva semplicemente condiviso una pinta alla taverna.

Era chiaro che non avesse alcuna colpa di quanto accaduto, ma essendo capitato tutto in una regione che lui stesso aveva esplorato per primo, si sentiva di avere almeno una parte di responsabilità.
Avrebbe fatto tutto il possibile per impedire che accadesse di nuovo.

Qualcosa lo colpì alla schiena con la forza di un maglio.

-Per la barba di una capra di montagna, amico, che cosa stai passando?-, rise sguaiatamente l’orco al suo fianco.

Effettivamente una pacca dalla manona di Schruk non era tanto dissimile da un maglio.

-Con questo freddo mi si sta congelando il martello. E non sto parlando di quello da guerra-, ridacchiò nuovamente l’orco, battendo la mano sulla sua mastodontica arma agganciata alla sella.

-Sai, l’ho visto succedere davvero. A quel poveretto gli si è congelato e si è staccato. Quando si è abbassato le brache per andare a fare qualche goccia tra gli alberi se lo è ritrovato tra i piedi-, punzecchiò il suo compagno, forse l’unica cosa buona che era capitata il quell’anno maledetto.

-Agh, forse succede a voi pellerosa. Noi pelleverde siamo tutti d’un pezzo, non si stacca niente-

Tra una frecciatina e una presa in giro, il gruppetto proseguì la sua marcia nelle congelate distese di Nilfgard, alla ricerca di una qualsiasi forma di vita (o morte) potesse palesarsi ai loro occhi.

@Silen esplorazione di Nilfgard con Marcel e Schruk, sperando vada meglio della precedente
 

Silen

Get a life
Al di là delle battute, il clima della regione di Nilfgard era effettivamente gelido; l'iverno sembrava riluttante a cedere il passo alla primavera in quella provincia nordica e il terreno era ancora ricoperto di neve in molti punti. La storia di quella regione era a sua volta relativamente "bianca"...per molti secoli aveva fatto parte delle desolazioni del nord infestate dai Caduti e dai loro servitori non morti venendo riconquistata ai viventi solamente per un breve periodo negli anni precedenti l'Ultima Guerra; troppo poco perchè vi sorgessero insediamenti di grosse dimensioni, tanto più che la vicinanza con la trista necropoli di Evernight nella regione di Neruen non era certo stata un incentivo all'insediamento umano.
La probabilità che la regione fosse nuovamente ifnestata da cadaveri ambulanti era dunque molto alta e bisognava tenerne conto; la mancanza di antichi insediamenti che potessero servire da punto di riferimento richiedeva inoltre di stabilire un piano di azione alternativo, altrimenti i due avrebbero finito per vagare a casaccio senza costrutto.
 

MisterTango

Useless Member
Il gruppo cercò principalmente di tenersi sui sentieri battuti, evitando di inoltrarsi in zone impervie o pericolose per i cavalli. L’obiettivo era di ricercare qualsiasi indizio che potesse svelare se la regione fosse abitata, o se nascondesse delle insidie. In particolare, il gruppo fece particolare attenzione alle tracce lasciate sul terreno, ad eventuali colonne di fumo in lontananza, ai versi degli animali e a qualsiasi altro elemento potesse stonare rispetto all’ordine naturale delle cose.
Di conseguenza, il gruppo cercò di trovare e seguire il corso del Ringathiel, per verificare se qualche insediamento fosse sorto sul corso dello stesso.
 

Silen

Get a life
Dopo varie ore di marcia e una attenta ricerca, non fu possibile individuare alcun segno evidente della presenza di insediamenti; nonostante il freddo pungente non si scorgevano nel cielo fili di fumo o altri segni rivelatori della presenza di bivacchi o accampamenti nè erano state trovate strade o piste che potessero essere seguite. Quando ormai gli esploratori erano sul punto di concludere che la regione era irrimediabilmente vuota e selvaggia però uno dei sodlati scoprì delle impronte.
Si trattava di impronte larghe e profonde, un pò troppo grandi e troppo profonde per essere state lasciate da un essere umano in effetti, ma qualunque cosa le avesse lasciate doveva avere una andatura bipede e quindi difficilmente poteva trattarsi di una belva. D'altro canto gli esploratori di Gizeh, e lo stesso Schruck che li accompagnava, rimasero perplessi poichè quelle impronte non assomigliavano a niente che avessero mai veduto o conosciuto il che dava al ritrovamento dei risvolti inquietanti.
 

MisterTango

Useless Member
-Mi gioco la mia fiasca di grog che l’affare che ha lasciato queste impronte non è di questo mondo, dannazione. Voialtri pelle rosa avete mai visto nulla del genere?-, interrogò Schruk gli altri esploratori del gruppo.

Nessuno rispose. Tutti stavano fissando con espressioni miste di curiosità e angoscia quelle strane impronte nella neve.

