Diploannessione Regno di Gizeh - Antarion

MisterTango

Useless Member
Tratto Dall'Enciclopedia del Regno di Gizeh

Appendice I - Delle Esplorazioni
Parte II - Antarion

- Sai, si narra che proprio di questi boschi fossero originari gli antenati di Rhuvan. Si dice che suo padre fosse un boscaiolo, in grado di bandire con abilità sia la scure da taglialegna che l'ascia da battaglia. È stato lui ad addestrare suo figlio alle armi, ed era un guerriero molto valoroso. E, ai tempi, c'erano dei demoni seri contro i quali farsi le ossa, non come quelli di oggi che non sono tanto più di sciacalli deformi. Ah, i demoni di una volta... -

Lo sguardo del cavaliere al suo fianco era visibilmente annoiato, ma Mastro Wilhelm continuò deliberatamente nel suo discorso, raccontando di quella volta che aveva visto un gatto talmente grande da sembrargli un leone di montagna, giusto per il gusto di torturarlo ancora un po'. Non c'erano più rispetto per la cultura e il sapere, in quei giorni. Per i più, contavano soltanto l'acciaio e l'oro, nient'altro.

Ah, se solo ci fosse stato il suo compagno Bik a fargli compagnia, in quel momento... Di certo ne avrebbero viste delle belle, come le avventure che avevano passato in gioventù. Quella volta che avevano rubato i libri della biblioteca reale, facendosi beccare dall'archivista... che delinquentelli che erano stati.

Mastro Wilhelm, rigirandosi lentamente tra le dita il medaglione da Incantatore di Corte, sollevò il suo sguardo verso le fronde scure degli abeti della foresta di Antarion.
Lui e la sua scorta di cavalleggeri avevano lasciato l'ultimo sentiero di terra battuta in mattinata, inoltrandosi nel cuore di quella terra, le cui memorie si erano ormai perdute nei secoli.

Chissà cosa vi avrebbero trovato di interessante. Qualche demone sconosciuto da studiare, forse? L'idea lo allettava, ma sapeva bene, lungi dalla sua esperienza, che i demoni era meglio studiarli dai libri che sul campo. Forse sarebbe stato meglio non trovare assolutamente niente...

@Silen
Esplorazione di Antarion :asd:
 
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Silen

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La regione di Antarion aveva una pessima fama, anche dopo tanti secoli, e per buone ragioni. Un tempo sede di una dei Caduti più potenti che avesse mai calpestato il suolo di Ea era stata assoggettata dall'impero sauriano solo dopo ripetuti e durissimi scontri. Lo scoppio dell'Ultima Guerra, avvenuto nemmeno vent'anni dopo, aveva di fatto impedito una vera ricolonizzazione del territorioed ora Wilhelm si trovava di fronte un territorio selvaggio, una grande foresta dall'aria tetra come se un residuo del male di tanti secoli prima ancora aleggiasse sul terriorio.
Alcuni corvi si alzarono in volo gracchiando al passare del gruppo di umani e un urlo, simile all'ululato di un lupo si alzò in lontananza.
Un bel psoto, senza alcun dubbio.
 

MisterTango

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L'aura tetra di quel posto cominciò ad avvolgerli come l'umidità di un giorno d'estate. Wilhelm si accorse persino di far fatica a respirare. Era vecchio, sì, ma la foresta era talmente fitta e cupa da rendere stantia l'aria che vi circolava all'interno.

I rumori che ve ne provenivano, poi, non contribuiamo a rendere la situazione meno pesante. Poteva leggere l'inquietudine sui volti dei suoi uomini, molti dei quali stavano cavalcando con le mani già appoggiate sul manico delle spade, pronti a sguainarle al minimo segnale di pericolo concreto.

Quando giunsero in una radura, il mago ordinò di fermarsi per fare una breve sosta. Mentre gli uomini si sistemavano circospetti nel piccolo spazio erboso, Wilhelm si appoggiò su una roccia sporgente dal terreno, chiudendo gli occhi, e si affidò a tutte le sue abilità magiche per scoprire se, tra i rumori della foresta, ve ne fosse qualcuno che potesse risultare di troppo.
 

Silen

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La magia di Wilhelm diede un risultato quantomeno bizzarro. L'impressione che Wilhelm ricevette fu che ci fossero..occhi. Decine, centinaia di occhi, tutti puntati verso di loro, occhi senza palpebre, occhi privi di un corpo, instancabili e malevoli. Eppure tutto attorno a loro non si vedeva niente di particolarmente strano, a parte l'atmosfera opprimente che avvolgeva gli alberi.
 

