[Regno delle Spagne Unite] Fueros e tolleranza religiosa

Panda

Chosen one
Fueros

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Come emanazione dei Fueros Extensos, promulgati diversi anni fa, i Fueros riorganizzano i costumi e il diritto dei vari feudi del Regno delle Spagne Unite.

Che in ogni feudo del Regno sia utilizzata la lingua d'uso del Fuero in questione, se non per i documenti ufficiali burocratici da presentare al Re che dovranno essere presentati in Catalano.

Che in ogni feudo del Regno sia libera la tassazione, pur rimanendo l'obbligo di versare la quota richiesta dal Re delle Spagne.

Che ogni Fuero garantisca la totale libertà di legiferare al proprio regnante al quale è anche affidata la giustizia nelle sue terre.

Che in ogni Fuero, previo pagamento di una tassa aggiuntiva, sia possibile per un moro o un ebraico venerare il suo culto in forma privata.

La libertà di costruzione di luoghi di culto pubblici di fedi differenti da quella Cristiano-Cattolica non è incentivata, ma la scelta è lasciata al singolo Fuero. Nel caso in cui dovesse avvenire la costruzione di un luogo di culto di fede non Cattolica esso dovrà pagare una ulteriore tassa permanente, i cui proventi andranno a costituire un fondo per l'edificazione di Chiese nelle regioni meno illuminate dal credo cristiano e per le donazioni a Santa Romana Chiesa ed al Clero nella sua totalità, affinchè le risorse ricavate possano essere gestite per la conversione in tutto il regno.

Ramòn I, sovrano di tutte le Spagne, signore delle Baleari e protettore di Arborea.
 

Rebaf

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Fantacalciaro
Spontanee manifestazioni di giubilo si segnalano nelle regioni dei feudi spagnoli dove la fede sunnita e ebraica sono maggioritarie o presenti con copiose minoranze. I vari capi delle comunità islamiche, gli imam e addiritura qualche ex nobile dei decaduti Regni di Taifa, pronunciano parole di pace e vicinanza a quel grande re illuminato che è Ramon I. Pare che, addiritura, un famoso imam delle Baleari abbia inviato una prestigiosissima copia del Corano, forse proveniente dalla Biblioteca di Baghdad.

Dure voci vengono invece dal Patriarca di Lisbona, monsignor Soerio Anes, che giudica l'editto come una vera e propria follia alla quale il prossimo papa dovrà sicuramente porre fine.
 
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