-Beh, se anche dovesse essere ostile, stavolta è soltanto uno almeno-, notò Marcel, sollevando lo sguardo verso il pelleverde al suo fianco, rievocando quanto accaduto l’anno precedente nelle foreste di Ihiarlir.

-“Uno solo” non vuol dire “non pericoloso”-, rispose l’orco. -Vedi me. Io sono uno, ma sono molto pericoloso-, aggiunse poi, scoprendo i denti zannuti in quel che doveva essere un sorriso.

-Agh, basta guardare la neve, femminucce. Seguiamo le tracce-, spronò l’orco, balzando in sella al suo cavallo che per un secondo parve non reggere il peso e l’impeto con cui il pelleverde gli era salito in groppa.

-Da adesso marceremo come se fossimo in territorio ostile-, aggiunse Marcel, mentre io suo compagno già stava partendo alla volta della misteriosa creatura. -due coppie di cavalieri ai lati, una in avanscoperta e una in retroguardia. Tutto a non meno di cinquecento piedi dalla colonna principale, ma sempre in chiaro contatto visivo-

Gli uomini annuirono, disponendosi come ordinato. Prima di ripartire, Marcel osservò prima le strane tracce e poi l’orizzonte di quella terra candida, sperando che la corruzione del male e della magia non avessero di nuovo attecchito anche lì.
 

Silen

Get a life
Presa una decisione il gruppo si inoltrò nella tundra gelata seguendo le tracce misteriose. Non fu una caccia difficile: le impronte erano chiare e profonde, anche se il percorso che seguivano pareva piuttosto erratico come se il proprietario delle orme vagasse quà e là senza una direzione precisa. Infine dopo varie ore di marcia uno dei cavalieri indicò una figura in lontananza che a tutti gli effetti doveva essere il proprietario delle impronte. Dopo essersi avvicinati un altro pò gli uomini cominciarono a dare qualche segno di inquietudine perchè la figura, per quanto umanoide, doveva essere un vero colosso, alto almeno tre metri e grosso in proporzione.
 

MisterTango

Useless Member
-Uomini, allargatevi a ventaglio, ma rimanete a distanza e tenete le armi nei foderi. Insomma, non siate minacciosi, ecco. Vediamo di non far innervosire il nostro grosso amico-, berciò Schruk, indicando ai cavalieri le posizioni da raggiungere. -Che io sia dannato, è veramente grosso. Più di me…-.

Marcel lo osservò con sguardo preoccupato. -Cosa credi che sia?-.

-E io che diavolo ne so-, fece spallucce l’orco. -Sarebbe un normale pellerosa, se non fosse per la stazza. Sicuramente è una qualche genere di porcheria uscita fuori dai cataclismi magici e compagnia bella. Potrebbe essere della stessa risma di quelle bestiacce dei Nu-Volf, per quanto ne sappiamo-.

Marcel annuì, non che fosse davvero convinto dell’analisi del pelleverde. -E cosa pensi di fare?-.

L’orco continuò ad osservare lo strano figuro. -Beh, se vogliamo saperne di più, c’è soltanto una stramaledetta cosa da poter fare-.

Senza aggiungere altro, Schruk spronò il proprio cavallo verso l'omone, seguito a stretto giro da un quanto mai ansioso Marcel. Certi che i loro uomini gli stessero coprendo i fianchi e le spalle, i due optarono per una rotta semicircolare, evitando di avvicinarsi in linea retta alla strana creatura per non allarmarla troppo, dato che non sapevano nemmeno se fossero stati scorti o meno.
Mentre si avvicinavano, l’orco cercò di aguzzare la vista, cercando di carpire ogni dettaglio che potesse rivelare qualche indizio in più sul gigante, elementi quali abbigliamento, eventuali armi o equipaggiamenti o ancora particolari tratti fisici o anatomici.
Dal canto suo, quando giunsero a non più di trenta piedi dalla creatura, Marcel si fece avanti ancora un poco, sfoggiando un gran sorriso e alzando entrambe le braccia per mostrare inequivocabilmente di essere disarmato.

-Il mio nome è Marcel di Viera, e vengo in pace. La mia missione è di cercare sopravvissuti ai grandi cataclismi magici dei secoli passati in questa terra innevata. Ho forse avuto fortuna, incontrando te?-, urlò da una ragionevole distanza di sicurezza, cercando nelle reazioni del gigante un qualsiasi indizio che potesse rivelargli di essere stato compreso.
 