MisterTango

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Wilhelm sentì i propri peli rizzarsi sotto la veste. Qualcuno li stava osservando.
Non riuscì a capire se si trattasse di una qualche sorta di magia, o se realmente ci fosse qualcuno o qualcosa nella foresta.
L'unica cosa certa era che qualcuno li stesse osservando.

Non vogliono farci del male, altrimenti ce ne avrebbero già fatto, lo portò a pensare la parte più ingenua della sua coscienza. Ma era un mago troppo esperto per poter essere così sprovveduto. Di certo era possibile che qualunque cosa fosse non avesse intenzioni ostili, ma difficilmente qualcosa cresciuto in quella terra poteva non essere corrotto e malvagio. Potevano esserci migliaia di motivi per i quali non erano ancora stati attaccati, ma avrebbero potuto esserlo da un momento all'altro. Doveva capirci di più.

Cercò di concentrarsi, dando fondo a tutta la propria energia per cercare un contatto con quelle cose. Quelle creature potevano essere magiche, o comunque sensibili alla magia: in tal caso avrebbe potuto creare un ponte fra la sua mente e la loro, capire il loro stato d'animo e le loro intenzioni. Altrimenti, qualsiasi altra cosa fosse stata, avrebbe avuto campo libero per frugare nelle loro menti e capire con cosa avessero a che fare. Certo, nel caso in cui quelle creature fossero state più potenti di lui, ne sarebbe potuto essere sopraffatto, ma cercò di non pensare a quell'eventualità.

Serrò gli occhi con forza, regolarizzò il respiro e proseguì nella sua ricerca.
 

Silen

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Il nuovo tentativo di Wilhelm fu più complicato del precedente; alla sua percezione era come se quegli occhi fossero delle entità a sè stanti e insieme parte di qualcosa di molto più grande, qualcosa che non sembrava affatto entusiasta dell'umano e delle sue ricerche brancolanti.
Il contatto venne brutalmente tagliato, e al mago rimase una sola parola impressa nella mente come un marchio a fuoco

Vattene!
 

MisterTango

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Wilhelm riaprì gli occhi di soprassalto, come se si fosse appena svegliato da un incubo. E, in effetti, ciò non era poi tanto distante dal vero...

Vattene.

Qualunque cosa fossero, di certo quelle creature non avevano gradito la sua intrusione.
Di positivo c'era da considerare che, quantomeno, gli avevano dato un avvertimento. Non avevano intenzione di far loro del male, ma probabilmente gliene avrebbero fatto, se le avessero infastidite.

Lui avrebbe dovuto aver paura, ma in realtà stava morendo dalla curiosità di scoprire che cos'è fosse quell'entità con la quale stava interagendo.
Aveva vissuto la sua vita, ed era arrivato al punto che soltanto la conoscenza riusciva ad appagarlo. Come gli ubriaconi che popolavano le bettole lo erano con la birra, lui era dipendente dalle nuove scoperte. L'ignoto lo affascinava, ed era anche disposto a rischiare la sua vita per far luce su ciò che era ancora avvolto nell'oscurità.

Non poté non gettare uno sguardo sugli uomini della scorta. Frederich si era dichiarato poco tempo prima alla donna amata, e le nozze erano fissate dopo il rientro della spedizione. Dagobert aveva due figli a casa ad aspettarlo, Oni addirittura quattro. Aveva il diritto di mettere in gioco anche le loro vite?

Con un pizzico di egoismo, pensò che loro erano lì per proteggerlo. Pensò anche che di certo il Re non sarebbe stato contento di sapere che erano fuggiti al primo accenno di pericolo, e visto il suo umore nell'ultimo periodo sarebbe potuta essere molto più pericolosa la sua reazione che quella di quelle creature. Infine, un giorno quelle cose si sarebbero potute presentare ai confini del regno, dunque era meglio scoprire subito con cosa avevano a che fare.

Stava tentando più che altro di convincere sé stesso, e non impiegò molto per riuscirci.

- Non... Non vogliamo farti del male -, disse alla foresta, con la voce calma e gentile di un nonno che chiacchera col nipotino.