Silen

Get a life
Il colosso si voltò lentamente e Marcel non potè trattenere un fremito di orrore: la creatura non era un essere vivente: era piuttosto un grottesco ammasso di cadaveri fatti a pezzi e poi ricuciti insieme in un orrorifico collage di arti e membra. Mostruose suture correvano lungo braccia e gambe della creature e l'uomo non dubitò nemmeno per un istante che cuciture simili si sarebbero potute vedere sotto l'armatura, altrettanto composita, che lo proteggeva. Il cranio enorme sembrava essere stato composto da almeno due o tre crani umani ricoperti poi con un volto ora completamente privo di espressione. Nella destra l'abominio non morto impugnava una mannaia di dimensioni spropositate lunga quanto l'avambraccio di un uomo normale e che ora venne levata in alto pronta a un colpo micidiale che, se andato a segno, avrebbe potuto facilmente dividere in due il povero esploratore.

Hai presente il mostro di Frankestein? Bene immaginalo il doppio o il triplo più grosso e più feroce, del tutto incapace di parlare e decisissimo a farti la pelle. Sei il primo fortunato ad incontrare un Abominio, buon divertimento ^___^
 

MisterTango

Useless Member
Ma che bello, Marcel è proprio un lucky boy :asd:

Quando la mostruosa creatura si voltò, Marcel esitò. Da quale incubo era fuoriuscita una mostruosità del genere? Ma quando si accorse che la gigantesca arma sorretta dal mostro si stava alzando, pronta a colpire nella sua direzione, si riscosse.

-Via da lì Marcel!-, sentì l’orco urlare alle sue spalle.

Lui non se lo fece ripetere due volte, girando il cavallo e spronandolo al galoppo sfrenato.

-Uomini, disperdetevi, distraetelo!-, ordinò Schruk ai soldati della scorta, mentre Marcel lo raggiungeva e lo superava.

Anche lui, un istante più tardi, seguì l’esempio del compagno. Si lanciò al galoppo, cercando di mettere più distanza possibile tra sé e il mostro.
Giunto a una ragionevole distanza di sicurezza, però, l’orco si girò ad osservare l’abominio cercando di valutarne, nella sua reazione alla loro presenza, qualcosa che potesse dare indicazione del suo livello di agilità e, soprattutto, della sua intelligenza.
 

Silen

Get a life
Il gigantesco non morto li stava inseguendo, muovendosi con una andatura ingannevolmente lenta ma in realtà più rapida della corsa di un normale essere umano; per contro era evidentemente più lento di un cavallo al galoppo. L'Abominio sembrava avere scelto Marcel come bersaglio, anche se era difficile dire perchè; forse semplicemente perchè era stato il primo ad avvicinarglisi e voleva completare l'opera di affettamento interrotta dalla fuga precipitosa dell'uomo.
Se non altro le possibilità di riuscire a distanziare la creatura e ritornare in patria sani e salvi erano buone.
 

MisterTango

Useless Member
-Marcel, vattene, mettiti in salvo stupido pellerosa. Se ti fai uccidere, giuro che ti ammazzo!-, urlò l’orco al suo compagno.

In realtà un ordine simile non sarebbe stato necessario: Marcel aveva già lanciato al galoppo il suo destriero, mettendo più distanza possibile tra il suo deretano e la mannaia affilata della creatura.
Il resto della scorta stava seguendo il suo esempio.

Schruk attese che tutti si allontanassero a sufficienza, notando comunque che la creatura seguitava a inseguire Marcel, nonostante fosse chiaro che non l’avrebbe mai raggiunto.

A quel punto, sfoderò una delle sue asce da lancio e, inveendo in orchesco, la scagliò contro l’abominio. Subito dopo partì al galoppo a sua volta, voltandosi di tanto in tanto per capire se a quel punto la creatura avesse deciso di inseguire lui o fosse rimasta fedele al suo bersaglio originario.
 

Silen

Get a life
L'ascia si conficcò nell'armatura dell'Abominio ma questi non diede praticamente segno di essersene accorto se non per il fatto che deviò la sua traiettoria per correre dietro a Shruck che evidentemente aveva dimsotrato di essere una minaccia maggiore.

Alors come ho scritto in gdr il bestione è relativamente lento quindi se scappate ci riuscite senza troppe difficoltà. Per occupare la regione però a questo punto serve una battaglia perchè il bestione è un Mostro, un pò come la Driade Corrotta che incontrò Dyolance qualche tempo fa. Quindi aspettati stat alte, danni alti, battaglia di difficoltà medio-alta.
 

MisterTango

Useless Member
Schruk sorrise quando il suo piano ebbe successo, ma un istante più tardi si rese conto che forse, a quel punto, avrebbe fatto meglio a farsela a gambe.

-Muoviti Schruk! Hai intenzione di farti affettare?-, gli urlò Marcel, alcune decine di passi più avanti.

L’orco non ebbe bisogno di ulteriori sollecitazioni per levarsi dai piedi.

La pattuglia si diresse quindi al galoppo verso sud-est, cercando il confine del Regno ma volgendo continuamente lo sguardo alle proprie spalle, per accertarsi che il loro ingombrante inseguitore fosse scomparso oltre l’orizzonte.
 
Alto