I suoi uomini rimasero per un istante interdetti, ma non impiegarono molto a capire. Le mani corsero ai manici delle spade, e tutti si volerò verso la foresta, formando un cerchio attorno al mago.

- Tranquilli, non ci verrà fatto alcun male -, disse lui per tranquillizzarli.

Per ora.

Poi, tornò a rivolgersi alla foresta. - Cosa... siete? -
 

Silen

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Silenzio.

Era evidente che l'entità con cui Wilhelm era stato in contatto fino a poco prima non aveva alcuna intenzione di rispondere, anche se il mago continuava a percepire lo sguardo di quegli innumerevoli occhi su di sè. La situazione era indubbiamente delicata, ma per il momento almeno sembrava in fase di stallo; Wilherlm e i suoi non avevano intenzione di compiere per primi un atto ostile nè l'essere che evidentemente popolava quella foresta intendeva rivelarsi.

Il mago si ritrovò a pensare con una certa frustrazione che era difficile convincere a parlare un interlocutore che invece non ne aveva alcuna intenzione, d'altro canto era evidente che un qualunque atto ostile non avrebbe fatto altro che precipitare la situazione. Non restava che spremersi le meningi e cercare un modo che inducesse la riluttante creatura a cambiare idea.
 

MisterTango

Useless Member
Wilhelm rimase per alcuni istanti a fissare le fronde ombrose degli alberi, speranzoso di scorgere un segno che potesse rivelare quella strana creatura.
Stava vivendo quella circostanza come un evento incredibile, un sogno che si avverava, ma i suoi uomini non sembravano essere del suo stesso avviso. Gli sguardi estasiati e impazienti che lui rivolgeva alla foresta, per loro erano invece carica d'ansia e di tensione. Al minimo segnale di pericolo sarebbero scattati come delle molle, era evidente.

Quando gli fu chiaro che quella creatura non si sarebbe rivelata tanto facilmente, Wilhelm sorrise. A quel punto, le alternative potevano essere soltanto due: o quella creatura si sentiva intimorita da loro, e questo sarebbe potuto essere un bene come un male, o era talmente senziente al punto di volersi limitare a osservarli da lontano, o da sentirsi seccata dalla loro intrusione.

In ogni caso, c'era da tentare un approccio alternativo. Aveva bisogno di darle dimostrazione che si sarebbe potuta fidare di loro.

- Oh, non devi aver paura, mio bizzarro amico - disse con un sorriso sincero.

I suoi uomini si voltarono verso di lui, con sguardo interrogativo.

Lui gli fece cenno di rilassarsi e tornare a sedere, cosa che lui stesso fece sul sasso di poco prima.

- Il mio nome è Wilhelm, Mastro Wilhelm. Vengo dal Regno di Gizeh, che si trova a sud-ovest rispetto a questa terra. Sono uno studioso, e tutto ciò che riguarda la vita e le sue sfaccettature è mia materia di interesse. E tu sei davvero bizzarro, mio piccolo amico... Non prenderla a male, intendo dire che non ho mai visto nulla di simile a te, e mi piacerebbe tanto capire cosa sei... Vorrei raccontarti tutto, ma credo ci sia un modo migliore per farti capire -

Wilhelm tornò a concentrarsi, serrando gli occhi e facendo appello alle sue energie magiche. Aprì la sua mente, lasciando libera una porta per il suo subconscio chiunque ne avesse avuto facoltà e intenzione di accedervi. In quel modo, e soltanto in quel modo, la creatura si sarebbe potuta accertare che le sue intenzioni erano genuine. Dopo tutto, quale modo migliore per accertarsi nella sincerità di qualcuno se non frugando nella sua mente?
Conosceva i rischi di una tale azione, ma era disposto a correrli. Qualcosa gli diceva che, nonostante il contesto e le apparenze, quella creatura non era poi così malvagia come ci si sarebbe potuto aspettare...
 

Silen

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L'offerta probabilmente risultò interessante pochè Wilhelm percepì alcuni occhi entrargli letteralmente nella mente e scrutare di quà e di là con interesse. Al di là del brivido che poteva dare la immagine mentale di uno o più occhi disincarnati che gli vagavano per il cranio, l'esame in sè non fu particolarmente sgradevole dopo alcuni istanti l'entità si ritirò dalla mente del mago, lasciando anche questa volta dietro di sè un messaggio, questa volta piuttosto ironico.

Non so dire se sei più coraggioso o stupido.
Probabilmente la seconda.
 

MisterTango

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Wilhelm sentì quella cosa vagargli nella mente, frugandogli in ogni angolo e in ogni ricordo. Fu un esame approfondito, ma non gli provocò alcun dolore, né senso di sgradevolezza. Pur essendo assetata di conoscenza come lui, quella creatura non gli provocò alcun male.

Era sicuramente un essere curioso, e più passava il tempo, più moriva dalla voglia di saperne di più.

Quando la creatura ebbe terminato il suo lavoro certosino, Wilhelm si trovò a sussultare, come se avesse appena ritrovato la facoltà di respirare dopo essere rimasto in apnea, sebbene non avesse mai smesso di farlo per tutto il tempo. Si stropicciò gli occhi, trovandoseli intorpiditi, e poi si alzò con passo leggermente incerto.

- Ce n'era di roba da vedere, eh? Sono vecchio ormai, e forse anche un po' stupido, hai ragione - ridacchiò lui, come se si stesse rivolgendo a un suo amico alla taverna. - Però non credo sia corretto comportarsi così. Ora tu sai tutto di me, ma io non so nulla di te. Che ne diresti di fare due chiacchere? -

Al che, rimase di nuovo ad attendere, con un sorriso speranzoso rivolto alla foresta.
 

Silen

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Se proprio ci tieni. Vieni avanti...da solo. Non mi fido dei tuoi amici, sono troppo nervosi.
Segui gli occhi.


Cosa voleva dire quella ultima breve frase Wilhem lo comprese quando sui rami di alcuni alberi alla destra del gruppetto di esploratori si aprirono una serie di occhi, come gemme su un arbustro in primavera, occhi sporgenti e sgradevolmente umani. Gli altri alberi intorno agli umani per contro continuavano ad apparire normali.

Se Wilhelm avesse seguito il sentiero, nuovi occhi sis arebbero aperti sui ramid egli alberi in modo da indicargli dove dirigersi, chiudendosi e scomparendo dopo il suo passaggio. Dopo una ventina di minuti il mago si accorse di stare seguendo un sentiero appena abbozzato che terminava nella imboccatura di una caverna.
 

MisterTango

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Quando degli occhi comparvero e di dischiusero sul ramo di un albero sopra di loro, come una fila di piccoli uccellini terrificanti, gli uomini trasalirono, ma non si mossero.
Si limitarono a volgere occhiate terrorizzate a quella visione, spostando lentamente i loro sguardi su Wilhelm.

Di contro, il mago piegò la testa da un lato, osservando con curiosità quello spettacolo inquietante.
Di certo cose del genere non si vedevano tutti i giorni.

Prima con passo incerto, via via più sicuro, si avvicinò al tronco dell'albero interessato, allontanandosi dal gruppo.
A quel punto, con suo profondo disappunto quegli occhietti si chiusero e scomparvero, ma un istante più tardi comparirono di nuovo sul ramo di un albero più lontano, verso il profondo della foresta.

Lui fece per seguirli, ma il capo della scorta lo afferrò per un braccio, rivolgendogli un'occhiata carica d'ansia.
- Mio signore, non è prudente -

- No, decisamente non lo è - rispose lui con un sorriso, come se avesse appena proposto a tutti di andarsi a fare una bevuta. - ma non era prudente nemmeno venire qui, eppure... Rimanete dove siete, non fate nulla, qualsiasi cosa accada. Io tornerò, non preoccupatevi -

Senza attendere una risposta dal soldato, Wilhelm si avviò di nuovo verso gli occhi.

Mentre seguiva la strada che la creatura gli stava indicando in una maniera tanto bizzarra, non poté fare a meno di pensare che si stava cacciando probabilmente in un bel guaio. Ma ormai aveva iniziato a giocare, tanto valeva arrivare fino alla fine. Magari avrebbe trovato un nuovo amico, pensò con una punta d'ansia nella testa.

Dopo alcuni minuti giunse all'imboccatura di una caverna, che da un agglomerato roccioso si apriva verso il basso, come un'enorme e oscura bocca maligna pronta a inghiottirlo.
Fissò per un istante gli occhi che, sopra l'imboccatura della grotta, lo fissavano a loro volta, e deglutì forte.

Entrò senza pensarci due volte, immergendosi nell'oscurità con la speranza che, nello stesso modo in cui stava entrando, più tardi ne sarebbe uscito.
 

Silen

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La caverna aveva la forma di un tunnell lungo, stretto e buioche si immergeva per diverse decine di metri nel fianco di una piccola collina puntando sempre dritto e verso il basso. Infine Wilhelm emerse in uno spazio più grande, una sorta di camera naturale immersa nel silenzio: il lento sgocciolare dell'acqua dalle stalattiti che pendevano dal soffitto della caverna costituiva l'unico rumore. Un raggio di luce proveniente dall'alto, forse da una spaccatura della roccia offrendo all'umano modo di vedere qualcosa in quello spazio sotterraneo.
La cosa che lo stava aspettando era esattamente al centro della caverna: una sorta di ammasso di carne violacea, approssimativamente sferico e inteamente ricoperto di occhi. Occhi che in quel momento erano tutti fissi su Wilhelm.
 

MisterTango

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Più di una volta, camminando nell'oscurità, per poco Wilhelm non perse l'equilibrio sul pavimento di pietra viscida della caverna. Dal tunnel risaliva un olezzo di carne in putrefazione, un presagio ben poco auspicante su ciò che avreppe potuto trovare in fondo a quel buco.

Alla fine, tuttavia, riuscì a superare indenne le asperità del terreno, giungendo in un androne nella roccia leggermente più illuminato, quel tanto che bastava per permettergli di capire cosa lo stesse attendendo nella penombra.

Una volta, durante una delle loro conversazioni, Mastro Bik gli aveva parlato di quegli esseri. Una razza di antichi possessori di enorme sapere magico e scientifico, che per il loro diletto avevano creato delle creature in grado di servirli sulla base di poteri ipnotici e psichici. Queste creature si erano in seguito ribellate, quando per ragioni sconosciute i loro padroni avevano cominciato a perdere i poteri magici che li contraddistinguevano.

Ai più, la vista di un essere simile avrebbe alimentato terrore e angoscia, ma Wilhelm sapeva che, nonostante il loro aspetto, non avevano istinti malevoli, e anzi, si trattava di creature abbastanza senzienti da comprendere il significato dei concetti di fedeltà e devozione.

Tuttavia, le sue conoscenze si basavano su leggende, tanto che non avrebbe mai creduto che qualcosa di simile potesse davvero esistere. Dunque, non gli rimaneva che scoprire se le conoscenze di Bik fossero esatte, o se magari fossero completamente errate.
Sicuramente, una volta uscito da quella caverna avrebbe avuto tanti argomenti di cui discutere con il suo amico per settimane.

- Ti ringrazio di avermi accolto qui, nella tua... dimora. E non preoccuparti dei miei uomini, sono burberi e dai modi un po' bruschi, ma non hanno cattive intenzioni. Forse sono solo un po'... ignoranti, e ciò che non riesci a comprendere può far paura, molto spesso. Forse quello diverso sono io, dato che l'ignoto non fa altro che alimentare la mia sete di conoscenza...-, forse un po' nervoso, Wilhelm cominciò a parlare ruota libera, come suo solito.

Se ne accorse solo qualche istante più tardi, quando si schiaffeggiò la fronte imbarazzato. - Perdonami, sono talmente eccitato da... Tutto questo, che non riesco nemmeno a tenere la bocca chiusa. Come sei arrivato fin qui, amico mio, e cosa ti ha spinto a rivelarti a me? -

È uno shoggot, ci ho visto bene? :asd:
 

Silen

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Altrimenti avresti continuato a cercare e io non voglio essere trovato
In questo modo possiamo risolvere la cosa, in un senso o nell'altro


La creatura non diede segno di volersi muovere, limitandosi ad osservare Wilhelm per qualche istante.

Il tuo compito è di esplorare questo territorio ma non c'è niente per te qui, questa regione è deserta
I caduti che la abitavano sono andati via, molto tempo fa, e i sauriani sono scomparsi insieme al loro impero
La foresta è sorta nei trecento anni che sono seguiti. Piu a nord ci sono solo wastelands
Ora mi hai incontrato, come desideravi. Non hai ragione di rimanere, torna a sud.
 

MisterTango

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Wilhelm ascoltò come incantato le parole della creatura, come se i suoi sogni di infanzia si stessero avverando in quel preciso momento.
Per quanto potesse essere disgustosa, inquietante e puzzolente, quella strana bestia rappresentava ciò che in decenni di studi e pratica magica non aveva mai avuto modo di vedere. Una quelle creature delle leggende, nate nei tempi antichi e dotati di chissà quali conoscenze e saperi!
E per di più, non era maligna, ed era del tutto senziente. Certo, forse aveva qualche problema di socialità, ma ci sarebbe potuto passare sopra.

Aveva la forma di un demone ma, forse, non lo era. Anzi, era probabilmente tutt'altro. Doveva assolutamente saperne di più.
Completamente dimentico della propria missione, e ignorando il fatto che la creatura gli avesse appena intimato di andarsene, si sedette di fronte ad essa come un bambino davanti a un cantastorie, fissandola ogni trasognanti.

- Mi dispiace, mio occhiuto amico, se ho disturbato la tua quiete, ma non puoi proprio chiedere a un vecchio studioso che, per tutta la vita, non ha fatto altro che leggere di creature leggendarie su tomi e manoscritti, di andarsene via proprio quando finalmente ne vede una. Avrei così tante domande da farti... Ti prego, raccontami della tua natura, di come sei arrivato qui... E, soprattutto, immagino tu abbia un nome...-
 

Silen

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La creatura si mosse leggermente e Wilhelm percepì qualcosa che poteva essere uno sbuffo mentale

Cosa ti fa credere che io abbia un nome? Che io sappia niente che anche lontanamente mi assomigliasse è mai esistito su questo mondo, se non in qualche leggenda. Uno potrebbe domandarsi se la vostra "Ultima Guerra" sia stata davvero l'ultima e se ogni volta qualche creatura come me sia emersa dal caos risultante.
Non ho risposta a queste domande, non più di quante ne abbia tu, ma di una cosa sono certo, non intendo farmi studiare come un qualche animale da laboratorio. Sono stato imprudente a farmi scoprire da te, e del resto questo territorio diverrà presto infestato dai vostri esploratori e quindi invivibile per me.
Ti faccio una proposta: ti darò le informazioni che conosco su questo territorio e forse anche qualche altra piccola cosa che ho scoperto e in cambio tu dimenticherai di avermi mai visto.


Non proprio uno Shoggoth in effetti ma qualcosa di molto simile. Un Eyeball se vuoi il termine tecnico ^__^
 

MisterTango

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Wilhelm spostò il peso da una gamba all'altra, pensoso.

- Io non ho mai avuto intenzione di studiarti come un animale da laboratorio, amico mio - esordì dopo qualche istante di riflessione.

- Credo che forse, più che studioso e cavia, mi piacerebbe che tra noi ci fosse più che altro un rapporto di... amicizia, passami il termine. Di questi tempi, sono ben pochi coloro che guardano al passato per capire gli errori dei nostri antenati, per poi non ripeterli in futuro. Sono tutti concentrati a liberare il mondo, purificarlo dai demoni e quant'altro... Sono pochi coloro che capiscono che la vera necessità è capire il motivo per il quale oggi ci troviamo a questo punto, comprendere gli errori del passato per non ripeterli di nuovo. Quindi ti faccio una controfferta, amico mio -

Wilhelm si alzò, cominciando a camminare avanti e indietro per la caverna.

- Io posso dimenticarmi di te, questo è certo, ma quanto ci vorrà prima che un bambino curioso o qualche esploratore da strapazzo metta piede in questa caverna e venga a turbare di nuovo la tua quiete, magari per sempre? Purtroppo, io non sono nessuno per impedire che questa terra, presto o tardi, venga colonizzata. Tuttavia, posso fare in modo che la gente venga tenuta alla larga da questo posto. Con discrezione, basterà magari una robusta recinzione e qualche diceria su malattie mortali che albergano in questo posto, ad esempio, e nessuno metterà più piede nella tua casa. E poi non so, magari avrai bisogno di cibo, no? Posso farti avere quello e tutto il resto di ciò che può servirti. In cambio, ti chiedo di darmi il permesso di venirti a trovare, ogni tanto, e fare due parole con te. Soltanto questo, due chiacchere da amici ai quali piace parlare del passato. Non vedo l'ora di conoscere tutto lo scibile che sicuramente hai avuto modo di memorizzare in tutto questo tempo, e magari potrei essere anche io in grado di raccontarti qualcosa che non sai, eh? Che ne pensi? -
 

Silen

Get a life
Non hai compreso. Non rimarrò in questa regione, quello che voglio da te è che non racconti a nessuno della mia esistenza e non cerchi più di ritrovarmi.
 
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